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Campobello di Licata - Wikipedia

Campobello di Licata

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Campobello di Licata
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Campobello di Licata]]
Campobello di Licata - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Sicilia
Provincia: stemma Agrigento
Coordinate: 37°15′34″N 13°55′9″E / 37.25944, 13.91917
Altitudine: 316 m s.l.m.
Superficie: 80,87 km²
Abitanti:
10.525 2005
Densità: 130,15 ab./km²
Frazioni:  
Comuni contigui: Canicattì, Licata, Naro, Ravanusa
CAP: 92023
Pref. tel: 0922
Codice ISTAT: 084010
Codice catasto: B520 
Nome abitanti: Campobellesi 
Santo patrono: San Giovanni Battista 
Giorno festivo: 24 giugno 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Campobello di Licata (Campubbeddu in siciliano) è un comune di 11.500 abitanti della provincia di Agrigento.

Indice

[modifica] Geografia

Campobello di Licata è un comune collinare della provincia di Agrigento, situato su un altopiano della valle del fiume Salso a 316 mt. sul livello del mare.
Il territorio, che ha un’estensione di circa 80 km²., confina con Ravanusa, Naro e Licata; la popolazione residente è di circa 11.500 abitanti; dista dal capoluogo di provincia 51 Km.
I suoi confini sono delimitati ad ovest dal Torrente del Canale ad est dal Torrente del Milici.

[modifica] Storia

Campobello di Licata fu fondata come borgo feudale nel 1681 da Raimondo Raimondetta, Barone di Campobello, che pagò duecento onze per comprare, da Carlo VI del Sacro Romano impero e Carlo II di Spagna la Licentia Populandi per il suo feudo.

Antecedentemente a tale data non si hanno notizie certe di nuclei di abitazione ma si conoscono i nomi dei baroni investiti dalla baronia di Campobello che non sembra avesse un vero e proprio centro abitato.

La costruzione di nuovi villaggi era già cominciata con l’immigrazione albanese nel XVI secolo che, come si può desumere dall’elenco dei nuovi comuni, fu di tali proporzioni da trasformare la campagna siciliana.

Il processo fu favorito anche dalla fuga delle popolazioni, dalla costa verso l’interno, a causa delle incursioni dei pirati, e dalle fattorie isolate verso i centri abitati, a causa del brigantaggio.

Il Barone Fondatore di qualsiasi centro urbano, e quindi anche quello di Campobello di Licata, era titolare dei Mero e Misto Imperio, espressione per noi oscura, ma che racchiude in sé l’esercizio di tutti i poteri politico, amministrativo, fiscale, militare, giudiziario.
La scelta del posto dove edificare fu facile. Esisteva nel feudo un poggio roccioso, con in cima una vasta spianata dove si trovava una masseria del feudo. Tale poggio era vicino a diverse copiose sorgenti d’acqua ed era attraversato da una diramazione della "Regia Trazzera" che passava ad oriente.

Il Barone provvide subito alla costruzione della Chiesa e della Castellania: la chiesa, l’attuale Chiesa Madre, fu dedicata a San Giovanni Battista.
La facciata della chiesa guardava a ponente e costituisce in pratica il transetto dell’attuale. La Castellania era complesso di costruzioni che servivano per i pubblici uffici e per la residenza del Castellano, nominato dal Barone. Si trovava nell’attuale Piazza XX Settembre e fu demolita all’inizio del 1900. Le case e i terreni erano gravati da canoni enfiteutici la cui riscossione è durata fino a qualche decennio fa.

Il paese crebbe in fretta: dal 1690 al 1704 si celebrarono 32 matrimoni e già il censimento del 1710 registra 212 abitanti e 113 case.

Le abitazioni erano di tre tipi: i palazzi per i maggiori proprietari e "galantuomini"; i caseggiati di varie dimensioni per i "burgisi", piccoli e medi proprietari, con vasti spazi interni per gli attrezzi e i carri; infine le case dei nullatenenti, dei braccianti: una o due stanzette in cui vivere in condizioni precarie sia per la promiscuità che per l’igiene.

Buona parte dei primi abitanti erano coloni coltivatori con terre di proprietà che abbastanza velocemente si misero nelle condizioni di partecipare alle aste per la riscossione di dazi e gabelle, con conseguente accumulo di ricchezze ed il sorgere di grosse proprietà.

Nel 1734 il Barone concesse a Campobello, borgo feudale, di costituirsi Comune: gli abitanti assumevano l’onere delle spese dell’amministrazione: parroco, giurati, medico, colletta, ecc... L’atto di obbligazione fu firmato da 48 notabili.

