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Agusta - Wikipedia

Agusta

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Agusta
Logo
[[Immagine:{{{foto}}}|200x200px]]
Tipologia Società per azioni
Borse valori
Fondazione 1907 a Cascina Costa

Fondata da

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Chiusa

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Sede principale

Samarate

Gruppo {{{gruppo}}}
Filiali

Persone chiave

Giovanni Agusta, fondatore; Domenico Agusta, capo azienda dopo il 1927; Amedeo Caporaletti, capo azienda negli anni Novanta

Settore

costruzioni aeronautiche

Prodotti

elicotteri, convertiplani

Fatturato

Margine d'intermed.

Risultato operativo

Utile netto

Dipendenti
Slogan '
Note {{{note}}}
Sito web www.agusta.it

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Progetto Economia

La Agusta S.p.A. (pronuncia /a.guː.sta/) è una azienda aeronautica italiana che attualmente opera nella costruzione di elicotteri e convertiplani. Appartiene al gruppo AgustaWestland, della società Finmeccanica.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Gli inizi

Il fondatore della società fu il conte Giovanni Agusta. Di origine siciliana, fu un pioniere dell'aviazione. Riuscì a decollare con un aereo di sua costruzione nel 1907, pochi anni dopo il primo volo dei Fratelli Wright del 17 dicembre 1903.

Trasferitosi nel nord Italia, nel 1923 fondò la ditta Costruzioni Aeronautiche Agusta S.p.a. con sede il campo di volo di Cascina Costa di Samarate, in provincia di Varese, in quello che poi sarebbe diventato molti anni dopo il comprensorio dell'Aeroporto di Milano-Malpensa. Inizialmente, la azienda si occupò di attività di manutenzione e riparazione di aerei progettati e prodotti da altre aziende, quali la Caproni.

[modifica] La seconda generazione

Pochi anni dopo, nel 1927, Giovanni Agusta morì lasciando la ditta alla moglie Giuseppina e ai figli Domenico, Vincenzo, Mario e Corrado. Fu il conte Domenico, insieme al fratello Vincenzo, ad assumere la guida della azienda e a seguirne lo sviluppo nella produzione e manutenzione di velivoli militari utilizzati dalla Regia Aeronautica fino alla fine della seconda guerra mondiale.

Nel 1945, a seguito delle clausole del trattato di pace, poi sfociate nei trattati di Parigi del 1947, venne proibita all'Italia la produzione di velivoli e l'azienda dovette fronteggiare un periodo di crisi che tentò di superare, cambiando le linee di produzione, adattandosi a costruire barche e autobus.

[modifica] Il dopoguerra

Per approfondire, vedi la voce MV Agusta.

Proprio nel 1945, gli Agusta decisero di diversificare i prodotti e costruire motociclette, fondando la Meccanica Verghera Agusta, più nota come MV Agusta. L'adozione di tecnologie derivate dalle costruzioni aeronautiche e la passione di Domenico e Vincenzo Agusta per la meccanica, consentirono di realizzare modelli di grande successo e moto da competizione che si affermarono nei campionati mondiali arrivando a vincere 63 campionati del mondo di motociclismo, di cui 17 campionati del mondo consecutivi della classe 500 cc. negli anni Sessanta fino agli inizi degli anni Settanta.

Nel 1950 cessarono i divieti relativi alle costruzioni aeronautiche imposti dal trattato di pace e l'Agusta riprese la produzione nel settore, sia realizzando piccoli quantitativi di biplani, sia effettuando manutenzioni sugli aerei di produzione USA in dotazione all'Aeronautica Militare.

Nel 1952 l'Agusta entrò nel settore pionieristico degli elicotteri, acquisendo la licenza di costruzione, prima in Europa, del Bell 47. Quasi contemporaneamente, iniziarono le sperimentazioni di modelli di propria ideazione, quali l'Agusta A103 del 1953[1], l'Agusta-Bell AB 102 del 1959 o l'Agusta A104 del 1960, derivati dal Bell 47 e 48 e rimasti allo stato di prototipi[1].

Foto dell'Agusta A101. Il terzo da destra è il conte Domenico Agusta
Foto dell'Agusta A101. Il terzo da destra è il conte Domenico Agusta

Vincenzo Agusta morì nel 1958 e Domenico Agusta assunse ancora di più il ruolo di guida della ditta che portò a sempre maggiori risultati. Nel 1961, l'Agusta ricevette anche la licenza di costruzione per l'Agusta-Bell AB204, ma, traguardo più qualificante, il 19 ottobre 1964[1] volò l'Agusta A101, elicottero di classe detta "pesante", di concezione e progettazione tutta italiana. Questo successo tecnologico convinse l'altra società americana allora al vertice del settore, la Sikorsky, a stringere un accordo commerciale nel 1967[1] per la costruzione su licenza dell'Agusta-Sikorsky SH-3D.

