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Conferenza e accordo di Monaco - Wikipedia

Conferenza e accordo di Monaco

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La conferenza di Monaco si tenne dal 29 al 30 settembre 1938, fra i capi di governo di Italia, Francia, Germania e Regno Unito. L'oggetto della conferenza fu la discussione, poco prima della seconda guerra mondiale, delle rivendicazioni tedesche sulla porzione di territorio cecoslovacco abitato dai Sudeti (popolazione di etnia tedesca) e si concluse con l'accordo di Monaco, che portò all'annessione di fatto della Cecoslovacchia allo stato tedesco. Poiché i rappresentanti cecoslovacchi non vennero fatti partecipare alle trattative, il trattato venne da essi etichettato come Diktat di Monaco.

Indice

[modifica] Antefatto: la crisi dei Sudeti

Boemia e Moravia: In bianco, i territori a maggioranza ceca; in nero, quelli che all'epoca erano in maggioranza di lingua tedesca
Boemia e Moravia: In bianco, i territori a maggioranza ceca; in nero, quelli che all'epoca erano in maggioranza di lingua tedesca

La Cecoslovacchia, formatasi dopo la dissoluzione dell'impero Austro-Ungarico con il trattato di Saint-Germain, era uno stato multietnico costruito intorno ad una regione abitata prevalentemente da Cechi e da Slovacchi. La regione al confine con Austria e Germania era abitata dai cosiddetti Tedeschi dei Sudeti. Essendo situata al confine, era una zona di una certa importanza per la difesa della Cecoslovacchia, poiché la maggior parte delle fortificazioni difensive cecoslovacche erano concentrate in questa regione.

Comunque, altre minoranze linguistiche (di lingua ungherese, polacca e rutena) si trovavano sparse lungo i confini di tutto lo stato cecoslovacco. Nessuna di esse gradiva l'atteggiamento dell'elemento ceco, nemmeno gli slovacchi, i più vicini ai cechi per lingua e cultura. Questo rendeva fragile lo stato.

Nel marzo del 1938 la Germania nazista si era impossessata dell'Austria con quello che fu chiamato Anschluss. A questo punto, era largamente previsto che la prossima richiesta di Hitler sarebbe stata la regione dei Sudeti, con la sua popolazione germanofona di 3'250'000 abitanti. Esisteva in Cecoslovacchia anche un partito nazista sudeto guidato da Konrad Henlein. Oltre a voler unire al Reich i territori di lingua tedesca, Hitler intendeva già allora perseguire una politica di espansione territoriale verso i territori slavi (Lebensraum im Osten), se possibile evitando il più a lungo possibile uno scontro armato con le potenze nemiche.

Dopo l'ingrandimento della Germania con l'annessione dell'Austria, il territorio cecoslovacco si trovava in una nuova posizione strategica. Questo lembo di terra lungo e stretto veniva improvvisamente a configurarsi come la punta di una freccia che penetrava fin quasi al centro geometrico della grande Germania. Questa nuova situazione geografica faceva sì che lo stato slavo venisse considerato come una potenziale portaerei straniera al servizio agli stati nemici dei tedeschi, come Francia e Regno Unito, paesi legati diplomaticamente e militarmente allo stato slavo. Dalla Boemia e dalla Moravia, era infatti possibile raggiungere facilmente in aereo centri di vitale importanza come Berlino o Vienna. Di qui l'urgenza, da parte di Hitler, di occupare questo stato prima di altri.

Nel mese di maggio trapelò la notizia, poi smentita, di un probabile attacco tedesco alla Cecoslovacchia (Fall Grün). Di conseguenza, Francia, Unione Sovietica e Regno Unito minacciarono di rispondere all'attacco. In un contesto di crescente tensione militare, il 15 settembre Hitler aveva presentato le sue proposte al governo di Praga, da questo rifiutate perché considerate un ultimatum.

Poster sovietico degli anni trenta ad opera di Kukryniksy che mostra le potenze occidentali mentre offrono in pasto ad Hitler la Cecoslovacchia.
Poster sovietico degli anni trenta ad opera di Kukryniksy che mostra le potenze occidentali mentre offrono in pasto ad Hitler la Cecoslovacchia.

Nonostante la loro alleanza con la Cecoslovacchia, né la Francia né l'Unione Sovietica costituivano una garanzia del tutto affidabile per la sicurezza cecoslovacca, dato che erano impreparate militarmente e politicamente alla guerra. Inoltre una spedizione francese non sarebbe apparsa opportuna in prossimità delle elezioni generali, né la leadership di Edouard Daladier era così salda. Nessuna delle potenze dell'Europa occidentale si sentiva preparata alla guerra a causa di una sovrastima della forza militare tedesca; anche Hitler, d'altra parte, sopravvalutava le capacità belliche della Germania, e a lungo termine voleva a tutti i costi una guerra che era certo di poter vincere.

