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Brugnera - Wikipedia

Brugnera

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Brugnera
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Brugnera]]
Brugnera - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Friuli-Venezia Giulia
Provincia: stemma Pordenone
Coordinate: 45°54′0″N 12°32′0″E / 45.9, 12.53333
Altitudine: 16 m s.l.m.
Superficie: 29,24 km²
Abitanti:
8.757 2007
Densità: 299,48 ab./km²
Frazioni: Maron, San Cassiano di Livenza, Tamai 
Comuni contigui: Fontanafredda, Gaiarine (TV), Porcia, Portobuffolè (TV), Prata di Pordenone, Sacile
CAP: 33070
Pref. tel: 0434
Codice ISTAT: 093007
Codice catasto: B215 
Nome abitanti:  
Santo patrono:  
Giorno festivo:  
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Brugnera è un comune di 8.757 abitanti della provincia di Pordenone.

Indice

[modifica] Geografia

[modifica] Territorio

Il territorio dell'Alto Livenza rappresenta uno degli esempi più classici e più chiari di cosa significa Comunità Produttiva ovvero sistema industriale locale. Infatti questo territorio esprime in maniera molto eloquente, la simbiosi tra l'aspetto sociale e l'aspetto economico; vale a dire il profilo economico ha delle profonde radici nell'ambiente sociale, e tutto questo è un dato di fatto, non è una realtà che deriva da una programmazione, una disposizione di legge o da una imitazione di altre identità territoriali italiane o straniere, ma è un risultato che quest'area in maniera autonoma ha prodotto nel tempo. Il vantaggio di questo territorio è proprio questo aspetto, a prescindere da riconoscimenti esterni. Il territorio dell'Alto Livenza si afferma per questa sua ragione esistenziale autonoma, prescindendo anche dai confini amministrativi e riesce a superare senza che questo costituisca alcun problema, anche il confine regionale, tra Veneto e Friuli. E' un territorio che si colloca sull'asse del fiume Livenza nella parte settentrionale e nella parte centrale proprio comprendendo i comuni rivieraschi, partendo dalla sua sorgente a Polcenigo e arrivando fino a Motta di Livenza, comprendendo 16 comuni per un totale di circa 100.000 abitanti.

[modifica] Frazioni

[modifica] Maron

Oggi è la frazione più industriale del comune, con una popolazione di 2.428 abitanti ed un'altitudine di 16 m s.l.m..

[modifica] San Cassiano di Livenza

Frazione meno popolosa del Comune (721 abitanti, 12 m s.l.m.) con caratteristiche storicamente agricole. La tradizione è oggi conservata anche dalla locale associazione Festa del Vino che organizza dal 1947 la sagra del suo prodotto agricolo per eccellenza. La manifestazione si tiene ogni anno nel weekend di pasqua ed in quello successivo. L'associazione organizza inoltre una rassegna teatrale amatoriale in autunno e un torneo di splashball e beach volley in giugno. Immerso nella natura troviamo il parco di Villa Varda (un'antica villa padronale). Probabilmente il nome deriva da Guarda o Guardia e ciò fa supporre la presenza nell'area di una qualche opera difensiva. Si ritiene che nella seconda metà del Quattrocento i nobili bergamaschi Mazzoleni acquistassero molte terre nel territorio brugnerese e facessero costruire nella località di Varda una villa come residenza di campagna. I Mazzoleni conservarono la villa per circa due secoli. Nel 1670 il nobile Fabio Mazzoleni, medico, fisico e studioso di filosofia, fece costruire nel parco della villa una cappella, in cui fece erigere la propria tomba. Privo di eredi diretti, alla sua morte la proprietà passò per testamento allo zio, conte Ottavio Negri. La proprietà passò in seguito nelle mani di molte famiglie diverse finché l'ultimo proprietario Mario Morpurgo lasciò Villa Varda e l'intera tenuta agricola di San Cassiano di Brugnera alla Curia. Infine la villa è stata acquisita dalla regione autonoma Friuli-Venezia Giulia. Il parco della villa assunse l'attuale aspetto nella seconda metà dell'Ottocento, quando Carlo Morpurgo acquistò la tenuta e iniziò la ristrutturazione degli edifici e la sistemazione paesaggistica secondo le caratteritische dei parchi all'inglese. Il parco di Villa Varda presenta, inoltre, significativi elementi architettonici: una arciera, con soprastante terrazza e balaustra in pietra, la cappella restaurata all’inizio del secolo in forme neogotiche, il laghetto e la ghiacciaia alla quale venne sovrapposta nel 1932 una torre merlata.

