Regno del Sud
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Con l'espressione "Regno del Sud" si suole indicare il Regno d'Italia nel periodo compreso tra il 10 settembre 1943 ed il 4 giugno 1944 (data della ripresa di Roma).
Il periodo che va dall'annuncio dell'armistizio (8 settembre 1943) alla proclamazione della Repubblica Italiana (2 giugno 1946) si suddivide in quattro momenti e precisamente:
- Il trasferimento del Re, del governo e degli stati maggiori a Brindisi, meglio nota come «la fuga del Re» (dall'8 al 10 settembre 1943);
- Il Regno del Sud, ovvero la continuazione del Regno d'Italia con sede prima a Brindisi e successivamente a Salerno (dal 10 settembre 1943 al 4 giugno 1944);
- La luogotenenza del principe Umberto di Savoia (dal 4 giugno 1944 al 9 maggio 1946);
- Il regno d'Umberto II, noto anche come Re di maggio (dal 9 maggio al 2 giugno 1946).
Indice |
[modifica] Le fasi storiche del Regno del Sud
[modifica] Antefatti: lo sbarco in Sicilia e la fuga a Brindisi
Il 25 luglio 1943, dopo lo sbarco alleato in Sicilia e a seguito dell'ordine del giorno Grandi, Vittorio Emanuele III destituì Mussolini e nominò a capo del governo il maresciallo Badoglio. L'8 settembre del 1943, dopo l'annuncio dell'armistizio con gli Alleati, il re Vittorio Emanuele III, il principe Umberto e Badoglio fuggirono da Roma (di lì a poco occupata dai tedeschi) e, a bordo di una nave da guerra, da Ortona raggiunsero Brindisi, libera sia dai vecchi che dai nuovi nemici.
Al Sud il governo guidato dal maresciallo Pietro Badoglio mantenne la struttura costituzionale del Regno d'Italia, con capitale prima a Brindisi e poi a Salerno.
Il re lo annunciò la sera del 10 settembre a Radio Bari:
« Per il supremo bene della patria che è sempre stato il mio primo pensiero e lo scopo della mia vita, e nell'intento di evitare più gravi sofferenze e maggiori sacrifici, ho autorizzato la richiesta di armistizio. Italiani, per la salvezza della Capitale e per poter pienamente assolvere i miei doveri di Re, col Governo e con le Autorità Militari, mi sono trasferito in altro punto del sacro e libero suolo nazionale. Italiani! Faccio sicuro affidamento su di voi per ogni evento, come voi potete contare fino all'estremo sacrificio, sul vostro Re. Che Iddio assista l'Italia in quest'ora grave della sua storia.. » |
|
(Vittorio Emanuele III a Radio Bari, 10 setembre 1943)
|
[modifica] I primi passi gli ultimi mesi del 1943
Per approfondire, vedi le voci Resistenza italiana e Aeronautica Cobelligerante Italiana. |
Il Governo dovette innanzitutto ricostruire un nucleo amministrativo, poiché la totalità dei funzionari e dei dipendenti ministeriali erano rimasti intrappolati a Roma.
Il primo atto politico del governo fu l'approvazione e la firma del così detto armistizio lungo. Tale documento rappresentava un'integrazione dettagliata dei principi generali enunciati dall'armistizio corto firmato a Cassibile il 3 settembre ed annunciato l'8 settembre. Questo formalmente poneva l'Italia nelle mani degli alleati rendendo esecutivo il principio della resa incondizionata citato nel documento firmato a Cassibile. Tuttavia il governo fece leva su una dichiarazione scritta ottenuta dal Comandante Supremo Alleato (fatta per indurre il governo italiano ad accettare l'espressione "resa incondizionata") in base alla quale gli Alleati si impegnavano ad ammorbidire le condizioni della resa in proporzione all'aiuto che l'Italia avrebbe fornito nella lotta contro i nazisti. Tale impegno venne inserito nel testo dell'armistizio lungo che venne quindi firmato da Badoglio a bordo della corazzata HMS Nelson alla fonda nelle acque di Malta il 29 settembre 1943.
