Ruoti
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Ruoti | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
|
|||||||||
Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Basilicata | ||||||||
Provincia: | Potenza | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 756 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 55 km² | ||||||||
Abitanti: |
|
||||||||
Densità: | 65 ab./km² | ||||||||
Comuni contigui: | Avigliano, Baragiano, Bella, Picerno, Potenza | ||||||||
CAP: | 85056 | ||||||||
Pref. tel: | 0971 | ||||||||
Codice ISTAT: | 076071 | ||||||||
Codice catasto: | H641 | ||||||||
Visita il Portale Italia |
Ruoti è un comune di 3.599 abitanti della provincia di Potenza, fa parte della Comunità montana Marmo Platano.
Indice |
[modifica] Presentazione
Il paese di Ruoti è situato su di un'altura dominante il corso della fiumara di Avigliano. Gli abitanti si chiamano ruotesi.
[modifica] Storia
Il rinvenimento nel centro abitato di resti di mura pre-romane costituite da pietre calcaree di forma omogenea e il ritrovamento, in località Fontana Bona, di una stipe di votiva facente parte di un santuario dedicato ad una divinità campestre, datano la prima presenza di popolazioni Osco-Sabelle nel sito intorno al V-IV secolo a.C. Nel VI sec. a.C. il centro fu edificato lungo un'antica rete stradale che collegava Metaponto con la valle del Sele. Ruoti fu una roccaforte lombarda appartenente alla Contea di Conza e successivamente fu ceduta dai Normanni alla Contea di Conversano. Nel feudo si susseguirono vari signori e nel periodo angioino vi dominarono prima i Sanseverino e poi i Ferillo di Muro. Nel 1511 accolse anche una colonia di profughi albanesi. Nel 1583 fu dominata dai Caracciolo, ed è proprio in quel periodo che Ruoti ottenne gli Statuti Cittadini. Infine il centro appartenne ai Capece Minulto e poi ai Ruffo di Bagnara.
[modifica] Etimologia del nome
Lo storico lucano Giacomo Racioppi sostiene che il termine "Ruoti" derivi dalle forme del basso latino "Rodium", ovvero "terra arabile/aperta all'aratro" e "Rothus", "novale" o maggese. La forma suddetta è anche attestata nel "Rationes Decimarum Italiae" (secoli XIII e XIV). Nell'anno 1324 si ha infatti "Pro beneficio Roti" e "Archipresbiter et clerici Roti".
[modifica] Monumenti
Per le vie del centro storico si possono ammirare pregevoli portali di antichi palazzi. Di interesse artistico è la Chiesa Madre di San Nicola, nel cui interno sono conservati una tela del 1500 raffigurante la Madonna del Rosario, alcune tele settecentesche raffiguranti la Madonna e i Santi opere del pittore Gian Lorenzo Cardone ed una statua lignea di San Nicola del XIV sec. La cupola e le mura perimetrali della struttura, terminati nel 1805, si attribuiscono ad un discepolo del Vanvitelli. In località Badia a Ruoti, a Bucine, si trova la chiesa di San Pietro a Ruoti. La chiesa presenta nella facciata un protiro pensile risalente all'XI secolo. L'interno, a croce latina, è a una sola navata conclusa da abside semicircolare; all'incrocio della navata con il transetto si innalza una cupola rivestita all'esterno da un alto tiburio ottagonale. All'interno, oltre ad affreschi frammentari del XVI secolo, l'Incoronazione della Vergine tra santi di Neri di Bicci (1472).
[modifica] Le Chiese di Ruoti
Le Chiese di Ruoti sono dei veri e propri monumenti, contenitori di opere d'arte di alto pregio sopravvissute al passare dei secoli. Ancora oggi raccontano la storia di questo piccolo paese:
Chiesa Matrice
Già in atti del 8 aprile 1620 del Notaio Masio di Avigliano e del 30 dicembre 1657 del notaio Grippo di Avigliano, la Chiesa Madre di Ruoti viene indicata con il titolo di San Nicola. Per le epoche precedenti si conosce che la Feudataria Zenobia Scaglione fu seppellita "in cornu Evangelii" dell'Altare Maggiore della Chiesa Madre, ed effettivamente nel suddetto luogo, durante un riattamento eseguito verso il 1900, furono trovati resti di una sepoltura che purtroppo poi andarono dispersi. Nel 1794 la vecchia Chiesa, che per ampiezza era circa la metà dell'attuale, ma sita nello stesso luogo e con lo stesso orientamento, venne abbattuta, e la nuova fondazione, che incorporò la vecchia, venne inaugurata dal Vescovo Serrao che vi portò la prima pietra. Le mura e la cupola, furono completate entro il 1805, mentre l'interno venne terminato entro il 1810. Su incarico del Vescovo Serrao, l'architetto Magri, discepolo del Vanvitelli, redasse il progetto, mentre il direttore dei lavori fu il maestro Antonio Porcello che morì cadendo dalla cupola nel 1802. L'altare maggiore della vecchia Chiesa, dedicato a San Nicola, di pietra marmorea della locale Abetina (e che ora è situato sotto la statua del Santo a sinistra dell'altare maggiore), secondo la tradizione fu sostituito dal Magri con un altare della Cattedrale di Potenza, che lo stesso architetto aveva rifatto e conserva ancora i simboli vescovili (mitra e pastorale). Potrebbe però, in mancanza di migliore documentazione, essere stato regalato dal Vescovo Caracciolo alla Chiesa di Ruoti, mentre egli era Vescovo di Potenza e la madre feudataria di Ruoti. Confrontando questo altare con quello della cappella della SS. Annunziata nella Cattedrale di Napoli, di proprietà della famiglia Caracciolo, e ricordandosi che il Vescovo Caracciolo tra il 1616 e il 1623 rifece la Cattedrale di Potenza, si ha la netta impressione che i due altari siano della stessa mano. Nel secolo scorso ebbe una sovrastruttura che ha deformato alquanto la purezza della linea; nel 1960 fu spostato di due metri indietro e vi fu rifatto il piano e la balaustra. Di pietra marmorea dell'Abetina è anche l'altare prima dedicato a Santa Filomena (più recentemente la statua è stata rifatta e dedicata a Sant'Agnese). Degna di nota, a fianco di questo altare, è una statua lignea di San Rocco del 1700 e un reliquario di notevole importanza. Particolare importanza, anche se sciupati dal tempo e da incrostazioni di polvere, hanno quattro dipinti di ignoto autore di scuola napoletana presumibilmente del 1650-1700. Tutti raffigurano in diversi atteggiamenti, la Madonna al centro e santi in venerazione e in preghiera. Quello a sinistra dell'entrata è incorniciato da quindici meravigliosi quadretti che raffigurano i misteri del rosario. Questi quattro quadri furono donati dalla Famiglia Contaldi. Il campanile, preesistente alla nuova Chiesa, fu sopraelevato ed ultimato dopo il 1814, al tempo dell'Arc. Vincenzo Caivano che, dandone l'esempio, sollecitò i cittadini di tutte le condizioni a trasportare pietre dalla "fiumara" di Ruoti. Il terremoto del 16 dicembre 1857 lo danneggiò tanto che si dovette ridurne l'altezza. Ora è di nuovo pericolante. Antecedente alla nuova costruzione, cioè del 1763, è la campana maggiore sulla quale vi è rappresentata la Madonna, San Nicola, Sant'Antonio e il Redentore. Sulla campana media vi è rappresentato San Nicola ed una lucertola (tale campana fu fusa in località Calvario, mentre tutti i cittadini gettavano nella fusione oggetti d'oro e d'argento). Sulla campana piccolina, ora lesionata, v'è il nome del fondatore e la data: Gennaro Danisi. A.D. 1887. Nel 1971 è stato provveduto alla costruzione di una scala interna per accedere alla campana e all'orologio pubblico nonché all'impianto di riscaldamento ad aria calda.
Cappella del Calvario
Sorge all'entrata del paese, su uno spuntone tufaceo che ricorda il monte Calvario. Ha la porta centrale e due porte finestre. Sino a pochi anni fa esisteva, sul frontone, una scritta ora andata perduta. Nel 1874, nello spazio laterale antistante, venne fusa una campana della Chiesa Madre.
Cappella di San Rocco
Nella località Spinosa, durante la peste del 1651, a cura del feudatario dell'epoca venne costruita, su suo terreno, la cappella dedicata a San Rocco. In tale cappella la statua del santo viene portata in processione il 16 agosto e ripresa la prima domenica di settembre, giorno in cui vengono tributati i festeggiamenti. Anche in tale cappella, ora molto malridotta, esiste un portale di pietra dell'Abetina sul cui frontale esiste lo stemma stilizzato dei Capece Minutolo.
Chiesa di S. Vito
Costruita nello spiazzo omonimo, è sostanzialmente una cappella. Vi si trova un altare di pietra locale dell'Abetina che, con gli altri altari e portali delle case di Ruoti, dimostra la presenza nel 1600 - 1700 di valenti scalpellini. Altro altare più recente è dedicato a San Donato. Sulla volta esiste un dipinto raffigurante San Rocco, patrono di Ruoti, con raffigurazione panoramica del paese. È stata restaurata varie volte a devozione di fedeli.
