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Fica - Wikipedia

Fica

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Fica è un termine volgare di lingua italiana e di uso comune impiegato in alcune regioni per indicare l'apparato genitale femminile esterno. Nelle regioni settentrionali dell'Italia e in Svizzera nel Canton Ticino è diffusa la variante "figa".

Il corrispettivo usato nel mondo anglosassone è quello di cunt mentre in francese si usa con (dal latino cunnus).

Il termine viene dal tardo latino fica "frutto del fico" come femminile di ficus, "l'albero del fico" (ficus carica). Il significato osceno era già presente nella parola greca (συκον) sykon che appunto significa fico e fu usato inizialmente da Aristofane nelle proprie commedie. Si tratterebbe quindi di un calco che dal greco è passato alla lingua italiana tramite il tardo latino. In latino venne usato per sostituire il più sconcio cunnus e viene descritto come una ferita in locis uericundioribus, ovvero posti vergognosi. La rapida specializzazione semantica del termine con questo valore osceno ha fatto sì che il nome del frutto venisse assunto dal maschile fico, contrariamente a quella che è la regola in italiano (mela frutto del melo, pera frutto del pero, ecc.). Nei dialetti e nelle lingue in cui fica non ha assunto il senso primario di "vulva", il frutto è rimasto al femminile (ad esempio francese la figue, dialetti salentini la fica, ecc.)

Il termine fa parte di uno dei filoni principali della letteratura - a volte anche alta - e dello scrivere tipico della goliardia.

Indice

La letteratura

Il termine appare in letteratura sin dal Medioevo, sia nella forma fica sia in quella figa. Franco Sacchetti, scrittore e mercante fiorentino anche se nato nella Repubblica di Ragusa usò il termine nella raccolta Trecentonovelle scritta in Toscana intorno al 1390.
Nella forma più diffusa, il primo uso è dovuto probabilmente a Pietro Aretino che lo adottò nella commedia Il Marescalco del 1533. Il termine fu usato da Pedante alla fine del terzo atto.

Dante apre il venticinquesimo canto della Divina commedia (Inferno, versi 1-3) con i seguenti versi:

« Al fine de le sue parole il ladro / le mani alzò con amendue le fiche, /gridando: "Togli, Dio, ch'a te le squadro!". »

(riferendosi ad un gesto di scherno ancora utilizzato in alcune culture che prevede la chiusura del pugno con il pollice frapposto tra indice e medio, ad imitare appunto l'aspetto di una vulva).

Un grande utilizzatore del termine fu il poeta e scrittore vernacolare Giuseppe Gioachino Belli, dove la terzina più nota è la finale del sonetto Er Lavore:

« Va' in paradiso si cce so mminchioni!' / Le sante sce se gratteno la fica, /E li santi l'uscello e li cojjoni. »

Sempre di Belli è un altro sonetto assai noto, "La madre de le Sante", datato 6 dicembre 1832 (il sonetto fa il paio con l'analogo "Er padre de li santi", steso nella medesima data) nel quale, della fica, sono goliardicamente riportati diversi sinonimi e circonlocuzioni utilizzati nel dialetto romanesco dell'epoca (alcuni scomparsi dall'uso ed alcuni sopravvissuti come termini volgari, con piccole varianti, anche nella terminologia attuale).

Come un licenzioso, ma non per questo meno affascinante, Cirano impegnato in una delle sue celebri tirate, recita Belli:

« Chi vvò cchiede la monna a Ccaterina,

Pe ffasse intenne da la ggente dotta
Je toccherebbe a ddí vvurva, vaccina
E ddà ggiú co la cunna e cco la potta.

Ma nnoantri fijjacci de miggnotta
Dimo scella, patacca, passerina,
Fessa, spacco, fissura, bbuscia, grotta,
Freggna, fica, sciavatta, chitarrina,

Sorca, vaschetta, fodero, frittella,
Ciscia, sporta, perucca, varpelosa,
Chiavica, gattarola, finestrella,

Fischiarola, quer-fatto, quela-cosa
Urinale, fracosscio, ciumachella,
La-gabbia-der-pipino, e la-bbrodosa.

E ssi vvòi la scimosa,
Chi la chiama vergoggna, e cchi nnatura,

Chi cciufèca, tajjola, e ssepportura. »

L'uso come sineddoche e il cambio di genere

In riva all'Arno: questi i modi di dire
In Toscana, patria della lingua italiana, il termine fica è usato sovente - anche al plurale fiche - in contesti che raramente sono accostabili a quelli comunemente usati in altre zone dell'Italia.

Se ne riportano qui alcuni:

  • Far la fica o le fiche , è - per una certa similitudine - quell'atto di spregio che consiste nel porre il pollice sopra l'indice e il medio e nell'alzar la mano così composta verso colui al quale si vuol recare scorno o come gesto di bestemmia: Le mani anzò con ambedue le fiche (Dante Alighieri, Inferno - Canto venticinquesimo, verso 2)
  • Fare fico, modo di dire che significa fallire, non riuscire, usato in Toscana, particolarmente nell'area del capoluogo Firenze, spesso in modo canzonatorio: es.: Volevi conquistare quella bella ragazza e invece hai fatto fico
  • Fare i fichi o anche essere un fico lesso è un altro modo di dire usato sempre in Toscana: si dice di persona non sbrigativa e non dinamica, uggiosa, viziata, bisognosa di esigenze particolari in tutte le situazioni, che la fa lunga anche sulle questioni di discussione più banali; può essere riferito anche ai bambini che fanno i capricci: Quanti fichi fa il mio fico o Quanti fichi fa il mì pero o, semplicemente, Quanti fichi fai
  • Fare il fico significa atteggiarsi, darsi delle arie, pavoneggiarsi, ma anche voler apparire attraente.
  • Fico secco, usato ad esempio nell'espressione non valere/non fare un fico secco, è sinonimo di niente.

Il termine nasce nei dialetti (segnatamente calabro-siculi, tardivamente latinizzati) nei quali il frutto del fico è femminile, per l'appunto fica. Il riferimento preciso è al frutto della qualità nera detta mulingiana che quando è maturo e leggermente spaccato fa intravedere il rosso dell'interno e quindi somiglia perfettamente alla vulva femminile incorniciata da peli.

Il sostantivo trae origine da questa somiglianza fisica tra il frutto e l'organo. Così come avviene per altri sostantivi ad es, gnocca per la sua somiglianza all'organo genitale femminile.

Usato per secoli questo sostantivo per indicare la vulva, da qualche tempo è diventato una sineddoche per indicare una donna molto appetibile dal punto di vista sessuale come abbreviazione dell'apprezzamento riferito a quel tipo di donna che viene qualificata come un pezzo di fica che abbreviato diventa fica, indicando la parte per il tutto. Quindi fica non è altro che un'abbreviazione che ha un preciso riferimento all'organo genitale femminile.

Soprattutto nel gergo giovanile, il termine figa e il suo accrescitivo strafiga o figona sono spesso usati come sineddoche per indicare una donna sessualmente attraente.

Con analogo significato è usata anche la forma maschile, figo o fico, ovvero ragazzo/uomo attraente.

Da notare anche l'uso del diminutivo fighetto o addirittura fighetta (con articolo maschile)[1] con significato di damerino, ragazzo dai modi e dall'abbigliamento marcatamente curati allo scopo di piacere, con connotazione ironica o spregiativa.

Il termine e la sua corrispondente forma maschile sono stati usati nel gergo giovanile a partire dagli anni Settanta (Antonello Venditti sostiene di aver utilizzato per primo il termine in questa accezione) come aggettivi e interiezioni col significato neutro di bello:

  • La tua moto è fighissima! (qui il parlante intende rivolgere all'interlocutore un forte apprezzamento per la sua moto);
  • Figo! (dove la i è spesso prolungata a piacere del parlante; qui si intende apprezzare un fatto appena accaduto o sentito o un oggetto appena visto o di cui si è appena sentito parlare).

Se ne registra inoltre l'utilizzo come intercalare in varie parti d'Italia, tra cui le zone di Milano, Cremona, Brescia, Lodi, Bergamo, Pavia, Piacenza e Parma.

Esistono inoltre diverse forme derivate, sia comuni sia artistiche:

Altro termine derivato che, avendo ormai perso quasi tutta la carica originaria di volgarità, è entrato nel gergo comune, tanto da essere usato da persone di tutte le età, è sfiga, col significato di sfortuna. La parola figa in lingua portoghese ha esattamente il significato di fortuna.

È interessante notare come in questo caso la s privativa iniziale (sfiga significa letteralmente mancanza di figa) mentre da un lato ribadisce l'accezione positiva del termine base, assimilato ai concetti di fortuna, abbondanza, fertilità, con l'implicita deduzione che chi non ha un partner femminile è una persona sfortunata, sfigata, dall'altro, poiché, almeno in teoria, si potrebbe attribuire solo a maschi, sottintende una visione culturale maschilista dei rapporti fra i due sessi.

Da sottolineare che il termine con la c, da fico (la foglia con cui si coprì Adamo alla cacciata dall'Eden), ed il genere femminile sono utilizzati per indicare i genitali, mentre la sostituzione della c con la g (figo e figa) ha assunto, col tempo, il significato di bello, attraente e desiderabile (così come è indesiderabile la sfiga).

Lessico

Come accade per il corrispettivo cazzo, termine volgare dell'organo di riproduzione maschile – il pene – anche per il lemma fica ci sono numerose altre denominazioni dialettali, colloquiali, familiari o, semplicemente, volgari che indicano l'organo genitale femminile.
Alcune di esse affondano le radici nella notte dei tempi; altre sono di più recente creazione e possono essere a tutti gli effetti considerate dei neologismi.
Ne vengono elencate qui in ordine alfabetico alcune fra le più note.

A

Azzittapreti [2];

B

Bernarda[3]; Bignola (Piemontese) [4]; Böcc [5];

C

Cecca[6] Cestunia (espressione napoletana che significa propriamente tartaruga); Chella che guarda 'n terra (La smorfia Napoletana); Chitara (dialettale arcaico trentino); Chitarrina [2]; Cianno / Cionna / Ciunna / Ciunno / Ciomma [7]; Ciorgna (espressione piemontese); Ciuccia (espressione abruzzese); Conchiglia; Cocchia (espressione centro-marchigiana); Connu, Cunno, Cunnu [7]; Curcio (espressione salentina)

F

Faddacca (espressione siciliana) Fagiana; Farfalla; Farfallina [2]; Fessa, Fissa; Ferita; Fia (la pronuncia toscana occidentale ha ridotto al grado 0 la consonante velare nella parola fica); Figa (espressione genericamente del nord Italia); Filippa; Figazza; Fiorellino; Foca;[8] Fodero; Folaga; Fregna (espressione romana-abruzzese e marchigiana); Fresca (espressione umbro-marchigiana); Frice (in Lingua Friulana); Fritola (espressione veneta, da frittella) Fuinera (espressione milanese) Fiora (espressione veneta) Fungia (espressione alto-lombarda)

G

La lallera
Mutuando il termine del dialetto toscano, il cantautore e menestrello fiorentino Riccardo Marasco ha scritto una canzone dedicata all'organo sessuale femminile intitolandola La lallera.
Riccardo Marasco

Galleria[9]; Gnacchera [2]; Gnagna; Gnocca [10]; Gnugna; Guersa (o Sguersa, Genova); Grotta

L

Lallera (fiorentino);

M

Mona, Monazza (espressione usata in Veneto, Trentino e in Friuli-Venezia Giulia); Mussa (espressione ligure),

N

O

P

L'origine del mondo

Quello qui riprodotto è forse il più celebre quadro mai dipinto sull'organo genitale femminile.
Opera del pittore francese Gustave Courbet, è custodito al Museo d'Orsay di Parigi. È una pittura ad olio su tela di 46 cm. di altezza per 55 cm di larghezza. Quadro destinato ad essere nel tempo tanto discusso quanto ammirato, per la naturalezza e il realismo - crudo e al tempo stesso sincero - della raffigurazione, fu realizzato da Courbet nel 1866.

Passera, Passerina (e varie altre declinazioni); Patacca (prevalentemente diffuso in Romagna)[11]; Patata, Patatina; Patonza; Pelo; Pelosa; Pertuso (napoletano)[12]; Piccione (dialetto barese) Pilu (Calabria meridionale e Sicilia nord-orientale)[13] Pisella (espressione familiare); Potta (dal latino puta)[14]; Pòta (nei dialetti bergamasco, bresciano e cremasco, utilizzato anche come intercalare); Purchiacca (Espressione dialettale Napoletana dall'etimologia greca "buco purpureo") [2]; peraltro più nota come pucchiacca [15] (Espressione dialettale Napoletana dall'etimologia greca "valle di fuoco", dall'unione di pyur, fuoco e chiakè, valle)[citazione necessaria]

R

S

Sgnacchera (toscano illustre); Sorca, Sorcia; Sticchio [16]

T

Tana[17]; Topa;

U

Udda (campidanese e sassarese)[18].

V

Vagina (è il nome corretto, in lingua italiana, di una parte dell'organo genitale femminile interno; il suo uso, nel linguaggio colloquiale può risultare goffo, o eufemistico); Vergogna (riferito in generale ai genitali, sia maschili che femminili); Vulva (è il nome corretto, in anatomia ed in lingua italiana, dei genitali esterni femminili).