Fu istituito il Decurionato, una specie di Consiglio Comunale che eleggeva il Sindaco. I Decurioni rispondevano ancora al Barone, specialmente per la riscossione delle tasse e delle gabelle di cui erano direttamente responsabili.

Nel 1778, per volontà di Ferdinando IV, anche l’amministrazione della giustizia passa nelle mani dei Decurioni. I baroni non possono più agire contro i propri debitori ne costringere i coloni a coltivare le terre di loro proprietà. Fu una reale limitazione del potere dei Baroni che, prima di quella data, era assoluto. In tutta la Sicilia si chiusero le prigioni baronali, i famigerati dammusi.

Nel 1786 i Campobellesi si riscattarono completamente dalla servitù feudale. Fu raccolta tra i cittadini, tra quelli che potevano, la somma di £. 13 onze e 10 tarì per pagare al Barone la reluizione dei mero e misto imperio.

Il secolo XIX è denso di avvenimenti. Pare fosse presente a Campobello la Carboneria e numerosi Campobellesi parteciparono ai moti del 1820, l’annu di lu ribellu: furono saccheggiate le case di dazieri e gabellieri.

Nel 1860 il paese partecipò con sei "picciotti" all’impresa dei Mille: le vittorie garibaldine furono salutate da grandi manifestazioni popolari. Il primo sindaco "italiano" fu Carmelo Gerbino, eletto, insieme a 18 consiglieri, da 55 elettori. Nel 1892 Campobello partecipa ai moti dei Fasci Siciliani.

Il leader locale era l’avvocato Nino Scuderi. Vi furono diverse manifestazioni e comizi con oratori di fama come De Felice, Drago, Garibaldi Bosco prima che la reazione del riberese Crispi stroncasse i Fasci con l’invio dell’esercito e con lo stato d’assedio.

Nella seconda metà del secolo XIX vennero realizzate le strade rotabili Campobello – Ravanusa e Canicattì – Licata: queste nuove vie di comunicazione aprirono il territorio ad un’intensa ondata immigratoria favorita anche dall’apertura delle miniere di zolfo.

La popolazione passò da 5821 abitanti nel 1861 a 12 mila nel 1901. Da ricordare l’arrivo di maestranze calabresi per la costruzione della ferrovia che si stabilirono a Campobello e che fino a qualche anno fa venivano indicati coi soprannomi di mussa luordi (musi sporchi) forse per l’abitudine di portare i baffi.

[modifica] Economia ed attività umane

L’attività principale del paese era l’agricoltura: grano duro, legumi, mandorli, olivi, uva. Prima che i vigneti fossero distrutti dalla fillossera del 1883, Campobello era un grosso centro di produzione vinicola. Altre attività rilevanti, fino alla metà del secolo, furono le miniere di zolfo, che contribuirono a formare vaste maestranze operaie.

Negli ultimi decenni del secolo XIX e fino agli anni '70 del XX secolo si manifesta un intenso movimento migratorio interrotto dalle due guerre: i Campobellesi emigrarono in tutto il mondo. Notevoli sono ancora le colonie dei Campobellesi a Buffalo (Stato di New York), Saint Etienne (Francia), Desio (Lombardia).
Dopo la seconda guerra mondiale si sviluppò un fortissimo movimento contadino che portò all’occupazione delle terre di molti feudi incolti: le terre furono lottizzate ed assegnate ai braccianti che si trasformarono in piccoli proprietari che in quegli anni aumentarono notevolmente di numero.

Sono da ricordare l’introduzione, dagli anno 70 in poi, dalle colture intensive specializzate, in primo luogo l’ottima uva da tavola Italia. Questa coltura, anche se ridimensionata, caratterizza ancora oggi l’economia di Campobello che però possiede già una buona produzione di ortofrutta: pesche, mele, susine, peperoni, pomodori.
Si comincia, conseguentemente, così a formarsi l’industria di trasformazione dei prodotti agricoli.

[modifica] Piazze e monumenti

Sono della fine del secolo XIX, ad opera soprattutto del sindaco Salvatore Ciotta, importanti opere pubbliche: fontanelle di acqua potabile, biblioteca, banda municipale, aule scolastiche, illuminazione a petrolio, la facciata della Chiesa Madre, l’orologio comunale, i marciapiedi delle strade, il cimitero e la villa comunale.

Dal 1980 inizia a Campobello di Licata una grande ristrutturazione del centro abitato e vengono realizzati servizi e strutture di un paese moderno con visione coerente e stilisticamente unitaria.

