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Piscinola - Wikipedia

Piscinola

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Piscinola è un quartiere di Napoli di circa 28.000 abitanti, situato nella periferia nord della città. Confina a Nord col comune di Mugnano di Napoli, ad Est coi quartieri Scampìa e Miano, a Sud con Marianella e ad Ovest col quartiere Chiaiano. La superficie del quartiere è pari a circa 3,55 km².

Con gli adiacenti quartieri di Marianella, Chiaiano e Scampia, Piscinola costituisce, a partire dal 2005, la VIII Municipalità del Comune di Napoli.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] L’etimologia

L’etimologia di Piscinola deriva dal termine “piscinula”, ossia "piscina" o "vasca", in riferimento forse ad un'antica struttura idraulica nelle vicinanze del primitivo insediamento abitativo. Nonostante il chiarissimo riferimento all'acqua, del tutto oscure sono l'ubicazione e le funzioni di tale vasca. Tre sono le ipotesi: o si trattava di un serbatoio per la raccolta delle acque, in un sistema di irrigazione dei campi o di una cisterna, ad uso degli abitanti o di parte di un sistema di bonifica. A quanto pare le vasche erano due: c'era una vasca più piccola e antica, chiamata “piscinella”, sita presso le masserie delle cupe Filanda, Teverola e Perillo, dalla quale forse derivò l’etimologia della località, chiamata tuttora "Piscinella“ ed un’altra vasca, posta più a Sud e più grande della prima, di costruzione successiva. Risulta verosimile pensare che, vista la ridotta capacità di stoccaggio della vasca primitiva, nascesse la necessità nei primi abitanti di costruire una seconda struttura più grande, per far fronte all’accresciuto bisogno, derivante dall’aumento demografico, ma anche da un nuovo insediamento sul territorio, che in relazione alla nuova opera probabilmente ne assunse la denominazione e fu chiamato, appunto, Piscinola.

[modifica] Le origini

La zona a Nord di Napoli, un tempo assai fertile, fu abitata da Sanniti, Osci, Opici, Etruschi, come testimoniano i numerosi reperti archeologici, rinvenuti all'inizio di questo secolo, anche se probabilmente i primi abitanti di Piscinola furono i veterani romani, reduci dalle guerre puniche. A quell'epoca, verso il 326 a.C. Roma estese il suo dominio a Sud e colonizzò la Terra di Lavoro assegnando, appunto, l'ager publicum (vale a dire appezzamento di terreno pubblico) ai veterani, sia per coltivarlo, che per difenderlo con le armi, in caso di sommosse da parte delle popolazioni locali, di recente conquista. La colonizzazione fu lenta e solo verso il 100 a.C. si svilupparono i primi insediamenti stabili: chiamati "castrum" o "oppidium". A questo periodo risalgono la maggior parte dei reperti archeologici, rinvenuti nel XX secolo, sotto le antiche masserie Filanda e Splendore o vicino alle masserie Fiore ed Epitaffio. Il ritrovamento di vasi, anfore, armi e numerosi oggetti di vita quotidiana, dimostrano la preesistenza nei luoghi anche di ville patrizie.

La prima notizia storica di Piscinola risale al VI secolo, quando Belisario, in guerra con i Goti, strinse l’assedio attorno alla città di Napoli. Alla fine, penetrato in città dall'acquedotto presso San Giovanni a Carbonara, sterminò la popolazione. Quindi si recò a Roma, dove papa Silverio lo rimproverò aspramente per la strage. Pentitosi, torno a Napoli l'anno successivo (536) e vedendo lo stato di abbandono della città, decise di ripopolarla. Perciò trasferì a Napoli gli abitanti dei casali circostanti (allora chiamati ville o vichi). Fra questi la villa più popolosa era quella di Piscinola. I primi documenti, nei quali si menziona il toponimo di Piscinola, sono gli atti notarili, che trattano la cessione di vari appezzamenti di terre. In alcuni di essi si citano anche le chiese Estaurite del SS. Salvatore e di S. Sossio. Il documento più antico risale all'anno 250. In molti documenti antichi l'abitato di Piscinola viene spesso menzionato anche col toponimo di "Terra del Salvatore", forse a causa dei possedimenti (grance) tenuti a Piscinola dal monastero esistente sull'isoletta di Nisida, chiamata a quei tempi "isola S. Salvatoris". È da ritenere che, proprio a causa di questo legame storico, i monaci del convento di Nisida ebbero a contribuire non poco alla diffusione del culto del SS. Salvatore presso gli antichi abitanti di Piscinola.

