Porcia
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Porcia | |||||||||
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Friuli-Venezia Giulia | ||||||||
Provincia: | Pordenone | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 29 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 29,49 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 505,22 ab./km² | ||||||||
Frazioni: | Palse, Pieve, Rondover, Rorai Piccolo, Sant'Antonio, Spinazzedo, Talponedo | ||||||||
Comuni contigui: | Brugnera, Fontanafredda, Pasiano di Pordenone, Pordenone, Prata di Pordenone, Roveredo in Piano | ||||||||
CAP: | 33080 | ||||||||
Pref. tel: | 0434 | ||||||||
Codice ISTAT: | 093032 | ||||||||
Codice catasto: | G886 | ||||||||
Nome abitanti: | purliliesi | ||||||||
Santo patrono: | San Giorgio | ||||||||
Giorno festivo: | 23 aprile | ||||||||
Sito istituzionale | |||||||||
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Porcia (Purcîe in friulano) è un comune di 14.899 abitanti della provincia di Pordenone.
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Medio Evo
Intorno al X-XI secolo nasce il primo nucleo del castello di Porcia. La prima data certa risale al 1178 ed è riportata in un documento rogato nel castello. Porcia all'epoca non era ancora una entità autonoma, ma faceva parte del territorio del vicino centro di Prata. Tra il 1100 e 1200 i nobili di Prata-Porcia parteciparono alle varie lotte per la supremazia del trevigiano e del Friuli.
Nel XII secolo Gisla (o Gisella), figlia di Ecelino I il "Balbo" della famiglia degli Ezzelini e di Auria , figlia di Riccardo dei conti da Baone, sposerà Guecello I signore di Prata e Porcia .
Verso il 1203 i due fratelli della famiglia dei Prata decisero di dividersi i loro beni e nel 1214 definirono i confini e i rispettivi territori. In questi anni viene collocata la nascita amministrativa del feudo di Porcia. Il feudo era retto dalla famiglia dei Porcia legata al patriarcato di Aquileia e aveva giurisdizione su circa una ventina di ville attorno al castello.
[modifica] La Repubblica di Venezia
Nel 1418 la Repubblica di Venezia occupò quasi tutto il Friuli e i conti di Porcia, dopo una prima resistenza, si sottomisero spontaneamente alla Repubblica. Cosi facendo riuscirono a mantenere intatte le loro prerogative. La famiglia dei Porcia ebbe una posizione di rispetto nella Repubblica di Venezia e ricopri importanti cariche politiche e militari. Il conte Silvio di Porcia e Brugnera partecipò eroicamente come capitano alla battaglia di Lepanto; sembra che Agostino Barbarigo,comandante dell'ala sinistra cristiana, sia morto fra le sue braccia. La dominazione veneta aveva posto fine a un lungo periodo di lotte e aveva dato inizio anche a un lungo periodo di relativa tranquillità, interrotto prima dalle incursioni turche, in particolare quella del 1499, che danneggiò le campagne intorno a Porcia, poi dalla guerra della lega di Cambrai nel 1508. Tale guerra scoppio perché la potenza della Repubblica di Venezia intralciava le mire espansionistiche di alcuni sovrani stranieri e contrappose Venezia alla lega di Cambrai formata dall'imperatore Massimiliano I, dal re di Francia Luigi XII, dal re di Aragona Ferdinando il Cattolico, dal Papa Giulio II e vari principi italiani. La guerra si concluse nel 1510.
[modifica] Da Napoleone all'Unità d'Italia
Dopo la caduta di Venezia, Porcia venne coinvolta nelle guerre napoleoniche e fu uno dei centri della battaglia di Sacile (detta anche dei Camolli), tra francesi e austriaci nel 1809. A partire dal 1815 passò sotto il governo austriaco sino al congiungimento al Regno d'Italia nel 1866.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Luoghi d'interesse
[modifica] Il Castello
A partire dal XII secolo il Castello è divenuto dimora permanente della nobile famiglia dei Porcia, che governò queste terre per ben otto secoli. L'edificio divenne, così, il centro di importanti vicende politiche e culturali della storia friulana. Qui vi soggiorneranno imperatori quali Carlo V (1532) ed Enrico III d'Asburgo, apprezzandone, come riportano i memoriali dell'epoca, il buon vino, la cucina e l'ospitalità. Nel corso del tempo il Castello ha subito pesanti devastazioni soprattutto ad opera di sismi che ne hanno compromesso l'architettura originaria. Le ricostruzioni che sono seguite hanno restituito un complesso eclettico, formato cioè da edifici di stili differenti come un palazzo rinascimentale e un edificio di gusto veneziano, che si sono affiancati a ciò che è rimasto del vecchio Castello, ossia l'imponente torre centrale d'epoca medievale. Questo mastio, mozzato sul finire del XIX secolo, risale con ogni probabilità all'anno Mille, anche se alcuni studiosi lo datano addirittura al periodo romano. Nel fabbricato attualmente adibito alle cantine si sono conservati anche alcuni resti del Salone degli Stemmi e dei diamanti, distrutto da un incendio nel XVI secolo.
