Giove (divinità)
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Giove (latino Iuppiter, accusativo Iovem) era la divinità suprema della religione e della mitologia romana: dio latino del cielo equivalente a Zeus nella religione greca e Tinia in quella etrusca.
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[modifica] Epiteti
Questi sono gli epiteti conosciuti di Giove, secondo la lista compilata dallo storico svedese Carl Thulin e riportata dalla Paulys Realencyclopädie (1890), pagine 1142-1144. La sigla O. M. sta per Ottimo Massimo.
- Adventus O. M. ("arrivo, invasione")
- Aetetus O. M.
- Almus ("che conforta")
- Amaranus ("che amareggia?")
- Anxurus ("di Terracina")
- Appenninus ("dell’Appennino"; fusione con il dio ligure Penninus)
- Arcanus ("occulto")
- Balmarcodes O. M.
- Beellefarus
- Bronton
- Cacunus
- Caelestis O. M.
- Caelus O. M.
- Capitolinus O. M. ("del Campidoglio")
- Casius ("del Monte Casio"; adorato ad Antiochia)
- Ciminius
- Clitumnus
- Cohortalis O. M.
- Conservator ("difensore")
- Culminalis O. M.
- Cultor ("coltivatore")
- Custos ("custode, guardiano")
- Damascenus O. M. ("di Damasco)
- Dapalis
- Defensor O. M.
- Depulsor O. M.
- Depulsorius O. M.
- Dianus
- Dolichenus ("di Dolico"; è l’antico Teshub degli Ittiti)
- Domesticus
- Diovis
- Elicius
- Epulo
- Exsuperantissimus O. M.
- Fagutalis
- Farreus
- Feretrius
- Fidius (fusione con Dius Fidius)
- Flagius (adorato a Cuma)
- Frugifer
- Fulgur
- Fulgurator
- Fulmen
- Fulminator
- Grabovius (fusione con il dio umbro Grabovio)
- Hammon O. M. (adorato nell’oasi di Siwa)
- Heliopolitanus (di Heliopolis, attuale Baalbek)
- Hercius
- Imbricitor
- Impulsor
- Indiges (identificazione divina di Enea)
- Inventor
- Invictus
- Iurarius
- Iutor
- Iuventas
- Lapis
- Latiaris
- Liber
- Liberator
- Libertas
- Lucetius
- Maius
- Maleciabrudes
- Monitor O. M. ("guida")
- Nundinarius
- Obsequens
- Opitulator o Opitulus ("soccorritore")
- Optimus Maximus (O. M.)
- Paganicus
- Pantheus
- Patronus
- Pecunia
- Pistor ("fornaio")
- Pluvialis
- Poeninus
- Praedator
- Praestes ("protettore")
- Prestabilis ("insigne")
- Prestitus
- Propagator O. M.
- Propugnator
- Puer
- Purgator
- Purpurio O. M.
- Quirinus (fusione con Quirino)
- Rector
- Redux
- Restitutor
- Ruminus
- Salutaris O. M.
- Savazios (fusione con Sabazio)
- Sempiternus
- Serapis (fusione con Serapide)
- Serenator ("che rasserena")
- Serenus ("sereno, calmo; felice")
- Servator O. M. ("salvatore, osservatore")
- Sospes ("salvatore")
- Stator ("che tiene fermo, che ferma")
- Striganus
- Succellus (fusione con il dio celtico Succellus)
- Summanus
- Tempestas
- Terminus
- Territor ("che spaventa")
- Tifatinus
- Tigillus
- Tonans ("tonante")
- Tonitrator ("che fa tuonare")
- Tutator
- Valens ("forte, sano, robusto, potente, efficace")
- Versor ("che modifica, che sconvolge, che travolge?")
- Vesuvius (adorato a Capua)
- Viminus
- Vindex ("protettore, difensore")
- Vircilinus
[modifica] Giove Ottimo Massimo
Nume tutelare nell'epiteto di Giove Ottimo Massimo dello Stato romano aveva a Roma il suo santuario principale sul Campidoglio, dove era venerato in età arcaica nella triade Giove-Marte-Quirino, poi evolutasi in età repubblicana in Giove-Giunone-Minerva.
