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Ayman al-Zawahiri - Wikipedia

Ayman al-Zawahiri

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Ayman al-Zawāhirī in una ricostruzione del FBI che lo riprodurrebbe in età più giovane

Ayman al-Zawāhirī (arabo:ايمن الظواهري; Il Cairo19 giugno 1951) è un terrorista egiziano, esponente di spicco del gruppo terrorista di matrice islamica, definito al-Qā‘ida.

Nato in una famosa famiglia egiziana che vanta magistrati e medici come lui, Ayman al-Zawāhirī è anche autore e poeta. Da tempo si dice sia il capo dell'organizzazione militante fondamentalista Jihad dell'Egitto Islamico. Parla, oltre all'arabo, il francese e un fluente inglese.

Usa vari pseudonimi, fra cui: Abū Muhammad (Abū Mohammed), Abū Fātima, Muhammad Ibrāhīm, Abū ‘Abd Allāh, Abū al-Mu‘izz, Il Dottore, Il Maestro, Nūr (Luce), Ustādh (Professore), Abū Muhammad Nūr al-Dīn, ‘Abd al-Mu‘izz (Abdel Moez, Abdel Muez).

Nel 1998 ufficialmente fuse la sua organizzazione con quella di al-Qā‘ida. Secondo quanto detto da un ex membro di al-Qā‘ida, egli già lavorava per l'organizzazione di al-Qā‘ida fin dall'inizio ed era un membro anziano della shūra (consiglio) del gruppo. È sovente descritto come "luogotenente" del capo di al-Qā‘ida, Osāma bin Lāden. Si pensa che egli assista anche Bin Lāden in veste di suo medico personale.

Indice

[modifica] Storia

Ayman al-Zawāhirī è nato in una importante famiglia della borghesia nel sobborgo di Maadi del Cairo (Egitto, e la sua gioventù fu caratterizzata dallo studio. Suo padre fu un farmacista e suo nonno un magistrato autore di alcune apprezzate pubblicazioni verso l'inizio del XX secolo. Tuttavia gli eventi lo spinsero in una direzione assai più radicale (probabilmente dopo la Guerra dei sei giorni del 1967). A 14 anni raggiunse le fila dei Fratelli Musulmani ( al-Ikhwān al-Muslimūn ), un gruppo militante fondamentalista, e divenne uno studente e un seguace di Sayyid Qutb. Al-Zawāhirī studiò "Comportamento", "Psicologia" e "Farmacologia" come parte del suo curriculum mirante a conseguire il diploma di laurea in Medicina nell'Università del Cairo. Nel 1979 entrò a far parte del gruppo islamico assai più radicale, definito Jihād, in cui alla fine divenne uno dei principali organizzatori e reclutatori. Fu fra le centinaia di arrestati a seguito dell'assassinio del Presidente Anwar al-Sādāt ma le autorità egiziane non furono in grado di dimostrare alcun collegamento fra lui e l'assassinio, tanto da essere rilasciato dopo aver scontato una piccola pena per possesso illegale di armi.

Negli anni '80 si recò in Afghanistan per partecipare con i Mujāhidīn alla resistenza contro l'occupazione sovietica. Lì incontrò Osāma bin Lāden, che stava costituendo una struttura chiamata Maktab al-Khadamat (MAK, ossia "Ufficio di Servizi"). Entrambi operarono sotto la guida del palestinese ‘Abd Allāh Yūsuf ‘Azzām ma quando più tardi il MAK fu chiuso, al-Zawāhirī si unì a Bin Lāden nell'organizzazione del gruppo chiamato al-Qā‘ida (La Base).

Nel 1990 al-Zawāhirī ritornò in Egitto, dove proseguì a sospingere l'organizzazione del Jihād Islamico su posizioni sempre più oltranziste, mettendo a frutto l'esperienza cumulata in Afghanistan.

Nel 1996 era considerato la più credibile minaccia e il più letale terrorista in grado di colpire gli USA nei suoi interessi. Un avviso emanato a quel tempo - di cui però non si ha traccia documentabile - avrebbe specificato che l'attentato suicida sarebbe stata la più probabile forma di attacco organizzata contro gli interessi statunitensi. Alla fine del 1996, al-Zawāhirī fu detenuto in Russia per 6 mesi dal Servizio Federale di Sicurezza dopo aver in apparenza provato a reclutare combattenti "gihadisti" in Cecenia. Secondo il portavoce di tale Servizio, Sergei Ignatchenko, "Aveva quattro passaporti, con quattro diversi nomi e quattro diverse attestazioni di cittadinanza. Abbiamo cercato di condurre una verifica in ognuna di queste nazioni ma non è stato possibile avere nessuna conferma su di lui. Non potevamo trattenerlo per sempre e così lo abbiamo portato al confine con l'Azerbaigian e lo abbiamo rilasciato".
Nel 1997 fu ritenuto responsabile del massacro di 62 turisti stranieri nella città egiziana di Luxor (Massacro del novembre 1997 a Luxor), per il quale ricevette una condanna a morte in contumacia nel 1999 da un tribunale militare egiziano.

Il 23 febbraio 1998, emise con Osāma bin Lāden una fatwa dal titolo "Il Fronte Islamico Mondiale contro gli Ebrei e i Crociati", un importante passo per ampliare il fronte della loro lotta su scala globale.

Il 25 settembre 2001, l'Interpol emise un ordine di arresto a carico del dott. al-Zawāhirī in risposta agli attacchi terroristici dell'11 settembre a New York e Washington, contro il World Trade Center e il Pentagono.

Il 10 ottobre 2001 il dott. al-Zawāhirī comparve in una prima lista redatta dal Federal Bureau of Investigation statunitense sui 22 Terroristi maggiormente ricercati dal FBI, comunicata al pubblico dal Presidente degli USA George W. Bush.

Nel dicembre 2001 al-Zawāhirī pubblicò il libro "Cavalieri sotto la bandiera del Profeta" in cui esponeva l'ideologia di al-Qā'ida.[1] Estratti in inglese di esso sono disponibili online.[2] Al momento si sa che egli sta lavorando su un altro libro.

A seguito dell'invasione statunitense dell'Afghanistan, dove sia al-Zawāhirī rimane non chiarito. Sembra che egli possa stare con Bin Lāden nella regione frontaliera fra l'Afghanistan e il Pakistan. Il 3 dicembre 2001, attacchi aerei sono stati condotti per colpire un insieme di caverne vicino Jalalabad. La moglie di al-Zawāhirī, ‘Azza, e i loro0 3 figli si dice siano morti in tali attacchi.

Nel maggio del 2004, il governo pakistano annunciò che egli si era arreso nell'"area tribale" montagnosa al confine pakistano-afghano, insieme a 50-100 irriducibili combattenti di al-Qā‘ida. Malgrado vi fossero state perdite significative, non fu scoperta alcuna traccia riconducibile alla sua persona. Si crede ora che egli non sia mai stato presente nella zona o che sia fuggito alla trappola tesagli non appena avviati i combattimenti.

Il 13 gennaio 2006, la CIA lanciò un attacco aereo su Damadola, un villaggio pakistano presso la frontiera afghana, dove si credeva che si trovasse al-Zawāhirī. L'attacco aereo uccise 8 uomini, 5 donne e 5 bambini, ma non al-Zawāhirī. Molte delle vittime furono inumate senza essere identificate. Funzionari governativi anonimi statunitensi affermarono che alcuni militanti stranieri di al-Qā'ida furono uccisi e il governo dell'area tribale di Bajaur confermarono che almeno 4 di essi risultassero fra i caduti nell'azione. Proteste anti-americane esplosero in tutto il Paese e il governo pakistano condannò l'attacco USA e la perdita di vite innocenti. Il 30 gennaio un nuovo video fu fatto circolare in cui si mostrava al-Zawāhirī illeso. Il video parlava dell'attacco aereo ma non rivelava se al-Zawāhirī fosse stato presente nel villaggio in quei momenti.