[modifica] Il centro storico
Il centro storico di Porcia conserva altri edifici di notevole interesse civile come il Palazzo Novo del Vescovo, costruito su progetto di Tommaso e Francesco Contini nel XVII secolo, per volontà di Girolamo di Porcia, Vescovo di Adria; il cinquecentesco Palazzo del Feudo, imprezziosito da una teoria di statue pagane in stucco; la Loggia Municipale, anch'essa risalente al '500.
[modifica] Torre dell'orologio
Si tratta di una tipica torre portaia che serviva a difendere l'accesso al paese e in passato era dotata di un ponte levatoio per superare un fosso difensivo. Sulla torre era posta una campanella utilizzata per segnalare l'avvistamento dei nemici e per scandire la vita civile del borgo. La campanella era datata 1474 e venne asportata nel corso della prima guerra mondiale dall'esercito austro ungarico. Nella stanzetta all'ultimo piano si trova l'antico meccanismo dell'orologio. L'orologio è composto da due quadranti uno rivolto all'interno e l'altro all'esterno del paese.
[modifica] Villa Correr-Dolfin
Si tratta di una delle più importanti ville venete della regione. La villa è stata costruita tra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII dalla nobile famiglia veneziana dei Correr, poi nell'Ottocento è diventata di proprietà della famiglia Dolfin. Si tratta di una villa a pianta quadrata che si innalza per due piani con due ampie scale di accesso. All'interno ci sono ampi saloni con pareti ornate di affreschi in stile barocco e soffitti alla sansovina. La villa sorge all'interno di un ampio parco e comprende un cortile d'onore con varie statue, una barchessa e una chiesetta. Nel parco oltre ad alcune polle di risorgive esiste un piccolo laghetto che nel passato veniva adibito anche a peschiera. Accanto al parco scorre il rio Brentella. Questo piccolo corso d'acqua serviva in passato per i trasporto dei tronchi di faggio dalle montagne al fiume Noncello da dove poi proseguivano verso il mare sino a Venezia. I diritti d'acqua del canale appartenevano alla famiglia Correr e costituivano una fonte di reddito importante. Attualmente la villa è chiusa al pubblico ed è possibile visitare, saltuariamente, solo il parco. Non si conoscono i reali motivi, ma la villa è rimasta pressoché disabitata dagli inizi del 1700 e tutt'ora è di proprieta' del Comune di Porcia. Si narrano voci di inquietanti presenze all'interno della villa stessa.
[modifica] Chiesa Arcipretale di San Giorgio
La chiesa risulta citata per la prima volta in un documento del 1262. Venne probabilmente riedificata nel 1560 e ulteriormente ampliata nel 1846. All'interno è conservato un coro ligneo intarsiato e scolpito che risale al seicento. Le ante dell'organo raffigurano San Giorgio che uccide il drago, la conversione di San Paolo e l'Annunciazione e sono state dipinte da Isaak Fischer. Si possono inoltre ammirare le pale di San Giorgio di Jacopo Negretti meglio noto come Palma il giovane e la pala di santa Lucia di Francesco da Milano. Accanto alla chiesa si trova il campanile, alto 44 metri, che ha un basamento in pietra quadrangolare risalente al 1488 e venne probabilmente eretto nel 1555. Tale data è stata trovata incisa nell'intonaco interno. Avrebbe dovuto assomigliare, nell'intenzione originaria, al campanile di San Marco ma la sua costruzione venne, invece, interrotta al raggiungimento dei 44 metri di altezza. Secondo la tradizione locale, l'interruzione fu ordinata dalla Serenissima per paura che la torre campanaria potesse superare in bellezza quella di San Marco. La struttura del campanile consiste in una doppia canna muraria nello spessore della quale sono state ricavate le rampe per la salita. Al piano terra era situata un botola per l'accesso al locale sottostante. La leggenda racconta che da qui partisse un passaggio segreto che attraversava il castello per poi raggiungere la torre dell'orologio. San Giorgio è stato adottato come Santo patrono protettore di Porcia e lo si festeggia il 23 aprile di ogni anno.