Chiesa della Madonna
Già chiesa del Rosario, si alternava con la chiesa madre come luogo di sepoltura sin quando, nel 1851, venne costruito ed usato il cimitero. Ha un portale di pietra locale da attribuirsi al 1400-1500. Vi è custodito un quadro settecentesco. Il piccolo ossario che vi era annesso al fianco destro, fu rimosso pochi anni fa, allorquando venne costruito l'asilo.
Le Chiese scomparse
Chiesa di San Pietro
Era la chiesetta del castello feudale da pochi anni completamente scomparsa anche nei ruderi in seguito a recente costruzione di casa privata e di pavimentazione della piazzetta antistante. Ne resta il ricordo nella strada omonima.
Chiesa San Sebastiano
Antica cappella nella piccola piazza del paese venne, verso il 1630, dal feudatario unita al cosiddetto "Palazzo del Principe" che in tale anno fu costruito. Il feudatario inoltre ottenne il permesso di costruirvi sopra essendo stata, in tale epoca, la chiesa tolta al culto. Divenne in seguito sede della Guardia nazionale e di recente negozio. Viene ricordata dal vicolo omonimo.
Chiesa di S. Lorenzo
Antica cappella del 1500 circa, costruita, con molta probabilità, durante la dominazione angioina. Nominata in molti documenti del 1600, come cappella già sconsacrata, venne in seguito venduta ed attualmente è incorporata in una casa privata. Il ricordo ne è tramandato dalla piazzetta omonima.
[modifica] Economia
Nel territorio, oltre agli allevamenti degli ovini e caprini, dal cui latte si ricavano ottimi formaggi, sono molto diffuse le colture cerealicole. Si coltivano in particolare frumento, foraggi, ortaggi. Di particolare pregio della zona gli oliveti, frutteti e vigneti, dai quali si ricava il vino Asprino. L’industria è per lo più rivolta al comparto alimentare: il prodotto principe è quello lattiero-caseario.
[modifica] Curiosità
Nelle vicinanze del paese è situata l'Abetina di Ruoti, segnalata dalla Società Botanica Italiana per la presenza dell'abete bianco ormai diventato una specie rara.
Il bosco di Abetina è situato in territorio di Ruoti a circa 900 metri di altitudine, dista 14 km dal capoluogo di regione; 5 Km dal centro abitato da Ruoti e 6 Km dal centro abitato di Avigliano. Ricopre una superficie boschiva di 123 ettari. La piovosità media è circa 980 mm/anno, la temperatura è di circa 12 gradi C, il suolo + mediamente profondo a tessitura argillosa e dotato di abbondante sostanza organica. Il termine "Abetina" individua una formazione boschiva in cui l'abete bianco (Abies Alba) rappresenta il 90% circa della popolazione. Questo era un termine adeguato per il popolamento di Ruoti che fino agli anni anteriori alla II guerra mondiale rappresentava uno dei maggiori nuclei di abetina spontanea italiana; il bosco di proprietà privata era rimasto inutilizzato e ciò aveva favorito la sua conservazione, tant'è che secondo i racconti della gente degli anni 30 il popolamento aveva dimensioni tali da consentire di attraversarlo completamente camminando sui rami. In passato, l'Abetina ricopriva le pendici nord - occidentali della montagna Li Foi di Ruoti e Picerno, giungendo a lambire il monte Carmine. Negli anni 1650 - 1700 l'Abetina di Ruoti costituiva la continuazione degli altri boschi del massiccio principale di Li Foi e propriamente dei boschi del Principe Ruffo e del comune di Ruoti, dai quali oggi è separato, per circa 2 Km, da terreni a coltura agraria e pascolo, alternati a piccoli gruppi boscosi che attestano l'antica continuità del bosco Abetina col "Bosco Grande" attualmente di proprietà del comune di Ruoti e della Regione Basilicata.
[modifica] Santo Patrono
Il Patrono di Ruoti è San Rocco, e si festeggia il 16 agosto ma anche la prima domenica di settembre. San Rocco viene raffigurato con un cane, una croce sul lato del cuore, un angelo, e i simboli del pellegrino. Infatt è un santo francese venerato dalla Chiesa cattolica come protettore dei pellegrini, degli appestati e più in generale dei contagiati, dei farmacisti, dei becchini. È il santo che ha il maggior numero di luoghi di culto dedicati, a livello mondiale. A Ruoti la festa in onore di San Rocco si celebra in Contrada Spinosa.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Voci correlate
- Portale Basilicata: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di Basilicata