[modifica] Dall'Impero Romano ad oggi

Piscinola ha, quindi, una storia bimillenaria. Fu colonia romana, come attestano i resti delle molteplici case signorili e degli accampamenti militari trovati recentemente. Dopo le guerre puniche, Piscinola si trasformò in "Casale”, secondo la politica messa in atto dai romani nei territori conquistati. Il Casale era una zona abitata dai “casati”, ossia dai contadini legati alla terra da uno speciale vincolo di residenza. Tale status rimase attivo anche dopo la caduta dell'Impero Romano, anche se con forme diverse da quelle originarie. Fu nominata “Casale Regio”, sotto i Viceré spagnoli e, infine, divenne decurionato francese del distretto di Casoria, nel 1806, sotto la dominazione francese. Dopo la Restaurazione Borbonica, divenne comune autonomo e lo fu sino a dopo l’Unità d’Italia, quando fu annessa al Comune di Napoli.

La popolazione di Piscinola, fiera della propria dignità e delle proprie tradizioni rurali, è storicamente stata restia a qualsiasi tentativo di subordinazione ed ibridazione da parte della tendenza accentratrice cittadina. Già nel Medioevo, intorno al 1000, mentre l’Italia meridionale si andava strutturando come regno fortemente centralizzato, secondo l'organizzazione dei Normanni, Piscinola esprimeva una spiccata tendenza autonomistica e si proclamava estaurita: termine greco da "Stauros", ossia luogo dove viene esposta la croce, di origine laico-ecclesiastica, che esprimeva una capacità di amministrarsi autonomamente. Il governo era guidato da due o tre membri estauritari, eletti di anno in anno da un’assemblea popolare, che si radunava al suono delle campane, nella piazza principale del luogo, secondo un sistema politico-amministrativo molto più vicino al modello comunale, che si andava affermando in quel periodo nell’Italia centro-settentrionale, che non a quello monarchico, tipico delle regioni meridionali. Successivamente, nei periodi di dominazione angioina, aragonese, spagnola, austriaca e borbonica, Piscinola continuò a difendere la propria autonomia, preferendo essere dichiarata Casale Demaniale Regio, piuttosto che feudale, per non sottostare ai dispotismi baronali dell’epoca, che imponevano ingenti tasse, in base al numero dei "fuochi", cioè dei nuclei familiari; i Casali Demaniali Regi dipendevano infatti solo e direttamente dal Re. L’autonomia fu difesa ancora nel 1637, contro la decisione del Viceré spagnolo di vendere il Casale al Principe di Cardito. Così pure tra il 1805 e il 1820, contro il progetto scellerato di urbanizzazione dei Casali, da parte dell'amministrazione francese. Questo progetto aveva lo scopo di ricavare maggiori tributi dai territori limitrofi alla capitale. Fino alla fine del secolo XIX, Piscinola resistette ai reiterati tentativi di subordinazione della città di Napoli, conservando lo status di Comune autonomo. Nel 1865 fu urbanizzata e annessa, pima come Villaggio e poi, come Frazione, al vasto quartiere napoletano di San Carlo all'Arena.

Con la creazione delle Circoscrizioni comunali, avvenuta agli inizi degli anni '80, Piscinola, insieme a Marianella, fu una delle 20 amministrazioni circoscrizionali con le quali fu suddiviso il territorio del Comune di Napoli. Dal 2005 appartiene, come si è detto, alla VIII Municipalità.

