Partito Repubblicano (Stati Uniti)

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Partito Repubblicano




Segretario	Mike Duncan
Leader al Senato	Mitch McConnell
Leader alla Camera	John Boehner

Fondazione	1854
Sede	310 First Street SE Washington, D.C. 20003

Ideologia	Conservatorismo Liberismo
Posizione	Centrodestra Destra
Affiliazione internazionale	International Democrat Union

Sito internet	www.gop.com

Il Partito Repubblicano degli Stati Uniti (Republican Party), conosciuto anche come Grand Old Party (abbreviato in GOP) è attualmente, assieme al Partito Democratico, uno dei due maggiori partiti politici degli Stati Uniti.

Nella dialettica politica, i repubblicani oggi sono identificati con la parte più conservatrice e sensibile alle tematiche liberiste del bipartitismo americano. Ciò non toglie che, prima del New Deal, molti esponenti del partito furono in prima linea nell'approvazione di politiche progressiste (vedi sotto).

L'attuale Presidente degli Stati Uniti d'America, George W. Bush, appartiene al Partito Repubblicano, di cui è il leader de facto.

[modifica] Formazione

Il Partito è stato fondato il 28 febbraio 1854 a Ripon, per ostacolare l'espansione della schiavitù nei nuovi territori e in particolare come reazione al Kansas-Nebraska Act. La prima convention repubblicana si tenne il 6 luglio dello stesso anno, a Jackson.

Il Partito Repubblicano non deve confondersi con i repubblicani dell'epoca di Thomas Jefferson, che, anzi, in seguito andarono a formare il Partito Democratico. I veri antenati dei Repubblicani possono essere rintracciati (con buona approssimazione) in Alexander Hamilton, John Adams e nei federalisti, nonché nel Partito Whig, che cessò le proprie attività proprio dopo il Kansas-Nebraska Act. C'è comunque una diversità di fondo fra il Partito Repubblicano ed i precedenti: è il primo partito sezionale, in quanto era espressione dei soli interessi del Nord, ed era fortemente ideologico, in quanto alla base della sua azione politica c'era l'abolizionismo. Per questo, al nuovo partito aderirono anche esponenti nordisti del Partito Democratico).

Il partito ebbe un successo senza precedenti: nel 1856 il suo primo candidato alle presidenziali, pur perdendo, ottenne un risultato significativo e il suo secondo candidato divenne presidente nel 1860: infatti, in quell'anno Abraham Lincoln salì alla presidenza (ma solo grazie alle divisioni interne del Partito Democratico. La sua elezione provocò l'immediata secessione di 7 Stati del Sud, a cui in seguito se ne aggiunsero altri 4. Ne seguì quindi la Guerra di Secessione.

[modifica] Dalla guerra di Secessione al 1896

Con la guerra il partito divenne di fatto egemonico, mantenendo la presidenza per più di vent'anni fino al 1884; nel primo periodo fu dominato dai cosiddetti Repubblicani Radicali, che miravano a punire il Sud per la Secessione e a tenerlo sotto il controllo delle truppe federali. Solo con il cosiddetto Compromesso del 1877 si ebbe la smilitarizzazione del Sud, che provocò il pieno ritorno al potere negli ex Stati Confederati del Partito Democratico; questo impose misure segregazioniste nei confronti degli Afro-Americani, i quali non furono efficacemente protetti dai Repubblicani. In pochi anni, i neri che avevano conquistato posizioni di potere negli Stati del Sud grazie al Partito Repubblicano, le persero completamente. A parte il caso particolare del Sud, nel resto degli Stati Uniti le divergenze tra i due grandi partiti americani sfumarono, in quanto entrambi erano dominati dai fautori del libero mercato e dell'industrializzazione. La maggiore differenza riguardava l'origine etnica e religiosa dei votanti: i Repubblicani tendevano infatti ad essere Protestanti provenienti dalla Gran Bretagna o dalla Scandinavia (tra i quali erano forti le posizioni dei Proibizionisti), mentre gli immigrati Irlandesi e tedeschi preferivano i Democratici. Inoltre, il Partito Repubblicano si identificava con una politica protezionistica a favore dell'industria statunitense, mentre il Partito Democratico, più legato al settore agricolo e in parte agli opeari delle città era più favorevole al libero scambio in ambito commerciale.

