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Murano - Wikipedia

Murano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Murano
[[Image:{{{stemma}}}|125x125px|]]
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: Italia
Regione: Veneto
Provincia:
stemma Venezia
Comune:
Venezia
Coordinate: 45°28′N 12°21′E / 45.45833, 12.35333
Altitudine: 1 m s.l.m.
Abitanti:
5593 2007
Nome abitanti: Muranesi
Santo patrono: San Nicolò patrono dei vetrai
Giorno festivo: {{{festivo}}}
Giorno festivo:
Pref. telefono: 041 CAP: 30141
[ Sito istituzionale]
Frazione
Posizione della frazione sulla mappa dell'Italia
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Murano
Murano

Murano è un'isola della Laguna Veneta, situata a nord-est di Venezia, lungo il canale dei Marani. Come la stessa Venezia, è composta da sette isole minori di cui due di origine artificale (Sacca Serenella e Sacca San Mattia), divise da canali e rii ma collegate tra loro da ponti. Totalmente urbanizzata (escludendo la Sacca S. Mattia tuttora in fase di bonifica), vi abitano circa 5.500 persone. La località è nota in tutto il mondo per il secolare artigianato del vetro.

Indice

[modifica] Storia

Pianta Prospettica della città e delle Lagune: part. Murano
Pianta Prospettica della città e delle Lagune: part. Murano

L'isola di Murano, fondata da profughi Altinati, ricevette dapprima il nome di Ammuriana, una delle porte di Altino, storpiata in seguito in Ammurianum ed infine in Murano. Nata in origine come città-porto dove una delle maggiori fonti di sostentamento per la popolazione era la pesca, diventò ben presto importantissima per la lavorazione artistica del vetro, grazie ad un decreto della Serenissima Repubblica del 1295, che ne sanciva il trasferimento delle fornaci da Venezia, poiché vi era il pericolo d'incendi in quanto la stragrande maggioranza degli edifici veneziani era in legno. Così iniziò l'attività vetraria che la rese celebre in tutto il mondo. Murano, rispetto alle altre isole della laguna, ebbe il privilegio di potersi dare delle leggi, garantite da un Maggior Consiglio formato da un discreto numero di nobili muranesi (circa cinquecento e presieduto da un Podestà), tanto che riuscì a coniare anche una propria moneta, l'Osella. L'isola continuò a godere di una certa autonomia anche dopo l'avvento di Napoleone, il quale ne depauperò e demolì moltissime chiese (se ne contavano 18, oggi 3), degli Austriaci, e dopo la Grande Guerra, precisamente nel 1923, cessò di essere Comune autonomo per essere assorbita in quello di Venezia. La "Voce di Murano" era la gazzetta ufficiale dell'isola.

[modifica] L'arte del vetro

Nel 1295 si decretò che le vetrerie di Venezia, attive probabilmente già prima del mille, fossero trasferite a Murano dal momento che i forni dei laboratori erano spesso responsabili di disastrosi incendi, che divenivano particolarmente gravi perché all'epoca le costruzioni erano principalmente in legno.

Concentrare le vetrerie a Murano servì alla Serenissima a controllarne meglio l'attività, gelosa di un'arte che l'aveva resa celebre in tutto il mondo sin dalle origini. I mastri vetrai erano obbligati a vivere sull'isola e non potevano lasciare Venezia senza un permesso speciale. Molti tuttavia riuscirono a fuggire, esportando all'estero le loro celebri tecniche. La più importante crisi che colpì l'industria fu quella del XV secolo, quando si cominciò la fabbricazione dei cristalli di Boemia, forse ispirati agli stessi vetri di Murano. Venezia ne uscì, specie da quando il vetro fu utilizzato per la realizzazione di lampadari, tutt'oggi tra i manufatti più noti di Murano.

