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Pteronura brasiliensis - Wikipedia

Pteronura brasiliensis

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

È straordinario come un animale così grande e distinto come la lontra gigante (Pteronura brasiliensis) abbia potuto dar luogo a tante confusioni e imprecisioni. Le più antiche descrizioni (Marcgrave, Ray, Buffon, lo stesso Linneo), basate per lo più su racconti o dati di seconda mano, sono tutte viziate da errori evidenti e da confusione con altri animali, in particolare con la lontra di mare (forse perché di dimensioni analoghe) o con la tayra (Eira barbara). E a lungo i sistematici non si sono messi d'accordo neppure sul nome del primo descrittore ufficiale, da alcuni individuato in Zimmermann, da altri in Blumenbach, da altri ancora in Gmelin. Oggi è nel lavoro di quest'ultimo, apparso nel 1788, che viene definitivamente riconosciuto l'atto ufficiale di nascita della specie.

Eccezion fatta per la sola lontra di mare, la lontra gigante è la più grande e differenziata dell'intera famiglia, e uno dei più grossi carnivori dell'intero Sud America. I maschi adulti possono raggiungere una lunghezza totale di 150-180 centimetri, e un peso fino ad oltre 30-32 chilogrammi, ed esistono segnalazioni (non tutte peraltro ugualmente attendibili) che registrano misure ancora superiori. La caratteristica maggiore risiede nella coda, forte e muscolosa, lunga da 50 a 70 centimetri, spessa alla base e poi fortemente appiattita in senso dorso-ventrale dalla metà fino alla punta. Il capo è invece proporzionalmente piccolo, con un muso molto corto e occhi tondeggianti situati ben in alto. I piedi sono grandi e dotati di una larga palmatura tra le dita.

Contrariamente ad altre specie di lontre, la lontra gigante è un animale a costumi diurni, che vive di solito in gruppi familiari composti da 4-8 individui e in qualche caso di più. Esistono segnalazioni di gruppi composti da oltre 12 individui, e perfino da 15, 16 e in un caso anche 20. Sembra comunque evidente che il gruppo-base è costituito da una coppia con uno o più subadulti e i giovani dell'anno, e che gli occasionali avvistamenti di aggregati più numerosi siano dovuti a temporanee unioni di due gruppi distinti, che si spostano congiuntamente dai propri territori nella stagione secca alle zone frequentate durante la stagione delle piogge. La spiccata socialità della lontra gigante e la base familiare di formazione dei gruppi sono comunque elementi conosciuti da tempo, avendo evidentemente colpito lo spirito di osservazione dei primi esploratori della grande foresta amazzonica: già nel 1840 lo zoologo R. Schomburg annotava che «nella stessa comunità vi sono lontre di tutte le taglie, apparentemente appartenenti a tre o quattro generazioni successive».

Fino a non molti anni fa la biologia della lontra gigante era comunque quasi del tutto sconosciuta. Quel poco che si sapeva lo si doveva alle esperienze e ai racconti di quanti, la lontra, la cercavano per cacciarla e ucciderla. e poiché tutti gli osservatori concordano nel riferire delle abitudini sociali e diurne della specie, e della sua totale mancanza di timore nei confronti dell'uomo (verso il quale mostrava anzi una spiccata curiosità, e talvolta perfino una certa aggressività, avvicinando regolarmente le canoe di quanti si avventuravano lungo i vari corsi d'acqua del bacino), è facile capire come la lontra abbia per decenni rappresentato una ben facile preda per cacciatori e cercatori di pellicce: fino a sparire del tutto, in qualche caso da vaste regioni, e a trovarsi come specie nell'attuale stato di animale minacciato o vulnerabile un po' in tutto il suo enorme areale di distribuzione.

