Vajont (PN)
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Vajont | |||||||||
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Friuli-Venezia Giulia | ||||||||
Provincia: | Pordenone | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 287 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 1,58 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 1.014 ab./km² | ||||||||
Comuni contigui: | Maniago | ||||||||
CAP: | 33080 | ||||||||
Pref. tel: | 0427 | ||||||||
Codice ISTAT: | 093052 | ||||||||
Codice catasto: | M265 | ||||||||
Nome abitanti: | vajontesi | ||||||||
Santo patrono: | Gesù Crocifisso | ||||||||
Giorno festivo: | 14 settembre | ||||||||
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Vajont (Vaiònt in friulano) è un comune di 1.646 abitanti della provincia di Pordenone. Il suo territorio comunale è interamente circondato da quello del comune di Maniago, del quale è pertanto un' enclave.
Indice |
[modifica] Storia
Il Comune è stato costituito nel 1971. Inizialmente, nel suo territorio si stabilirono i sopravvissuti alla strage del Vajont. Risulta essere, per superficie, uno dei comuni più piccoli d'Italia (il comune più piccolo, per estensione, è Fiera di Primiero).
Vajont avrà il suo municipio il 10 luglio 1971 a seguito della decisione di dividere il Comune di Erto e Casso, di cui Vajont era frazione, in due Comuni separati: Erto-Casso e Vajont.
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DOPO IL DISASTRO
L’11 ottobre ’63 mentre proseguono i lavori per raggiungere i borghi ancora isolati, in alcuni casi anche con gli elicotteri, sia della Base NATO di Aviano, sia Italiani, il Presidente del Consiglio on. Leone e il Ministro degli Interni on. Mariano Rumor incontrarono nel Municipio di Erto il Sindaco De Damiani, il vice sindaco Martinelli, il Sindaco di Cimolais Ambrogio Fabris e molte altre autorità per fare un punto della situazione e per prendere i dovuto provvedimenti.
Le persone furono subito trasferite a Cimolais e Claut. Era già notte buia e alla colonia di San Salvatore si presentò una corriera di bambini e lattanti, con le loro mamme, ma per loro non c’era ne cena ne alloggio e furono mandati all’albergo di Claut. Durante la riunione fu deciso che donne, bambini e anziani fossero portati lontano dalla sciagura, fra Pordenone e Conegliano. In tanti paesi trovarono sistemazione 1800 persone. Allo stesso tempo arrivarono viveri, medicinali, e subito dopo buoni viaggio e buoni benzina per la ricerca di parenti e, nei casi meno fortunati, delle salme. Per motivi di sicurezza i due paesi furono dichiarati inagibili; si dovette trasferire anche il municipio, Cimolais offrì una stanzetta a questo scopo, il fatto che fosse in questo paese si rivelò strategico dato che la maggioranza delle persone si trovava a vivere o a Claut o, appunto, a Cimolais, paesi vicina al luogo della tragedia. Il 20 ottobre erano già state scelte le aree più idonee per due villaggi di case prefabbricate per la rapida sistemazione delle famiglie, una a Claut e una a Cimolais (a Cimolais il villaggio non si farà). A Claut il 12 novembre si è già cominciato a costruire le prime pre-case, tuttora alcune di queste case sono ancora in piedi, sebbene non utilizzate, mentre la maggior parte sono state demolite poco tempo fa. A Claut e Cimolais non andranno a vivere tutte le persone che prima abitavano a Erto e Casso, molte, quelle che potranno, andranno a vivere da parenti o amici, in giro per il Friuli e per il Veneto o andranno a vivere in affitto. Fu anche aperto un consultorio pediatrico a Cimolais. Dieci pre-case costruite su terreno donato dalla Provincia, con la mano d’opera del Genio Civile ed il materiale donato dalle Chiese evangeliche Svizzere, in località Roiatta saranno subito occupate da dieci famiglie.
Il 6 aprile del ’64 viene indetto il referendum sulla scelta delle aree. Possono votare i residenti alla data 9 ottobre 1963, iscritti nelle liste elettorali e i proprietari fra i non residenti. Alla fine per la ricostruzione saranno scelte tre località: Ponte Giulio (Maniago), Stortan, a monte di Erto e Pian di Vedoia (Ponte nelle Alpi). Nel frattempo Maniago ha approvato all’unanimità il piano per il trasferimento dell’abitato di Erto-Casso nel proprio Comune.
Il 23 aprile del 1971 a Cimolais si riunisce il Consiglio Comunale in sezione straordinaria e in seduta pubblica, questo termine non sia mai stato usato in maniera più adeguata, infatti la riunione tenne in un prato circondato dai cittadini e da forze dell’ordine che garantissero sicurezza in caso di una probabile degenerazione in tumulo; si riunirono nel prato perché la sede comunale provvisoria era stata occupata da parte del gruppo di persone che volevano l’insediamento a Erto (minoranza). Alle ore 15.00, su convocazione, arrivarono i rappresentanti dei lavoratori etocassanesi, eletti democraticamente, e la consulta ebbe inizio… Fu decisa la scissione di Vajont dal Comune di Erto-Casso.
Il 12 luglio ’71 per l’istituzione del nuovo Comune di Vajont, con il 6° verbale della Commissione Elettorale, vennero consegnate dal Comune di Erto-Casso a quello di Vajont 372 schede Maschili e 360 schede Femminili per un totale di 732 cittadini che passarono sotto il Comune di Vajont. Il 26 novembre 1971 avvengono le prime elezioni comunali, viene nominato sindaco De Lorenzi Renzo, che diventa così il primo sindaco di Vajont.
[modifica] L’aspetto del paese
Inizialmente, vedendo l’urbanistica di Vajont, le case, tutte pressoché uguali, e gli altri edifici, si potrebbe pensare che dietro a questa disposizione non ci sia stato uno studio accurato, ma, piuttosto, la necessità di costruire velocemente per dare una casa a tutti coloro che ne avevano bisogno.
Invece, lo studio c’è stato; venne effettuato dal prof. Giuseppe Samonà che progettò dal nulla un paese nuovo, all’avanguardia, che potesse avere tutte le caratteristiche necessarie affinché i suoi abitanti ci vivessero bene; faceva parte di questi requisiti anche la necessità di creare molti spazi verdi perché la gente che sarebbe andata ad abitare in questo nuovo insediamento era abituata ai prati della montagna, ai boschi e al verde.
Il 10 ottobre del ’65 il Consiglio Comunale deliberò che: -gli interessati scegliessero il rione in cui intendessero abitare; -dopo un mese dalla presentazione della relativa domanda fossero estratti a sorte i lotti. -i commercianti (vecchie licenze) si orientassero direttamente verso il luogo ritenuto più opportuno alla loro attività.
Il primo edificio a sorgere a Vajont fu una casa, in Via S. Martino numero 9. La sua costruzione, come la costruzione di tutto il paese ebbe come data d’inizio il 22 dicembre 1966 con la cerimonia della POSA della PRIMA PIETRA.
Altre due case sorgeranno all’inizio di gennaio del ’67, due case dei fratelli De Lorenzi. Un anno e mezzo dopo, il 9 luglio 1968 si trasferiranno a Vajont alcune famiglie. A ottobre dello stesso anno le persone che abitano Vajont sono già duecento e occupano complessivamente cinquanta case, a metà novembre le persone saranno duecentocinquanta, sessantasei nuclei familiari.
Con l’inizio dei lavori di costruzione del nuovo paese anche i vari servizi subirono una ripresa, tra questi le scuole. Il 1° ottobre 1968, infatti, venne aperta la scuola elementare a Vajont. Lelezione non si tenevano in un edificio apposito allo scopo, ma in una casa privata in Via Mulini n° 21, proprio sotto la sede provvisoria del “municipio”. Li due maestre insegnavano a trentacinque bambini, numero che aumenterà nel corso di tutto ottobre. Con il passare del tempo tutto continuava a migliorare e così accanto alle nuove case sorse anche una vere e proprie scuole che aprirono il 1° luglio 1971: una scuola elementare e una media.
La disposizione delle vie ricorda molto gli accampamenti romani, cioè una griglia molto ordinata di strade, viali e vie che si incrociano in maniera regolare. Le vie non vanno esattamente da nord a sud o da est a ovest perché il paese, se lo si guardasse esattamente da nord, sarebbe posizionato come un rombo, infatti è stato disposto in modo da essere parallelo alle montagne e alla Valcellina. Camminando per il Viale Colomber in direzione della montagna si ha l’impressione che sia l’inizio di un ipotetica strada che senza mai curvare o cambiare direzione parta dal grande Viale alberato e porti direttamente verso la Valcellina.
I due Viali principali, Pineda -Colomber, “nord-sud” e S. Bartolomeo - SS. Gervasio e Protasio “est-ovest”, dividono il paese in quattro aree.
Partendo da nord-est si ha la zona dove si trova la maggior parte degli esercizi commerciali, le scuole elementari ed ex-medie, case costruite negli anni settanta e una zona di case costruite più recentemente. I negozi si trovano tutti sotto una fila di portici, sono edifici a due piani, sotto c’è il negozio e sopra abitazioni private, racchiusi in una sorta di colonnato. Proseguendo in senso orario abbiamo la zona dove si trova il Municipio, Piazza Monte Toc, piazza Vittime del Vajont dove si trova la Fontana Monumento in ricordo delle Vittime del Vajont, la Chiesa, il campanile, la Canonica e il Centro comunitario, la Scuola Materna Comunale, anch’essa circondata da una bella zona verde, le Poste e l’Ambulatorio medico; in questa zona si trovano anche le prime case costruite, tra cui quelle che hanno ospitato la prima scuola, la prima sede comunale e la prima Chiesa.
Pur non essendo in una posizione centrale del paese si può considerare Piazzale Monte Toc il centro di Vajont perché circondato dai portici con i negozi, dal municipio e dalle Poste, inoltre è una grande piazza aperta e soleggiata dove i giovani amano incontrarsi e passare del tempo. Piazza Vittime del Vajont è molto più piccola, e in un certo senso più intima di Piazzale Monte Toc, si trova tra il Municipio e la Chiesa, davanti al campanile. Qualche anno fa è stata costruita la Fontana Monumento alle Vittime del Vajont, la fontana ha la forma stilizzata del lago e della diga e su di essa sono incisi i nomi delle vittime di Erto e Casso. Nonostante la recente costruzione il progetto della fontana è dello stesso periodo del resto del paese, anni ’60.
Il municipio è un edificio dalla forma originale, vedendolo, specialmente in foto, si ha l’impressione di guardare un’onda o una rappresentazione del vento. Ha una forma triangolare e può sembrare quasi sospeso, per metà, nell’aria. Sotto al Municipio si trova la biblioteca comunale.
Anche la chiesa a Vajont ha una storia curiosa, la prima “Cappella” si trovava in un garage. Il 19 gennaio del ’69 si riunirono i Capifamiglia vajontesi per esaminare le possibilità di costruire una cappella ampia ed adeguata al servizio liturgico e il 5 giugno 1969 Mons. Roberto Carniello benedice la cappella provvisoria costruita a Vajont, su un’area verde, all’incrocio tra viale Colomber e viale SS. Gervasio e Protasio, grazie alla generosità dei cittadini, di imprese edili e del Comune. Un’altra data importante nella costruzione di Vajont è il 2 novembre 1969, giornata nella quale viene posata la prima pietra per la costruzione della attuale Chiesa di Vajont e consacrato il Cimitero monumentale del paese. Sono entrambi importanti esempi di architettura moderna. La chiesa e l’annesso centro comunitario sono opere, come il cimitero, degli architetti Glauco Gresleri e Silvano Varnier. La chiesa è un edificio grande, ma non vistoso, molto spesso le persone che vengono a Vajont per la prima volta faticano a riconoscerlo come un tempio
La terza zona, proseguendo sempre in senso orario, ospita un paio di esercizi commerciali, le case “del Corriere” e altre case che sono quelle con l’area agricola, cioè dei lotti particolari perché ogni lotto, della stessa misura di tutti gli altri lotti del paese, ha annesso nel retro altrettanto terreno da utilizzare come zona agricola, infatti, tuttora, molti di questi lotti vengono utilizzati come orti. Le case “del Corriere”, chiamate anche “case popolari” sono subito riconoscibili, sono una schiera di casette in mattoni, a due piani, poste davanti una grande piazza in asfalto chiamata, appunto: Piazza Corriere della Sera.
Infine l’ultima zona e occupata solo da case, vecchie e nuove. Negli anni passati in questa zona esisteva anche un parco dove vivevano vari animali selvatici. A seguito della realizzazione del film “Vajont” del regista Renzo Martinelli in questa zona è stato posizionato il pezzo di diga costruito appositamente per le riprese del film.
Una strada che scorre parallela al viale Pineda-Coomber, Via Col Nudo, “divide” dal paese la nuova zona artigianale, il campo sportivo, il palazzetto dello sport, i campi da tennis e da pallacanestro e la zona verde ricreativa che a Vajont viene chiamata “Pineta”. Questa strada porta al Camposanto di Vajont, anch’esso progettato da Gresleri e Varnier, ampliato recentemente. Dietro ad esso sorge la chiesetta costruita con sassi e legno comune. E’ un tempio piena di luce grazie alla presenza di una grande vetrata che annuncia a tutti la speranza di ricominciare. Tutto è massiccio come la fede di un tempo quando il camposanto era un luogo di preghiera e speranza, non deposito di morti col fiore della memoria.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Felice Manarin (FI) dal 11/04/2006
Centralino del comune: 0427 71395
Email del comune: non_disponibile
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
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