Un folto bosco, costituito prevalentemente da specie arboree autoctone, avvolge in un unico spazio connettivo i diversi elementi architettonici del parco. Purtroppo dell’impianto originario rimangono pochi esemplari; tra questi, di particolare importanza per rarità botanica e/o dimensione, segnaliamo: un enorme libocedro (Libocedrus decurrens) piantato di fronte alla villa. Questa specie, originaria delle montagne dell’Oregon e della California, venne introdotta in Europa nel 1853, pertanto quello di Villa Varda è sicuramente uno dei più vetusti esemplari italiani; una sofora (Sophora japonica) posta sul parterre in riva al fiume. Di questa specie, introdotta in Europa nel 1747 e in Veneto nel 1812, è più nota e comune la varietà "pendula", caratterizzata da rami contorti e pendenti; vari esemplari di fotina (Photinia serrulata) che costituiva un’autentica rarità nei giardini del secolo scorso, essendo stata introdotta in Europa nel 1802 e nel Veneto solamente nel 1842; alcuni notevoli esemplari di ginepro della Virginia (Juniperus virginiana) e di pino nepalese (Pinus wallichiana) che sono la testimonianza degli esperimenti, condotti nella nostra regione già dall’inizio del secolo, di introdurre specie forestali esotiche.

[modifica] Tamai

La frazione ha una popolazione di 2.313 abitanti ad una altitudine di 21 m s.l.m.. Vi strova la chiesa di Sant'Anna del XVII secolo ed un'importante società di calcio dilettantistico.


[modifica] Storia

La storia del territorio comunale risale nelle sue linee principali al medioevo, anche se forse affonda le lontane radici in epoche precedenti. La frazione di Maron infatti porta un nome con base linguistica celtica marra (palude), mentre San Cassiano ricorda i primi influssi cristiani di probabile propagazione dalla romana Oderzo, alcuni riferimenti alla Pieve di San Cassiano di Livenza si trovano già in testi del VIII secolo. Brugnera, da prunaria (luogo con molti pruni) e Tamai, da una parola di diffusione regionale significante "recinto in mezzo al bosco, trappola per animali", hanno una denominazione più recente, legata alla colonizzazione medioevale delle aree silvestri e incolte.

Trovandosi in uno dei passaggi sul Livenza che permettevano l’entrata in Friuli, su un’isola del fiume fu edificato un castello forse già prima del 1000. Verso il XII-XIII secolo, quando la documentazione si fa più ampia e sicura, Brugnera e le località contermini appartenevano ai Signori di Prata e Porcia, che estendevano i loro domini in una vasta zona del Friuli occidentale e del Trevisano orientale.

Avvocati delle Chiese di Concordia e Ceneda, membri di prim’ordine del Parlamento della Patria del Friuli, nobili fra i più potenti dell’epoca, poco prima del 1214 si divisero in due rami, spartendo il grande territorio in due distinte giurisdizioni che facevano capo ai castelli di Prata e Porcia. Tamai rimase al primo, Brugnera, Maron e San Cassiano passarono al secondo, rimanendo questo ordinamento amministrativo fino alla fine del XVIII secolo (soppressione della Repubblica di Venezia e a livello locale inizio delle moderne municipalità sul modello rivoluzionario francese). Dal punto di vista ecclesiale, Tamai e Maron appartenevano alla concordiese pieve di San Vigilio di Palse, cominciando a erigersi in parrocchia autonoma tra XV e XVI secolo (Tamai si separò da Maron nel 1904). Brugnera e San Cassiano facevano parte della pieve cenedese di San Tiziano di Francenigo; la prima divenne autonoma nel tardo ’500, mentre San Cassiano lo fu già nel medioevo.