È solo in questi ultimi anni, come conseguenza dell'accertato stato di pericolo della specie, che vi è stato per essa un risveglio di interesse e di attività. Uno studio in natura sulla biologia della lontra, mirato anche a definire le cause della scomparsa e indicarne le esigenze di conservazione, era infatti divenuto un'urgente priorità dell'IUCN Otter Specialist Group: e si deve appunto ad una giovane biologa franco-americana, Nicole Duplaix, attuale chairman del gruppo, il primo serio e completo studio sull'ecologia e sul comportamento della specie, condotto nel Suriname (soprattutto sui fiumi Corantjin, Coppename e Commewijne, e loro affluenti minori) tra il novembre del 1975 e l'aprile del 1978. In condizioni ambientali spesso assai difficili, studiando soprattutto un gruppo di lontre residenti nel Kaboeri Creek (un affluente del Corantjin), e giungendo perfino a saperle riconoscere individualmente grazie alla diversa maculazione della parte inferiore della gola, la Duplaix ha definitivamente chiarito moltissimi aspetti della vita di questo affascinante endemismo sudamericano, dalle esigenze alimentari e di habitat ai fattori di mortalità, dalla competizione (praticamente inesistente, dato il diverso sistema di vita) con la più piccola lontra comune al repertorio comportamentale interno ed esterno al gruppo sociale. Altri studiosi, in particolare i coniugi Keith e Liz Laidler, hanno poi in parte proseguito gli studi studi della Duplaix, seguendo e filmando per tre anni la lontra gigante nelle giungle della Guiana, poco a sud di Georgetown, e narrando le proprie esperienze in un affascinante libro (The River Wolf, cioè il «lupo» del fiume) uscito nel 1983.

Indice

[modifica] Problemi di conservazione

Si è già detto come le abitudini confidenti e diurne della lontra gigante ne abbiano fatto da sempre una preda facile e ambita dai cacciatori di pellicce. Le notevoli dimensioni dell'animale, garantendo una pelliccia più che doppia rispetto a quella della lontra comune, la rendevano ancor più appetibile. Una sola pelle poteva fruttare al cacciatore l'equivalente di 50 dollari (più di quanto avrebbe potuto guadagnare in dieci giorni di duro lavoro nel taglio della foresta), per poi venir venduta sui mercati americani o europei a prezzi almeno cinque volte maggiori. Ecco così che per decenni sono state esportate dai paesi sudamericani decine di migliaia di pelli di lontra gigante, con effetti disastrosi per la conservazione della specie. Nigel J. Smith, che ha riassunto nel 1981 i dati essenziali di questo enorme traffico, riferisce che tra il 1960 e il 1969 non meno di 20.000 pelli sono state ufficialmente esportate dall'Amazzonia brasiliana, quasi 24.000 da quella peruviana negli anni 1946-73 (su un'area però molto più piccola), e oltre 7500 tra il 1950 e il 1965 dal solo stato brasiliano di Amazzonia. Dal 1973 la specie è protetta nell'Appendice I della CITES e ne è proibita l'uccisione in tutto il suo areale, ma i controlli sono praticamente inesistenti o impossibili, e il bracconaggio continua a mietere stragi, alimentate dalla continua domanda che seguita a venire dai paesi sviluppati (soprattutto da quelli che non hanno sottoscritto la CITES). La crescente penetrazione umana anche nelle aree più remote e un tempo disabitate distrugge inoltre ogni giorno di più l'habitat della lontra, e rende più acuto il problema del bracconaggio.

Oggi la situazione della specie, secondo i dati del Red Data book dell'IUCN, appare alquanto drammatica in tutto il suo areale. Residuano popolazioni in Colombia (in poche aree dei bacini dell'Orinoco, del Rio Mesay e del Rio Apaya), in Suriname e Guiane (ancora relativamente abbondante, ma si tratta di piccoli paesi), in Ecuador (estremamente rara), in Venezuela (minacciatissima), in Bolivia e Paraguay (certamente assai scarsa), in Perù (ormai solo in pochissime zone), in Brasile (ormai virtualmente assente da tutti i maggiori affluenti del Rio delle Amazzoni, salvo forse lo Xingù), in Argentina (solo nell'area del Parco Nazionale Iguazù) e in Uruguay (dove è considerata estinta o quasi). Si tratta naturalmente di popolazioni largamente isolate l'una dall'altra, e solo poche di esse vivono all'interno di parchi nazionali o altre aree protette.

[modifica] Bibliografia

  • Groenendijk, J., Hajek, F. & Schenck, C. 2004. Pteronura brasiliensis. In: 2007 IUCN Red List of Threatened Species. IUCN 2007.

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