[modifica] L'EFIM

Il conte Domenico morì nel 1971. Con la morte dello storico capo azienda, l'Agusta si trovò a fronteggiare nuovamente un periodo di crisi, che portò la famiglia Agusta a vendere il 51% delle quote della società nel 1973 all’EFIM (Ente Partecipazioni e Finanziamento Industria Manifatturiera)[2]. L'ente di Stato, considerò strategica per gli interessi nazionali la tecnologia delle costruzioni e della manutenzione degli elicotteri, ormai in buon numero in dotazione alle forze armate e alle forze di polizia e avviò la creazione di un polo aerospaziale, costituito dalle varie aziende aeronautiche del settore, la Agusta, la Caproni, la Elicotteri Meridionali e la SIAI-Marchetti, acquisite e consolidate nel Gruppo Agusta. L'EFIM, nel contempo avviò la dismissione del settore motociclistico e, come conseguenza, l’ultima vittoria nel campionato mondiale si ebbe nel 1976 per arrivare nel 1980 alla cessazione della produzione di motociclette.

Nel 1975 venne avviata la produzione di serie dell Agusta A109 che si è rivelato essere uno dei maggiori successi della azienda. L'A109 è un elicottero biturbina civile e militare, tuttora in produzione dopo la commercializzazione di oltre 500 esemplari nelle differenti varianti.

[modifica] Gli anni '80 e '90

Nel 1983 volò il primo prototipo dell' Agusta A129 Mangusta. Si trattò del primo elicottero da attacco progettato e costruito interamente in Europa. L'elicottero non ebbe un grande successo commerciale mondiale. Attualmente è in dotazione all'Esercito Italiano ed è stato acquisito dalla Turchia solo nel 2007.

Gli anni Ottanta videro l'avvio di altre collaborazioni da parte dell'Agusta:

  • Nel 1981 Agusta e la britannica Westland avviarono lo sviluppo dell'AgustaWestland EH-101, un elicottero di classe pesante nato per rispondere ai requisiti della Royal Navy e della Marina Militare, intenzionate a rinnovare la flotta di elicotteri.
  • Nel 1985 venne avvitato il programma congiunto con le industrie elicotteristiche di Francia, Germania e Olanda per lo sviluppo e la produzione dell'NHI NH90, un elicottero della classe medio-pesante richiesto dalle rispettive forze armate.

Nel 1988, venne alla luce uno scandalo per corruzione, durante la fornitura di A109 per le forze armate del Belgio, quando venne appurato che erano state pagate tangenti ai due Partiti Socialisti Belgi al governo per oltre 50 milioni di franchi per ottenere la commessa. Lo scandalo portò alle dimissioni e alla incriminazione del segretario generale della NATO Willy Claes[3] . Lo scandalo, raggiunse in Belgio la fama dello scandalo Lockheed in Italia, relativo all'acquisto di 14 C-130 Hercules agli inizi anni '70. La concomitanza con le indagini di mani pulite, creò ulteriore imbarazzo internazionale rovinando per molto tempo l'immagine internazionale della società.

Negli anni Novanta venne avviata la produzione di nuove varianti dell'A109:

  • 1994, l' Agusta A109 Power
  • 1995, Agusta A129 International
  • 1997, Agusta A119 Koala
  • In aggiunta all'A109 Power venne introdotto l'A109 Power Elite. Una versione dell'A109 Power con miglioramenti per il confort.

[modifica] L'acquisizione della Westland

Per approfondire, vedi la voce AgustaWestland.

Nel 1998, l'Agusta realizzò una joint venture con la Bell denominata Bell/Agusta Aerospace Companyper lo sviluppo dell'elicottero allora denominato Bell/Agusta AB139 e del convertiplano Bell-Agusta BA609. La Bell in seguito si ritirò dal progetto AB139, che adesso è stato rinominato AgustaWestland AW139.

Nel luglio del 2000 la Finmeccanica e la GKN plc firmarono l'accordo per la fusione delle rispettive controllate del settore elicotteristico (la Agusta e la GKN-Westland Helicopters), creando la AgustaWestland. Il 26 maggio 2004 la GKN vendette interamente la sua quota azionaria e AgustaWestland è ora controllata totalmente da Finmeccanica.

[modifica] Bibliografia

  1. ^ a b c d (EN) Agusta Spa. helis.com. URL consultato il 20-07-2007.
  2. ^ PierMario Crenna. Agusta: una storia lunga un secolo. varesenews.it. URL consultato il 20-07-2007.
  3. ^ Tom Buerkle. inglese Claes 'Vaguely' Recalls Bribery Talk . Herald Tribune, 23-02-1995. URL consultato il 10-12-2006.
Aeromobili della AgustaWestland
 Civili:  ·  AB206  ·  AB102  · A103  · A119  ·  A109  ·  AB212  ·  AB412  ·  AW139  ·  A101  ·  BA609
 Militari:  ·  AB47  ·  A106  ·  AB206  ·  A109  ·  A129  ·  AB205  ·  AB212  ·  AB412  ·  AW149  ·  Lynx  ·  WAH64  ·  SH3  ·  NH90  ·  CH47  ·  EH101  ·  US101  ·  AW101


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