Successivamente, constatata l'impossibilità di liberare Roma nell'immediato futuro, il 13 ottobre il Governo procedette dalla sede di Brindisi alla dichiarazione di guerra alla Germania, fortemente richiesta dagli alleati. Tra le Regie Forze Armate e i nazisti vi erano stati già sanguinosi scontri, ma tuttavia dal punto di vista politico tale dichiarazione era molto importante in quanto poneva l'Italia all'interno delle forze alleate, sia pure non a pieno titolo ma con la qualifica di cobelligerante. Da questo momento il governo italiano iniziò lentamente ad acquisire maggior autonomia, e i pochi reparti ancora integri delle sue forze armate iniziarono a combattere a fianco degli alleati con la bandiera tricolore.
[modifica] Il 1944 e la "svolta di Salerno"
Per approfondire, vedi la voce Svolta di Salerno. |
La svolta avvenne nei primi mesi del 1944. Fino ad allora il governo era incompleto poiché molti ministri erano rimasti intrappolati a Roma e non si trovavano personalità che si prestassero a sostituirli. Ad un certo punto l'URSS riconobbe ufficialmente il secondo governo Badoglio, spiazzando gli Alleati (che erano all'oscuro delle relative trattative) e l'opposizione interna di sinistra che non intendeva collaborare con esso. Su pressione di Stalin i comunisti italiani diedero la disponibilità ad entrare nel governo, e gli altri partiti di sinistra si sentirono obbliganti a fare altrettanto per non apparire irresponsabili. Si formò quindi un nuovo Governo Badoglio appoggiato sia dagli Alleati che dal Comitato di Liberazione Nazionale (precedentemente formato dai ricostituiti partiti politici).
Nel frattempo gli Alleati avevano ricominciato a trasferire sotto l' amministrazione italiana le provincie che venivano via via liberate, e il governo provvedeva a sostituire quei funzionari in odore di mafia insediati dagli americani (prefetti, questori, podestà, ecc...).
[modifica] Conclusione
Per approfondire, vedi le voci liberazione di Roma e periodo costituzionale transitorio. |
Il 4 giugno 1944, Roma viene liberata dalla Vª armata USA, comandata dal generale Clark ponendo così termine al cosiddetto "Regno del Sud". Il Re Vittorio Emanuele III nomina suo figlio Luogotenente del regno e si ritira a vita privata. Umberto si insedia al Quirinale e su proposta del CLN affida l'incarico di formare il nuovo governo ad Ivanoe Bonomi, anziano leader politico già presidente del consiglio prima dell'avvento del fascismo.
Il Regno del Sud non fu dunque uno stato fantoccio, poiché, seppur posto sempre sotto stretto controllo dagli Alleati, seppe guadagnarsi discreti margini di autonomia. Esso inoltre rappresentò la continuità legale dello stato italiano e come tale fu riconosciuto, oltre che dai paesi alleati, anche dalla maggioranza delle nazioni neutrali.
[modifica] Bibliografia
- Antonio Alosco. Il partito d'azione nel "Regno del Sud . Napoli, Guida Editori, 2002. ISBN 88-7188-533-3
- Silvio Bertoldi. Il Regno del Sud. Quando l'Italia era tagliata in due. Milano, Rizzoli, 2003. ISBN 9788817106641
- Vito A. Leuzzi; Lucio Cioffi. Alleati, monarchia, partiti nel regno del Sud. Fasano, Schena, 1988. ISBN 9788875142445
- Francesco Perfetti. Parola di Re. Il diario segreto di Vittorio Emanuele. Firenze, Le Lettere, : 2006. ISBN 9788871669656
- Renzo Santarelli. Mezzogiorno 1943-1944. Uno «Sbandato» nel Regno del sud. Milano, Feltrinelli, 1999. ISBN 9788807815287
- Dino Tarantino. Dal «Regno» alle «Repubbliche» del Sud. La Puglia dal fascismo alla democrazia 1943-1944. Firenze, Edizioni Dal Sud, 2006. ISBN 9788875530754
[modifica] Voci correlate
- Regno d'Italia (1861-1946)
- Ordine del giorno Grandi
- Arresto di Benito Mussolini
- Armistizio di Cassibile
- Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943
- Fuga del re Vittorio Emanuele III
- Mancata difesa della capitale
- Occupazione tedesca di Roma
- Liberazione di Mussolini
- Repubblica Sociale Italiana
- Comitato di Liberazione Nazionale
- Resistenza italiana
- Svolta di Salerno
- Morte di Mussolini
- Resa di Caserta
- Periodo costituzionale transitorio