Davide Cova
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Davide Cova (Cagliari, 27 giugno 1891 – Oristano, 9 maggio 1947) è stato un giornalista, politico e ingegnere italiano. Nella sua vita,orientata verso la difesa dei diritti umani, le sue scelte, la sua azione politica, l'esercizio stesso della sua professione d'ingegnere, rivolti sia alla salvaguardia che al progresso, furono ampiamente dedicati sopratutto al sostegno e allo sviluppo della Sardegna.
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[modifica] Biografia
Davide Cova nacque a Cagliari,il 27 giugno 1891,fu ingegnere, giornalista e uomo politico.Trascorse l'infanzia,l'adolescenza e parte della giovinezza nella sua città natale. Viaggiò in varie parti d'Italia e all'estero. Dopo la morte del padre, fu incoraggiato dalla madre a continuare gli studi alla Regia Facoltà di Matematica di Cagliari, dov'era apprezzato dai suoi insegnanti, scienziati di fama come Domenico Lovisato di Mineralogia, e Antonio Fais di Calcolo infinitesimale. Continuò gli studi a Milano, al Regio Istituto Tecnico oPolitecnico, laureandosi in ingegneria industriale nel 1914, conseguì il diploma in architettura e vari titoli di specializzazione. Ideologo e fondatore, nel primo periodo del XX secolo, del Movimento per la rinascita della Sardegna, definito anche "Rinascimento sardo",sorto per favorire il superamento dello stato di disagio del popolo sardo da secoli oppresso,fondò a Cagliari il giornale "Sardegna" con Attilio Deffenu. Partecipò a Milano a movimenti per i diritti umani. Dopo la Prima Guerra Mondiale fondò a Cagliari i giornali "Il Popolo Sardo" e "Il Solco". Nella Piazza Martiri aprì uno studio d'ingegnere in società con un altro. Ideatore di un partito di sostegno alla Sardegna, sostenitore dell'autonomia e della valorizzazione e diffusione della cultura si batté per l'autonomia regionale durante tutta la sua vita. Fondò con Emilio Lussu, Camillo Bellieni ed altri amici il"Partito Sardo D'Azione". Lavorò a diversi progetti d'ingegneria e architettura.Fu insegnante all'Università di Cagliari e fece parte della Società Ginnastica "Amsicora" di Cagliari fin dagli anni immediatamente successivi alla sua fondazione,prima come atleta, dopo fu istruttore tecnico di nuoto e atletica e contribuì, fino al 1921, alla nascita di strutture per la pratica sportiva e alla progettazione e organizzazione delle fiere di maggio collaborando col cavalier Guido Costa (Fiera Campionaria della Sardegna). Progettò la risistemazione dell'orto botanico di Cagliari, edifici, trasformazioni fondiarie agrarie in varie parti dell'Isola e bonifiche nel Campidano di Oristano. A Oristano aprì uno studio d'ingegnere. Nominato ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico del Municipio di Oristano, progettò e realizzò varie opere importanti. Si sposò con un'insegnante ed ebbe sei figli. Dopo la caduta del fascismo fu sindaco della Città. Morì a Oristano,sul treno per Cagliari il 9 maggio 1947.
[modifica] L'azione politica e sociale
Ancora giovanissimo Davide Cova si occupò della "Questione Sarda" con un gruppo di amici e studiosi riuniti a Cagliari per analizzare i grandi problemi della Sardegna sorti nei lunghi secoli in cui l'Isola fu luogo di pena o da depredare che continuavano irrisolti a mantenere la Regione in stato di miseria, mancanza di scuole, di strade, di industrie e leggi adeguate. La presenza dello Stato nella Sardegna, fin verso la fine dell'Ottocento, era stata soprattutto per gli avventi fiscali: anche gli studi condotti sulla società e sull'economia avevano avuto, ancora agli inizi del nuovo secolo, questo principale scopo. Il malessere generale contribuiva ad alimentare ancor più conflitti e faide all'interno delle comunità, specialmente nello zone che restavano maggiormente isolate per la scarsa viabilità. Davide Cova desiderando una società più giusta fondò tra il 1909-1910 un movimento politico,in parte d'ispirazione Mazziniana, il "Movimento Sardo" definito "rinascimento sardo" che iniziava la sua azione col promuovere nei sardi la consapevolezza dell'identità, il senso del valore della propria cultura , l'amore per la propria terra devastata anche dal disboscamento, voluto prima dal Cavour ed ancora attivo per la carbonizzazione dei restanti boschi. Nello stesso periodo, sempre a Cagliari, fondò con Attilio Deffenu il giornale "Sardegna" illustrato dal pittore Mario Delitala, che intendeva portare avanti gli ideali del Movimento Sardo, in particolare: liberare la Sardegna dal protezionismo che favoriva le fabbriche del Nord ed impediva qualsiasi attività all'imprenditoria locale sarda, promuovere l'arte e l'espressione nelle sue varie forme, quali mezzi importanti per comunicare, educare, produrre, sviluppare una maggior coscienza politica tra i sardi. Davide Cova bussò alle porte di ministri e uomini di potere per far conoscere la situazione della Sardegna.Si recò anche dal ministro Giovanni Giolitti al quale presentò una dettagliata relazione sui problemi Isolani; dal Ministro ebbe in risposta la promessa del suo intervento a sostegno della Sardegna "purché s'approntassero progetti di una certa entità di cui il territorio abbisognava e per i quali sarebbero occorsi capitali pubblici e privati". Nel 1911 in Sardegna iniziarono i lavori per la costruzione delle centrali elettriche sul fiume Tirso e sul Coghinas. Davide Cova aderì a movimenti culturali e per le conquiste dei diritti umani; collaborò al "Movimento per il suffragio universale" e per i Diritti dei Lavoratori, fu impegnato per il Meridione e diede sostegno al nascente in Italia "Movimento per la Liberazione della Donna" specialmente dopo la legge elettorale suffragio universale, approvata nel 1913, che escluse totalmente le donne dal diritto di voto. In conseguenza della lentezza di risposte da parte del Ministero, si recò a Roma con altri esponenti del Movimento Sardo, tra cui Deffenu e Sanna, per protestare contro le inadempienze e la noncuranza nei confronti dell'Isola.Ricevuti da rappresentanti del Ministero, i delegati ottennero alcune promesse, vanificate negli anni successivi.Dovunque a Milano erano scontri e tafferugli, tra interventisti e non interventisti, comizi che sfociavano in risse e finivano con l'intervento della polizia. Davide Cova non era favorevole all'intervento,ritenendo più saggia la soluzione diplomatica, pensando alle future conseguenze che avrebbero portato ad interrompere il nuovo discorso da portare avanti, in Sardegna e nel resto d'Italia, le nuove idee in molti campi, sia sociali che economici. Non dello stesso avviso Deffenu il quale fu tra coloro che si lasciarono affascinare dall'idea interventista e nonostante avesse problemi di salute, dichiarò di volersi arruolare volontario e mise la sua firma in un proclama. Ai primi di luglio del 1915 i coscritti partivano per combattere: era scoppiata la Prima Guerra Mondiale. Verso la fine del 1917 Davide Cova fondava a Cagliari, con alcuni studiosi, Egidio Pilia,Filiberto Farci e Caddeo, il giornale "Il Popolo Sardo" per continuare a promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale, la diffusione della cultura,lo sviluppo dell'agricoltura e la conquista dell'autonomia isolana. La guerra aveva portato alla Sardegna nuovi problemi Molti giovani erano morti in combattimento, tra cui Attilio Deffenu e dodici atleti della"Società Ginnastica Amsicora" di Cagliari che si era distinta riportando con Loi nel 1912 l'oro alle Olimpiadi.
[modifica] La nascita del Partito Sardo D'azione
Nel 1919, cessata la pubblicazione de "Il Popolo Sardo", Davide Cova fondava il periodico "Il Solco", dove venivano espressi i motivi della necessità di un regionalismo per l'Isola e l'esortazione dei sardi all'azione, nei vari campi della cultura, del lavoro, dell'arte. Presentava ai sardi, la necessità di un partito di sostegno ai parlamentari della Sardegna, e fondava tra il 1920 e il 1921 il Partito Sardo D'azione,con Emilio Lussu e Camillo Bellieni. L'amicizia di Davide Cova con Emilio Lussu risale agli anni tra il 1919, 1920 quando Lussu andò ad abitare a Cagliari,con Pietro Mastino, nella Piazza Costituzione, a poca distanza dal suo studio d'ingegnere che aveva sede nella Piazza Martiri. Le nuove idee diffuse dai giornali" Il Popolo Sardo" e Il Solco" che promuovevano un nuovo modo di affrontare i problemi atavici dell'Isola attirarono l'attenzione degli intellettuali sardi nella Cagliari,da sempre, luogo d'afflusso di studenti e professionisti isolani, divenuta in questo periodo punto d'incontro dei sardi ispirati dalle idee del nuovo Partito. Alle elezioni del 1920 il successo fu grande con quattro parlamentari sardi in Parlamento e dovunque nell'Isola si osservò una rinata fiducia. Nei congressi di quegli anni Davide Cova definiva la Sardegna: "Cuore del Mediterraneo" per la sua centralità geografica nel mare e sosteneva la necessità di creare infrastrutture e porti per rendere più facili la comunicazione e gli scambi. Ad Oristano nel 1920 definì la città "Cuore dell'Isola", per la sua posizione di quasi equidistanza dagli altri centri, e per la sua funzione simbolica in quanto patria della Giudicessa Eleonora D'Arborea, la promulgatrice del primo codice di leggi sardo. L'anno dopo, ad Oristano,nel congresso del 17, 18 Aprile del 1921 il Partito Sardo D'azione nacque ufficialmente. Quindi sulle linee fondamentali del programma tracciate in precedenza,continuando l'opera pedagogica e divulgativa dell'idea autonomista,il Partito andava ad organizzarsi con diverse sezioni nell'Isola, registrando tra gli iscritti la maggior parte degli ex combattenti sardi. Il successo del Partito Sardo suscitò l'antagonismo dei raggruppamenti fascisti che dal 1919 andavano costituendosi in tutta la Sardegna e in particolare a Cagliari dove egli fu aggredito da un gruppo di scalmanati. Le squadre fasciste sostenute dalla propaganda che in loro favore faceva in quel periodo "L'Unione Sarda" praticavano lo scontro fisico con l'avversario politico, ne distruggevano le sedi denunciate come "covi di sovversivi". I Sardisti, in particolare,erano apertamente accusati di voler distruggere l'unità nazionale: il giornale "Il Solco" fu bruciato in piazza e Davide Cova per fortuna scampò all'arresto, riuscendo a mettersi in salvo: fuggi prima a Tunisi, poi a Milano. Rientrò per dimorare soprattutto ad Oristano dov'era stato nominato ingegnere dirigente dell'Ufficio tecnico municipale e dove realizzò diversi progetti per la Città: il monumento ai Caduti, l' acquedotto(per la cui realizzazione fece studi sull'acquedotto delle Puglie, allora il più grande ed efficiente d'Europa), il caseggiato della scuola elementare, i giardini pubblici, numerosi edifici , aziende agricole, opere di bonifica e di trasformazione fondiaria ecc.
[modifica] La Scuola D'Arte Applicata di Oristano e un progetto urbanistico-modello per l'Isola
Nel 1923 ad Oristano, Davide Cova progettò,l'edificio della scuola elementare e la Scuola d'Arte applicata, per l'insegnamento artistico di pittura, ceramica, scultura ed altre attività artistiche ed artigianali. Eseguì quest'ultima opera su una struttura preesistente in stato di abbandono, ristrutturandola, ampliandola e dotandola delle aule necessarie, delle fornaci per la cottura dei manufatti d'argilla ed attrezzature per gli insegnamenti delle diverse materie,tra cui erano comprese, oltre alle arti grafiche (disegno, decoro, stampa, pittura),la lavorazione artigianale artistica del legno, del ferro e di altri materiali. Nella Scuola, giunsero, da lui invitati a prestarvi insegnamento, gli artisti sardi migliori del periodo, suoi amici da molti anni prima, tra cui lo scultore ceramista(Francesco Ciusa, i pittori Felice Melis Marini, Antonio Ballero, Mario Delitala, il decoratore, incisore, arredatore Gaetano Ciuffo, i pittori Carmelo Floris, Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Giorgio Pintus e un giovanissimo Carlo Contini,inoltre maestri del legno e del ferro; egli v'insegnava elementi d'archittetura e disegno. La Scuola D'arte Applicata di Oristano, inaugurata ufficialmente dalle autorità nel 1925,forniva ai giovani preparazione e competenza artistica ma anche cultura generale ed era il centro per la nascita di nuove idee, utili per le attività artigianali ed industriali. Ben presto se ne videro i risultati ed aumentarono le iscrizioni di allievi e le ordinazioni di lavori ed opere. La scuola faceva parte di un progetto molto ampio che l'ingegner Cova aveva preparato per Oristano, ma che nelle sue intenzioni costituiva un modello da estendere adeguatamente nell'Isola: si trattava di un piano regolatore per Oristano ed i paesi limitrofi che prospettava la nascita del porto nell'ampio Golfo di Oristano, e quella di un borgo nella marina della Gran Torre (oggi Torregrande) ed inoltre creava nella città unità abitative, scuole, edifici, giardini, piazze, spazi da destinare allo sport e allo svago, un museo archeologico ed una pinacoteca. Oristano che contava diecimila abitanti avrebbe avuto un notevole sviluppo con posti di lavoro e benessere tanto da poter accogliere, in breve tempo, circa trentamila abitanti.Il progetto si presentò accattivante per le autorità locali, ma non fu mai realizzato; infatti nel 1929, avendo Davide Cova rifiutato di iscriversi al Partito Fascista, fu allontanato dal posto di lavoro. La Scuola D'arte Applicata fu fatta chiudere. Fu poi considerato elemento da sorvegliare e spesso veniva recluso, specialmente in occasione della visita di qualche personalità del regime. Egli vinse lo sconforto dedicandosi ancor più alla sua professione d'ingegnere, realizzando, molte volte a proprie spese, fattorie, oleifici, opere di bonifica, mantenendosi in qualche modo in contatto con alcuni amici in esilio e nell'Isola.
[modifica] Sindaco di Oristano dopo il Ventennio
Durante la Seconda Guerra Mondiale i bombardamenti, a Cagliari, distrussero la casa materna. La madre di Davide Cova si salvò per miracolo. Nel dicembre del 1943 Davide Cova fu sindaco del Comune di Oristano, incaricato dal Comitato di Liberazione Nazionale. Mise ordine alla città sconvolta dagli eventi, attento a rispondere alle esigenze dirette della popolazione, compiendo quelle azioni che servivano, nell'immediato, a dare sostegno alla gente, come l'acquisto dei vaccini contro l'epidemia di tifo, l'ordinanza sull'orto di guerra affinché, nel rispetto delle norme,alla popolazione non mancassero i viveri e l'esercito avesse di che approvvigionarsi, senza doversi servire dei viveri destinati ai civili,le piccole o grandi necessità dei cittadini in tempi assai duri. Si rimise all'opera di progettazione del piano regolatore urbanistico di Oristano, progettò il porto e la zona marina di Torregrande, realizzò la sistemazione edilizia in alcune zone della città, lavorando a lume di candela e a sue spese, per non gravare sul già difficoltoso bilancio comunale. Nominò un curatore dei beni archeologici, nell'impossibilità di un vero e proprio museo, ristrutturò un locale ed istituì l'"Antiquarium Arborense" per esporre i pezzi d'antiquariato provenienti dall'antica città di Tharros. Continuava intanto l'attività nel Partito Sardo con l'intento di portare avanti le idee per le quali tanto aveva lottato in passato: organizzò il primo congresso del Partito Sardo D'Azione del dopoguerra,che si tenne ad Oristano, nei locali del cinema"Arborea". Continuò la sua opera,che fu interrotta dall'improvvisa morte nel 1947, collaborando con gli avvocati Piero Sotgiu e Gonario Pinna alla stesura di un Progetto di Statuto Regionale per la Sardegna.
[modifica] Collegamenti esterni
[modifica] Bibliografia
["Giuseppe Pau" ORISTANO VIAGGIO FOTOGRAFICO DAL MILLEOTTOCENTO...AD OGGI"S'Alvure Oristano"]
["B. Meloni"Oristano Memoria e cronaca- "Editrice S'Alvure Oristano]
["Maria Grazia Scano Naitza" Felice Melis Marini"ILLISSO"]
[Sardegna Archeologica- R. Zucca "ANTIQUARIUM ARBORENSE"]