[modifica] La conferenza

Hitler fu tuttavia obbligato ad aspettare. Fu infatti convocata una conferenza a Monaco su iniziativa di Mussolini, spinto dall'impreparazione dell'esercito italiano ad una guerra su vasta scala e dal timore di un eccessivo rafforzamento della Germania. Il duce era riuscito a convincere gli interlocutori internazionali a un incontro con francesi ed inglesi e tedeschi, senza il coinvolgimento dello stato cecoslovacco (poco stimato tanto dai nazisti quanto dai fascisti). Hitler, in principio contrariato, dovette cambiare idea anche per la pressione cui lo sottoponevano Mussolini e Göring.

Prima della conferenza, Chamberlain e Daladier, primi ministri di Regno Unito e Francia, non coordinarono i loro sforzi diplomatici e arrivarono piuttosto impreparati alla seduta. Vale invece il contrario per gli altri due partecipanti: Hitler era andato a prendere Mussolini a Kufstein e lo istruì esattamente su ciò che credeva opportuno proporre. Infatti, mentre il Führer aveva perso fiducia da parte degli alleati franco-inglesi, Mussolini godeva di credito agli occhi delle democrazie occidentali e poteva quindi fungere da mediatore. La proposta da lui avanzata era in effetti una proposta tedesca, presumibilmente progettata da Göring.

[modifica] L'accordo di Monaco

Il 29 settembre fu firmato l'accordo. Congiuntamente all'accordo furono firmati un annesso, una dichiarazione, una dichiarazione supplementare e la composizione di una Commissione Internazionale, aventi lo scopo di definire l'esecuzione.

Come proposto da Mussolini l'accordo sanciva il passaggio del territorio dei Sudeti alla Germania, a partire dal 10 ottobre successivo. Questa cessione doveva costare alla Cecoslovacchia la perdita di una superficie di oltre 25.000 km²;, di una regione ricca di risorse minerarie e di vitale importanza militare, in quanto unico baluardo naturale nei confronti di un'eventuale invasione tedesca. La soluzione era incredibile, dato che l'intera infrastruttura tecnica dello stato (strade, rete elettrica, ferrovie, ecc.), percorreva trasversalmente tutto il paese ignorando completamente qualsiasi barriera linguistica: i Sudeti ed i Cechi avevano passato interi secoli sotto lo stesso tetto, senza che tra loro si fossero sovrapposte frontiere politiche.

Trionfale ritorno in Gran Bretagna di Chamberlain, che sventola in pubblico una copia del trattato
Trionfale ritorno in Gran Bretagna di Chamberlain, che sventola in pubblico una copia del trattato

Il 30 settembre Hitler e Chamberlain firmarono un ulteriore accordo, impegnandosi a risolvere le dispute future fra Germania e Regno Unito tramite mezzi pacifici. Tuttavia, questo accordo tra Germania e Regno Unito venne stipulato il giorno successivo alla partenza di Mussolini, considerato ormai un peso dalle democrazie occidentali perché era diventato il semplice portavoce di Hitler: ciò non fece che favorire il rafforzamento dei rapporti tra Italia e Germania, che avrebbe poi portato al Patto d'Acciaio del 1939.

[modifica] L'opinione pubblica

Chamberlain e Daladier si felicitarono per un accordo che sembrava scongiurare la guerra in Europa; Mussolini riuscì nell'intento di ritardare un conflitto che avrebbe trovato impreparate le forze militari italiane e Hitler si impegnò a non avanzare ulteriori pretese nei confronti della Cecoslovacchia, cioè di non invadere le regioni di lingua slava. Chamberlain ritornò in patria e fu accolto trionfalmente come garante della pace. Tra le poche voci critiche in Inghilterra, si alzò quella di Churchill, il quale sostenne, in un discorso polemico tenuto davanti alla Camera dei Comuni il 5 ottobre, che non si stava profilando la fine di un incubo, ma l'inizio.

(EN)
« Britain and France had to choose between war and dishonour. They chose dishonour. They will have war. »
(IT)
« Regno Unito e Francia potevano scegliere tra la guerra ed il disonore. Hanno scelto il disonore. Avranno la guerra. »
(Winston Churchill, 1938)

