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Aldo Mondino - Wikipedia

Aldo Mondino

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« Il dandy della sua generazione »
(Nico Orengo, La Stampa)

Aldo Mondino (Torino4 ottobre 1938 – Torino10 marzo 2005) è stato un artista italiano.

Nel 1959 si trasferisce a Parigi dove segue i corsi nella scuola di incisione di William Hayter all'Atelier 17 in via Rue Campagne-Première n°17.

Frequenta inoltre l'Ecole du Louvre e un corso di mosaico con Gino Severini e il suo assistente, Riccardo Licata.

A Parigi ha contatti con importanti artisti: Tancredi Parmeggiani, Alain Jouffroy, Errò, Jean-Jacques Lebel. Incontra anche artisti affermati come Sebastian Matta, esponente del Surrealismo, e Wilfredo Lam.

E' grazie a Tancredi che riesce a esporre per la prima volta in uno spazio, la Galerie Bellechasse, nel 1960, con quadri di evidente influenza surrealista.

Contemporaneamente si tiene una mostra organizzata da Jouffroy e Lebel alla Galerie des 4 Saisons, il cui titolo, Anti-Procès, ha anche un forte contenuto politico.

Nel 1961 rientra in Italia per il servizio militare.

Grazie ad Antonio Carena, artista torinese proprietario della Galleria L'Immagine, realizza la sua prima mostra personale, con quadri che risentono ancora del periodo parigino.

Nel 1962, Enrico Crispolti organizza una mostra a Venezia nella Galleria Alpha con una serie di quadri particolari: grandi scritte con, all'interno di ogni lettera, figurine che possono ricordare i codici miniati : Aldo Mondino, Nome Cognome Indirizzo, La famiglia, La scuola, La religione, La morale e Il servizio militare alcuni dei titoli.

L'incontro con Gian Enzo Sperone, direttore della Galleria Il Punto, di cui era proprietario Remo Pastori, rappresenta un momento molto importante; espone la serie delle Tavole anatomiche, tavole di pittura su masonite, rappresentazioni di un corpo umano, un microcosmo della società nella quale viviamo.

Da Sperone, nel 1964, i quadri a quadretti hanno come soggetto l'immagine emblematica di un'opera del pittore Felice Casorati: una madre col bambino in braccio.

Sempre nel 1964 espone a La Salita di Roma opere trattate analogamente ma con riferimenti attinti dai tipici temi dei manuali di disegno, come l'Aeroplano, Il pittore in erba, Il serpente, Il portiere.

L'anno successivo espone alla Galleria Stein di Torino: una riflessione sulla pittura, quadri con palloncini, Le cadute, bilance dove il colore sembra scivolare sul quadro.

Nel 1966 espone invece presso la Galleria Marconi di Milano, dopo un interessante intervento a Torino con un filo rosso che attraversava le strade della città all'altezza di 160 centimetri da terra, collegando tra loro tre gallerie: Sperone, Il Punto, Christian Stein. Di nuovo da Marconi nel 1967, quindi la mostra personale da Lia Rumma a Napoli.

Risale al soggiorno a Roma la collettiva all'Arco d'Alibert, nel 1968, poi alla Galleria Torre di Torino; in quella occasione realizza la Torre di torrone e la serie delle Caramelle. Nel 1969, sempre presso l'Arco d'Alibert, con l'Ittiodromo mostra dei pesci veri con sangue. Poi, realizza Mamma, Agnelli e Porcòdio, presentati a Roma; dopo essere stato esposto in una galleria di Brescia, quest'ultimo viene sequestrato e Mondino viene condannato a pagare una multa per blasfemia.

Nel 1970 nasce la serie dei King: è il primo incontro con la pittura e con se stesso.

Nel 1972 ritorna a Parigi, in attesa che la pittura venga rivalutata. Lo stesso anno, alla Galleria L'Uomo e l'Arte di Milano vengono riproposti i 12 King.

Mondino lavora a Parigi dalla fine del 1973 a tutto il 1980; questo impegno si concretizza in occasione della Biennale di Venezia del 1976, dove i suoi sforzi sono concentrati su un parallelismo rigorosamente filologico tra la sua arte e la composizione di Arnold Schönberg.

