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Arcidosso - Wikipedia

Arcidosso

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Coordinate: 42°52′20.00″N 11°32′15.00″E / 42.87222, 11.5375


Arcidosso
Panorama di Arcidosso
Arcidosso - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Toscana
Provincia: stemma Grosseto
Coordinate: 42°52′20″N 11°32′15″E / 42.87222, 11.5375
Altitudine: 679 m s.l.m.
Superficie: 93,39 km²
Abitanti:
4.243 (agg 12/2007)
Densità: 43,81 ab./km²
Frazioni: Bagnoli, Macchie, Montelaterone, Salaiola, San Lorenzo, Stribugliano, Zancona 
Comuni contigui: Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Roccalbegna, Santa Fiora
CAP: 58031
Pref. tel: 0564
Codice ISTAT: 053001
Codice catasto: A369 
Nome abitanti: arcidossìni 
Santo patrono: San Nicola 
Giorno festivo: 6 dicembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia
La Rocca aldobrandesca
La Rocca aldobrandesca
Corso Toscana
Corso Toscana
La Chiesa di San Niccolò
La Chiesa di San Niccolò
La Torre dell'Orologio
La Torre dell'Orologio
La Cascata
La Cascata

Arcidosso (GR) è un comune con quattromila abitanti che sorge ai piedi del monte Amiata, dista dal capoluogo, Grosseto circa 56 km, 73 km da Siena e 70 km dal mar Tirreno, inoltre il comune di Arcidosso è uno dei comuni più grandi della Toscana per estensione territoriale. Le piste da sci del comprensorio amiatino distano circa 10 km, 12 km è invece la distanza che separa Arcidosso dalla vetta del monte Amiata. Il comune di Arcidosso fa parte della comunità montana dell'Amiata grossetano, dell'Associazione Strada del Vino Montecucco, dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio e dell'Associazione Nazionale Città del Castagno.


Indice

[modifica] La storia

Arcidosso risulta essere storicamente il centro politico ed amministrativo più importante del Monte Amiata, nonché uno dei principali centri tra le province di Grosseto e Siena.

Il nome di Arcidosso viene menzionato per la prima volta in un documento dell'860 d.C. Il nome deriva probabilmente dai sostantivi latini arx e dossum, che significano rispettivamente fortezza e dosso. A partire dal dodicesimo secolo si trovò a far parte dei possedimenti della famiglia degli Aldobrandeschi. Nel 1331, dopo uno dei più lunghi assedi condotti dall'esercito senese, il castello ed il borgo di Arcidosso entrarono a far parte della Repubblica senese, alla quale restarono fedeli sino alla sua dissoluzione. Tale fedeltà rimase rappresentata anche dalla presenza nello stemma comunale arcidossino della Balzana bianca e nera, simbolo della città di Siena. L'assedio da parte delle truppe senesi condotte da Guidoriccio da Fogliano è rappresentato in un affresco situato nella sala del mappamondo del palazzo comunale di Siena. Durante il periodo del Granducato di Toscana, fino a pochi anni prima dell'unità d'Italia, Arcidosso arrivò a contare oltre 12.000 abitanti: il quadruplo di quelli che risiedevano a Grosseto, non ancora all'epoca capoluogo di provincia. Arcidosso, in seguito alla costituzione dello Stato unitario italiano venne eletto al ruolo di "prefettura" e a partire dal 1776 assunse la sua attuale fisionomia territoriale inglobando le frazioni di Montelaterone e Stribugliano.

Gli abitanti, oltre al termine corretto ed ufficiale, vengono chiamati anche caperci (cioè caparbi, testardi) in tutta l'area del Monte Amiata.

[modifica] La prima "foto" di Arcidosso

Nel 1980, durante un restauro nella "Sala del Mappamondo" del palazzo Comunale di Siena, venne scoperto un affresco fino ad allora rimasto coperto dal "Guidoriccio da Fogliano" e la cui parte sinistra risulta tuttora coperta dal ritratto di un santo patrono di Siena, risalente al 1530 circa. Le valutazioni degli storici dell'arte, dei restauratori e della stampa, portarono ad individuare il castello rappresentato nel castello di Arcidosso. Infatti le caratteristiche morfologiche e paesaggistiche presentano una somiglianza straordinaria con l'attuale panoramica di Arcidosso.

[modifica] Scritti Storici su Arcidosso

  • Cecco Angiolieri: "Se io avessi un sacco di fiorini e non ven'avessi altro che de' nuovi, e fosse mi' Arcidosso e Montegiovi con cinquecento some di acquilini non mi parrebbe aver tre bagattini senza Becchina..."
  • Giacomo Barzellotti: "Il colle dov'è Arcidosso s'alza quasi isolato in faccia della Val d'Orcia, e ha dietro di sè, a levante, l'Amiata, di cui è un ultimo prolungamento. Il Castello colla fiera torre quadrata domina le sottostanti case, che più che secoli fa gli si raccoglievano intorno a chiedergli difesa, sparse in gruppi sempre più radi lungo tutto il pendio verso il fiume. Nel 1331 lo conquistarono i Senesi e cotesta impresa si vede ancora dipinta nella sala del palazzo Pubblico da Simone Martini"
  • Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833: "Castello dei principali dell'antica provincia inferiore senese.......E' fabbricato sopra una scogliera di macigni sovrapposti al calcare compatto, sopra un risalto di poggio contornato da due torrenti che cingono da due lati il suo poggio, sul lato occidentale del pianoro da cui emergono le grandi rupi di peperino che costituiscono il Montamiata. Dentro la Terra, e nel luogo più alto di essa vi è la Rocca col suo mastio, fabbrica antica cinta ancor oggi da mura, che oggi serve per abitazione del Capitano di Giustizia e de' suoi offiziali"

[modifica] David Lazzaretti

Per approfondire, vedi la voce Davide Lazzaretti.

[modifica] Il territorio

Arcidosso sorge alle pendici del versante occidentale dal monte Amiata, ai margini dei grandi boschi che salgono sino alla vetta del monte. Per la sua vastità, il territorio comunale appare caratterizzato da aree molto varie tra di loro: si va dalla parte alta della montagna (1600 metri circa) alle vallate che gradualmente scendono verso la Maremma. Il territorio è per gran parte coperto da foreste di faggi e di castagni, questi ultimi in particolare svolgono da sempre un ruolo importante per l'economia e la gastronomia del paese. Mano a mano che scendiamo di altezza possiamo incontrare anche vaste aree coperte da olivi e vigneti. Proprio dai vigneti di questa area si ricava il vino DOC Montecucco. Parte del territorio è occupata dai rilievi pietrosi che salgono tutto intorno al monte Labbro fino a raggiungerne la cima, sulla quale si trova la torre fatta costruire da Davide Lazzaretti. Il monte Labbro costituisce un punto panoramico di grande bellezza dal quale nelle giornate più limpide è possibile osservare: ad est la catena degli Appennini Centrali, a sud il lago di Bolsena e gran parte del Lazio, ad ovest la costa maremmana, l'isola del Giglio, l'isola d'Elba e talvolta la Corsica, a nord tutta la Val d'Orcia, le crete senesi con la città di Siena e l'Appennino Tosco-emiliano.

[modifica] L'urbanistica

Il borgo si divide in tre contrade:

  • Il Terziere di Castello: Comprende la porta di Castello, medievale, con arco a tutto sesto e l'estradosso rialzato, sormontata dallo stemma dei Medici; La chiesa di San Niccolò, la prima del paese, fondata dai monaci dell'Abbazia di S.Salvatore; Il Teatro degli Unanimi, il più antico teatro del grossetano, sorto nel 1741; Il Castello, risalente all'XI sec.
  • Il Terziere di Codaccio: Comprende la Porta dell'Orologio, che reca una lapide che commemora il plebiscito popolare del 1860 per l'annessione al Regno d'Italia; La chiesa di San Leonardo, costruita dai monaci benedettini e citata per la prima volta nel 1188.
  • Il Terziere di Sant'Andrea: Comprende la Porta Talassese, con arco a tutto sesto, sormontata dallo Stemma in bianco e nero della Repubblica di Siena; La chiesa di Sant'Andrea, nominata per la prima volta nel 1188 tra i possedimenti dell'Abbazia di S.Salvatore. In Sant'Andrea fu sepolto Gian Domenico Peri (Arcidosso 1564-1639), poeta contadino; La chiesa della Madonna Incoronata, edificata come ringraziamento per la fine della peste del 1348.


Il resto dell'area urbana di Arcidosso è composto da una serie di località che formano un anello periferico il quale circonda il centro della cittadina. La periferia arcidossina è composta dalle seguenti località: Cappuccini, Case d'Orifile, San Lorenzo, Palazzina, Fornaci, Pino, Capannelle, Bagnoli, Case Nuove, Piane del Maturo, Capenti, Giunco, Case Panardi, Serra, Oguardio, Canali, Grappolini, Piane.

