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Unione di Centro (2008) - Wikipedia

Unione di Centro (2008)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Unione di Centro
cartello elettorale di partiti politici italiani
Leader Pier Ferdinando Casini
Fondazione 8 dicembre 2007
Ideologia Centrismo
Cristianesimo democratico
Gruppo parlamentare europeo Partito Popolare Europeo
Deputati 35
Senatori 3
Europarlamentari 3

L'Unione di Centro (UdC) è un processo politico, nato come lista elettorale, avviato dalle due principali forze politiche del centro italiano, ovvero:

assieme a partiti e movimenti minori di orientamento democristiano.

Il nuovo soggetto nasce dall'idea di unificare tutte le forze centriste del panorama politico italiano in un'unica forza politica unitaria che si richiami ai valori della Democrazia Cristiana.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Premesse

L'idea di un partito o di una federazione che unificasse tutti i movimenti ed i partiti d'orientamento centrista e democristiano venne ipotizzato da più parti dopo lo scioglimento del partito che aveva rappresentato l'elettorato cattolico popolare per l'intera durata della Prima Repubblica, vale a dire la Democrazia Cristiana. Dopo le vicende della cosiddetta Tangentopoli, infatti, la DC si era scissa fra il Partito Popolare Italiano, che confluì nella coalizione di centro-sinistra, e il Centro Cristiano Democratico, confluiti nella coalizione di centro-destra assieme ai Cristiani Democratici Uniti, nati proprio da una scissione del PPI.

La spinta di unificazione centrista, propagandata a più riprese dall'UDC, nato dalla fusione fra CCD, CDU e DE, e dal suo leader Pier Ferdinando Casini, non trovò un consenso concreto. Un primo tentativo fu quello del segretario della stessa UDC, Marco Follini, che uscì dalla CdL per dare vita al movimento dell'Italia di Mezzo, dopo la sconfitta di misura del centro-destra alle elezioni politiche del 2006. L'iniziativa sfumò nel giro di pochi mesi, quando l'IdM aderì al Partito Democratico abbandonando l'idea di un partito di centro.

[modifica] La nascita della Rosa per l'Italia

Dopo la crisi del Governo Prodi II, l'UDC, che negli ultimi anni si era allontanata dalla CdL, si riavvicinò alla coalizione di Berlusconi; una componente dissidente del partito, facente capo a Mario Baccini e a Bruno Tabacci, uscì allora dall'UDC per perseguire il tentativo di un Grande Centro, ciò che venne a più riprese definito dai quotidiani Cosa Bianca. Il nome che scelse il nuovo movimento fu quello di Rosa per l'Italia (detta "Rosa Bianca"). La Rosa del duo Tabacci-Baccini puntava a rappresentare l'elettorato cattolico che non si sentiva rappresentato né dal centrosinistra né dal centrodestra, sottraendo perciò potenziali elettori all'UDC.

Le cose cambiarono però radicalmente dopo il terremoto politico causato dalla nascita del Popolo della Libertà, federazione che, nel progetto di Berlusconi, avrebbe riunito tutti i partiti della CdL, eccetto i due partiti territoriali della Lega Nord e del Movimento per l'Autonomia, rifiutando alleanze elettorali con altri partiti che non prevedessero un ingresso nel PdL. Il rifiuto dell'Udc ad aderire al PdL ne causò il definitivo allontanamento dal centrodestra.

[modifica] L'accordo elettorale UDC-Rosa per l'Italia

La fine del bipolarismo tipico della Seconda Repubblica e la tendenza ad una semplificazione del panorama politico dei mesi precedenti alle elezioni politiche del 2008 fece ipotizzare a più riprese la possibilità di una alleanza elettorale fra i tre partiti centristi (UDC, Rosa per l'Italia e UDEUR). Tale ipotesi venne confermata, dopo giorni di parziali smentite, il 28 febbraio 2008, quando esponenti della Rosa per l'Italia annunciarono il raggiungimento di un accordo elettorale con l'UDC, una lista elettorale denominata Unione di Centro con segretario Savino Pezzotta e candidato premier Pier Ferdinando Casini. L'accordo venne formalizzato il giorno seguente, con l'adesione del PSDI (che lascia la coalizione il 29 marzo[1]), del Partito Democratico Cristiano e di altri partiti minori di centro, assieme all'adesione dell'esponente popolare Gerardo Bianco [2] (quest'ultimo poi escluso dalle liste dei candidati).

Pochi giorni dopo viene inaugurata la campagna elettorale del nuovo soggetto politico, con la presentazione del logo ufficiale, pressoché identico a quello dell'UDC (con lo scudo crociato e il nome del leader Casini in alto su sfondo rosso) con la scritta "Unione di Centro".

[modifica] Le elezioni politiche 2008

La campagna elettorale dell'Unione di Centro viene condotta da Pier Ferdinando Casini, che punta il dito contro le analogie fra PD e PdL ed ipotizza un "inciucio" post-elettorale fra i due partiti, il cosiddetto Veltrusconi, ponendo l'UdC come una seria alternativa ai due principali avversari. In riferimento al mancato accordo dell'UDC con il PdL, Casini punta sullo slogan «I veri valori non sono in vendita», conducendo una lunga e accesa campagna elettorale soprattutto al Sud Italia.

Alle elezioni, l'UdC diventa l'unico partito non schierato con le due principali alleanze ad ottenere parlamentari alla Camera ed al Senato: la lista centrista ottiene il 5.62% alla Camera[3] e il 5.69% al Senato[4] su scala nazionale, superando l'ostacolo dello sbarramento dell'8% regionale solo in Sicilia ed eleggendo tre senatori. L'Unione di Centro, nonostante un calo dell'1,2% rispetto a quanto ottenuto due anni prima dall'UDC, diventa così la quarta forza politica italiana in termini di consenso. L'UdC forma un gruppo autonomo alla Camera, mentre al Senato, dove non sono presenti eletti della Rosa Bianca, l'UDC forma un gruppo parlamentare assieme alla Sudtiroler Volkspartei, all'Union Valdôtaine, al Movimento Associativo Italiani all'Estero e a tre senatori a vita.

[modifica] Partiti aderenti

Hanno aderito all'Unione di Centro i seguenti partiti e movimenti politici:

[modifica] Note

[modifica] Collegamenti esterni


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