Nel XIV secolo i signori di Porcia concessero alla comunità di Brugnera propri Statuti, da cui risulta che la zona, oltre che caratterizzata da un’agricoltura che tendeva a svilupparsi fuori dai vincoli feudali, con la liberazione dalla servitù di masnada, era inserita nell’economia del tempo con altre attività. Il commercio trovava scalo nel porto sul Livenza protetto dal castello, mentre un’industria tessile locale era protetta dai nobili purliliesi. All’interno delle mura che cingevano il centro di Brugnera (le cui porte furono definitivamente abbattute solo nel 1918), oltre al castello, trovavano spazio le abitazioni dei servi, dei notai, degli artigiani, dei pescatori (alla fine del ’400 si aggiunsero gli ebrei, che esercitavano la professione di banchieri).

L’originaria ubicazione del paese era stata cambiata dopo il 1220, spostando maniero e abitatori sulla sinistra del fiume Livenza. Trovandosi in una zona di confine, Brugnera fu infatti spesso al centro di cruenti fatti d’arme, saccheggi e devastazioni; i signori di Prata, che in relazione alla loro appartenenza al Patriarcato di Aquileia, dovettero lottare a lungo contro le mire espansionistiche del Comune di Treviso e di altri, che pretendevano di avere il castello sul Livenza e la zona di Francenigo e Gaiarine dipendenti dai Porcia. Dopo una devastazione subita nel 1192, i trevisani distrussero Brugnera nel 1220. Il paese con le fortificazioni e la residenza signorile, fu ricostruito nell’attuale localizzazione, trovandosi coinvolto in altre azioni belliche: nel 1386 fu assediato da truppe udinesi, nell’ambito delle continue guerre civili che stavano insanguinando il Friuli.

Nel 1419-1421 la Repubblica di Venezia conquistò militarmente lo Stato dei patriarchi di Aquileia, facendone un proprio dominio: ma nel 1418 i signori di Porcia, precedendo le azioni belliche, s’erano dati pacificamente ai veneziani, mantenendo così diritti e prerogative che conservarono fino all’età napoleonica.

Nei secoli dell’età moderna, segnati dalla sovranità del leone di San Marco, Brugnera conobbe le vicende che interessarono il resto del Friuli e il Veneto. Nella prima metà del ’500 i nuovi fermenti religiosi trovarono un’eco clamorosa a Maron dove fu parroco Paolo Rosello, uno dei maggiori esponenti della Riforma in Italia. In campo sociale, si sviluppò notevolmente la proprietà terriera veneziana, con il formarsi di sontuose abitazioni, di cui la Villa Varda (ancorché rimaneggiata nello scorso secolo) è l’esempio meglio noto e conservato.

La cronaca registra invece fatti dirompenti come la rapida ma devastante incursione turca del 1499, quando la cavalleria al servizio dell’Impero ottomano si riversò nei villaggi che componevano la giurisdizione purliliese e brugnerese, razziando, bruciando, deportando e ammazzando. Fu un colpo anche all’economia rurale, perché andarono distrutti non solo i raccolti, ma le vigne e gli attrezzi agricoli. Fu invece risparmiato il centro di Brugnera, chiuso dalle turrite mura castellane e cuore pulsante non solo dell’amministrazione locale (ospitava la cancelleria, i notai, i servizi civili e religiosi) ma anche dell’economia artigianale e commerciale

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Economia

E' un territorio di fresca performance industriale, nel senso che si è arrivati ad una affermazione nel comparto del legno, del mobile e dell'arredamento-componentistica, (specificità produttiva locale), negli ultimi 40-50 anni, con un crescendo di attività insediativa, produttiva e di relazione in campo internazionale via via crescente nel tempo, per arrivare oggi ad essere il 1° distretto industriale italiano nel settore del Mobile.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Ermes Moras (lista civica) dal 15/06/2004
Centralino del comune: 0434 616711
Email del comune: segreteria@com-brugnera.regione.fvg.it

[modifica] Collegamenti esterni


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