[modifica] La storia dei trasporti a Piscinola

Il 30 marzo 1913, la Società anonima francese "Compagnie des Chemins de Fer du Midi et d’Italie" con sede a Parigi" inaugurò il primo tratto della ferrovia Napoli Piedimonte D'alife, che collegava Napoli(piazza Carlo III) a Santa Maria Capua Vetere e Capua. La ferrovia raggiunse dopo alcuni anni la cittadina di Piedimonte d'Alife che ne costitui il terminale casertano. IL tracciato di questa ferrovia si presentava ad unico binario, a scartamento ridotto ed era elettrificato a 11000 V e 25 Hz. La linea ferroviaria attraversava tutto il territorio piscinolese ed in prossimità della piazza principale fu realizzato il piazzale ferroviario a tre binari, con annesso l'edificio stazione costituito da un fabbricato a due livelli. L'edificio si componeva: della sala passeggeri, della sala di servizio ferrovieri al piano terra e dell'alloggio del capostazione al primo piano. La ferrovia fu esercita, quasi ininterrottamente, fino al 1976, quando fu definitivamente chiusa all'esercizio, in attesa della riscostruzione.

Il 21 Aprile del 1926 la società "SATN", "Società Tranvie del Nord", inaugurò la tratta tranviaria Piscinola-Miano identificandola con il numero "2". Il capolinea a Miano costituiva l'interscambio con la più lunga tratta che collegava Secondigliano con Piazza Dante. Negli anni seguenti la linea, gestita dalla EAV "Ente Autonomo Volturno", divenne una direttice autonoma che collegava direttamente Piscinola a Piazza Dante e venne identificata con il numero "38". Il tram a Piscinola fu soppresso alla fine degli anni cinquanta per far posto ai più flessibili trasporti su gomma.

Il 16 Luglio del 1996 è stata inaugurata la stazione della metropolitana di Napoli: "Piscinola-Secondigliano", che costiuisce, al momento, la stazione terminale della linea 1 e l'interscambio con: l'Alifana, il terminal bus e n.2 parcheggi auto.

Nel Giugno del 2005 è stata inaugurata la stazione "Piscinola-Scampia" della nuova ferrovia Alifana, oggi ridenominata "MetroCampania Nord-Est", che comprenderà la tratta: Napoli-Santa Maria C.V.-Piedimonte Matese.

[modifica] Cultura sport e spettacolo

[modifica] Beni culturali

  • Chiesa del Santissimo Salvatore
  • Arciconfraternita Estaurita del SS. Sacramento
  • Chiesette della Madonna delle Grazie, S. M. del Soccorso e S. Vincenzo
  • Reperti archeologici vari
  • Palazzi nobiliari vari
  • Palazzi "A corte" e "Masserie" in stile agricolo locale
  • Centro antico adiacente la via SS. Salvatore
  • Vico operai (edificato storico fondato dai coltivatori delle terre dello "Scampia")
  • Villa comunale "Mario Musella"
  • Biblioteca comunale "Don D. Severino"

[modifica] Chiesa parrocchiale del SS. Salvatore

La chiesa principale del luogo, eretta a Parrocchia ancor prima del Concilio Tridentino, come attestano i registri dei nati e dei morti conservati nell'Archivio parrocchiale; esisteva sicuramente prima dell'anno 1033, come risulta da un manoscritto rogato, nel quale si menziona, tra l'altro, la particolare devozione dei piscinolesi per il SS. Salvatore, già eletto a protettore dell'abitato. Forse la fondazione della chiesa risale intorno alla seconda metà del X sec. La chiesa fu rifatta nel XIV secolo in stile gotico, ma fu gravemente danneggiata dai terremoti nel corso dei secoli successivi, come da quello terribile del 1688, lo stesso terremoto che devastò la chiesa San Paolo Maggiore a Napoli. La chiesa del SS. Salvatore fu rifatta dopo qualche anno in stile barocco, ad una navata rettangolare, con cappelle laterali dei santi patroni. Sugli altari laterali e su quello maggiore furono collocate le tele rappresentanti i santi venerati. Fino al 1950 la chiesa presentava gli arredi del periodo pre-concilio, ossia: il pulpito in legno, la balaustra in marmo e la fonte battesimale, con l'assenza della mensa centrale. Nei restauri che si susseguirono dopo il 1950, la chiesa assunse la forma attuale: fu rieseguita la facciata, con allineamento al campanile, fu ridisegnato l'altare maggiore, con la collocazione della statua del SS. Salvatore e furono anche collocate le statue lignee di san Antonio di Padova, San Biagio e san Antonio Abate, tutte opere del XVIII secolo. Durante uno di questi interventi di restauro, è emerso dall'intonaco un bell'affresco risalente al XIV secolo, definito dagli esperti "di chiara scuola giottesca napoletana", rappresentante il volto della Madonna della Misericordia. L'affresco è stato staccato ed incastonato sopra l'altare maggiore. Nei primi anni del 2000, la chiesa è stata di nuovo restaurata, cosi pure l'organo in legno del XVIII secolo, la facciata e la capriata del tetto. È stato poi realizzato un oratorio, con un teatro e degli spazi all'aperto per lo sport ed il tempo libero. Nelle cavità della chiesa sono presenti gli ipogei comuni ante XIX sec, separati per gli adulti e per i bambini, di cui si conserva anche la lapide marmorea di accesso.

