La leggenda dei guerrieri scarlatti

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La leggenda dei guerrieri scarlatti
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Titolo originale:	聖闘士星矢真紅の少年伝説 (Saint Seiya: Shinku no shônen densetsu)
Lingua originale:	{{{linguaoriginale}}}
Paese:	Giappone
Anno:	1988
Durata:	74'
Colore:	colore
Audio:	sonoro
Rapporto:	{{{ratio}}}
Genere:	animazione
Regia:	Shigeyasu Yamauchi
Soggetto:	Masami Kurumada
Sceneggiatura:	Yoshiyuki Suga
Produttore:	Kôzô Morishita, Yoshifumi Hatano, Chiaki Imada per Toei Animation
Produttore esecutivo:	{{{produttoreesecutivo}}}
Casa di produzione:	{{{casaproduzione}}}
Distribuzione (Italia):	{{{distribuzioneitalia}}}
Storyboard:	{{{nomestoryboard}}}
Art director:	Shingo Araki, Michi Himeno
Character design:	{{{nomecharacterdesign}}}
Mecha design:	{{{nomemechadesign}}}
Animatori:	Shingo Araki, Michi Himeno
Interpreti e personaggi
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Doppiatori originali:
Tôru Furuya: Pegasus Hirotaka Suzuoki: Sirio Kôichi Hashimoto: Cristal Ryô Horikawa: Andromeda Hideyuki Hori: Phoenix Keiko Han: Lady Isabel Taichirô Hirokawa: Abel Akira Kamiya: Atlas Toshio Furukawa: Berenice Katsuji Mori: Jaoh Kazuyuki Sogabe: Gemini Rokurô Naya: Aquarius Kôji Totani: Capricorn Keiichi Nanba: Fish Kôji Yada: Maestro dei Cinque Picchi Yumiko Shibata: Fiore di Luna
Doppiatori italiani:
I versione Ivo De Palma: Pegasus Marco Balzarotti: Sirio Luigi Rosa: Cristal Andrea De Nisco: Andromeda Tony Fuochi: Phoenix Dania Cericola: Lady Isabel Claudio Moneta: Apollo (Abel) Alberto Sette: Gemini Stefano Albertini: Aquarius Oliviero Corbetta: Capricorn Orlando Mazzabotta: Cancer Gabriele Calindri: Fish Massimiliano Lotti: Atlas Flavio Arras: Berenice Patrizio Prata: Jaoh II versione Patrizio Prata: Pegasus Francesco Prando: Sirio Francesco Bulckaen: Cristal Alessandro Tiberi: Andromeda Claudio Moneta: Phoenix Barbara De Bortoli: Lady Isabel Massimo De Ambrosis: Abel Sandro Acerbo: Atlas Roberto Chevalier: Berenice Giorgio Borghetti: Jaoh Sergio Di Stefano: Gemini Giorgio Locuratolo: Aquarius Roberto Gammino: Capricorn Vittorio De Angelis: Cancer Marco Baroni: Fish Sergio Graziani: Maestro dei Cinque Picchi Domitilla D'Amico: Fiore di Luna
Episodi:

Fotografia:
Montaggio:	Yasuhiro Yoshikawa
Effetti speciali:	Chiaki Hirano
Musiche:	Seiji Yokoyama
Tema musicale:	{{{temamusicale}}}
Scenografia:	{{{nomescenografo}}}
Costumi:	{{{nomecostumista}}}
Trucco:	{{{nometruccatore}}}
Sfondi:	Tadao Kubota, Michi Himeno, Fumihiro Uchikawa
Premi:

Sequel:	{{{nomesequel}}}
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film

La leggenda dei guerrieri scarlatti è il terzo lungometraggio di animazione dei Cavalieri dello zodiaco, uscito in occasione del 20° anniversario della prima uscita della rivista settimanale Shōnen Jump.

In questa avventura i Cavalieri dovranno vedersela contro Abel, reincarnazione di Febo dio del Sole e delle Arti, figlio di Zeus e quindi fratello di Atena, e i Cavalieri della Corona a lui sottoposti.

[modifica] Rapporto con la serie principale

Come i due precedenti e il successivo dei Cavalieri dello zodiaco, anche questo terzo film è collocato fuori dalla continuity della saga principale. Tuttavia il fatto che ritornino i Cavalieri d'oro morti nella Saga delle Dodici Case porta a posizionarlo temporalmente in un punto ad essa successivo.

[modifica] Similitudini con la Saga di Hades

Nel film sono davvero numerosi i riferimenti, sia a livello di intreccio che di narrazione, alla Saga di Hades (della quale, quando il film uscì, esisteva solo la versione cartacea):

La resurrezione dei cavalieri d'oro: In entrambi i casi ciò avviene per mano di una divinità ostile (Apollo nel film e Hades nella serie) anche se nel secondo caso vengon riportati in vita anche Sion e molti cavalieri d'argento.
Il licenziamento dei cavalieri di bronzo: Sia nel film che nella serie i cavalieri d'oro riferiscono ai cavalieri di bronzo che non servono più in quanto Atena li ha congedati, aggiungendo che in caso di rivolta sono pronti anche ad affrontarli ed ucciderli.
Il voltafaccia di Gemini, Capricorn e Aquarius: Anche se in tempi diversi, sia nel film che nella serie i tre cavalieri d'oro finiscono col ribellarsi ai voleri del dio a cui hanno giurato fedeltà, perdendo la vita in nome di Atena.
Il sacrificio del cavaliere di Gemini: Nel film Gemini si sacrifica lasciandosi esplodere insieme a Jao, come nella serie fa suo fratello gemello Kanon contro Radamantis.
L'avversario di Cristal: Sia Berenice nel film Berenice che Minos nella serie di Hades, l'avversario di Cristal fa parte di un gruppo di tre elementi (i Guerrieri della Corona nel film e i Giganti del mondo dei morti nella serie) sotto il diretto comando della divinità nemica e di gran lunga superiore al cavaliere del Cigno.; Anche dal punto di vista delle tecniche utilizzate, Berenice e Minos sono simili: il primo utilizza i capelli per soffocare i nemici, il secondo dei fili per manovrarli); in entrambi i casi Cristal le fronteggia congelando i fili fatali con il Sacro Acquarius.
Le armature d'oro: Sia nel film che nella serie di Hades, le armature d'oro si dispongono sui corpi dei cavalieri di bronzo (con l'eccezione, nel film, di Andromeda e Phoenix) e in entrambi i casi vengono seriamente danneggiate (da Apollo nel film) o addirittura distrutte (da Thanatos nella serie).

[modifica] Le false armature d'oro

Nel terzo OAV, i Cavalieri d'oro tornati in vita appaiono decisamente deboli rispetto alla battaglia al Grande Tempio. Ciò è in parte causato dal fatto che quelle che indossano non sono le vere armature d'oro, ma ne hanno solo l'aspetto. La prova si ha sia quando Sirio distrugge l'armatura di Cancer col solo Drago nascente, sia quando Cristal indossa la reale armatura di Acquarius, la cui copia era stata distrutta da Jaoh e Berenice.

Ambigua invece la frase di Cancer che nel combattimento contro Sirio afferma che, grazie al potere di Apollo, la sua armatura non lo abbandonerà come nello scontro passato, ma se quella che indossa non è la vera armatura del Cancro ma solo una imitazione creata dal Dio del sole, allora non ci sarebbe motivo che l'abbandonasse come in passato. È forse probabile che lo stesso Cancer volesse solo ingannare l'avversario, facendogli credere di indossare la vera l'armatura d'oro.