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Partito Sardo d'Azione - Wikipedia

Partito Sardo d'Azione

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Partito Sardo d'Azione
Partito politico regionale italiano
Leader Efisio Trincas
Fondazione 1920
Ideologia indipendentismo, autonomismo
Partito europeo Alleanza Libera Europea
Deputati 0
Senatori 0
Europarlamentari 0
Sito web www.psdaz.org

Il Partito Sardo d'Azione (Partidu Sardu) è un partito politico natzionale attivo in Sardegna, fondato dopo la Prima Guerra Mondiale da Davide Cova, Emilio Lussu e da altri veterani delle brigate sassarine.

Schierato al di fuori dai poli della politica italiana, in passato collaborava con la coalizione del centrosinistra. A livello europeo, aderisce al Partito Democratico dei Popoli d'Europa.

Dal 2006 collabora con la Lega Nord e il Movimento per l'Autonomia nella creazione di un progetto denominato "Patto per le autonomie", che riunisce più movimenti autonomisti di varie parti d'Italia.

[modifica] Storia

Agli inizi del XX secolo, in Sardegna, regione poverissima e senza mezzi, alcuni giovani impegnati nella questione sarda, a Cagliari, in particolare Attilio Deffenu e Davide Cova, diedero il via a un movimento sardo che promuoveva la conquista dell'autonomia e fondarono il giornale" Sardegna" che, oltre a denunciare i fatti e le politiche contrarie allo sviluppo isolano, diffondeva le idee del nuovo movimento d'ispirazione mazziniana e basato sull'azione, sull'educazione, sulla riscoperta delle radici, sulle conquiste dei diritti umani. Dopo la Prima Guerra Mondiale Davide Cova fondò il giornale "Il Popolo Sardo"e nel 1919, il giornale "Il Solco", voce di un nuovo partito, fondato ufficialmente nel mese di Aprile del 1921 ad Oristano, il Partito Sardo D'azione, con Emilio Lussu, e altri soprattutto ex combattenti della Brigata Sassari,nel Partito militavano anche donne. Nel 1923, molti sardisti confluirono nel Partito Nazionale Fascista. Il Partito Sardo D'Azione fu soppresso. Continuò tuttavia l'azione di alcuni volenterosi che ne custodirono i simboli e i principi e una mai abbandonata idea di risolvere realmente i problemi sardi e di creare uno statuto regionale. Il Solco continuò ad essere stampato clandestinamente. Negli Anni Quaranta, al suo rientro in Sardegna dopo la caduta del regime fascista Emilio Lussu al primo congresso del Partito del 1944 tenuto ad Oristano nei locali del cinema Arborea, si dissociò inaspettatamente dall'idea autonomista. Per Davide Cova, morto qualche anno dopo, nel maggio del 1947 fu un errore che avrebbe portato a disgregare il Partito. Negli anni successivi alla proclamazione della Repubblica,si aggiunse la sirena rappresentata dalla Lega sarda fondata nell'immediato dopoguerra dall'ex sardista Bastià Pirisi, dichiaratamente indipendentista ma su posizioni filofasciste (occorre dire che nel Psda i dirigenti indipendentisti erano assai pochi ed isolati). Il tentativo lussiano di collocare il Parito Sardo nel solco della tradizione socialista tuttavia fallì. La scissione del gruppo di Lussu 1948 portò alla fondazione dell'effimero Partito Sardo d'Azione Socialista, che quasi immediatamente confluì nel Partito Socialista Italiano.

Nel Dopoguerra ebbe un certo seguito elettorale, fino a giungere a picchi del 10% e, fino alla fine degli anni sessanta, nel Consiglio regionale della Sardegna, strinse perlopiù alleanza con la Democrazia Cristiana, a lungo dominatrice della politica locale; solamente negli anni settanta, quando i suoi consensi elettorali andarono calando, il partito scelse l'alleanza elettorale col PCI.

Negli Anni Ottanta, sull'onda di un nuovo spirito autonomista che cresceva impetuoso in Sardegna, il Psd'az ottenne clamorosi successi elettorali, attestandosi nelle elezioni regionali del 1984 ad oltre il 13% dei voti, ma ottenendo successi ancor più clamorosi in città quali Oristano (quasi il 20%) e nei quartieri più popolari di Cagliari (oltre il 30%). L'esponente più prestigioso del partito, l'avvocato di Oliena Mario Melis, già deputato, divenne presidente della giunta regionale della Sardegna, carica che mantenne fino al 1989 in alleanza coi partiti laici (PSDI, PRI) e della sinistra (PCI e PSI).

Alle elezioni regionali del 1989, il Psd'az ebbe un calo di voti, scendendo al 10% circa, e non riuscì a confermarsi alla guida della Regione; da allora il partito ha conosciuto un lento declino quanto ai consensi ottenuti, tornando alle dimensioni di una piccola forza politica, rivelatasi però decisiva in più occasioni.

Con quattro consiglieri regionali ha partecipato alla Giunta di governo di centrosinistra facendo approvare nel periodo tra il 1994 e il 1996 provvedimenti importanti quali la legge sulla tutela della lingua sarda, la legge di riforma delle province e la legge sulla bandiera sarda, vista come elemento di unione nazionale del popolo sardo (segretari nazionali di quel periodo Cecilia Contu fino al 1995 e Lorenzo Palermo fino al 1997). Con il patto siglato fra Prodi ed il segretario Palermo il Partito Sardo d'Azione elegge nel 1996 il proprio presidente Franco Meloni al Senato.

Entrata in crisi l'alleanza con il centrosinistra il partito ha conosciuto un periodo di grave agitazione interna, e la lunga reggenza istituzionale del presidente Meloni; tale situazione è durata fino al congresso di Sassari del luglio 2000 che ha visto eletti Lorenzo Palermo presidente del Partito e Giacomo Sanna segretario.

Il PSd'Az deve reggere la critica di essersi spesso "autoescluso" dai giochi della politica sarda con la scelta di non schierarsi né col centrodestra né col centrosinistra, come avvenuto alle elezioni regionali del 1999 (vinte dal centrodestra), alle elezioni politiche del 2001 e a quelle regionali del 2004, che hanno visto la netta affermazione di Renato Soru, già presidente di Tiscali e leader del centrosinistra.

Ultimamente, sull'onda di una certa rinascita del sentimento autonomista in Sardegna, animato anche dalle posizioni politiche del presidente Soru, il Psd'az appare in lieve ripresa elettorale ed è rientrato nei giochi politici.

Alle elezioni provinciali del 2005, che hanno interessato tutto il territorio della Sardegna (nella nuova suddivisione in otto province), dopo un accordo esclusivamente elettorale con la coalizione dell'Unione, il Partito Sardo d'Azione ha raccolto complessivamente circa 47 mila voti (il 5,5% delle preferenze), con punte più elevate nelle province di Nuoro e Oristano.

Per quanto riguarda le elezioni politiche del 2006, alla Camera il partito ha deciso di candidare due suoi esponenti nella lista del Patto per le autonomie sotto le insegne di Lega Nord e MPA. Al Senato, invece, il partito si presenta solo in Sardegna con liste autonome svincolate dalle due principali coalizioni.

[modifica] Voci correlate


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