See also ebooksgratis.com: no banners, no cookies, totally FREE.

CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions
Prima guerra cecena - Wikipedia

Prima guerra cecena

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Stub Questa voce di conflitti e di Cecenia è solo un abbozzo: contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia.
Prima guerra cecena 1994-1996

Elicottero russo Mil Mi-8 abbattuto dai ceceni vicino Grozny, dicembre 1994
Data: 11 dicembre 1994-31 agosto 1996
Luogo: Cecenia
Esito: accordo di Khasav-Yurt
Casus belli: dichiarazione d'indipendenza della Repubblica Cecena d'Ičkeria
Schieramenti
Bandiera della Russia Federazione Russa Bandiera della Cecenia Cecenia
Comandanti
Pavel Grachev
Anatoly Kulikov
Konstantin Pulikovsky
Anatoliy Romanov
Anatoly Shkirko
Vyacheslav Tikhomirov
Gennady Troshev
Dzhokhar Dudayev
Aslan Maskhadov
Effettivi
(11 dicembre, 1994)
38,000 (dicembre 1994), 70,500 (febbraio 1995)
(11 dicembre, 1994)
15,000
Perdite
Militari:
3,826 morti, 1,906 dispersi 17,892 feriti
Civili:
Almeno 161 morti al di fuori della Cecenia 120 nella crisi degli ostaggi dell'ospedale di Budyonnovsk, e 41 nel raid di Kizlyar
Militari:
Almeno 3,000 morti o dispersi secondo l'esercito ceceno, 15,000 secondo l'esercito russo
Civili:
50,000–100,000 morti
regione del Caucaso settentrionale
regione del Caucaso settentrionale

La prima guerra cecena conosciuta anche come guerra di Cecenia venne combattuta tra Russia e Cecenia dal 1994 al 1996 e risultò dalla dichiarazione d'indipendenza de facto della Cecenia dalla Russia, con la conseguente nascita della Repubblica Cecena d'Ičkeria.

Dopo la campagna iniziale del 1994-1995, culminata con la devastante battaglia di Groznyj, le forze federali russe cercarono di controllare le varie aree montagnose della Cecenia ma vennero respinti dalla guerriglia cecena e dai raid condotti in pianura, nonostante la preponderante maggioranza di uomini, la superiorità negli armamenti ed il supporto aereo di cui disponeva la Russia. La diffusa demoralizzazione delle forze federali e la quasi universale opposizione dell'opinione pubblica russa riguardo al conflitto, portarono il governo di Boris Eltsin a dichiarare il cessate il fuoco nel 1996 ed a siglare un trattato di pace l'anno seguente.

Secondo delle stime ufficiali le vittime furono 7.500 tra i militari russi, 4.000 tra i combattenti ceceni e più di 35.000 tra i civili. Altre stime pongono il numero di perdite tra 80.000 e 100.000 morti. Più di 500.000 persone furono costrette a lasciare la loro terra e le città, così come molti villaggi, vennero lasciati in rovina lungo tutto il paese.

Indice

[modifica] Origini della guerra in Cecenia

[modifica] Dalla Russia Imperiale all'Unione Sovietica

I Cosacchi vissero nelle pianure della Cecenia (Terek) sin dal XVI secolo. La Russia invase per la prima volta gli altopiani ceceni durante il regno di Pietro I il Grande, agli inizi del XVIII secolo. Dopo una serie di feroci battaglie, la Russia sconfisse la Cecenia e l'annesse nel 1870. I successivi tentativi ceceni di riconquistare l'indipendenza dopo la caduta dell'Impero Russo fallirono. Nel 1922 la Cecenia venne incorporata nella Russia Bolscevica e successivamente nellUnione Sovietica (URSS).

Nel 1936, il leader sovietico Joseph Stalin decise di creare la Repubblica Autonoma Socialista Sovietica Ceceno-Inguscia. Nel 1944, per ordine del capo dell'NKVD Lavrentij Beria, più di un milione di ceceni, ingusci ed altri popoli caucasici settentrionali furono deportati in Siberia ed in Asia Centrale, ufficialmente come punizione per aver collaborato e supportato l'invasione della Germania nazista. La politica di Stalin rese la Cecenia una "non entità". Soltanto nel 1957, il primo segretario sovietico Nikita Kruschev garantì al popolo ceceno e a quello inguscio il permesso di ritonare nella loro terra d'origine e di restaurare la repubblica.