[modifica] Video messaggi

  • Ai primi di settembre del 2003 un video mostra al-Zawāhirī e Bin Lāden che camminano insieme, come pure un audiotape fatto avere alla rete televisiva del Qatar al-Jazīra.
  • Un altro video è consegnato il 9 settembre 2004, in cui si preannunciano nuovi attacchi.
  • Il 4 agosto 2005, compare in un video attaccando Tony Blair e la politica estera del suo Governo sull'attentato alla underground di Londra del luglio 2005.
  • Il 1° settembre 2005 il network televisivo al-Jazīra manda in onda un videomessaggio di Mohammed Sidique Khan, uno degli attentatori della metropolitana londinese. Il suo messaggio è seguito da un altro video di al-Zawāhirī, che attacca ancora Blair per l'attentato alla metropolitana di Londra.
  • Il 7 dicembre 2005 un'intervista di 40 minuti che risale a settembre è messo su Internet preceduto da un video di lunghezza non verificabile. Vedere sotto per il collegamento.
  • 6 gennaio 2006, al-Zawāhirī dice che il piano del Presidente statunitense Bush di far rientrare truppe dall'Iraq significa che Washington è stata sconfitta in quel Paese. Al-Zawāhirī si dice abbia detto: «Bush, devi confessare che sei stato sconfitto in Iraq e in Afghanistan e che lo sarai presto in Palestina». Al-Zawāhirī inviò anche le sue condoglianze al popolo del Pakistan, colpito dal catastrofico terremoto del 2005 in Kashmir.
  • 30 gennaio 2006 - In un video mandato in onda da Al-Jazeera, si burla di Bush e lo chiama il "Macellaio di Washington". Il video prova anche che egli non è stato ucciso in un recente attacco aereo in Pakistan. Al-Zawāhirī promette che il prossimo attacco terroristico colpirà il suolo statunitense. CNN Transcript
  • 27 aprile 2006 - Il numero due di al-Qā‘ida, Ayman al-Zawāhirī, dice che la branca irachena della rete del terrore ha avuto successo nel 'colpire le spalle' del corpo militare USA con centinaia di attacchi dinamitardi suicidi, in un video che è stato l'ultimo di una serie di nuovi messaggi dei leader di al-Qā‘ida.
  • 9 giugno 2006 - In un video messo in onda dalla rete televisiva Al-Jazeera, elogia il lavoro del capo di al-Qā‘ida in Iraq, Abū Mus‘ab al-Zarqāwī nel momento in cui questi è stato ucciso in un bombardamento con due ordigni da 500 libbre ciascuno in una villetta isolata a Ba‘qūba (Iraq). Nel successivo comunicato annuncia l'attuazione di un imminente attacco terroristico sia a New York sia a Londra.
  • 7 luglio 2006 - Un anno dopo gli attentati ai treni di Londra, al-Zawāhirī rivela che due degli attentatori suicidi erano stati addestrati da al-Qā‘ida.
  • 27 luglio 2006 - al-Zawāhirī esprime tutto il suo sostegno ai rivoltosi di Gaza e del Sud del Libano. (SeattlePi)

[modifica] Taglia offerta dagli USA

  • Il Dipartimento di Stato statunitense offrì una taglia di US $25 milioni per informazioni in grado di condurre direttamente alla cattura o alla condanna di Ayman al-Zawāhirī. È ricercato dal 7 agosto 1998 per le bombe collocate nell'Ambasciata statunitense di Dar es Salaam (Tanzania) e di Nairobi (Kenya). Non è ancora stato catturato.

[modifica] Vedere anche

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Bibliografia

  • Jean-Pierre Milelli (cura), Al-Qaeda I testi, Roma-Bari, Laterza, 2006.


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