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Gustavo Selva - Wikipedia

Gustavo Selva

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Stemma del Senato della Repubblica Italiana Parlamento Italiano
Senato della Repubblica
Sen. Gustavo Selva
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Luogo nascita Imola (Bologna)
Data nascita 10 agosto 1926
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Data morte {{{data_morte}}}
Titolo di studio
Professione Giornalista
Partito Forza Italia
Legislatura XV Legislatura
Gruppo Forza Italia
Coalizione Casa delle Libertà (2006)
Circoscrizione Veneto
Regione {{{regione}}}
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Senatore a vita
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Incarichi parlamentari

Componente - 4ª Commissione permanente (Difesa) e 14ª Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea)

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Gustavo Selva (Imola10 agosto 1926) è un politico e giornalista italiano. Giornalista , ex direttore del GR2 di Radio Rai2. Senatore (XV legislatura), iscritto al gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale, il 27 luglio 2007 passa al gruppo di Forza Italia.

Indice

[modifica] Biografia

Dopo essere stato cronista, inviato speciale e capo della redazione Triveneta dell'Avvenire d’Italia dal 1946 al 1956, si trasferisce a Roma come giornalista (entra nell'ordine di categoria nel 1954) parlamentare per i sette quotidiani cattolici allora pubblicati in Italia; contemporaneamente collabora con l'Agenzia Giornalistica Italia (AGI) per le pubblicazioni in lingua italiana all’estero.

Nel 1960 entra alla RAI ed è nominato corrispondente da Bruxelles, da Vienna e da Bonn. Dal 1972 al 1975, rientrato a Roma, è caporedattore del Telegiornale RAI unificato. Dal 1975 al 1981 fu direttore del Giornale Radio2. Dal 1981 presidente della "RAI Corporation" di New York e poi, dal 1983 al 1984, direttore del quotidiano Il Gazzettino.

Attualmente collabora come editorialista per il Il Secolo d’Italia e per altri giornali italiani ed esteri. Ha pubblicato dodici libri (fra i quali: Brandt e l’Ostpolitik, Il martirio di Aldo Moro, Radio Belva, Senza guinzaglio, La moglie di Cesare, Comunismo: storia da non dimenticare, Piano Biancofiore). Eletto al Parlamento Europeo nel 1979 e nel 1984 nelle liste della Democrazia Cristiana, è stato Vicepresidente della Commissione cultura, gioventù e informazione.

Il suo nome compare nella lista degli appartenenti alla loggia massonica P2, resi pubblici il 20 maggio 1981, con tessera numero 623, tuttavia secondo quanto dice non fu mai iscritto, Dario Fo che lo disse fu condannato a pagare 20 milioni di lire.

Nelle elezioni politiche del 1994 è eletto nel X Collegio uninominale di Roma per il Polo delle Libertà e nel Collegio proporzionale del Veneto 2 (Venezia - Treviso - Belluno) per AN e aderisce al Gruppo Parlamentare di Alleanza Nazionale. Nella XII legislatura ricopre la carica di Presidente della Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni della Camera dei Deputati.

Nelle elezioni politiche del 21 aprile 1996 è confermato nel collegio proporzionale del Veneto 2. Dopo essere stato Vicepresidente vicario del Gruppo Parlamentare di Alleanza Nazionale alla Camera dei Deputati, è eletto, nel marzo del 1999, presidente dello stesso Gruppo parlamentare, carica che mantiene fino alla fine della Legislatura. È Presidente onorario della Consulta etico-religiosa di Alleanza Nazionale.

Nella XIII Legislatura fa parte della Commissione Bicamerale per le Riforme Costituzionali interessandosi, in particolare, della modifica della forma dello Stato. Per il gruppo di Alleanza Nazionale interviene ripetutamente in Commissione e tiene, in Aula, il discorso sul problema delle riforme della Costituzione. Presenta, in proposito, numerose proposte e l’emendamento per affidare al Presidente della Repubblica, eletto direttamente con suffragio popolare, la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il 13 maggio del 2001 è rieletto Deputato nel Collegio uninominale di Treviso, Mogliano V., Casier e Preganziol.

Il 21 giugno del 2001 è eletto Presidente della III Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati. Si occupa, fra l’altro, dei rapporti con i paesi che interessano l’Italia e l’Europa, soprattutto rispetto alle tematiche dell’Europa unita, della Difesa e dell’Immigrazione.

Il 19 settembre del 2003 gli viene conferita, dall’Università Cattolica di "Fu Jen" di Taipei (Taiwan), la laurea "Honoris Causa" in giurisprudenza in riconoscimento ai meriti raggiunti per il suo impegno nella divulgazione della pace nel mondo.

Viene eletto senatore nel Veneto nelle elezioni politiche del 2006. Fa parte attualmente della 4° Commissione Difesa del Senato e della 14° Commissione Politiche dell'Unione Europea. È Membro della Delegazione italiana presso l'Assemblea NATO.

Dal 27 luglio 2007 passa con il consenso di Gianfranco Fini e di Forza Italia al gruppo di quest'ultimo partito.

[modifica] Il "caso Selva" e sentenza penale

Il 9 giugno del 2007 Selva, invitato ad un dibattito televisivo, per evitare di arrivare in ritardo negli studi di La7 a causa del traffico, finge di avere un malore e si fa trasportare da un'ambulanza del 118 all'indirizzo che, mentendo, dice essere quello del suo medico di fiducia[1], ma che in realtà è quello della rete televisiva[2].

Secondo quanto affermato dal personale infermieristico dell'ambulanza e da quanto ammesso dallo stesso senatore, giunti nei pressi della destinazione richiesta, Selva, liberatosi dalle apparecchiature di monitoraggio e cura, esce frettolosamente dall'ambulanza inseguito dal personale medico ed entra negli studi televisivi ordinando agli addetti della portineria di non far entrare gli infermieri, dato che il suo cardiologo lo avrebbe raggiunto di lì a poco[3]. Gli infermieri riferiscono inoltre di essere stati offesi e minacciati, anche di licenziamento, nel caso avessero insistito ad occuparsi della faccenda.

Tale comportamento ha ingenerato immediate polemiche, la vicenda ha travolto Selva che a seguito di una condanna bipartisan del suo gesto ha presentato al presidente del Senato Franco Marini le sue dimissioni l'11 giugno,[4] che verranno però ritirate dal senatore pochi giorni dopo, il 17 Luglio.[5] Nel ritirarle dichiara che così gli hanno chiesto i suoi elettori poiché «un voto in meno del centrodestra al Senato è un giorno in più per il governo Prodi». La frase appare senza senso poiché alle dimissioni di un parlamentare segue sempre la sostituzione del primo non eletto della sua lista, ma non lo è in questo caso, poiché il primo dei non eletti nel collegio, che gli subentrerebbe, è passato, nel frattempo, nell'altro schieramento politico.[citazione necessaria] Replicando alle affermazioni, comunemente espresse anche da altri politici di entrambi gli schieramenti, del ministro della salute Livia Turco che parlò di "atteggiamento vergognoso, irresponsabile, indegno", Selva ha ribadito di sentirsi "addolorato e offeso" a tali parole, facendo seguire il commento "Evidentemente il lessico vetero-comunista resta duro a morire anche per un ministro post-comunista".

Il 21 Luglio 2007 Gianni Alemanno chiese di condurre un'azione disciplinare contro Selva in merito alla questione, sostenendo che - secondo il suo pensiero - il senatore dovesse essere escluso dal partito. Il tema avrebbe dovuto essere affrontato all'Assemblea nazionale del partito il 28 luglio del 2007. Nel frattempo, in rete, sorsero diverse iniziative spontanee per la richiesta di nuove dimissioni dal Senato del senatore Selva.[6]. Il dibattito sull'espulsione di Selva da Alleanza Nazionale nei fatti però non avvenne, poiché il 29 luglio fu lo stesso senatore ad abbandonare spontaneamente il partito per confluire, il giorno successivo, nel gruppo parlamentare di Forza Italia, gruppo cui attualmente appartiene.[7]

In connessione al discusso fatto che lo ha visto protagonista, il 29 novembre 2007 la Procura della Repubblica di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del senatore Selva per truffa aggravata ai danni dello Stato e interruzione di pubblico servizio.[8]

Il 6 marzo 2008 viene condannato con rito abbreviato a 6 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 200 euro per truffa ai danni dello Stato aggravata dall'abuso di potere e dall'interruzione di pubblico servizio.[9]

[modifica] Libri

Gustavo Selva è autore di diversi libri:

  • Comunismo. Una storia da non dimenticare. 1994 Rai-eri editore
  • Piano Biancofiore. Per la seconda repubblica. 1995 Pantheon editore
  • Aldo Moro. Quei terribili 55 giorni. 2003 Rubbettino editore. Scritto con Eugenio Marcucci

[modifica] Note

[modifica] Collegamenti esterni


MPE italiano Gruppo Lista di elezione Partito italiano Area Preferenze
1984 - 1989 PPE-DE DC DC - -


aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -