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Università al-Qarawiyyin - Wikipedia

Università al-Qarawiyyin

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Interno della moschea ed università Al Karaouine
Interno della moschea ed università Al Karaouine

L'università al-Qarawiyyin, ossia "degli abitanti di Qayrawan", in traslitterazione francesizzata locale chiamata anche al-Karaouine arabo:جامعة القرويين, Jāmi‘at al-Qarawiyyīn - altre versioni, più o meno erronee, sono Kairouyine, Kairaouine, Qairawiyin, Qaraouyine, Quarawin e Qaraouiyn - è un'università situata a Fez, Marocco. Fondata nel 859, l'università è una dei principali centri spirituali ed educativi del mondo musulmano e la più antica università rimasta sempre attiva. È considerata la “più antica istituzione educativa esistente al mondo" dal Guinness dei primati.[1]

In questa università si sono formati molti studenti che hanno successivamente fortemente influenzato la storia accademica e intellettuale del mondo musulmano. Tra questi vi sono Abu Abd Allah al-Sibti, Ibn Rashid al-Sibti (m. 1321), Ibn al-Hajj al-Fasi (n. 1336) e Leone l'Africano, ossia Ibn al-Wazzān, viaggiatore e scrittore rinomato.

L' università al-Qarawiyyin svolse un importante ruolo nelle relazioni culturali e accademiche tra il mondo islamico e l'Europa nel medioevo. Lo studente più famoso, non di religione islamica, è il filosofo e teologo ebreo Ibn Maymūn, meglio noto come Maimonide (1135-1204). Il cartografo Muhammad al-Idrisi (m. 1166), le cui mappe furono molto utili durante le esplorazioni europee nel Rinascimento e una cui rinomata carta del Mediterraneo fu disegnata per il re normanno di Sicilia Ruggero II visse a Fez per qualche tempo e questo rende plausibile l'ipotesi che egli abbia studiato e forse insegnato in quel centro. Altri studenti o insegnanti furono il Qadi malikita Ibn al-‘Arabī (1165-1240), gli storici Ibn Khaldūn (1332-1395) e Lisān al-Dīn Ibn al-Khatīb, l'astronomo Nur Ed-Din Al Betrugi o al-Bitrūjī (Alpetragius), il filosofo Ibn Bajja (Avempace), il tradizionista e uomo di stato Ibn Marzūk.

Indice

[modifica] Storia

L'università al-Qarawiyyin, come la moschea-università di al-Azhar al Cairo, è anche una moschea, fondata nel 859 da Fatima al-Fihri, figlia di un ricco mercante di nome Muhammad al-Fihri. La famiglia al-Fihri emigrò a Fez da Qayrawan, città dell'Ifriqiya, all'inizio del IX secolo, unendosi alla comunità di emigranti dalla stessa città che risiedeva nel distretto occidentale della città. Fatima e sua sorella Maryam, entrambe ben istruite, ereditarono una grossa somma di denaro dal padre. Fatima volle destinare il suo intero patrimonio alla costruzione di una moschea per la propria comunità. Questa storia straordinaria è un tipico esempio che permette di far luce sul ruolo e il contributo delle donne, ampiamente sottostimato, nella civiltà islamica.

Oltre che come luogo di culto, la moschea divenne presto sede di istruzione religiosa e di discussione politica, estendendo gradualmente l'istruzione in un gran numero di materie, particolarmente le scienze naturali. Nel 1957, re Mohammed V introdusse matematica, fisica, chimica e lingue straniere.

L'università si guadagnò il patronato politicamente potente del sultano. Fu compilata un vasta selezione di manoscritti che furono conservati nella biblioteca fondata nel 1349 dal sultano merinide Abu Inan Faris. Tra i preziosi manoscritti conservati attualmente nella biblioteca ci sono i volumi della famosa al-Muwatta’ di Malik ibn Anas, scritta su una pergamena di gazzella, la Sirat al-nabawiyya (Vita del Profeta) di Ibn Ishaq, una copia del Corano data all'università dal sultano Ahmad al-Mansur al-Dhahabi nel 1602 e la copia originale del libro di Ibn Khaldun Kitāb al-‘ibar, di cui la Muqaddima costituisce la nota Introduzione.[2] Tra gli argomenti d'insegnamento, oltre al Corano e alla Fiqh (giurisprudenza islamica), vi sono grammatica, retorica, logica, medicina, matematica, astronomia, chimica, storia, geografia e musica.

[modifica] Architettura della moschea

Le varie dinastie succedutasi ingrandirono la moschea-università al-Qarawiyyin finché divenne la più grande del Nordafrica, con una capienza di più di 20.000 fedeli. Paragonata alle grandi moschee di Isfahan o di Istanbul l'aspetto è austero. Le colonne e gli archi sono di colore bianco; i pavimenti sono coperti da stuoie di canne e non da lussuosi tappetti. Inoltre la foresta di archi, apparentemente senza fine, dà un senso di maestà infinita e intimo riserbo, mentre la semplicità del progetto esalta le nicchie finemente decorate, il pulpito e il cortile esterno con le sue superbe tegole, le decorazioni in gesso, gli intagli in legno e i dipinti.

L'aspetto attuale della moschea è il risultato di una lunga evoluzione avvenuta nell'arco di più di 1000 anni. Originariamente la moschea era lunga circa 30 metri con un cortile e quattro navate oblique. La prima espansione ebbe luogo nel 956, grazie al califfo omayyade di Cordova, Abd al-Rahman III, detto al-Nasir bi-llah. Il luogo della preghiera fu ingrandito e il minareto spostato, dando luogo ad una forma squadrata usata innumerevoli volte come modello nei minareti del Nordafrica. In questo periodo ebbe inizio la tradizione che le altre moschee di Fez chiamassero alla preghiera solo dopo aver sentito il richiamo della al-Qarawiyyin.

La ricostruzione più ampia ebbe luogo nel 1135 sotto il patronato del potente sultano almoravide Ali Ibn Yusuf che ordinò l'estensione della moschea da 18 a 21 navate, portando la superficie delle struttura a più di m² 3.000. Alcuni racconti suggeriscono che Ali Ibn Yusuf impiegò due architetti andalusi che progettarono anche la navata centrale della grande moschea di Tlemcen in Algeria nel 1136. In questo periodo la moschea acquisì il suo attuale aspetto cordovano, grazie agli archi a ferro di cavallo e alle cornici decorate con la bellissima e geometrica arte andalusa, bordata con la calligrafia cufica.

Nel XVI secolo, la dinastia Sa'dide restaurò la moschea, aggiungendovi due patii alle estremità nord e sud del cortile.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Riferimenti e note

  1. ^ The Guinness Book Of Records, Pubblicato nel 1998, ISBN 0-5535-7895-2, P.242
  2. ^ Renaissance in Fez - Time magazine (Lunedì, 24 ottobre 1960)

[modifica] Collegamenti esterni


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