[modifica] Monumenti e luoghi d'interesse

  • Mura di Arcidosso, originariamente costituite da due distinte cerchie, sono state in vari punti inglobati nelle pareti esterne di edifici. Rimangono visibili alcuni tratti di cortina, risalenti al periodo medievale, oltre a tre porte di accesso.
  • Castello aldobrandesco, in posizione dominante sul centro storico e il cui attuale aspetto è esito di diversi ampliamenti subiti dall'originale costruzione longobarda dell'XI secolo. Attualmente il castello e la sua alta torre sono utilizzati come spazi destinati ad attività culturali (mostre, convegni, ecc.).
  • Chiesa di San Niccolò, la più antica del paese, dedicata al santo patrono.
  • Oratorio di Santa Croce, antico luogo di preghiera, divenuto nel Seicento la navata sinistra della chiesa di San Niccolò, a seguito dei lavori di ampliamento.
  • Chiesa di San Leonardo, costruita in stile romanico dai monaci benedettini nel 1228 e ampliata tra il XVI e il XVII secolo.
  • Chiesa di Sant'Andrea, nella quale è affrescata una Vergine in trono di scuola senese e nella quale è sepolto il poeta arcidossino Gian Domenico Peri.
  • Fonti del Poggiolo una fontana neogotica realizzata dalle fonderie di Follonica nel 1883 nella piazza Duomo di Grosseto, in seguito spostata ad Arcidosso.
  • Le tre porte di accesso al centro storico ("Porta dell'Orologio", "Porta Talassese" e "Porta di Castello").

Fanno parte della "Rete museale della Maremma" (Monte Amiata) il "Centro Studi David Lazzaretti" e il "Centro visite del Parco faunistico del Monte Amiata".

[modifica] Altre chiese

Fuori dal centro storico:

Sulla vetta del Monte Labbro:

Nella frazione di Montelaterone:

Nella vicina frazione di Bagnoli:

Interessante, anche se purtroppo ormai in fase di decadimento, il vecchio lanificio, attivo fino a prima della seconda guerra mondiale, che con i depositi della terra gialla, colorante usato per i tessuti prodotti, e con altre strutture idrauliche compreso un vecchio mulino, costituiva tutto un sistema predisposto alla produzione di lane e altri tessuti. Si estraeva infatti da una cava in loco, di cui ancora si identifica il sito, una terra colorata ocra, che poi veniva tenuta ad essiccare in grandi bacini a terrazza pavimentati in cemento, tuttora esistenti. Molto interessante, nei pressi del lanificio, anche la torretta con orologio presente nella struttura principale dello stabilimento di essiccazione. Nei pressi del borgo di Bagnoli c'è anche un interessante sito naturale detto Il salto Alto: una cascata di acqua alta circa 20 metri, incanalata da molti anni perché potabile, ma dall'estate 2007 periodicamente aperta.

[modifica] Il Teatro degli Unanimi

Il teatro degli Unanimi sorge in cima al paese, all’ombra del castello Aldobrandesco. Lì ubicato il teatro è il più antico della provincia di Grosseto, risalendo la fondazione al 1741, quasi un secolo prima del Teatro degli Industri nel capoluogo. La sua storia è legata a quella delle accademie amiatine dei Riuniti e degli Unanimi, fusesi nel 1821 sotto quest’ultimo nome. Nella “statistica“ grossetana del 1865 la sala veniva descritta di forma rettangolare con un solo palchettone, corredata di camerini, due stanze per le adunanze e poteva ospitare circa 800 persone. Nel 1882 fu acquistata dagli accademici che attuarono una serie di restauri e di ampliamenti con l’aggiunta di due balconate laterali. Dopo la guerra il teatro divenne proprietà della Parrocchia di san Nicola, che lo utilizzò come cinema, innalzando sulla facciata una cabina di proiezione poggiante su due pilastri. Dopo una gestione privata, che lo ritrasformò in sala da ballo, modificandone arredi e palcoscenico, senza però apportare grosse variazioni alla struttura, alla fine degli anni ’80 il teatro passò al comune che procedette al restauro dell’edificio e alla sua messa a norma per un totale di 130 posti. Aperto dal 1991, è gestito direttamente dal comune, che vi organizza periodicamente spettacoli di prosa, concerti, conferenze, saggi scolastici e serate di teatro amatoriale, convogliando su di esso le realtà artistiche presenti nel territorio. Ma è con il festival laboratorio Toscana delle culture, organizzato dall’Accademia Amiata che il teatro ha conosciuto nuova gloria, imponendosi all’attenzione di un pubblico specializzato.

[modifica] La Castagna IGP del Monte Amiata e "La Castagna in Festa"

La castanicoltura nell'area del Monte Amiata, ed in particolare del comune di Arcidosso, ha da sempre avuto diffusione, grazie alle condizioni climatiche particolarmente favorevoli, tanto che già negli statuti delle comunità dell'Amiata del XIV secolo si ritrovano specifiche norme per la salvaguardia e lo sfruttamento dei castagni, sia riguardo ai frutti sia riguardo alla legna. Ad oggi la castagna del Monte Amiata è tutelata dal marchio di qualità IGP. La Castagna IGP del Monte Amiata è oggetto di una importante e significativa festa, che ogni anno si tiene ad Arcidosso nel mese di Ottobre: La Castagna in Festa. La manifestazione richiama nella cittadina amiatina migliaia di persone da tutta Italia offrendo convegni e dibattiti, stand gastronomici, apertura delle cantine, degustazione di prodotti tipici a base di castagne tra i quali la birra, visite guidate ai seccatoi e nei castagneti, antichi mestieri, animazioni, spettacoli nel castello e nel borgo medioevale, concerti musicali, sfilate di moda, tombole, mercatini dell’antiquariato.

[modifica] La Comunità Dzog-chen

In questo contesto si inserisce una delle comunità buddiste più importanti d'Europa: il Merigar dell'istituto Dzog-chen, installatasi sull'Amiata negli anni settanta, e fulcro oggi di un richiamo spirituale recentemente riscoperto dalla civiltà occidentale. Questa comunità si è insediata nel versante del Monte Labbro, che fu teatro nell'ottocento dell'avventura mistica e sociale di David Lazzaretti, e costituisce meta di visite e di incontri filosofici e spirituali di elevato livello culturale e scientifico. La Comunità Dzog-chen, affiliata all’Unione Buddista, formatasi in Italia nel 1976 e ormai diffusa nel mondo a opera del maestro Chögyal Namkhai Norbu, è un’associazione di persone che studiano e praticano l’insegnamento Dzog-chen, che in tibetano significa “perfezione totale”. Si tratta di un insegnamento la cui pratica mette in grado l’individuo di scoprire la propria vera condizione: conoscenza che i maestri, nel corso dei secoli, hanno praticato e trasmesso senza limiti di appartenenza a tradizioni scolastiche o religiose. Il gruppo della comunità, che ha sede nazionale ad Arcidosso, si incontra per praticare e studiare insieme alcune volte al mese.

[modifica] Il Parco Faunistico del Monte Amiata

All'interno del comune di Arcidosso si trova anche il parco faunistico dell’Amiata, il quale si colloca in un area montana di particolare pregio naturalistico e paesaggistico, si avvale di soluzioni e metodologie espositive moderne e rispettose degli animali e costituisce l’ambiente ideale per la presenza e l’osservazione di numerose specie di fauna selvatica. Il parco faunistico del monte Amiata si ispira ai Wild Park tedeschi, ma aggiunge a quelle esperienze contenuti ed obiettivi più nuovi e innovative metodologie di fruizione: è gestito secondo le direttive degli Enti Locali che lo utilizzano anche per l’organizzazione di attività didattiche e di sensibilizzazione, per le iniziative di studio e di ricerca, per la conservazione di specie animali e vegetali che rischiano l’erosione genetica e la scomparsa. All’interno delle aree faunistiche sono presenti specie animali che hanno, o hanno avuto in passato, un ruolo negli equilibri ecologici della nostra zona, che, pur non facendone parte, è caratterizzata da ambienti di tipo appenninico. Una delle caratteristiche sta nel fatto che non esistono interposte barriere fisische tra visitatori ed animali. Molte le specie animali e vegetali che vengono presentate, tra cui, solo per citarne alcune, cervi, caprioli, daini, camosci, mufloni; numerose sono quelle naturalmente presenti nel territorio del parco, alcune delle quali piuttosto rare. Percorrendo i sentieri, o da un apposita altana, possono essere avvistati i rari e fieri lupi appenninici, altrimenti difficilissimi da osservare nei loro comportamenti più spontanei.

[modifica] Amministrazione

Sindaco: Emilio Landi (centrosinistra) dal 14/06/2004 (1º mandato)
Centralino del comune: 0564 966438
Email del comune: personale@comune.arcidosso.gr.it

[modifica] Sport

Arcidosso vede presenti molte associazioni sportive:

  • Basket 2000 Arcidosso
  • ASD Aldobrandesca Calcio
  • Giovanile Amiata Calcio
  • Sci club Arcidosso
  • Tennis club
  • Associazione sportiva Olimpia ‘88

Importante ed amata è la locale società di pallacanestro, fondata nel 1975 e protagonista di importanti risultati conseguiti con le principali squadre toscane. La pallacanestro arcidossina ha anche visto molti suoi atleti riscuotere successo nell'attività agonistica, in alcuni casi fino a militare in serie A.

Molto ampia è anche l'offerta di impianti dove praticare i diversi sport, tra cui: il Palasport, campi da tennis coperti, due palestre per pallavolo e pallacanestro, un poligono per tiro al piattello, una palestra per body building, aerobica e judo. Sono molti anche i maneggi che offrono la possibilità di fare passegiate a cavallo lungo i sentieri che si inerpicano per il monte Amiata.

[modifica] Curiosità

I cognomi più diffusi ad Arcidosso sono:

  1. Bargagli
  2. Pastorelli
  3. Quattrini
  4. Morganti
  5. Raffi
  6. Colombini
  7. Franceschelli
  8. Feri
  9. Bianchini
  10. Corsini
  11. Benedettelli

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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