È del 1977 la mostra Mythologies quotidiennes al Musée d'Art Moderne di Parigi. La serie delle Tour Eiffel, sempre nel periodo parigino, con titoli come Le Tout Près War, è realizzata prevalentemente con la tecnica dell'incisione e diventa una specie di citazione di certe immagini espressioniste.

Nel 1980 realizza due mostre alla Galleria La Salita di Roma e alla Galerie Flinker di Parigi. Dipinge con una tecnica simile a quella dell'incisione i più importanti naufragi della storia.

Nel 1981 e nel 1983 realizza due personali allo Studio De Ambrogi di Milano. La prima, una serie di mani che applaudono e una grande incisione su vetro che ha per soggetto un uomo che si arrampica; la seconda, la serie degli Angeli.

Quadri con temi agresti, che citano il cosiddetto realismo ottocentesco velato di malinconia di Jean-François Millet - Millet une nuit -, segnano nel suo percorso poetico la consapevolezza della fine della fase storica dell'epoca industriale nella civiltà occidentale.

Tra 1984 e il 1985, da Franz Paludetto realizza due mostre. Si avvicina alle suggestioni orientali da artista occidentale, così come avevano fatto i pittori dell'Ottocento, ad esempio Eugène Delacroix.

È un momento successivo quello legato al viaggio vero e proprio, in un Oriente che comincia dal Marocco e prosegue in Palestina, dove intravede un affascinante parallelismo tra la preghiera e l'intensità dell'attenzione nel dipingere in modo concettuale. E qui si innamora della preghiera esaltata nelle danze dei dervisci.

Da Sperone Westwater a New York presenta nel 1990 una serie che "ritrae" trentasei Sultani tutti vissuti tra il 1200 e il 1920.

È sempre stato un collezionista di autografi di scrittori, musicisti e pittori. Da qui nasce l'idea dei ritratti (Delacroix, Ingres, Satie, Mozart), esposti da Cleto Polcina a Roma, realizzati in quasi monocrome soluzioni, come i busti.

Seguono, tra le altre, la mostra alla Fondazione Mudima di Milano, a Chicago, Ginevra, Parigi, Vienna, Londra. Dell'ambito orientalista fanno parte anche tappeti sovrapposti in composizioni a parete, con colori vivaci e realizzati su eraclite, un materiale industriale utilizzato nell'edilizia.

Nel 1993, alla Biennale di Venezia curata da Achille Bonito Oliva, in una sala personale presenta una serie di quadri di grandi dimensioni che rappresentano i dervisci nell'atto di danzare; accanto, opere realizzate con zollette di zucchero, tappeti e un grande lampadario in ferro battuto e penne biro dal titolo Jugen Stilo. In quell'occasione, autentici dervisci hanno danzato davanti al pubblico.

Nasce l'amore per la Spagna con la serie dei tori e dei toreri, che per un certo periodo ha viaggiato in parallelo con l'amore per l'Oriente, le citazioni letterarie...

Dal Museo Laboratorio dell'Università La Sapienza di Roma, alla mostra presso lo Studio Barnabò di Venezia e a Bologna alla Galleria Spazia, fino ad arrivare a quella al Museo Topkapi di Istanbul, le tematiche si avvicendano lungo un filo conduttore comune.

Il pensiero di realizzare lavori tridimensionali accompagna il suo percorso da sempre. I primi esiti vengono prodotti con vari materiali, tra i quali il cioccolato (Scultura un corno).

I soggetti, come per la serie dei tappeti, sono frutto di quella dimensione miope', di quella distanza che fa vedere da lontano un oggetto che da vicino diventa un altro. Molte opere vengono gettate in bronzo a notevole distanza di anni dai progetti: la mamma di Boccioni, appunto in bronzo, nata da una versione in caramella alla menta, a cui aggiunge due palle da bowling al posto dei seni, ma anche Torso torsolo, un busto di trecento chili realizzato in ideale continuità con il più vecchio Busto Arsizio.