Solo i mastri vetrai, fra i non nobili, potevano sposare figlie di patrizi. La Repubblica infatti, emanò un decreto, in seguito ai disordini avvenuti nel Maggior Consiglio di Murano, che dichiarava cittadini muranesi solamente coloro i quali fossero nati nell'isola o avessero acquistato immobili nella stessa. Nel 1602, il podestà Barbarigo, nel censire gli isolani, ricorse alla compilazione di un Libro d'Oro. L'iter per ottenere l'iscrizione non era né semplice né breve e infatti avveniva solamente mediante il consenso della Repubblica. Chi non risultava iscritto non poteva svolgere alcun tipo di lavoro in vetreria, non partecipava ai consigli e non fruiva di tutti gli altri privilegi concessi ai cittadini muranesi.

[modifica] Monumenti

Prima dell'avvento di Napoleone Bonaparte, nell'isola si contavano diciotto tra parrocchie, monasteri e conventi. Oggi rimangono solamente tre chiese funzionanti (Santa Maria e Donato, San Pietro Martire, Santa Maria Degli Angeli), mentre sono visibili i resti di alcune altre chiese come Santa Chiara, San Maffio e Santo Stefano. Diversa è la situazione dell'oratorio dei Santi Giuseppe e Teresa, oratorio dell'ospizio Briati.

[modifica] Basilica dei Santi Maria e Donato

La chiesa nacque probabilmente nel VII secolo, originariamente dedicata a Maria. Nel 1125, dopo la conquista di Cefalonia, vi furono collocate le spoglie di san Donato; assunse così il nome attuale. Successivi restauri l'hanno trasformata sensibilmente, presenta tre navate che convergono nell'abside centrale, rigorosamente rivolta verso est. Ed è proprio l'abside a rappresentare una delle parti più rilevanti dell'intero edificio, rivolta com'è verso le fondamenta, mentre la facciata è architettonicamente meno rivoluzionaria, tendente com'è a rispettare i moduli ravennati. Di notevole importanza, all'interno, è il pavimento musivo, presumibilmente contemporaneo a quello della basilica di San Marco.

[modifica] Chiesa di Santa Maria Degli Angeli

Affacciata sull'omonimo canale (una tempo detto Canale di Santo Stefano), sorge in uno degli estremi lembi dell'isola. Fondata nel 1188, grazie a Ginevra Gradenigo, figlia del patrizio Marino, che donò un terreno con adiacenti acque all'abadessa Giacomina Boncio al fine di edificare una chiesa ed un monastero in onore della Vergine. Riedificata nel Cinquecento, era ricca di tele e preziosi, specie in seguito alla bolla papale che ne sancì l'unione con la chiesa di Santa Maria di Piave di Lovadina, in provincia di Treviso. La chiesa fu visitata nel 1574 da Enrico III, re di Francia e Polonia, e vi si conservavano le spoglie del doge Sebastiano Venier, eroe di Lepanto, le quali furono trasportate, con pompa solenne, nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo, il 30 giugno 1907. Dopo un periodo di abbandono, durante il quale molte delle opere furono trasferite nella chiesa di San Pietro Martire, una parte dell'edificio fu convertita a lazzaretto, atto ad ospitare le famiglie più povere. Il campanile, alto trentun metri, risale alla metà del Cinquecento.

[modifica] Chiesa di San Pietro Martire

Situata nel Rio dei Vetrai, e fondata nel 1348 in onore di san Giovanni Battista, fu totalmente demolita a causa di un incendio dal quale non si poté salvare niente. Fu quindi ricostruita nel 1511 e dedicata a San Pietro Martire. Divisa in tre navate con colonnato in marmo, risultano di grande interesse le tele ad opera di Giovanni Bellini Assunzione della Vergine e Santi e Il doge Barbarigo presentato alla Vergine e al Putto. Caratteristici e di inestimabile valore sono i lampadari in vetro con le famose mandole. Molte altre opere contenute nella chiesa sono quello che si è potuto salvare dalla razzia di Napoleone Bonaparte dalle altre chiese dell'isola. Nell'ala destra si può ammirare la cappella della famiglia Ballarin, dedicata a San Giuseppe e a Maria, che il celebre vetraio Giorgio Ballarin fece costruire per sé (vi riposa dal 1506), per la sua famiglia e per i suoi discendenti. Nella stessa cappella sorge inoltre il monumento funebre dedicato al Cancellier Grande della Repubblica di Venezia, Giovanni Battista Ballarin, morto il 29 settembre del 1666 in Macedonia e la tomba di suo figlio, Domenico Ballarin, anche lui Cancellier Grande della Repubblica di Venezia, morto il 2 novembre 1698.