[modifica] L'era progressista

Con l'elezione alla presidenza di William McKinley nel 1896 crebbe all'interno del partito una corrente che faceva riferimento al Progressismo, un movimento di pensiero (non strettamente partitico) che invocava riforme di modernizzaione e democratizzazione della vita politica e sociale del Paese. Questa corrente si esresse particolarmente con l'azione antitrust del presidente (in carica dal 1901 al 1909) Theodore Roosevelt, e con le riforme avviate dal Governatore del Wisconsin Robert La Follette (in carica dal 1901 al 1906), oltre che con numerosi amministratori locali in molte città. Nelle elezioni del 1912 vi fu anche una momentanea scissione del Partito Progressista per sostenere una nuova candidatura di Roosevelt, rifiutata dalla macchina elettorale del Partito facilitando però la vittoria del Democratico Wilson. Il periodo progressista finì bruscamente con la fine della Prima Guerra mondiale, la quale diede avvio ad un periodo di forte conservatorismo rappresentato dalle amministrazioni di Warren Harding, Calvin Coolidge e (in misura minore) di Herbert Hoover. La Depressione economica del 1929, però, fu addebitata ai repubblicani, aprendo così un'epoca di dominio democratico

[modifica] Sotto il New Deal

La politica del New Deal di Franklin D. Roosevelt provocò un forte spostamento di voti, in particolare degli operai e dei neri, a favore del partito Democratico. Il partito Repubblicano ebbe una reazione differenziata, con l'ala progressista (presente nel Nord-est, e rappresentata ad esempio dal popolare sindaco di New York Fiorello LaGuardia) favorevole al New Deal, sia pure con modifiche che ne aumentassero l'efficienza, e l'ala conservatrice fautrice di tradizionali politiche liberiste. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, vicino ai progressisti era il Presidente Dwight Eisenhower, che infatti mantenne in vita il New Deal e mise in guardia il paese contro il pericolo rappresentato dal "complesso militar-industriale)", e il cui anticomunismo era in continuità con il precedente governo del Democratico Truman. Solamente la vittoria alle elezioni primarie del 1964 di Barry Goldwater portò all'affermazione delle correnti più conservatrici. Da questo momento il Sud iniziò a spostare il proprio voto dai Democratici ai Repubblicani. Lo scandalo Watergate, di cui fu protagonista il pragmatico Richard Nixon, provocò una profonda crisi del Partito.

[modifica] La rivoluzione reaganiana e oltre

L'elezione di Ronald Reagan nel 1980 fu l'inizio di un profondo mutamento nel comportamento elettorale degli americani e nei programmi politici repubblicani, con un deciso ritorno alle politiche di libero mercato e una politica estera più aggressiva (ma sufficientemente flessibile da favorire l'avvicinamento a Gorbaciov), che portarono a uno spostamento di settori della classe operaia e del ceto medio bianco, nazionalista e timoroso di riforme troppo liberali nel settore dei diritti civili a favore dei repubblicani. Peraltro molte delle riforme di Reagan furono appoggiate al Congresso da molti deputati e senatori Democratici. Nel 1994, dopo che due anni prima il Partito aveva perso la Casa Bianca, i Repubblicani, guidati da Newt Gingrich, con un programma di ulteriori tagli fiscali, ottenero il controllo di entrambi i rami del Congresso, fatto mai accaduto al Partito dal 1952. L'elezione di George W. Bush ha messo in luce il peso crescente nell'elettorato Repubblicano della componente religiosa, in particolare evangelica. L'attentato dell'11 settembre 2001 ha spinto Bush a porre l'accento soprattutto sui temi di politica estera, con la cosiddetta "guerra al terrorismo globale".

Candidati alla presidenza degli Stati Uniti per il Partito Repubblicano
Frémont \| Lincoln \| Grant \| Hayes \| Garfield \| Blaine \| Harrison \| McKinley \| Roosevelt \| Taft \| Hughes \| Harding \| Coolidge \| Hoover \| Landon \| Willkie \| Dewey \| Eisenhower \| Nixon \| Goldwater \| Nixon \| Ford \| Reagan \| G.H.W. Bush \| Dole \| G.W. Bush