Z

Curiosità

L'acronimo FICA è usato in inglese con significati plurimi, tra i quali si ricorda: Federal Insurance Contributions Act[19]; un tipo di antenna per cellulari chiamata Folded Inverted Conformal Antenna[20].

Note

  1. ^ Si tratta di un uso frequente nei parlari settentronali, di maschili in -a, soprattutto nell'ambito dei diminutivi, vezzeggiativi ecc.Si veda ad esempio il milanese el moletta "l'arrotino", el manetta "il conducente del tram", ecc.
  2. ^ a b c d e Roberto Benigni, E l'alluce fu, Einaudi 1996. ISBN 8806141848
  3. ^ Quant'è bella la Bernarda, tutta nera, tutta calda
  4. ^ "Mi si vede la bignola?"(cit.) Luciana Littizzetto
  5. ^ (termine ticinese, "Böcc l'é böcc l'üsèl al g'ha mia l'öcc", traduzione "Buco è buco, il pene (uccello) non ha l'occhio")
  6. ^ Dizionario di Pietraroia
  7. ^ a b Termini simili nella diverse varianti pugliese, calabrese, sardo e del basso Lazio. Derivano probabilmente dal sinonimo latino "cunnus".
  8. ^ L'espressione è anche presente in un conosciuto film con Moana Pozzi: W la foca!
  9. ^ "in tempo di carestia ogni buco è galleria" Detto popolare.
  10. ^ Gnocca è un termine di origine romagnola, nato probabilmente per la somiglianza della vulva ai tipici gnocchi locali, che ha preso poi diffusione in tutta Italia per indicare una donna bellissima
  11. ^ dizionario DeMauro online: Patacca; vedi 6 che lo definisce Regionale centrale gergale
  12. ^ (espressione napoletana dal detto :"Per la legge del rattuso ogni buco è pertuso")
  13. ^ "Cchiù pilu pì tutti" (cit.) Antonio Albanese.
  14. ^ è la parola usata dall'Aretino nei suoi Sonetti lussuriosi e Dubbi amorosi)
  15. ^ http://www.napoletanita.it/mal1.htm>
  16. ^ Il termine sticchio ha la sua etimologia nel latino Osticulum ovvero piccola bocca (da Os) con evidente riferimento alla forma dei genitali femminili. Al contrario di quanto avviene nel gergo italiano, nel quale l'apposizione della s iniziale privativa determina la creazione del termine sfigato con il quale ci si riferisce a chi è sfortunato o poco attraente, dalla sintesi della s iniziale alla parola siciliana pacchio, sinonimo di figa, si ottiene spacchiusu, termine con il quale si indica un uomo o una donna attraente e affascinante, in via del tutto simile a quanto avviene in italiano con l'utilizzo di figo. È utilizzata talvolta volgarmente, sempre nella lingua siciliana e per indicare l'organo sessuale femminile, la parola sticciu (almeno in alcune zone della Sicilia sud-orientale e della Calabria meridionale, nell'ultimo caso anche al femminile sticchia). È il corrispondente femminile del termine minchia, che indica invece l'organo maschile, il pene. Curiosamente, nel volgare siciliano l'organo genitale maschile viene indicato con un sostantivo femminile (si dice la minchia), mentre quello femminile con un sostantivo maschile (lo sticchio); questo può essere tuttavia il frutto indiretto della colonizzazione spagnola nell'isola; nella lingua di Cervantes infatti vi è la stessa inversione di genere rispetto alla lingua italiana, chiamandosi il pene la polla e la vagina el coño. Il maggior senso del pudore che, soprattutto nel meridione d'Italia, ma non solo, ancora persiste attorno alla sfera sessuale femminile rispetto a quella maschile, fa sì che il termine sia meno conosciuto e diffuso, nel resto d'Italia, della parola minchia che, almeno come forma di esclamazione, ha visto parecchio crescere negli ultimi anni il suo utilizzo anche fuori dai confini siciliani. Non mancano, tuttavia, in Sicilia, anche per la parola sticchio, delle espressioni colorite che utilizzano il termine ora con funzione di imprecazione (es. sticchio della malora), ora nel molto usato epiteto pezz'i sticchio (pezzo di sticchio), che sta ad indicare una donna fisicamente molto bella e attraente.
  17. ^ "Donna nana tutta tana", detto popolare.
  18. ^ vocabolariosardo.it
  19. ^ Sito del governo USA sul Social Security Statement
  20. ^ Principles and Applications of the Folded Inverted Conformal Antenna (FICA) technology

Voci correlate


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