[modifica] Palazzo Giustinian - Museo del Vetro

Interno
Interno

Di grande interesse storico artistico, sorge in Fondamenta Marco Giustinian, all'interno di un palazzo in stile gotico, antica residenza dei vescovi di Torcello. Dopo uno dei periodi più oscuri che il vetro di Murano abbia mai passato, in concomitanza con la caduta della Repubblica e l'invasione straniera, nel 1805 con la soppressione della diocesi di Torcello, il palazzo divenne proprietà del patriarcato di Venezia fino al 1940, anno in cui fu venduto al Comune di Murano. Antonio Colleoni, sindaco di Murano e l'abate Vincenzo Zanetti decisero, nel 1861, di fondare all'interno del palazzo il Museo del Vetro, atto a raccontare la storia e l'evoluzione dell'arte vetraria nel corso dei secoli. Vasi, coppe, sculture e soprattutto i maestosi lampadari, di cui il più imponente, a sessanta bracci, è stato realizzato dai Maestri Lorenzo Santi e Giovanni Fuga. Per un breve periodo fu istituita anche una scuola per il disegno e la produzione del vetro soffiato insegnando l'evoluzione della tecnica nel corso dei secoli. Il Museo fa parte dei Musei Civici Veneziani dal 1923, anno dell'annessione dell'isola al Comune di Venezia. Fu sede inoltre del Municipio di Murano, trasferito in seguito a Palazzo Da Mula.

[modifica] Palazzo Da Mula

Lo stile gotico della sua facciata mescolato all'influsso Veneto-Bizantino del XII secolo, sorge su una delle fondamenta del Canal Grande di Murano, a pochi metri dal Ponte Vivarini. Costruito nelle vicinanze dell'abbazia di San Cipriano, ex seminario Patriarcale, distrutta nel 1817, fu restaurato completamente circa un decennio fa, e ospita la sede del Municipio di Murano, il quale ne organizza mostre e incontri su diversi temi, ma quello predominante è senza dubbio il vetro.

[modifica] Faro di Murano

Il Faro di Murano è una costruzione cilindrica in marmo d'Istria molto importante nonostante la sua posizione alquanto interna rispetto al mare: il fascio di luce infatti, potenziato da un'ingegnoso gioco di specchi, punta diretto al centro della Bocca di Porto del Lido, agevolando il rientro delle navi durante la notte. Durante l'alto Medioevo, il faro sergeva sottoforma di torre in legno, non troppo alta, alla cui sommità venivano accesi dei fuochi; la luce prodotta dal fuoco veniva riflessa mediante un gioco di specchi così secondo una tecnica adottata addirittura dai Romani, veniva illuminata la Laguna. È situato all'estremità di Viale Garibaldi (Bressagio), precisamente in Fondamenta Francesco Maria Piave.

[modifica] Personaggi celebri

L'isola ha dato i natali ai comici cabarettisti Carlo e Giorgio e all'attore Lino Toffolo. Muranese è anche Aldo Tagliapietra, del famoso complesso musicale "Le Orme".

[modifica] Voci correlate

[modifica] Chiese ed Arte

[modifica] Bibliografia

  • Venezia e il suo Estuario - Giulio Lorenzetti
  • Le chiese di Venezia - M. Brusegan - Newton Compton Editori

[modifica] Collegamenti esterni


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