[modifica] Arciconfraternita estaurita del SS. Sacramento

Sicuramente nel XVI secolo un gruppo di gesuiti fondarono nel luogo centrale del Casale di Piscinola, di fronte alla Chiesa del SS.Salvatore, una chiesetta ed un oratorio per la diffusione della religione. La chiesa fu ampliata nel corso degli anni successivi, fino alle attuali dimensioni. Nella prima metà del XVIII secolo, a causa di contenziosi sorti tra il Parroco di allora e la Staurita (ossia l'organismo laico-religioso che ammministrava il Casale) che in essa trovava sede, la chiesa fu chiusa con dispaccio reale. Solo dopo la sua nuova fondazione e l'approvazione dello statuto, il re Ferdinando I autorizzò la riapertura della chiesa nel 18 agosto 1777. Scopo principale della nuova Arciconfraternita, eletta sotto il titolo del SS. Sacramento, era l'assistenza spirituale e la sepoltura dei confratelli iscritti, ma anche del popolo che lo richiedeva. La chiesa si presenta con una sola navata con affreschi alle pareti laterali eseguiti nel XX secolo. Sull'altare maggiore è collocata una tela del XVIII secolo rappresentante la Madonna che ha in visione il Cristo risorto. Di notevole interesse è l'organo ligneo del XVIII secolo in ottimo stato di conservazione. L'elemento storico-folcloristico caratteristico che contraddistingue l'Arciconfraternita del SS. Sacramento è l'abito storico indossato dagli adepti in occasione delle manifestazioni religiose pubbliche, come quella annuale del "Corpus Domini", costituito da un saio bianco, con mantellina rosso-porpora ricamata in oro, laccio e collare rosso, con pendente in argento e con un vistoso capuccio bianco, dai quali si intravedono solo gli occhi. Per le caratteristiche di questo abito, i soci vengono tuttora chiamati bonariamente dalla popolazione locale con il termine di "Paputi".

[modifica] Centro storico di Piscinola

Anche se notevolmente rimaneggiato nel periodo del dopo terremoto, il centro storico di Piscinola conserva ancora molte interessanti testimonienze archiettoniche del passato. L'"isola" che è delimitata da via del Salvatore, via Napoli e Via Miano, rappresenta il nucleo più antico, la cui pianta risulta forse coeva alla fondazione della chiesa del SS. Salvatore, ossia intorno all'anno 950. Sicuramente gli edifici che si ergono nella zona sono stati realizzati, in sostituzione dei precedenti manufatti, in epoche successive, tra il XVI ed il XVIII secolo. Si tratta prevalentemente di edifici disposti "a corte", aventi non piu di due piani fuori terra, realizzati in tufo, con solai in travi di legno e lapilli e con annessi tutti i servizi comuni necessari per gli abitanti (bagni, forni, pozzi, aia, cantine, stalle). Nella zona adiacente alla piazza B. Tafuri e anche in zone decentrate ad essa, si ergono molti edifici appartenenti alle famiglie della nobiltà napoletana. Questi edifici costituivano le residenze estive di campagna della nobiltà e si popolavano in concomitanza del trasferimento del re e della sua famiglia alla vicina reggia di Capodimonte. Citiamo per importanza: il Palazzo De Luna, il palazzo Grammatico, il palazzo Don Carlo, il palazzo Chiarolanza ed il palazzo Fioretto. Molto interessanti sono anche i palazzi antichi restaurati a cura della Facoltà di Architettura di Napoli durante la ricostruzione post-terremoto, come quelli in Via del Plebiscito e in via V. Emanuele. Altro esempio di emergenza architettonica rilevante nella zona risulta essere l'abitato di Vico degli operai, eretto nel corso dei secoli in maniera spontanea dagli antichi abitanti di Piscinola, dediti al lavoro delle campagne limitrofe, in particolare quelle della piana del Casale che un tempo era nominato "lo scampagnato" (l'attuale rione Scampia). Il complesso architettonico di Vico Operai è stato purtroppo in parte rimaneggiato durante l'intervento della riscostruzione post-terremoto. Esso però conserva ancora in parte le caratteristiche architettoniche originarie.

[modifica] Altre emergenze architettoniche

Nel ventennio fascista sono stati eretti due importanti edifici, il complesso scolastico T. Tasso, ora sede della VIII municipalità e il palazzo "della madre e dell'infanzia abbandonata" in via V. Veneto.

[modifica] La nuova villa comunale

Recentemente la villa comunale (ex villa Vittoria), realizzata durante il periodo della riscostruzione post-terremoto, è stata intitolata dal Comune di Napoli al cantante "M. Musella". La villa è costituita da ampie aree a verde ed attrezzate per il tempo libero.

[modifica] Musica

[modifica] La banda musicale di Piscinola

Dell'esistenza della banda musicale di Piscinola si hanno notizie storiche a partire dai primi decenni del secolo scorso. Inizialmente, fu fondata e diretta dal maestro Piccolo e raccoglieva la gioventù del paese che svolgeva i più umili mestieri (contadini e muratori), arrivando a superare anche i 50 elementi. Nel secondo dopoguerra, la direzione fu assunta dal maestro Santoro che ne diede i connotati di modernità e professionalità. Infine, alla fine degli anni '50, il maestro Azanne, a cui passò la direzione musicale, ampliò il corpo bandistico, arricchendolo di molti solisti e dando al complesso i connotati di "banda di giro", partecipando anche ai raduni interregionali del settore. E' in corso un tentativo per rifondare il corpo musicale di Piscinola, riscoprendo così l'antica vocazione musicale degli abitanti del quartiere.

[modifica] Mario Musella e gli Showmen

Mario Musella (Piscinola, 1 aprile 1945 - Marano, 1979) fu tra i fondatori del complesso musicale degli Showmen. Nel 1968 con la canzone Un’ora sola ti vorrei, gli Showmen vinsero l'edizione del Cantagiro. Altri successi furono: "Non si può leggere nel cuore" (scritta da Franco Califano), "Gloria, ricchezza e te“ (scritta da Claudio Baglioni), "Sto cercando", "Mi sei entrata nel cuore” e anche “Marzo/Catarì", testo scritto da Salvatore Di Giacomo e musicata in chiave blues-rock e "Tu sei bella come sei" presentata al festival di San Remo.

[modifica] Altri gruppi musicali emergenti

Negli ultimi anni interessanti gruppi musicali sono nati a Piscinola e nelle zone ad essa adiacenti, apprezzati dalla critica locale e nazionale; tra i quali emergono i "Fuossera", che è un gruppo Rap di Piscinola e "Co'sang", che è un gruppo della vicina Marianella.

[modifica] Centri culturali e sportivi

Il Centro Polifunzionale, lotto 14B, un complesso che sorge a Sud di Piscinola, in località ”Madonna delle Grazie", inaugurato alla fine degli anni '80, è una struttura finalizzata all'istruzione, allo sport, al teatro ed al tempo libero; è dotato di una biblioteca, di un teatro coperto, di campi di tennis, di campi di basket e di calcio, nonché di una piscina coperta. In una parte dei locali hanno sede gli studi televisivi della Rai dove, invece, da alcuni anni è registrata la “fiction” "La squadra". Nell'auditorium del Centro vi è il TAN “Teatro Area Nord", che oltre alla stagione teatrale di “cartellone”, con la sua "Liberascena ensamble" ha una scuola di recitazione frequentata dai giovani del quartiere, diretta da Renato Carpentieri.

[modifica] Sport

[modifica] Basket

La squadra di basket principale è la Virtus Piscinola, fondata nel 1943. Nel 1959 vinse il campionato Promozione, nel 1960 disputò il campionato di serie B regionale, successivamente quello della serie C nazionale. Dal 1967 al 1970 la società restò fuori dalle competizioni di alto livello; nel 1970 la società fu chiamata Basket Club Piscinola. Nel 1979 partecipò al campionato di serie D. Nel 1982 la società venne ridenominata Virtus Piscinola e si costituì in Polisportiva. Negli ultimi decenni la squadra ha partecipato ai campionati agonistici regionali e dell’Italia meridionale. Attualmente partecipa al Campionato nazionale di D. Molto affermati ultimamente sono i campionati giovanili, sopratutto il campionato under17 che ha riportato molti successi in ambito regionale( tra cui il recente secondo piazzamento alla fase finale del torneo). La squadra gioca nel nuovo campo di basket coperto (Tendostruttura), realizzato in Via Dietro La Vigna. Nel 1994 il CONI ha conferito alla società della Virtus Piscinola la medaglia di Bronzo al merito sportivo.

Altre squadre minori si affacciano al panorama sportivo del basket locale e regionale, come ad esempio la "Cestistica Napoli", fondata nel 2006. La squadra milita nel girone promozione e gioca nel campo coperto presso il complesso "lotto 14B".

[modifica] Calcio

La squadra giovanile di calcio Piscinola Campania disputa il torneo di promozione, girone B. Il "campo di casa" è il nuovo stadio comunale sito in Via Dietro La Vigna, dotato di due tribune, con capienza di circa 1000 posti.

[modifica] I mezzi di comunicazione

Il territorio della VIII municipalità, di cui Piscinola appartiene, comprende 3 fermate della "metropolitana di Napoli" Linea1 (MetroNapoli) e una stazione della Alifana (attuale MetroCampania Nord-Est). Inoltre, sono presenti diversi terminal bus, tra cui quello più importante è sito in Via Zuccarini, alle spalle della stazione di Piscinola (MN linea 1) e quella di Scampia (Alifana), comprendente, oltre allo stazionamento delle linee su gomma dell'azienda municipale ANM (167 - 178 - 180 - 180/ - 183 - C64 - C67 - C73 - C74 - C75 - C77/ - R5 e 575), anche una fermata della linea filobus dell'azienda CTP, diretta sulla direttrice Napoli-Aversa-Teverola (M13) oltre al capolinea delle linee CTP (M11(filobus) / Piscinola (MN1)-Aversa-Teverola e A20).

[modifica] Bibliografia

  • Archivio Storico Parrocchiale della chiesa del S.S. Salvatore in Piscinola
  • Historia della citta di Napoli e del regno di Napoli, del Summonte
  • Topografia dell’Agro Napolitano, di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni ed. 1793
  • Dizionario geografico-historico-fisico del Regno di Napoli del 1796 di F. Sacco
  • I Villaggi del Nord (Quali erano e quali sono), del Vicesindaco marchese Lucarelli 1913
  • Notizia storiche su Piscinola del mons. U. Scandone, anno 1950
  • I Casali di Napoli di De Seta C., Ed. Laterza*
  • Viaggio nella mia terra. Memoria storica del casale di Piscinola, di F.B. Sica, anno 1989
  • Storia di periferia di C. Montesano, anno 1985 (Sport)
  • La terra del Salvatore. Una terra, la sua gente, le sue tradizioni, di S. Fioretto (in corso di pubblicazione)


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