L'immagine allo specchio
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L'immagine allo specchio | |
Titolo originale: | Ansikte mot ansikte |
Lingua originale: | svedese |
Paese: | Svezia |
Anno: | 1976 |
Durata: | 114' |
Colore: | colore (Eastmancolor) |
Audio: | sonoro (mono) |
Rapporto: | 1,66:1 |
Genere: | drammatico |
Regia: | Ingmar Bergman |
Soggetto: | Ingmar Bergman |
Sceneggiatura: | Ingmar Bergman |
Produttore: | Lars-Owe Carlberg |
Produttore esecutivo: | Katinka Faragó |
Casa di produzione: | Cinematograph AB; Dino De Laurentiis Cinematografica; Sveriges Radio AB. TV2 |
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Fotografia: | Sven Nykvist |
Montaggio: | Siv Lundgren |
Musiche: | Wolfgang Amadeus Mozart Al pianoforte: Käbi Laretei |
Tema musicale: | Fantasia in Do minore K 475 |
Scenografia: | Anne Hagegård e Peter Kropenin |
Costumi: | Maggie Strindberg |
Trucco: | Cecilia Drott, Helena Olofsson |
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Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film |
Per approfondire, vedi la voce Ingmar Bergman. |
L'immagine allo specchio (Ansikte mot ansikte) è un film del 1976 del regista Ingmar Bergman.
Indice |
[modifica] Trama
La dottoressa Jenny Isaksson è l'assistente di una clinica psichiatrica ed è in quel periodo sola in città perché il marito Erik, che si trova a Chicago per un congresso, sarà assente per tre mesi e la figlia di quattordici anni è in campeggio. Lei è ospite dei nonni perché è in attesa di andare ad abitare nella nuova casa che è in allestimento. Dalla casa vuota telefona alla nonna e, prima di rincasare passa dall'ospedale a far visita ad una paziente. Intanto ad una festa data dalla moglie del primario, Jenny comincia a provare un forte distacco da quanto la circonda e trova conforto solamente in compagnia di Tomas, un ginecologo divorziato con il quale si reca a cena dopo aver telefonato al suo amante per rimandare l'appuntamento.
Ritornata nella casa vuota trova Maria, la paziente dell'ospedale psichiatrico, ma presto si rende conto che si tratta di una trappola perché insieme a lei ci sono anche due uomini, uno dei quali cerca di usarle violenza. Turbata ritorna a casa di Tomas dove si lascia andare ad una crisi isterica. Ritorna a casa della nonna e quando i due vecchi escono Jenny tenta di uccidersi ingoiando alcune pastiglie.
Jenny sogna che la nonna le legge una favola e lei prova orrore per i vecchi e la vecchiaia mentre una voce fuori campo dice: "Non abbiamo paura degli orrori che conosciamo. Sono quelli che non conosciamo che ci spaventano" [1].
Risvegliatasi in un letto d'ospedale vede Tomas che è andato a trovarla. Seguono altri sogni e quando si risveglia confida a Tomas tutte le sue angosce, i suoi traumi giovanili e i suoi problemi tra i quali quello religioso. Tomas parte per la Giamaica e Jenny, ormai guarita, ritorna a casa dei nonni dove assiste commossa all'affetto con cui la nonna accudisce il nonno morente e capisce che l'amore abbraccia anche la morte.
Jenny riprende con acquistata serenità il lavoro in ospedale mentre il film termina con una didascalia che informa che Jenny darà le dimissioni, divorzierà dal marito e andrà a fare la ricercatrice negli Stati Uniti.
[modifica] Analisi del film
Pur avendo origini televisive "L'immagine allo specchio" non può, come taluni critici hanno fatto, essere definita un'opera minore. Si ritrovano in essa, con estrema lucidità, i maggiori temi di Bergman oltre ad un perfetto uso dei primi piani che dà la possibilità ad un'attrice eccezionale come la Ulmann di lasciarsi scrutare fino all'interno. Di eccezionale qualità è il soliloquio della protagonista quando, parlando con Tomas, riesce ad esternare i suoi terrori infantili assumendo di volta in volta l'espressione e quasi la sembianza fisica della madre o della nonna. Ottima risulta anche l'interpretazione degli altri attori, come quella di Gunnar Björnstrand nella figura del nonno che, come scrive Nazareno Taddei [2], "... incide profondamente con i suoi silenzi e con la sua immobilità a dare significati non solo al personaggio, bensì all'intero film" o quella di Erland Josephson nei panni di Tomas Jacobi che, come scrive Carlo Laurenzi [3], "è il più ambiguo degli uomini e, anche tra i personaggi del film, il più simile a Bergman: Erland Josephson lo interpreta con mansueta perfidia". Al film viene assegnata un'interpretazione psicoanalitica che, come lo definisce Camillo Bassotto [4], "È un condensato di un'analisi con tanto di paziente, medico, strumenti (i sogni), avvio alla guarigione, risanamento".
[modifica] Titoli con cui è stato distribuito
- Ansigt til ansigt, Danimarca, 17 agosto 2003 (Copenhagen International Film Festival)
- Cara a cara, Argentina
- Cara a cara, al desnudo, Spagna
- Face à face, Francia
- Face a Face, Portogallo
- Face to Face, USA, 5 aprile 1976
- Kasvotusten, Finlandia
- Prosopo me prosopo, Grecia
- Twarza w twarz, Polonia
- Von Angesicht zu Angesicht, Germania Ovest
[modifica] Note
- ^ Ingmar Bergman, L'immagine in uno specchio, 1976
- ^ Nazareno Taddei, "Edav educazione audiovisiva", n. 45, 1977, pag. 882
- ^ Carlo Laurenzi, Il giornale, 2 aprile 1991
- ^ Camillo Bassotto, Faccia a faccia, "CM", n. 23, 1976, pag. 55.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- (IT) Recensione dal Morandino
- (EN) http://www.bergmanorama.com/films/face_to_face.htm "L'immagine allo specchio" su "Bergmanorama", sito dedicato a Bergman]
- (EN, IT) Scheda su L'immagine allo specchio dell'Internet Movie Database
- (SV) Cartella tecnica della "Svenska Filminstitutet"