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Città proibita - Wikipedia

Città proibita

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Coordinate: 39°54′56″N 116°23′27″E / 39.91556, 116.39083

Bene protetto dall'UNESCO
Patrimonio dell'umanità
Palazzi Imperiali delle dinastie Ming e Qing a Pechino e Shenyang
Imperial Palaces of the Ming and Qing Dynasties in Beijing and Shenyang
Tipologia Culturali
Criterio (i) (ii) (iii) (iv)
Pericolo Bene non in pericolo
Anno 1987
Scheda UNESCO inglese
francese
Patrimoni dell'umanità in Cina
Panoramica dall'alto della Città Proibita
Panoramica dall'alto della Città Proibita

La Città proibita (in cinese: 紫禁城, traslitterato come Zǐjinchéng, che significa letteralmente "Città proibita Viola") fu il palazzo imperiale delle dinastie Ming e Qing. Esso si trova nel centro di Pechino, la capitale cinese. Si estende su di una superficie di 720.000 metri quadrati e consiste di 800 edifici, divisi in 8.886 stanze.

Nel 1987 la Città proibita è stata inserita nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, che la riconosce come la più grande collezione di antiche strutture in legno che si sia conservato fino ai giorni nostri.

Oggi la Città proibita è un museo. Esso non va confuso con il museo omonimo che si trova a Taipei ("Museo nazionale del palazzo"), sull'isola di Taiwan: entrambi i musei derivano dalla stessa istituzione, ma furono divisi dopo la guerra civile cinese.

Indice

[modifica] Nomi

I nomi con cui è conosciuta la Città proibita sono numerosi. Il più comune, come già accennato, deriva dal cinese Zijin Cheng (紫禁城), che significa "Città proibita Viola". L'aggettivo "proibita" deriva dal fatto che, a parte i membri della casa imperiale, nessuno vi poteva entrare senza l'esplicito permesso dell'Imperatore.

Oggi, il sito è comunemente conosciuto in Cina col nome di Gugong (故宫), cioè "ex palazzo".[1] Il museo della Città proibita viene chiamato Gùgōng Bówùyùan (故宫博物院), cioè "Museo del palazzo".

In manciù è chiamato Dabkūri dorgi hoton, che letteralmente significa "Città interna stratificata".

[modifica] I palazzi

Il trono imperiale all'interno del "Palazzo della purezza celeste"
Il trono imperiale all'interno del "Palazzo della purezza celeste"

La Città proibita si trova immediatamente a nord della Piazza Tiananmen e vi si può accedere attraverso il Tiananmen, cioè la Porta della pace celeste. Intorno ai palazzi imperiali si trova un'amplissima area chiamata "Città imperiale".

La Città proibita è di forma rettangolare, il più grande complesso di palazzi del mondo con i suoi circa 72 ettari. È circondata da un fossato profondo 6 metri e da un muro alto 10 metri. Tutto il complesso è diviso in due parti:

  • la "parte esterna", che comprende le zone meridionali e centrali, è centrata su 3 ampie sale che venivano usate per scopi cerimoniali (come per esempio l'incoronazione, le investiture e i matrimoni imperiali). Una di queste 3 sale è la splendida Sala della suprema armonia (太和殿). Oltre alle sale da cerimonia, qui si trovano la Libreria imperiale e gli archivi.
  • la "parte interna", che comprende le zone settentrionali, orientali e occidentali della Città proibita; essa è centrata su altre 3 ampie sale, utilizzate per gli affari giornalieri dello stato. Il palazzo più importante di questa parte, in cui viveva l'imperatore con la famiglia, gli eunuchi e i servi, è il Palazzo della purezza celeste (乾清宫).

I palazzi della Città proibita sono allineati lungo tre direttrici nord-sud. Quella centrale ospita i palazzi più importanti; nella direttrice orientale si trovano alcuni cortili semi-indipendenti; nella direttrice occidentale si trovano diversi giardini ed edifici religiosi. La maggior parte di questa direttrice non è aperta al pubblico, poiché alcuni edifici sono pericolanti e altri vennero distrutti da un incendio nel 1923 e mai ricostruiti. Nelle sue memorie, Pu Yi si dice convinto che il fuoco sia stato appiccato da alcuni eunuchi che volevano cancellare le prove del trafugamento di alcuni tesori dal Palazzo imperiale.

[modifica] Le mura

Le mura che circondano la Città proibita hanno una porta su ogni lato. A sud si trova la "Porta meridiana".[2] A nord si trova la "Porta del volere divino" (la distanza fra queste due porte è di 960 metri). Le mura sono molto spesse, progettate specificamente per resistere ad attacchi di cannoni. Ai quattro angoli della cinta muraria si trovano 4 torri, che permettevano un'ottima visuale sia all'interno che all'esterno.

Tra la "Porta meridiana" e la "Porta Tiananmen" si trova un'ampia piazza in cui spesso venivano eseguite le punizioni corporali inflitte dall'imperatore. Questa è la stessa piazza in cui Mao Zedong fece il suo celebre discorso sul comunismo.

[modifica] Giardini

Tutta la Città proibita è circondata da giardini. Nella parte settentrionale si trova il Giardino imperiale: qui sono ospitate moltissime piante secolari, oltre a numerose specie rare. Gli edifici della parte occidentale sono disposti intorno a due laghi, e servono come quartier generale del Partito comunista cinese.