All’ingresso della cittadina dalla S.S. 123 il turista viene accolto dai gioiosi murales che ricoprono una delle scuole materne e, passeggiando, scoprirà una dopo l’altra le diverse piazze (Togliatti, Tien An Men, XX Settembre, Aldo Moro, Martiri di Modena, Della Vittoria), trasformate in eleganti e monumentali salotti, all’aria aperta, frequentati da giovani e vecchi del luogo e, la sera, da giovani dei comuni vicini, attratti anche dai numerosi ed accoglienti locali pubblici sorti negli ultimi anni: pubs, pizzerie, ristoranti, bar.

I monumenti tradizionali che possono essere ammirati a Campobello di Licata sono il Palazzo del Duca, la Fontana Canale (1650), e recentemente ristrutturati, Palazzo La Lomia, La Chiesa Madre, dove si trovano una Madonnina delle Grazie di scuola del Gaggina del XVI secolo, un Crocifisso ligneo del XVIII secolo e le statue della Madonna dell’Aiuto di Filippo Quattrocchi (17701780) e di S. Giovanni Battista del Bagnasco senior (1826).

Dal 1980, come si è già detto, è in atto un suggestivo progetto di inserimento d’arte nel contesto urbano, che porta la firma del Maestro italo-argentino Silvio Benedetto, che ha realizzato la seguente produzione artistica:

  • murales, pavimentazione, mosaici e bronzi in piazza XX Settembre;
  • bronzi e fontana in piazza Aldo Moro; monumento al lavoro in pazza Tien An Men (mani, obelisco, ed attrezzi);
  • murales della scuola materna di via Edison e dell’Auditorium;
  • trittico delle tre porte in via Momigliano, Parco della Divina Commedia (110 monoliti di travertino dipinti su un lato levigato da Silvio Benedetto) monumento ai caduti nel Parco della Rimembranza.

[modifica] Le tradizioni

Le tradizioni del paese sono legate ad antichi riti di origini agricole, talvolta con connessioni simboliche tra riti cristiani e altri riconducibili a quelli pagani dell'antichità. Prevalentemente trattasi di manifestazioni religiose.

  • 19 Marzo: San Giuseppe. "Tavole" di S. Giuseppe e sacra rappresentazione "Fuga in Egitto".
  • Riti della Settimana Santa: Santi Sepolcri, Processione del Cristo morto e Spartenza.
  • 24 Giugno: Festa di San Giovanni Battista, patrono di Campobello; con processione del Simulacro accompagnato dalla banda musicale e giochi pirotecnici.
  • Mese di Agosto: La bella estate in una città d'arte della Sicilia. Appuntamenti musicali, teatrali, folkloristici, ricreativi, e culturali nelle belle piazze del paese.
  • Terza domenica di Agosto: Festa della Madonna dell'Aiuto. (in siciliano: La Bedda Matri di l'Aiutu) Celebrata con vespro, Messa solenne, Processione, spettacoli musicali, "Rietina" (sfilata di carretti siciliani e cavalcature sfarzosamente addobbate per le vie del paese) e giochi pirotecnici.www.rietina.it
  • 8 Dicembre: Festa dell'Immacolata. Vespro, Messa solenne, Processione, spettacoli musicali, vamparotti (grandi falò nei quartieri) e muffuletta.

[modifica] Gastronomia

Campobello di Licata è anche un centro enogastronomico di notevole importanza: il suo piatto tipico è lu mpurnatu (l’infornato), un gustoso timballo di ziti (formato di pasta) con ragù, carne di maiale, cavolfiori, uova, pecorino ed altre essenze che sono il segreto della ricetta che si tramanda di madre in figlia.
È tradizionalmente accompagnato dai vini locali Maria Costanza, Terre della Baronia, Bianco di Nera, Federico II della "Azienda Agricola Giuseppe Milazzo", che in breve tempo hanno conquistato i mercati internazionali, dopo avere vinto importanti e prestigiosi premi enologici conseguiti al Vinitaly di Verona e ai mondiali del vino di Bruxelles.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: COMMISSARI: Iovino - Librizzi - Sciara dal luglio 2006
Centralino del comune: 0922 889111
Email del comune: serviziinformatici@comune.campobellodilicata.ag.it

Il 22 giugno 2006 il sindaco diessino Calogero Gueli è stato arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. [1] Verrà scarcerato dopo meno di un mese dal tribunale del riesame poiché non sussistono gravi elementi di colpevolezza.

Il comune è attualmente commissariato.

[modifica] Nota

Buona parte delle notizie fin qui riportate in questo articolo sono tratte dal Sito ufficiale del comune di Campobello di Licata.

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Foto


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