[modifica] Il collasso dell'Unione Sovietica

La Russia divenne una nazione indipendente dopo il collasso dell'Unione Sovietica nel dicembre 1991. Comunque sia la Russia fu largamente accettata come lo stato successore dell'URSS, ma perse allo stesso tempo la maggior parte della sua forza militare ed economica. Mentra l'etnia russa componeva più del 70% della popolazione della Repubblica Socialista Sovietica Federata Russa, significanti differenze etniche e religiose divennero delle minaccie di disintegrazione politica in molte altre regioni. Durante il periodo sovietico, ad alcune delle oltre cento nazionalità in Russia erano garantite delle enclavi etniche con propri diritti formali concessi dalla federazione. Le relazioni di queste entità con il governo federale e le richieste di maggiore autonomia irruppero come una fondamentale questione politica all'inizio del 1990.

Il presidente Yeltsin fece sue queste richieste durante la campagna elettorale del 1990, annunciando che la loro risoluzione era di estrema priorità. Si sentì la forte necessità di una legge che chiarisse definitivamente i poteri di ogni soggetto federale. Tale legge venne approvata il 31 marzo 1992, quando Yeltsin e Ruslan Khasbulatov, egli stesso di etnia cecena e dirigente del Soviet Supremo Russo, siglarono il Trattato di Federazione bilateralmente con 86 degli 88 soggetti federali. Nella maggior parte dei casi le richieste di maggior indipendenza vennero soddisfatte attraverso concessioni riguardante l'autonomia regionale e regimi fiscali diversificati. Il trattato delineava tre tipi di soggetti federali base e stabiliva i poteri e le competenze riservate alle comunità locali o al governo federale.

I soli soggetti federali che non firmarono il tratttato furono la Cecenia e il Tatarstan. Nella primavera del 1994 il presidente Yeltsin siglò un accordo politico speciale con Mintimer Şäymiev, il presidente del Tatarstan, garantendo molto delle richieste di autonomia da parte della repubblica ll'interno della Russia. Così, solo la Cecenia rimanse l'unico soggetto federale che non ebbe accettato l'accordo. Nè Yeltsin, nè il governo ceceno intrapresero ulteriormente delle serie negoziazioni e la situazione si sarebbe deteriorata da lì a poco in un conflitto in piena regola.

[modifica] La dichiarazione d'indipendenza cecena

la Cecenia (in rosso) e la Federazione Russa
la Cecenia (in rosso) e la Federazione Russa

Nel frattempo, il 6 settembre 1991, militanti del partito del Congresso Nazionale del Popolo Ceceno (NCCHP), creato dall'ex generale sovietico Dzhokhar Dudayev, convocarono una sessione del Soviet Supremo dell'ASSR Ceceno-Inguscia con l'obbiettivo di dichiarare l'indipendenza. Uccisero il rappresentante del Partito Comunista dell'Unione Sovietica a Grozny tramite defenestrazione, brutalizzarono molti altri membri del partito ed ufficialmente dissolsero il governo della Repubblica Autonoma dell'Unione Sovietica Ceceno-Inguscia.

Il mese seguente Dudayev ottenne in maniera schiacciante il supporto popolare per spodestare l'amministrazione ad-interim appoggiata dal governo federale. Divenne presidente e dichiarò l'indipendenza dall'URSS. Nel novembre 1991, il presidente Yeltsin inviò delle truppe a Grozny, ma furono costrette a ritirarsi quando le forze di Dudayev riuscirono ad evitare che esse lasciassero l'aeroporto. Dopo che la Cecenia pronunciò l'iniziale dichiarazione di sovranità, la Repubblica Autonoma Ceceno-Inguscia si divise in due zone nel giugno del 1992 nel bel mezzo del conflitto armato Inguscio con l'altra Repubblica russa dell'Ossezia del Nord. La Repubblica dell'Inguscezia in seguitò confluì nella Federazione Russa, mentre la Cecenia dichiarò la piena indipendenza nel 1993 con il nome di Repubblica Cecena d'Ičkeria.

[modifica] Conflitti interni in Cecenia

Dal 1991 al 1994 decine di migliaia di persone di etnia non cecena, per la maggioranza Russi, lasciarono la repubblica riportando notizie riguardo alle violenze contro le popolazioni non cecene. L'industria della Cecenia iniziò a decadere come risultato dell'abbandono della regione da parte di molti ingegneri e lavoratori russi, il più delle volte ufficialmente espulsi dalla repubblica. Durante la guerra civile non dichiarata nel paese, le varie fazioni pro e contro Dudayev combatterono per il potere, a volte il veri e proprie battaglie campali con l'utilizzo di armamenti pesanti.

Nel marzo 1992, l'opposizione tentò un colpo di stato, ma i loro tentativi vennero vanificati con la forza. Un mese più tardi, Dudayev si arrogò direttamente i poteri presidenziali e , nel giugno 1993 sciolse il parlamento per evitare un referendum su di un voto di sfiducia. Le forze federali inviate per il conflitto Osseto-Inguscio vennero deviate sul confine ceceno alla fine dell'ottobre 1992 e Dudayev, che percepì la cosa come un "atto di aggressione contro la Repubblica Cecena" dichiarò lo stato d'emergenza e minacciò la mobilitazione totale se le truppe russe non si fossero ritirate immediatamente. Dopo aver organizzato un altro golpe nel dicembre 1993, l'opposizione convocò un Consiglio Provvisorio con il ruolo di potenziale governo alternativo per la Cecenia, chiedendo l'assistenza di Mosca.

Un simpatizzante di Dudayev che prega davanti al Palazzo Presidenziale di Grozny, 1994
Un simpatizzante di Dudayev che prega davanti al Palazzo Presidenziale di Grozny, 1994

Nell'agosto del 1994, quando la coalizione delle forze d'opposizione, con base nel nord della Cecenia, lanciò una campagna armata per deporre il governo di Dudayev, Mosca decise di aiutare le forze ribelli tramite supporto finanziario, equipaggiamento militare e forze mercenarie. La Russia sospese tutti i voli civili per Grozny mentre, allo stesso tempo, l'aviazione militare e le truppe di confine pianificarono un embargo della repubblica. Il 30 ottobre 1994, aeromobili non identificati russi iniziarono a bombardare la capitale Grozny. Le forze d'opposizione, alle quali si erano aggiunte le truppe russe, lanciarono un assalto clandestino ma male organizzato a Grozny alla metà di ottobre del 1994. Essa fu seguita da un secondo maggiore attacco detto anche "Battaglia di Grozny" tra il 26 ed il 27 di novembre. La Guardia Nazionale Cecena di Dudayev respinsero però gli attacchi. Con grande imbarazzo per il Cremlino, riuscì anche a catturare circa 20 regolari dell'esercito russo ed altri 50 cittadini russi legati segretamente al controspionaggio russo (FSK).[1]

Il 29 Novembre il presidente Boris Yeltsin emise un ultimatum a tutte le fazioni belligeranti della Cecenia, ordinandogli il disarmo e la resa. Nel momento in cui il governo di Grozny rifiutò, il presidente Yeltsin ordinò un attacco per ristabilire l'"ordine costituzionale". Fino al primo dicembre le forze russe condussero dei pesanti bombardamenti aerei su tutta la Cecenia, bersagliando sia siti militari sia la stessa capitale Grozny.

L'11 dicembre 1994, cinque giorni dopo che Dudayev ed il ministro della difesa russo Pavel Grachev avevano concordato di evitare un ulteriore uso della forza, le forze russe entrarono in Cecenia con l'ordine di "stabilire l'ordine costituzionale in Cecenia e di preservare l'integrità territoriale della Russia". Grachev sentenziò che avrebbe potuto far fuori Dudayev in un paio d'ore con un solo reggimento aereo e proclamò che "sarebbe stata una "sanguinosa guerra lampo, e che sarebbe durata non oltre il 20 dicembre."


aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -