Gran Premio d'Italia 1978
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Dettagli | |||||||||||||
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311° GP del Campionato Mondiale di Formula 1 | |||||||||||||
Gara 14 di 16 della Stagione 1978 |
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Data | 10 settembre, 1978 | ||||||||||||
Nome ufficiale | XLIX Gran Premio d'Italia | ||||||||||||
Circuito | Monza | ||||||||||||
Percorso | 5.800 km / |
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Distanza | 40[1] giri, 232.000[2] km / | ||||||||||||
Tempo | Soleggiato | ||||||||||||
Gara | |||||||||||||
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Indice |
[modifica] Commento
Il gran premio d'Italia 1978 fu caratterizzato da un grave incidente alla partenza. Per i postumi di questo incidente il pilota svedese Ronnie Peterson perderà la vita.
Si muove il mercato piloti con Carlos Reutemann che firma per la Lotus e Ronnie Peterson che si accorda per sostitire James Hunt in McLaren.
Gimax, al secolo Carlo Franchi, trova un volante alla Surtees così come Alberto Colombo che viene iscritto sulla seconda Merzario. Così ben 5 piloti italiani prendono parte alle prove. Curiosa la vicenda di Harald Ertl. Iscritto dalla Ensign non si prequalificherà. Viene ingaggiato poco dopo dalla ATS per sostituire Jochen Mass. Anche questa volta però fallirà la qualificazione.
Mario Andretti conquista la solita pole davanti però a Gilles Villeneuve e non al solito Peterson (lo svedese è quinto). Terzo è Jean-Pierre Jabouille con una Renault che pian piano sta migliorando le prestazioni. In seconda fila c'è anche Niki Lauda.
Durante il warm-up Ronnie Peterson danneggia la sua Lotus, rendendola inutilizzabile per la gara. Per partecipare allora gli viene affidata il muletto, una Lotus 78, sulla quale viene montato il motore della vettura incidentata. Al termine del giro di formazione lo svedese rientra ai box per alcuni inconvenienti all’alimentazione ma viene rimandato in pista poco dopo.
Il via viene dato con le vetture che in fondo allo schieramento non sono ancora del tutto ferme sugli stalli di partenza. Alla variante Goodyear, vero e proprio imbuto, arriva primo Gilles Villeneuve seguito da Niki Lauda, Andretti, Jean-Pierre Jabouille, John Watson, Alan Jones, Jacques Laffite, Jody Scheckter e Riccardo Patrese.
Dietro si scatena un incidente che coinvolge dieci vetture. È lungo il lavoro dei commissari di pista per pulire il tracciato dai detriti. Quando si decide di ripartire Jody Scheckter fa sbattere la sua Wolf contro le barriere alla seconda di Lesmo. Il pilota è per fortuna incolume ma viene perduto altro tempo al fine di riparare il guardrail.
Si riparte alle 18:15, e la gara viene ridotta a soli 40 giri a causa dell'oscurità. Nuova partenza: Villeneuve e Andretti anticipano lo starter e guidano il gruppo seguiti ora da Jabouille, Lauda, Reutemann e Jones. Il motore turbo della Renault cede al sesto giro, mentre Watson risale fino alla quinta posizione dopo 9 giri.
La direzione di gara, dopo aver visionato le immagini della partenza, decide di penalizzare Villeneuve e Andretti di un minuto per partenza anticipata. Ora perciò è Lauda a condurre (anche se di fatto è terzo dietro ai due penalizzati) davanti a Reutemann, Watson e Alan Jones.
Al giro 18 Riccardo Patrese e Jacques Laffite superano Jones ma il padovano si ritira dieci giri dopo col motore rotto. Tre giri dopo Watson supera Carlos Reutemann mentre Jones è costretto a fermarsi per cambiare i pneumatici.
Quando mancano 5 giri al termine Andretti passa Villeneuve e taglia il traguardo davanti al canadese; in classifica i due, penalizzati, sono effettivamente sesto e settimo. Vince così Lauda davanti a Watson, Reutemann, Laffite, Patrick Tambay e, appunto, Andretti e Villeneuve.
La Brabham coglie una doppietta che mancava da quattro stagioni (Gran Premio degli Stati Uniti 1974, Carlos Reutemann primo, Carlos Pace secondo). Dodicesima e ultima vittoria per una vettura motorizzata Alfa Romeo. Per Mario Andretti la certezza matematica del titolo iridato nel giorno più amaro.
[modifica] L'incidente di Ronnie Peterson
Ronnie Peterson parte male, forse il motore nell'incidente della mattina ha imbarcato sabbia, e viene intruppato nel gruppone, cui gli ultimi sono partiti praticamente lanciati. All'altezza della chicane Hunt e Peterson, affiancati in quel momento, vengono a contatto. La Lotus dello svedese sbanda senza più controllo e va ad urtare il guardrail che è posto all’imbocco del vecchio anello ad alta velocità. La Lotus esplode e si ferma in mezzo la pista. Ben dieci vetture rimangono coinvolte nei tamponamenti che si verificano nel frattempo. Inizialmente la responsabilità dell'accaduto viene attribuita a Riccardo Patrese che sarà anche costretto a saltare il gran premio di Watkins Glen. Successivamente il pilota padovano sarà completamente riabilitato, non ravvedendosi nella sua condotta in gara nessun errore.
Il caos che si verifica in pista è notevole, tanto da rallentare anche l'arrivo dei soccorsi. Peterson ha delle brutte fratture agli arti inferiori ma è ancora cosciente. Vittorio Brambilla, colpito al capo da un pneumatico perso da qualche vettura, viene trasportato all'ospedale in condizioni critiche.
Lo svedese perirà invece il giorno seguente a causa di un'embolia gassosa. Non fu mai chiarito, tra l'altro, se fu proprio l'embolia a causare la morte del pilota svedese o l'imperizia dei medici nell'eliminarla (si disse che, nel tentativo di asportarla, causarono una gravissima emorragia che avrebbe potuto condurre alle fatali complicazioni).
A seguito dell'incidente di Peterson la Svezia vieterà sul suo territorio gare di Formula 1.
[modifica] Classifica
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[modifica] Piloti
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[modifica] Per Paese
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[modifica] Note
Salvo indicazioni diverse le classifiche sono tratte da Sito di The Official Formula 1
- ^ Corsa prevista su 52 giri, ridotta a causa del ritardo dovuto agli incidenti.
- ^ Previsti inizialmente 301,600 Km.
- ^ Giunto primo viene poi penalizzato di un minuto per partenza anticipata.
- ^ Giunto secondo viene poi penalizzato di un minuto per partenza anticipata.
- ^ Ertl iscritto dalla Ensign viene poi ingaggiato dalla ATS per sostituire Jochen Mass.
- ^ Matematicamente campione del mondo piloti per la stagione 1978.
- ^ Già matematicamente campione del mondo costruttori per la stagione 1978.
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