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Monetazione romana repubblicana - Wikipedia

Monetazione romana repubblicana

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Progetto:Numismatica
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Indice

[modifica] Monetazione Romana Repubblicana

La monetazione arrivò tardi a Roma, in confronto al resto del Mar Mediterraneo, come Grecia e Asia Minore che avevano introdotto le monete nel VII secolo a.C. La valuta dell'Italia centrale era determinata delle sue risorse naturali, con abbondante minerale di bronzo e scarso minerale di argento. La monetazione della Repubblica Romana iniziò quindi con pesanti pezzi di bronzo fuso, ma in qualche caso fu usato anche l'argento. Durante la seconda guerra punica fu introdotto il denario, una moneta che sarebbe diventata la colonna dorsale dell'economia Romana per 450 anni.

[modifica] Pre-moneta

Prima dell'introduzione della monetale presso le popolazioni dell'Italia centrale, le due importanti forme di valuta nell'economia furono il bestiame (pecus), da cui deriva la parola latina che indicava il denaro (pecunia), e dei pezzi di bronzo di forma irregolare noti presso i numismatici come aes rude (bronzo grezzo).

L'aes rude fu la moneta di gran parte dell'Italia centrale per centinaia di anni, anche se era disagevole pesarlo in ogni transazione.

Verso la fine del IV secolo a.C. il bronzo cominciò ad essere fuso in barre a forma di parallelepipedo che sono note attualmente, senza però nessuna autorità storica, come aes signatum (bronzo segnato).

Queste barre erano di peso variabile anche se per lo più erano nell'ordine di 5 libbre romane, e di solito presentavano un disegno su una faccia, ed in seguito su ambedue. La funzione reale dell'aes signatum ha avuto interpretazioni diverse; anche se erano una forma di denaro, non erano monete giacché non aderivano ad uno standard di peso.

Roma produsse un proprio aes signatum verso il 300 a.C., caratterizzato dall'inscrizione "ROMANOM" (dei Romani).

[modifica] Monete di bronzo fuso

Secondo Pomponio, un giurista vissuto nel secondo secolo d. C., la posizione dei triumviri monetales fu stabilita nel 289 a.C., "IIIviri aere argento auro flando feriundo" = i tre responsabili di fondere e battere bronzo, argento e oro. Secondo Suidas, la zecca era situata nel tempio di Giunone Moneta sul Campidoglio.

In questo periodo Roma aveva oramai familiarità con la monetazione, che era stata introdotta dei Greci nelle loro colonie nell'Italia meridionale. In questo periodo Roma aveva conquistato una gran parte dell'Italia centrale che le aveva procurato una grande quantità di bronzo ma poco argento. Fu introdotto un sistema di pesante monetazione fusa in bronzo, con lo standard librale basato cioè su un assi dal peso di una libbra (libra) con pezzi frazionali fatti di multipli di oncia (uncia), con 12 once che costituivano una libbra.

I valori erano ben segnati con I per l'asse, S sul semisse, e globuli che indicavano il numero di once nelle denominazioni minori. Queste emissioni sono note come aes grave (bronzo pesante) dai numismatici. Stilisticamente le monete, a causa del fatto che erano fuse anziché battute, erano tipicamente Romane. Oltre all'asse ed alle sue frazioni, furono prodotti anche multipli come il dupondio (II assi) il tresse (III). Il peso dell'aes grave diminuì in una serie di riduzioni. Iniziò con uno standard librale (ca. 330 grammi), poi il peso fu ridotto ad uno standard semi-librale (ca. 170 grammi) intorno al 220 a.C.. Già nel periodo dello standard semi-librale, le più piccole denominazioni come l'oncia e la semiuncia erano battute anziché fuse. Poco dopo si passò ad uno standard semi-librale ridotto, di circa 88 grammi.

[modifica] Introduzione della monetazione di stile Greco

Le monete di questo periodo sono comunemente indicate con il nome di romano-campane.

Monete di bronzo di stile Greco furono prodotte in piccole quantità con l'inscrizione ΡΩΜΑΙΩΝ verso il 300 a.C.. Attualmente ne esistono solo una manciata di esemplari. Si ritiene che siano state prodotte a favore di Roma da Neapolis (Napoli), basate su stile e peso simile a quello della monetazione propria di Neapolis, ed usate per facilitare il commercio.

Roma emette il suo argento in stile greco con una doppia dracma con l'inscrizione ROMANO, che fu coniata in qualche posto nel sud d'Italia e che probabilmente fu usata lì e non a Roma.

Alcuni storici ritengono che queste monete valessero 10 assi, facendone così dei denari; questa asserzione è basata su un passo di Plinio il Vecchio del I secolo d.C., in cui afferma che il denario fu introdotto nel 269 a.C.

Il peso della didracma diminuì da ca. 7.3 grammi fino a 6,6 grammi e fu sostituita da una moneta di questo peso di stile più romano nota come quadrigato. Il quadrigato, prodotto in grande quantità a partire da circa il 235 a.C., ha questo nome per l'immagine sul rovescio che mostra una Vittoria che guida una quadriga. Il quadrigato fu prodotto per circa due decadi, fino al tempo in cui apparse il denario.

[modifica] Introduzione del denario

Un denario di Sesto Pompeo. Al diritto la dea Roma Al rovescio la lupa capitolina che allatta Romolo e Remo, sotto al fico ruminale. A sinistra il pastore Faustolo
Un denario di Sesto Pompeo. Al diritto la dea Roma Al rovescio la lupa capitolina che allatta Romolo e Remo, sotto al fico ruminale. A sinistra il pastore Faustolo
Un quinario repubblicano anonimo
Un quinario repubblicano anonimo

Il denario, che divenne la principale moneta d'argento di Roma per oltre 4 secoli, fu introdotto intorno al 211 a.C. Il denario fu valutato pari a 10 assi come indicato dal segno X e pesava circa 4.5 grammi (1/72 di una libbra Romana). Al momento dell'introduzione del denario, l'asse pesava circa 55 grammi ma fu ridotta di nuovo ad uno standard sestantale di circa 40.5 grammi. I primi denari presentavano la testa elmata di Roma al dritto ed al rovescio o una Vittoria che guida una biga oppure i Dioscuri al rovescio. Il peso del denario si stabilizzò quasi subito a circa 4.0 grammi. Accanto al denario furono introdotti il mezzo denario, cioè il quinario (V), ed il quarto di denario, cioè il sesterzio (IIS).

Quasi contemporaneamente al denario fu introdotta anche un'altra moneta d'argento, il vittoriato, prodotto in grande quantità. Il vittoriato fu prodotto principalmente per i pagamenti a non-Romani, e sarebbe stato all'incirca equivalente ad una dracma greca. Mentre il quadrigato, che fu rivalutato a 15 assi (1.5 denari) presto uscì di circolazione, il vittoriato continuò a circolare fino al 2° secolo a.C.. I vittoriati erano popolari in posti come la Gallia Cisalpina dove circolarono a lungo accanto alla dracma di Massalia (Marsiglia). Sin quasi dal principio i denari furono contrassegnati a speciali simboli, (come una stella o un'ancora) ed in seguito da monogrammi che indicavano il triumviro monetale che era responsabile per l'emissione.

Verso il 140 a.C. (la data esatta non è chiara) il denario fu ritariffato a 16 assi, indicato da XVI sul dritto del denario: le tre lettere sono scritte una sopra all'altra, in un monogramma che somiglia ad un asterisco.

I tipo al dritto ed al rovescio variano moltissimo, mentre i tipi dei bronzi rimangono sostanzialmente costanti per tutta la repubblica.

[modifica] Classificazione

Antonia 1; Syd. 742; Craw. 364/1b
Antonia 1; Syd. 742; Craw. 364/1b
Pompeia 1; Syd. 461; Craw. 235/1a
Pompeia 1; Syd. 461; Craw. 235/1a

Per le monete repubblicane uno dei riferimenti più usati è il testo di Ernest Babelon (Description historique et chronologique des monnaies de la république romaine vulgairement appelées monnaies consulaires) pubblicato in due volumi nel 1885-1886. Nel testo viene utilizzata la suddivisione proposta da Eckhel:

  • monete fuse
  • monete romano-campane
  • monete anonime, senza cioè l'indicazione del magistrato responsabile dell'emissione
  • monete divise per gens. All'interno della gens le monete sono catalogate in ordine cronologico. Le monete vengono quindi indicate con l'indicazione delle gens ed un nummero progessivo, ad es. Claudia 6, Pomponia 1.

La Description di Babelon è ancora pubbicata. Altri lavori più moderni sono quello di Sydenham e quello di Michael H. Crawford, che elencano le monete in ordine cronologico.

Il lavoro di Crawford è il più recente sulla monetazione repubblicana. Nell'elenco delle monete il primo numero indica il monetario mentre il secondo numero indica la singola mometa.

[modifica] Bibliografia

  • Ernest Babelon: Description historique et chronologique des monnaies de la république romaine vulgairement appelées monnaies consulaires) 1885-1886 (Ristampato da Forni)
  • Sydenham, E. A. : The Coinage of the Roman Republic, New York 1952 (Ristampato da Durst, 1995)
  • Michael H. Crawford: Roman Republican Coinage. 1974, Cambridge, 1974
  • Sutherland, C.H.V. : Roman Coins 1974 ISBN 0-399-11239-1
  • Kenneth W. Harl Coinage in the Roman Economy di ISBN 0-8018-5291-9
  • Seaby, H.A.: Roman Silver Coins, Volume I. Republic to Augustus.1989.
  • David R Sear: Roman Coins And Their Values
  • Gian Guido Belloni: La moneta romana, Firenze 1993
  • Gian Guido Belloni: Le monete romane dell’età repubblicana, Mi­lano 1960


[modifica] Voci correlate

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