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Teodosio II di Bisanzio - Wikipedia

Teodosio II di Bisanzio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Testa in marmo di Teodosio II.

Teodosio II (aprile 401 – 28 luglio 450) è stato un imperatore bizantino.

È stato imperatore romano d'Oriente dal 408 alla sua morte. Il suo regno durò ben 42 anni ed è il più lungo di tutta la storia di Roma.

Indice

[modifica] Infanzia

Moneta di rame di Teodosio II.
Moneta di rame di Teodosio II.

Figlio di Arcadio e Elia Eudossia, nel gennaio dell'anno successivo alla sua nascita il padre lo proclamò Augusto e una storia curiosa ma non impossibile racconta che Arcadio per timore che alla propria morte il fanciullo potesse essere deposto lo affidò all custodia di Yezdegerd I.

Nel 408 Arcadio morì, Teodosio che allora aveva 7 anni gli succedette pacificamente sul trono d'Oriente. Fu affidato alle cure dell'eunuco di palazzo Antioco ma il primo reggente in suo nome fu Flavio Antemio che il re fanciullo aveva ereditato come prefetto del pretorio.

[modifica] Reggenza di Antemio

L'imperatore Teodosio II, isieme a Aelia Eudocia.
L'imperatore Teodosio II, isieme a Aelia Eudocia.

Con la collaborazione dell'amico Troilo, un sofista di fede pagana di Sida che era diventato famoso nei circoli letterari della città, Antemio governò con energia ed efficacia. Posto immediatamente di fronte a una grave penuria di grano per cui la popolazione infuriata aveva dato alle fiamme la casa del prefetto di Costantinopoli egli adottò misure per aumentare i rifornimenti tanto a breve quanto a lungo termine.

Vennero stabiliti buoni rapporti con la corte di Ravenna, cosa facilitata con la morte di Stilicone . Fu stipulato un nuovo trattato con i Persiani e nelle province orientali vennero annullati i contributi arretrati. Si prestò molta cura al miglioramento delle condizioni delle città danubiane e illiriche devastate dai Visigoti.

Venne respinta un'invasione della Moesia da parte di Uldino re degli Unni, e un gran numero di prigionieri di guerra germani (appartenenti alla tribù degli Sciri al servizio di Uldino) vennero trasferiti ai proprietari terrieri dell'Asia Minore per essere adibiti alla lavorazione del suolo. Furono anche prese misure per evitare future invasioni da parte degli Unni o dei Germani; allo scopo venne migliorata e potenziata la flotta dislocata sul Danubio; ma soprattutto avendo visto come Roma era caduta davanti ad Alarico, Antemio fortificò la stessa Costantinopoli. Costantino il Grande aveva fatto costruire una cinta di mura intorno alla nuova capitale, ma presto la città si estese ben al di là dei limiti originali. Così nel 413 vennero costruite le nuove mura di Teodosio che si estendevano dalla Propontide (Mar di Marmara) fino al Corno d'Oro e che rappresentavano il più notevole risultato del periodo di governo di Antemio.

Tuttavia nel 414 la sorella dell'imperatore, Elia Pulcheria, sebbene avesse soltanto due anni più di lui, venne proclamata Augusta e assunse la reggenza al posto di Antemio del quale a questo punto non abbiamo più nessuna notizia.

[modifica] Reggenza di Elia Pulcheria

Il nuovo prefetto del pretorio fu un funzionario di nome Aureliano che evidentemente divenne il principale consigliere di Pulcheria. La donna liquidò anche Antioco dalla carica di tutore del fratello, al quale si disse che da allora in poi ella stessa desse lezioni di comportamento.

Subito dopo che Pulcheria ebbe assunto le sue nuove responsabilità seri disordini a fondo religioso scoppiarono ad Alessandria dove Ipazia una donna pagana celebre per le sue conoscenze filosofiche era stata linciata da una banda di confratelli laici cristiani. Si sospettò che Cirillo, a quel tempo patriarca di Alessandria, fosse coinvolto nell'avvenimento: ma la sua influenza alla corte di Pulcheria impedì che il commissario incaricato delle indagini producesse un rapporto soddisfacente.

Pulcheria fu infatti soprattutto una cristiana devota e il suo ascetismo era tale che decise di rimanere casta inducendo le sorelle Arcadia e Marina a fare lo stesso con l'incoraggiamento del loro padre spirituale, il patriarca Attico che a loro beneficio scrisse un elogio della condizione di verginità. D'altra parte era evidente che Teodosio doveva sposarsi e fu Pulcheria che gli combinò il matrimonio con Atenaide, figlia del sofista ateniese Leonzio. La sposa venne battezzata col nome di Elia Eudocia e due anni dopo fu proclamata Augusta. Monete furono coniate con il suo nome come era già stato fatto per Pulcheria. Elia Eudocia ebbe in seguito una figlia, Licinia Eudossia (che in seguitò divenne moglie di Valentiniano III) e un figlio (che morì in tenera età).

[modifica] Regno di Teodosio

Il Colosso di Barletta, una statua colossale identificata con Teodosio II
Il Colosso di Barletta, una statua colossale identificata con Teodosio II

Verso il 416, quando raggiunse i quindici anni di età Teodosio II fu dichiarato maggiorenne; ma ancora per parecchio tempo Pulcheria tenne le redini del governo, in questo aiutata da Monassio che era succeduto ad Aureliano nella carica di prefetto del pretorio. Il principale avvenimento degli anni successivi fu la decisione del governo di installare sul trono dell'Impero d'occidente il cugino dell'Imperatore Valentiniano III che era ancora un ragazzo e il disegno venne debitamente realizzato nel 425: come preliminare le autorità dell'Impero d'Oriente avevano occupato Salonae in Dalmazia facendo così capire che rivendicavano il possesso di quel territorio (e del suo retroterra) dall'Occidente come un quid pro quo e anche questa sistemazione fu portata ad effetto.

Frattanto stabilitosi Valentiniano a Ravenna, Teodosio II si mise in viaggio per l'Italia per incoronarlo con le proprie mani, ma giunto a Tessalonica cadde ammalato e dovette essere rappresentato da Helion suo Maestro degli Uffici (magister officiorum). Nel medesimo anno fu presa un'iniziativa importante per dotare Costantinopoli di un'università. Costantino I aveva fondato una scuola nello Stoa e Costanzo II l'aveva trasferita sul Campidoglio. Giuliano l'aveva dotata di una biblioteca pubblica di grande valore. Teodosio II a sua volta istituì le cattedre per dieci grammatici o filosofi greci e per dieci latini, per cinque retori greci e tre latini, per due giuristi e per un filosofo.

La preponderanza dei retori greci su quelli latini segnò un passo nel graduale processo di sostituzione della lingua greca a quella latina negli affari dell'Impero d'Oriente.

L'avvenimento più importante ddel regno tuttavia fu la compilazione in latino del Codice Teodosiano, una raccolta di leggi fatta per ordine dell'Imperatore d'Oriente e pubblicata nel 438 dopo otto anni di lavoro condotto in collaborazione col collega Valentiniano III. Teodosio II morì in seguito ad una caduta da cavallo nel 450, mentre attraversava il fiume Lycys, non lontano da Costantinopoli, rompendosi la spina dorsale.

[modifica] Codice teodosiano

Tremisse che rappresenta Aelia Eudocia moglie di Teodosio II.
Tremisse che rappresenta Aelia Eudocia moglie di Teodosio II.