[modifica] Chiesa della Beata Vergine Assunta
Sebbene le prime testimonianze di questo edificio risalgano al 1369, la chiesa attuale è stata ricostruita, in stileChiesa_di_Santa_Maria_Assunta.jpg rinascimentale, tra il 1555 e il 1560 e rimaneggiata nel 1892. All'interno si possono ammirare tre altari in legno, intagliati e dorati, risalenti al XVII secolo, opera della bottegga dei Ghilarduzzi; dipinti seicenteschi di Isacco Fischer di gusto barocco raffiguranti S. Giovanni Battista, S. Girolamo e quattro Evangelisti; la Pala dell'Assunta di Andrea Vicentino; un crocifisso ligneo del '500 e una quattrocentesca Madonna in legno proveniente dalla chiesa di San Michele Arcangelo a Talponedo. Degni di rilievo anche gli affreschi di Girolamo de Stefanelli databili al XVI secolo. Interessante la torre campanaria adiacente alla chiesetta, con cuspide in cotto, di modeste dimensioni ma dalle forme eleganti.
[modifica] Chiesetta di S. Agnese
In località Rorai piccolo sorge la chiesetta di santa Agnese. Si tratta di una piccola cappella campestre che risale al XIII secolo. È costituita da una navata unica con il tetto a capanna e le capriate a vista. Nella faccia sono incorporati l'abside e il campanile. All'interno ci sono degli affreschi che risalgono a un periodo che va dal XIII al XVI secolo. In particolare, è interessante l'affresco che raffigura una Madonna con bambino tra le sante Agnese e Caterina d'Alessandria attribuito a Pomponio Amalteo. In seguito ad alcuni restauri è stata scoperta una croce enkolpion probabilmente risalente al XII secolo. Si tratta di una croce bivalve di origine bizantina usata talvolta come reliquiario che si portava appesa al collo.
[modifica] Palse
Presso la Chiesa Parrocchiale di San Martino si conservano i dipinti ottocenteschi di Ignazio Kollman (Madonna con Bambino e S. Martino e il povero), un affresco di Giuseppe De Lorenzi, raffigurante il Giudizio Universale e la Pala del Rosario, attribuita al carnico Osvaldo Gortanutti. In località Pieve di Palse, merita una visita la Pieve di S. Vigilio, citata fin dal XIII secolo,e attestata gia nel 1187, affiancata da un campanile con cella a monofora e tetto a capanna. Nonostante i rimaneggiamenti seicenteschi, gli interni conservano resti di preziosi affreschi della seconda metà del XIII secolo e la più recente acquasantiera del Pavanello (1643).
[modifica] San Antonio
Questa località ospita gli uffici dell'industria Zanussi (ora Electrolux), opera tra le più famose dell'architetto Gino Valle (1959-1961) e la Chiesetta di Sant'Antonio di Silvano Vanier, espressione della nuova concezione dello spazio sacro.
Il prof. Antonio De Pellegrini, storico di Porcia, ha pubblicato nel 1925 la notizia che trascriviamo: "1807, 12 dicembre... si conferì questa municipalità col consiglio, clero, guardia nazionale al sito sopradetto di S. ANTONIO e rinnovato l'addobbo del CAPITELLO e palazzino Gasperi, sopravvenuta la notte, forni di torce di cera e l'uno e l'altro e fece provvedere il popolo e quella porzione di guardia nazionale che non aveva fucile, di fiaccole di paglia. Passò il "grande" verso le 10 pomeridiane fra gli evviva del popolo, accompagnato dalle fiaccole suddette e la municipalità gli tributò di nuovo il suo fedelissimo omaggio". (A. De Pellegrini, Cenni storici sul castello di Porcia - 1925). Il "grande" non era altri che Napoleone Bonaparte, che ritornava dalla visita alla fortezza di Palma. Egli era transitato per il medesimo luogo nell'andata 1'8 dicembre 1807 a mezzogiorno. Il palazzino dei Gasperi (tale famiglia nobile di Porcia è ora estinta) è quello ancora esistente di proprietà Cordenons. Un ramo di questa famiglia si era trasferito nei secoli scorsi a Ronche di Fontanafredda, dove aveva costruito la villa attualmente di proprietà Zanussi.