Nell'estate del 1996, Alessandro Bagnai organizza a Siena una mostra, nella quale Mondino unisce due passioni: la corrida e il Palio.

Nel 1997 i temi che predilige sono i musicisti della confraternita Gnawa e i danzatori equilibristi nordafricani che si esibiscono nella Danse des jarres (ACP Galerie di Salisburgo, Galleria Susanna Orlando di Forte dei Marmi, Chiesa Sant'Arcangelo - Giardino Residenza Municipale -).

Nel 1999 espone alla Galleria Marconi di Milano per la Fondazione Maimeri una serie di disegni e sculture sul tema della danza: Arabesque. Due importanti mostre a Milano alla Galleria 1000eventi e una a Roma alla Galleria Sperone dal titolo The Byzantine World. Caratteristica comune di queste mostre è l'aver utilizzato soltanto dei cioccolatini fatti apposta da Peyrano, a Torino.

Nel 2000 primo viaggio in India e mostra dal titolo Flovers alla Birla Academy di Calcutta. A Trento nel mese di giugno ha luogo presso la galleria Civica di Arte Contemporanea la mostra dal titolo dall'Acrilico allo Zucchero a cura di Vittoria Coen.

A cavallo tra il 2000 e il 2001 Santo Ficara presenta a Firenze una prima retrospettiva.

Nel 2001 la splendida galleria di Norimberga Linding in Paludetto allestisce una piccola, ma significativa, mostra di lavori. Tra tutti, da ricordare Danaublau, un quadro di 6 metri composto da 2000 cioccolatini. L'opera descrive il percorso del Danubio mentre attraversa dieci nazioni (ognuna delle quali rappresentata da un gusto diverso). S

empre nel 2001, durante l'estate sono due le mostre a Pietrasanta alla Galleria Astuni: la prima, Torso torsolo, disegni e sculture in marmo; la seconda, Gnawa, con l'intervento di due Gnawa danzanti in piazza Duomo e con la presentazione del grande mosaico eseguito a Ravenna. Quasi contemporaneamente a Pietrasanta, Susanna Orlando espone nella piccola galleria di Forte dei Marmi i disegni della serie "Diccionario" dedicati alla tauromachia.

Nell'autunno una vasta mostra di quadri viene presentata alla Galleria Poleschi di Milano con un lussuoso catalogo edito da Mazzotta. Un viaggio in Turchia e al ritorno una mostra di ambigui paesaggi della Cappadocia alla Galleria 41 di Federica Rosso, in occasione di Artissima.

Sul tema della Turchia entro la fine del 2002 è pronta una nuova serie di lavori, eseguiti su linoleum trovati in Cappadocia, col titolo Fumare come i turchi.

Mostra nel gennaio 2003 a Torino, alla Galleria Art & Arts dell'amico Ermanno Tedeschi. Segue poi la mostra alla Galleria Raffaelli di Trento, nel mese di maggio, col titolo Galleria di mercanti. I mercanti sono per lo più turchi, un ricordo ancora del recente viaggio in Cappadocia e nell'amata Istanbul. La merce da loro venduta è costituita di materiali utilizzati da Mondino: dai tappeti in eraclite, ai pesci, ai cioccolatini.

Con l'autunno, una severa forma di polmonite lo costringe a due ricoveri in ospedale, ciononostante riesce a preparare la mostra alla Galleria Carlina di Torino, dove vengono esposte per la prima volta delle sculture in vetro, realizzate splendidamente a Murano. Il tema scelto è quello delle bellissime angurie dell'anno 2003. Subito dopo una personale ad Artissima, dove i nuovi temi affrontati sono i cacciatori di orchidee dell'Ottocento.

Nel novembre 2003 ha luogo a Ravenna (Loggetta lombardesca) la mostra antologica Aldologica nella quale si rivedono per la prima volta insieme i lavori degli ultimi quarant'anni.

Aldo Mondino muore a causa di un infarto a Torino il 10 marzo 2005.

Nel 2007 il Museo di Arte Moderna di Bologna allestisce presso la sua sede di Villa delle Rose la prima antologica dedicata all'artista dopo la sua scomparsa. La mostra si intitola "Mondo Mondino".

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