Il codice composto da sedici libri contiene una raccolta delle leggi dell'Impero emanate nel corso di oltre un secolo e in buona parte costituì la base per la redazione del codice giustinianeo che vide la luce un secolo dopo. Esercitò un grande influsso sulla legislazione dei popoli germani che allora si andavano affermando. Per esempio la Legge romana dei Visigoti o Breviario di Alarico (Alarico II del VI secolo) che divenne la fonte principale del diritto romano in Occidente, sostanzialmente non è che un compendio del Codice Teodosiano integrato da altre raccolte.

Il 14 novembre 435 Teodosio II ordinò la distruzione di tutti i templi pagani rimanenti:

« Impp. theodosius et valentinianus aa. isidoro praefecto praetorio. omnibus sceleratae mentis paganae exsecrandis hostiarum immolationibus damnandisque sacrificiis ceterisque antiquiorum sanctionum auctoritate prohibitis interdicimus cunctaque eorum fana templa delubra, si qua etiam nunc restant integra, praecepto magistratuum destrui collocationeque venerandae christianae religionis signi expiari praecipimus, scientibus universis, si quem huic legi aput competentem iudicem idoneis probationibus illusisse constiterit, eum morte esse multandum. dat. xviii kal. dec. constantinopoli theodosio xv et valentiniano iiii aa. conss. »

[modifica] Testimonianze e personalità di Teodosio II

L'impero bizantino alla morte di Teodosio II.
L'impero bizantino alla morte di Teodosio II.

Sebbene non avesse una grande personalità politica, il regno di Teodosio II comunque fu ricco di iniziative e fondamentale per la sua storia futura. In questo ampio periodo di tempo generalmente ebbe come consiglieri uomini competenti, dei quali l'imperatore si fidava ciecamente. Teodosio II, comunque, non era un indolente e un ozioso come il padre Arcadio. Infatti Teodosio II era uno studioso insigne, che amava circondarsi di uomini dotti e di filosofi. Condusse una vita appartata dedicandosi allo studio delle scienze, compresa l'astronomia, e incoraggiando le ricerche storiche: a lui dedicarono le proprie cronache Olimpiodoro e Sozomeno. Il suo interesse principale, tuttavia, era la teologia. Grazie alla sua abilità di calligrafo, l'imperatore tradusse e copiò di propria mano numerosi testi sull'argomento. Teodosio era di carattere dolce e gentile, e non amava infliggere pene capitali. Due scrittori cristiani ortdossi, Teodoreto e Sozomeno, vedevano nell'imperatore un gentile sacerdote affiancato dalle sue sorelle, tra le quali spiccava Pulcheria, donne virtuose e molto devote.

[modifica] Bibliografia

  • Georg Ostrogorsky. Storia dell'Impero bizantino. Milano, Einaudi, 1968. ISBN 8806173626
  • Gerhard Herm. I bizantini. Milano, Garzanti, 1985.
  • John Julius Norwich. Bisanzio . Milano, Mondadori, 2000. ISBN 8804481854
  • Silvia Ronchey. Lo stato bizantino . Torino, Einaudi, 2002. ISBN 8806162551
  • Alexander P Kazhdan. Bisanzio e la sua civiltà . 2a ed. Bari, Laterza, 2004. ISBN 8842046914
  • Giorgio Ravegnani. La storia di Bisanzio . Roma, Jouvence, 2004. ISBN 8878013536
  • Ralph-Johannes Lilie. Bisanzio la seconda Roma . Roma, Newton & Compton, 2005. ISBN 88-541-0286-5
  • Alain Ducellier. Bisanzio (IV-XV secolo) . Milano, San Paolo, 2005. ISBN 8821553663
  • Charles Diehl, Figure bizantine, introduzione di Silvia Ronchey, 2007 (1927 originale), Einaudi, ISBN 978-88-06-19077-4
  • Giorgio Ravegnani. Imperatori di Bisanzio . Bologna, Il Mulino, 2008. ISBN 978-88-15-12174-5

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Predecessore: Imperatore bizantino Successore:
Arcadio 408-450 Marciano I
II
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