[modifica] La fine della Cecoslovacchia

Smembramento della Cecoslovacchia: 1)  Nel 1938 verranno occupati i territori sudeti da parte della Germania. 2-3) Nel novembre 1938 con il Primo Arbitrato di Vienna andranno poi all'Ungheria dei territori di lingua  ungherese e nel marzo 1939 la Rutenia subcarpatica. 4) Nel 1938 la Polonia occuperà parte della cittadina di Cieszyn/Teschen (pochi mesi prima di cadere a sua volta sotto i panzer nazisti e sovietici). 5) Nella primavera del 1939 Hitler occuperà le zone di lingua ceca, trasformate in Protettorato di Boemia e Moravia.  6) La Slovacchia resterà in teoria indipendente, ma in pratica diventerà uno stato vassallo della Germania nazista.
Smembramento della Cecoslovacchia:
1) Nel 1938 verranno occupati i territori sudeti da parte della Germania.
2-3) Nel novembre 1938 con il Primo Arbitrato di Vienna andranno poi all'Ungheria dei territori di lingua ungherese e nel marzo 1939 la Rutenia subcarpatica.
4) Nel 1938 la Polonia occuperà parte della cittadina di Cieszyn/Teschen (pochi mesi prima di cadere a sua volta sotto i panzer nazisti e sovietici).
5) Nella primavera del 1939 Hitler occuperà le zone di lingua ceca, trasformate in Protettorato di Boemia e Moravia.
6) La Slovacchia resterà in teoria indipendente, ma in pratica diventerà uno stato vassallo della Germania nazista.

Come stabilito, Hitler annesse i territori dei Sudeti nell'ottobre del 1938.

Nell'ottobre 1938, la Polonia costrinse la Cecoslovacchia a cedere Český (in polacco) / Těšín (in ceco), inviando un ultimatum il 30 settembre, accettato dalla Cecoslovacchia il 1° ottobre.

L'Ungheria occupò nel novembre 1938 alcuni territori slovacchi e successivamente nel marzo 1939 la Rutenia subcarpatica.

Alcuni mesi dopo, il 13 marzo 1939, le paure di Winston Churchill sulla futura, ulteriore espansione del Terzo Reich si concretizzarono: le truppe tedesche entrarono a Praga, annettendo il resto della Boemia e della Moravia: questi territori slavi vennero trasformati in un protettorato tedesco. Ad ovest, venne creato un regime-fantoccio in Slovacchia.

Era questa la rottura dell'accordo: quasi tutta la Cecoslovacchia si trovava sotto il controllo di Hitler. Anche se nessuna reazione immediata venne da Francia o Regno Unito, di lì a poco sarebbe scoppiata la seconda guerra mondiale.

[modifica] Conseguenze

  • L'accordo di Monaco rimane nella memoria collettiva come esempio della nefasta politica di "appeasement" (in lingua italiana: rappacificazione, accordo, accomodamento), che consentì alla Germania nazista di rinforzarsi territorialmente, militarmente, e di acquisire la sicurezza necessaria per l'implementazione dei propri successivi piani di conquista militare.
  • Un grande escluso dalla conferenza fu Stalin. Né i tedeschi né gli inglesi ritennero necessario invitarlo il che fu controproducente: Stalin in seguito rimase assai scettico nei confronti degli alleati democratici, pensando che la loro intenzione fosse quella di scagliare le forze di Hitler contro l'Unione Sovietica. Il sospetto staliniano avvelenò l'atmosfera politica e pregiudicò il coordinamento tra russi ed alleati impegnati nel confronto politico con la Germania. Stalin non avrebbe più esitato molto tempo a trattare con Hitler per la spartizione della Polonia tra sovietici e i tedeschi. Hitler, dal canto suo, cominciò a illudersi che dopo le due facili annessioni di Austria e Cecoslovacchia, anche l’occupazione della Polonia non avrebbe comportato interventi militari da parte di Francia e Regno Unito.
  • Come se ciò non bastasse, la conferenza ebbe indirettamente un altro effetto indesiderato: l'atteggiamento tollerante di inglesi e francesi incoraggiò enormemente l'aggressività degli stati amici della Germania: mentre l'Ungheria ingoiava diversi territori di confine con la Cecoslovacchia, Mussolini si sentì abbastanza sicuro per procedere ad un'occupazione italiana del Regno di Albania. Dopo che Hitler si era impossessato di Praga, da parte italiana si trattava anche di controbilanciare l'espansione tedesca in Europa centrale, rispondendo con azioni paragonabili nella penisola balcanica.
  • Con la Cecoslovacchia veniva cancellato dalla carta geografica uno degli pochi stati democratici rimasti in Europa. La conferenza pose importanti basi per la fine di una millenaria convivenza, in Boemia e Moravia, tra popolazioni ceche e tedesche. Infatti, dopo il secondo conflitto mondiale, queste ultime sarebbero state espulse dal paese.

[modifica] Bibliografia

  • Eddi Bauer, Storia controversa della Seconda Guerra Mondiale, Volume I: anno 1939, edizione italiana a cura di Ettore Musco, Istituto Geografico Agostini Editore, Novara.
  • Winston Churchill. La seconda guerra mondiale. Parte prima: Da guerra a guerra. Milano, Mondadori, 1948.
  • Ennio Di Nolfo. Storia delle Relazioni Internazionali. Bari, Laterza, 2000. ISBN 88-420-6001-1
  • William L. Shirer. The rise and fall of the third Reich: a history of nazi Germany. London, Simon & Schuster, Inc., 1960 . ISBN 0-671-72868-7

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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