Di fronte al palazzino Gasperi esisteva il capitello di Sant'Antonio e fra queste due costruzioni, passava la via "Maestra Vecchia", come mostra anche la mappa napoleonica compilata nel 1809. Questa strada aveva un andamento molto tortuoso e probabilmente per questo Napoleone, a cui premevano veloci comunicazioni con la fortezza di Palma, ne decise la rettifica tracciando il rettifilo Fontanafredda-Pordenone, che proseguiva poi per Codroipo e Palma, nastro viario chiamato in seguito "la napoleonica". Il nuovo tracciato passò proprio sopra il chiesuolo di S. Antonio, che dovette per questo essere demolito. La popolazione di allora stabilì di ricostruirlo com'era prima e il posto scelto fu quello in asse con il nuovo viale che dall'angolo del muro della proprietà Vietti raggiunse la nuova via chiamata "nazionale". Esso si presenta con elegante e linda semplicità neoclassica in forma di tempio dorico tetrastilo. Le colonne sovrastate dal timpano ricalcano il disegno della vecchia costruzione, probabilmente qui un po' ampliata, della quale e stato utilizzato il campanile a vela con la bifora posta al colmo dell'abside. Oltre il breve pronao l'aula, con la volta a botte, accoglie un unico altare; dietro a esso vi è un vano a uso sacristia.
Sull'altare è posta una statua in pietra d'lstria raffigurante il titolare S. Antonio di Padova. É opera firmata dello scultore veneziano Antonio DAL ZOTTO, eseguita nel 1861 e donata da un conte Antonio di Porcia. Nato nel 1841 e defunto nel 1918, il Dal Zotto fu allievo di Luigi Borro che emulò durante la sua lunga permanenza come insegnante all'Accademia di Venezia, ove tenne la cattedra di scultura fino al 1912. Alla sua vasta produzione di statue di carattere religioso si devono aggiungere diversi monumenti pubblici. Per brevità nomineremo solamente quelli in bronzo di PIRANO a Giuseppe Tartini, di VENEZIA a Carlo Goldoni e Sebastiano Venier, di Tiziano Vecellio a PIEVE di CADORE, da tutti ammirati e lodati. Di lui disse Francesco Sapori che seppe esprimere "il senso del moto nell'immobilità", giudizio che si addice anche alla nostra statua. II SANTO è infatti rappresentato andante e porgente ai fedeli l'irrequieto Bambino benedicente. Gli ampi chiaroscuri delle pieghe cadenti del saio, la fisionomia pacata del santo mostrano in questa opera, se pur giovanile, le capacità che l'artista doveva in seguito tanto validamente esprimere.
Il nostro Crocifisso
Restauro del crocifisso ligneo (sec. XVI)
L’imponente Crocifisso ligneo attualmente conservato nella chiesa nuova di S. Antonio di Porcia, proviene dal deposito dell'antica chiesa di S. Giorgio di Porcia, ma non si conosce la sua collocazione originaria. Le sue dimensioni monumentali (il corpo è alto cm. 175), il fatto che sia scolpito e dipinto a tutto tondo, l'inclinazione del capo, il forte sviluppo anatomico in lunghezza, suggeriscono comunque una sua destinazione iniziale come Crocifisso da iconostasi, collocato in pratica sulla trave di separazione tra presbiterio e aula in una Chiesa di grandi dimensioni. La scultura è stata di recente confrontata da Fabio Metz e Paolo Goi con una vasta produzione locale di Crocifissi di grandi dimensioni che vanno dal sec. XV al sec. XVII; tra questi si possono ricordare come esempi importanti quelli della chiesa del Cristo, di S. Giorgio e del Duomo di Pordenone, della Parrocchiale di S. Martino al Tagliamento e del duomo di Valvasone. Il nostro, che sarà certamente oggetto di studi attenti, dichiara nell'accentuato naturalismo una sua possibile appartenenza alla prima metà del sec XVI.
Stato di conservazione
Il corpo è ricavato da un unico tronco di tiglio cui sono state aggiunte le braccia con un sistema di incastri lignei a scomparsa. Prima del restauro la scultura presentava attacchi di insetti perforatori del legno e diverse fenditure corrispondenti all'arcuatura del corpo, soprattutto lungo il perizoma e il busto. Il Cristo riportava sul retro, tra il perizoma e la coscia sinistra, la perdita di un ampio frammento applicato fin dall'origine a sostituzione di un difetto del legno; altre aggiunte su difetti di origine sono visibili sul costato sinistro. Il colore brunastro visibile prima del restauro era il risultato di maldestre ridipinture e verniciature che si erano alterate nel tempo e che conferivano all'opera un aspetto sordo e piatto senza permettere di apprezzare le finezze dell'intaglio.
Restauro
Il recupero, eseguito con la costante supervisione della Soprintendenza, è consistito nella preventiva disinfestazione e nel risanamento delle fenditure del legno con la chiusura della lacuna comprendente gamba e perizoma. Dopo aver constatato la presenza di ben tre ridipinture, la pulitura del colore è stata condotta a "strati" selezionando di volta in volta la miscela di solventi più opportuna. Di particolare impegno si è dimostrata l'asportazione del colore a contatto con lo strato originario, in quanto realizzato a caseina, legante che con l'invecchiamento acquisisce una eccezionale resistenza al comuni solventi, per rimuovere il quale è stato necessario l'aiuto del microscopio. Si è quindi proceduto con l'intervento estetico consistito nella stuccatura delle lacune e nell'integrazione pittorica finalizzata a restituire omogeneità all'immagine. Con queste operazioni sono emersi dettagli prima mortificati dalle ridipinture, come il rilievo delle vene sulle gambe ottenuto con l'inserimento di filamenti di corda, il sangue meno scomposto anche se ingenuo nella "mappatura" i denti seminascosti dalla bocca socchiusa e le lacrime appena accennate. Il restauro ha riportato alla luce un Crocifisso di eccezionale qualità artistica la cui bellezza sta nel contrasto tra la freddezza dei colori di un corpo già morto e la drammatica naturalezza di un volto che esprime non solo la sofferenza ma anche la vita che di lì a poco avverrà.
Le attività svolte a S.Antonio
"Dopo oltre un secolo, non saremo certamente noi a tirarci indietro di fronte a questa imponente e suggestiva tradizione in onore del Santo. Una sagra trasferita nella nuova realtà parrocchiale oltre vent'anni fa e che ha certamente costituito e continua a costituire un momento rilevante di aggregazione nella crescita di questo Paese. E mentre va riconosciuto il merito a chi da oltre vent'anni tiene in piedi tale manifestazione, ben vengano altri volontari a fianco di chi per tanto tempo ne ha garantito lo sviluppo e la crescita."
[modifica] Talponedo
Questa località ospita alcuni importanti edifici dell'architettura moderna quali il Municipio, progettato negli anni Settanta da Adalberto Burelli e Augusto Romano Burelli ispirandosi al periodo purista dell'architetto Le Corbusier. Si segnala anche l'elegante tempietto dedicato a San Michele Arcangelo, attualmente in forme settecentesche con opere d'arte lapidee e lignee. In passato questo edificio, la cui esistenza è già confermata da documenti del Duecento, fu adibito pure a funzioni di ospedale e di ospizio per i pellegrini. Di interesse storico infine la casa padronale settecentesca in via bagnador attualmente abitata con corte interna e ampio giardino.
[modifica] Cultura
[modifica] Manifestazioni
A maggio si tiene presso il parco della villa Correr Dolfin la rievocazione storica della battaglia dei Camolli del 1809. Si tratta di una ricostruzione di un accampamento militare dell’epoca napoleonica e di alcuni momenti della vita dei soldati.
A maggio si tiene la Festa de l'Unità organizzata dalla locale sezione dei Democratici di Sinistra.
A luglio si tiene il Luglio Palsese, organizzato dalla Parrocchia di Palse.
Ad agosto si tiene la Sagra dell'Assunta, durante la quale viene rievocata la visita di Carlo V con una sfilata in abiti storici e si tiene la Corsa degli Asini con la salita al campanile (nel 2007 si correrà la 107^ edizione)
Il 21 gennaio nella frazione di Rorai Piccolo si tiene la sagra in onore di Sant'Agnese.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Stefano Turchet (centrodestra) dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0434 596911
Email del comune: urp@comune.porcia.it
[modifica] Gemellaggi
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