[modifica] Simbolismo

Il colore reale era il giallo, colore che domina i tetti della Città proibita. In ogni angolo dei tetti si trovano piccole statuette, il cui numero era un chiaro segno del potere della persona che viveva nell'edificio. Il numero 9 era riservato esclusivamente all'Imperatore. Solo un edificio ha 10 statuette ad ogni angolo.[citazione necessaria]

[modifica] Storia

Il sito ove sorge oggi la Città proibita era parte della città imperiale già durante la Dinastia Yuan. Quando la Dinastia Ming le succedette, l'imperatore Hongwu spostò la capitale da Pechino a Nanchino e ordinò che i palazzi mongoli fossero rasi al suolo (1369). Il figlio Zhu Di, il futuro imperatore Yongle, ricevette il titolo di Principe di Yan, con sede a Pechino, dove venne costruito un palazzo. Nel 1402 Zhu Di usurpò il trono e divenne imperatore, spostando nuovamente la capitale da Nanchino a Pechino.

La costruzione della Città proibita iniziò nel 1406 e durò 14 anni, impiegando (secondo alcune stime) circa 200.000 uomini. L'asse principale del nuovo palazzo si trovava a est dei palazzi della Dinastia Yuan, un fatto non casuale perché così facendo quei palazzi si venivano a trovare a ovest del nuovo edificio (la "zona della morte" secondo il Feng shui). Il terreno scavato durante la costruzione del fossato che circonda la Città proibita venne riportato a nord, dove divenne una vera e propria collina artificiale.

Fra il 1420, anno del completamento, e il 1644, quando una rivolta contadina guidata da Li Zicheng la invase, la Città proibita fu la sede della Dinastia Ming. Anche successivamente la Dinastia Qing tenne qui il quartier generale del potere politico cinese.

La Sala della suprema armonia
La Sala della suprema armonia

Nel 1860, durante la seconda guerra dell'oppio, l'esercito britannico penetrò nella Città proibita e la occupò fino alla fine delle ostilità. Dopo essere stata la residenza di 24 imperatori (14 della Dinastia Ming e 10 della Qing), nel 1912 la Città proibita cessò di essere il centro del potere politico cinese, con l'abdicazione del giovane imperatore Pu Yi. Egli ottenne però di poter continuare a vivere all'interno della "parte interna" della Città proibita con la sua famiglia, mentre la "parte esterna" venne occupata dal governo della Repubblica di Cina e vi venne istituito un museo nel 1914.

Pu Yi restò nella Città proibita fino al 1924, quando Feng Yuxiang prese il controllo di Pechino per mezzo di un colpo di stato, espellendo l'ex imperatore. Poco dopo venne istituito il "museo nazionale del palazzo", in cui erano esposti i numerosissimi tesori raccolti dagli imperatori nei cinque secoli in cui avevano dominato la Cina. Durante la seconda guerra sino-giapponese la sicurezza di tutti questi tesori venne messa in pericolo, quindi si prese la decisione di riportarli nella Città proibita.

Nel 1947, dopo che erano stati spostati in numerosissime località della Cina, Chiang Kai-shek ordinò che tutti i manufatti che si fosse riusciti a trasportare (provenienti sia dalla Città proibita che dal palazzo imperiale di Nanchino) dovevano venire portati sull'isola di Taiwan. Questi oggetti formano il cuore del "museo nazionale del palazzo" di Taipei.

[modifica] La Città proibita oggi

Oggi la Porta Tiananmen è decorata con un enorme ritratto di Mao Zedong, affiancato da due manifesti. quello di sinistra reca la scritta zhōnghuá rénmín gònghéguó wànsuì (中华人民共和国万岁), che significa "lunga vita alla Repubblica Popolare Cinese", mentre su quello di destra c'è scritto shìjiè rénmín dà tuánjié wànsuì (世界人民大团结万岁), cioè "lunga vita alla grande unità delle popolazioni del mondo". Queste frasi hanno un enorme significato simbolico, poiché la frase "lunga vita" era tradizionalmente riservata all'Imperatore della Cina, mentre oggi è utilizzabile anche per la gente comune, esattamente come è successo per la Città proibita.

[modifica] Galleria di immagini

[modifica] Curiosità

  • Negli anni '80 la RAI e la NBC girarono una serie televisiva incentrata su Marco Polo, effettuando moltissime riprese all'interno della Città proibita. Storicamente, però, a quell'epoca la Città proibita non era ancora stata costruita, quindi questo fatto va inteso come una "licenza artistica".
  • L'ultimo imperatore (1987) fu il primo film cui il governo cinese abbia mai dato l'autorizzazione ad essere girato interamente all'interno della Città proibita.
  • La Turandot di Giacomo Puccini, la cui storia è incentrata su di una principessa cinese, è stata rappresentata all'interno della Città proibita per la prima volta nel 1998, con la direzione di Zubin Mehta.
  • Nel 2004 il musicista francese Jean Michel Jarre tenne un concerto all'interno della Città proibita, accompagnato da altri 260 musicisti, in occasione delle festività per l'"anno della Francia in Cina".

[modifica] Note

  1. ^ "Gugong" è un termine generico che si riferisce a tutti gli "ex palazzi", per esempio al Palazzo Mukden che si trova a Shenyang.
  2. ^ Tecnicamente, la Porta Tiananmen non fa parte della Città proibita.

[modifica] Altri progetti

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