Zecche romane
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La moltiplicazione delle zecche, luogo dove si coniano le monete, è un fenomeno che appare tardi nell'Impero romano.
Indice |
[modifica] Diffusione delle zecche romane
Sotto la Repubblica e nei primi due secoli dell'Impero romano, la centralizzazione è la regola: solo a Roma vengono battute monete, il Senato emette le monete di bronzo (da cui il segno SC = Senatus Consulte), e la zecca imperiale conia quelle d’oro e d’argento. Eccezionalmente delle zecche mobili al seguito dell'esercito coniano delle monete: ad esempio durante le guerre di Silla in Oriente o durate le guerre civili sia quelle di Giulio Cesare che in quelle successive.
La creazione sotto Augusto d’una seconda zecca imperiale a Lugdunum (Lione) nelle Gallie è un'eccezione, che viene posta a termine nel 78[1].
- La spiegazione di questa eccezione di Lugdunum è ricondotta a due ipotesi:
- alcuni ipotizzano il massiccio bisogno di numerario della Gallia conquistata di recente che è la provincia più popolosa.
- più probabilmente, la permanenza prolungata in Gallia di Augusto tra il 15 a.C. ed il 13 a.C., oltre alla vicina presenza dell'esercito sul Reno, occupato nelle campagne nella Germania, possono giustificare la creazione di questa zecca.
- la centralizzazione non escluse la presenza di piccole zecche provinciali, per la coniazione dei numerari di minor valore ma di peso elevato come il sesterzio di bronzo che pesa circa 25g.
La crisi del III secolo dell'Impero romano e la sua militarizzazione provocarono un primo decentramento e moltiplicarono le zecche vicine alle zone ad alta concentrazione di militari, zone in cui la richiesta di monete era elevata.
Inoltre le usurpazioni provocarono la nascita di zecche effimere, come Ambianum (Amiens) durante l’usurpazione di Magnenzio o Rotomagus (Rouen) con quella di Alletto.
La riforma monetaria di Diocleziano iniziata dal 294 vide una seconda ondata di creazione di zecche, che erano distribuite nelle diverse province, ad eccezione della Hispania: Londra, Cartagine, Aquileia, Tessalonica, Nicomedia e Alessandria. Infine le successive capitali imperiali della tetrarchia favorirono l'apertura di qualche zecca supplementare.
Le invasioni del V secolo posero fine all’attività delle zecche occidentali e della zona danubiana.
[modifica] Funzionamento delle zecche
Una zecca implica uno o più laboratori dove le monete vengono realizzate. Per emettere una serie, il laboratorio incide due coni (o matrici), uno per il dritto con il profilo dell’imperatore, l’altro per il rovescio con un disegno (il tipo) ed un'inscrizione (la legenda con i quali battere il tondello.
La materia prima, oro, argento, rame, stagno per il bronzo proviene dalle miniere, principalmente l’Hispania (Spagna) e la Dacia (Transilvania), fonti che tendono ad esaurirsi verso il II secolo, e sempre più dal recupero dei prodotti della conquista di paesi ricchi. Anche questa fonte si esaurisce dopo la conquista della Dacia nel 105. La carenza di metalli preziosi, causa della crisi monetaria del III secolo è superata agli inizi del IV secolo con le confische effettuate a spese dei templi. Inoltre il recupero dei metalli continua fondendo nuovamente le monete prese con le imposte.
Dai reperti arrivati a noi, la qualità della produzione è nell'insieme buona, malgrado a volte difetti di coniazione:
- monete spaccate o con fessure sui bordi,
- tipi fuori centro o spostamento dell'orientamento tra le due facce
- rilievo scarso doduto all'usura dei conii.
Le tecniche delle produzione delle leghe di rame ed argento sono padroneggiate perfettamente. Si coniano i tondelli mescolando il rame parzialmente indurito con l'argento ancora fluido per ottenete pezzi con la superficie argentata. Nel IV secolo la produzione dei solidi era controllata così accuratamente prima dell'emissione che si otteneva una precisione del peso di ogni pezzo di 1/10 di grammo.
[modifica] Moneta come espressione imperiale
Follis di Costantino | |
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IMP CONSTANTINVS P F AVG, Costantino volto a destra | Sol Invictus e l'iscrizione SOLI INVICTO COMITI, "al compagno (di Costantino), il Sole Invitto". Ai lati F-T, in basso PLG |
Æ, circa 309-310 d.C.; zecca di Lugdunum |
Nel III e nel IV secolo, la moltiplicazione del donativum ai soldati ad ogni salita al trono o per ogni grande avvenimente dell'Impero è spesso l’occasione per l’emissione di quantita di nuove monete, che sono l’espressione della propaganda imperiale. I temi sono estremamente varii:
- celebrazione delle vittorie, realizzazioni o virtù dell’imperatore ed a volte quelle della moglie o dei suoi figli e probabili successori.
- rappresentazione di una divinità cara all’imperatore: Apollo, il Genio di Roma, il Sol Invictus sotto Aureliano, Giove ed Ercole durante la tetrarchia, il crismon per Costantino I e i suoi successori.
- veri e propri slogan politici: CONCORDIA MILITUM: la concordia dei soldati. FIDES EXERCITUS: la fedeltà dell'esercito; PAX AETERNA : pace eterna, etc.
[modifica] Segni di zecca
Ogni zecca generalmente segnava il rovescio dei pezzi di sua produzione con l’abbreviazione del suo nome. Se esistevano più officine, erano precisate tramite una lettera, latina o greca, che in genere precedeva la sigla della zecca, ad esempio A.L, B.L, C.L, D.L per le quattro officine di Lugdunum, o la serie P, S, T, Q per altre zecche.
Dal IV secolo i segni di zecca si complicarono con l'impiego di prefissi o di suffissi. Ad esempio la zecca di Tessalonica (TS o TES) usò anche:
- SMTS, per S(acra) M(oneta), moneta sacra, cioè intoccabile (in altri termini, la tosatura è vietata).
- TESOB, per OB(ryziacus), cioè in oro puro, segno di certificazione introdotta da diverse zecche dal 368.
[modifica] Elenco delle zecche romane
Le zecche monetarie conobbero a volte delle interruzioni momentanee della loro attività, secondo la situazione politica locale. La tabella che segue non ne tiene generalemente conto.
Durante il Basso Impero, le zecche attive furono le seguenti:
Zecca | Provincia | Periodo d’attività | Segno di zecca |
---|---|---|---|
Alessandia d'Egitto | Egitto | dopo 294 | AL, ALE, SMAL |
Ambianum (Amiens) | Gallia Belgica | da 350 a 353 | AMB |
Antiochia | Siria | verso 260 a ? | AN, ANT, ANTOB, SMAN |
Aquileia | Italia | dopo il 294 | AQ, AVIL, AQOB, AQPS, SMAQ |
Arles | Gallia Narbonese | da 313 a ? | A, AR, ARL, CON, CONST |
Cartagine | Africa | dopo 294 | ? |
Costantinopoli | Tracia | dopo 330 | C, CP, CON, CONS, CONSP, CONOB |
Cizico | Asia | da ? a ? | CVZ, CVZIC, CVZICEN, SMK |
Eraclea Sintica | Tracia | da ? à ? | HERAC, HERACL |
Londinium | Britannia | dopo 294 | AVG, AVGOB, AVGPS, PLN, PLON |
Lugdunum | Gallia Lugdunense | da 15 a.C. a 78 d.C., da 274 a 413 | LVGD, LVGPS, PLG |
Mediolanum | Italia | verso 260 a ? | MD, MED, MDOB, MDPS |
Nicomedia | Asia | dopo 294 | NIK, NIC, NICO |
Ostia | Italia | da ? a ? | MOST |
Roma | Italia | R, RM, ROMA, VRB, ROMOB | |
Sirmium | Pannonia | verso 260 a ? | SIRM, SIROB, SM |
Siscia | Mesia | verso 260 a ? | SIS, SISC, SISCPS |
Serdica (Sofia) | Tracia | da 303 a 308 | SER, SERD, SMSD |
Tessallonica | Macedonia | dopo 294 | SMTS, TS, TES, TESOB, THS, THSOB |
Ticinum (Pavia) | Italia | da ? a ? | T |
Treviri | Germania inferiore | da 294 a ca. 400 | TRE, TROB |
[modifica] Note
- ^ Anne-Catherine Le Mer, Claire Chomer, Carte archéologique de la Gaule, Lyon 69/2, p. 225