Al suo culto era consacrato il flamine maggiore chiamato Flamen Dialis, il quale rivestiva una particolare importanza e sacralità in quanto quasi personificazione vivente di Giove, di cui celebrava i riti, godeva di grandi onori, ma, proprio per la sua funzione, era sottoposto a molteplici limitazioni e tabù. Non poteva lasciare la città per più di un giorno, questo limite fu portato da Augusto a due giorni, non poteva dormire fuori dal proprio letto per più di tre notti. I suoi capelli potevano essere tagliati, con un coltello di bronzo, solo da un uomo libero ed una volta tagliati dovevano essere sepolti, assieme alle unghie eventualmente tagliate, sotto un albero sacro, era bandito l'uso del ferro sulla sua persona o anche il semplice contatto. Non doveva toccare né montare il cavallo (sacro a Marte), non doveva vedere eserciti in armi, non doveva avere nodi negli abiti, non doveva toccare la farina di frumento né il pane lievitato, né nominare cani, capre, carne cruda, fave, edera, ecc. Poteva portare solo anelli spezzati, non poteva prestare giuramento. Doveva dormire in un letto particolare i cui piedi erano fissati al pavimento con del fango perché lo tenessero in stretto contatto con la terra. Il letto era sistemato nel vestibolo della casa per essere più facilmente accessibile dai Romani
Doveva portare sempre un copricapo di cuoio bianco dalla strana foggia, l' apex o albogalerus, che gli consentiva di ascoltare la voce di Giove. In cima all' apex era fissato un ramoscello di ulivo dalla cui base si dipartiva in filo di lana. La sua persona, inviolabile, era permanentemente circonfusa di sacralità, tanto che al suo passaggio doveva cessare ogni attività lavorativa ed essere rispettato il silenzio per non disturbare il suo costante contatto con Giove di cui era la statua vivente. Nelle epiclesi, e comunque ogni qual volta pronunciava il nome di Giove, doveva sempre alzare le braccia al cielo. Unico tra i sacerdoti poteva presenziare nel Senato con il diritto alla sedia curule ed alla toga pretesta. Presenziava al rito della Confarreatio ed esso stesso doveva essere sposato con questo rito. La moglie, la flaminica, era soggetta ad analoghi limiti e tabù, ma godeva di pari prestigio. Indossava sempre un velo rosso fuoco, il flammeum tanto da renderlo beneaugurale per tutte le spose. La coppia flamen-flaminica era quasi la rappresentazione umana della coppia Giove-Giunone, la loro condotta doveva essere un esempio per tutte le coppie romane: al contrario delle altre coppie non potevano divorziare, pena la perdita del flaminato, il matrimonio poteva essere sciolto soltanto dalla morte.
[modifica] Giove nell'arte
[modifica] Gli amori di Giove
Gli amori di Giove sono perlopiù una versione latina delle amanti e dei figli di Zeus; fanno eccezione alcuni nomi, come Circe, da cui avrebbe avuto Fauno, e Iarba, il re africano, che avrebbe avuto da una ninfa, Garamantide. Secondariamente si raccontava dei suoi amori con la figlia Venere, con cui generò Cupido.
[modifica] Giove e Giunone
Giove procrea in Giunone, disegno erotico di Agostino Carracci |
Sesso tra Giove e Giunone sul monte Ida, dipinto di James Barry, Sheffield, Art Galleries. |
Giove seduce Giunone, dipinto erotico di Annibale Carracci, Roma, Galleria Borghese. |
[modifica] Giove e Leda
Giove seduce Leda sotto forma di cigno, dipinto del Correggio, Berlino, Staatliche Museen. |
Leda e il cigno, marmo di Auguste Clésinger, Amiens, Musée Picardie. |
Giove rende incinta Leda, dipinto post-michelangelo, ca 1530, Londra, [[National Gallery (Londra)|]]. |
Giove e Leda, dipinto di Gustave Moreau, Parigi, Musée Gustave Moreau. |
[modifica] Giove e Antiope
Giove, travestito da Satiro, e Antiope, dipinto di Correggio, 1528 ca, Parigi, Musée du Louvre. |
Gli amori di Giove e Antiope, dipinto di Antoine Watteau, 1715 ca, Parigi, Musée du Louvre. |
Giove seduce Antiope, dipinto di Hendrick Goltzius, 1616, Parigi, Musée du Louvre. |
[modifica] Giove e Callisto
Giove, travestito da Diana, seduce Callisto, grafico di Jacopo Amigoni. |
[modifica] Giove e Ganimede
Giove rapisce Ganimede, 1650 ca, dipinto di Eustache Le Sueur, Parigi, Musée du Louvre.]] |
[modifica] Pittura
- L'origine della Via Lattea di Pieter Paul Rubens (1636-1638)
- L'origine della Via Lattea di Tintoretto
- Venere e Giove di Paolo Veronese
- Giove e Giunone di Annibale Carracci
- Giove e Giunone di Agostino Carracci
[modifica] Locuzioni e proverbi
- Il futuro è sulle ginocchia di Giove - Espressione tratta da poemi omerici; usata talvolta per indicare che il futuro è sconosciuto agli uomini.
[modifica] Collegamenti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Giove (divinità)