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Pandemia - Wikipedia

Pandemia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Una pandemia (dal greco pan-demos, "tutto il popolo") è una epidemia la cui diffusione interessa più aree geografiche del mondo, con un alto numero di casi gravi ed una mortalità elevata. Nella storia si sono verificate numerose pandemie, fra le più recenti si ricordano l'"influenza spagnola", l'"influenza asiatica", l'"influenza di Hong Kong", e la SARS.

Il termine pandemia si applica solo a malattie o condizioni patologiche contagiose. Di conseguenza, molte delle patologie che colpiscono aree molto grandi o l'intero pianeta (per esempio il cancro) non sono da considerarsi pandemiche. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le condizioni affinché si possa verificare una vera e propria pandemia sono tre:

  1. la comparsa di un nuovo agente patogeno;
  2. la capacità di tale agente di colpire gli uomini, creando gravi patologie;
  3. la capacità di tale agente di diffondersi rapidamente per contagio.

Indice

[modifica] Pandemie nella storia

La maggior parte delle pandemie furono zoonosi, ovvero originate dalla convivenza degli esseri umani con animali da allevamento; due esempi tipici sono l'influenza e la tubercolosi. Fra le pandemie più catastrofiche possiamo ricordare:

  • Morbo di Antonino, 165-180. Un'epidemia presumibilmente di vaiolo, portata dalle truppe di ritorno dalle province del Vicino Oriente, uccise cinque milioni di persone. Fra il 251 e il 266 si ebbe il picco di una seconda pandemia dello stesso virus; pare che a Roma in quel periodo morissero 5000 persone al giorno.
  • La Peste Nera, a partire dal 1300. Ottocento anni dopo la strage di Costantinopoli, la peste bubbonica fece il suo ritorno dall'Asia in Europa. Raggiunse l'Europa occidentale nel 1348 (forse portata da mercanti italiani provenienti dalla Crimea), e uccise venti milioni di europei in sei anni (un quarto della popolazione totale del continente).
  • L'"influenza spagnola", 1918-1919. Iniziò nell'agosto del 1918 in tre diversi luoghi: Brest, in Francia; Boston, nel Massachusetts; e Freetown in Sierra Leone. Si trattava di un ceppo di influenza particolarmente violenta e letale. La malattia si diffuse in tutto il mondo, uccidendo 25 milioni di persone (secondo alcuni di più) in 6 mesi (circa 17 milioni in India, 500000 negli Stati Uniti e 200000 nel Regno Unito. Sparì dopo 18 mesi. Il ceppo esatto non fu mai determinato con precisione.
  • L'"influenza asiatica", 1957-1958. Rilevata per la prima volta in Cina nel febbraio del 1957, raggiunse gli Stati Uniti nel giugno dello stesso anno, facendo circa 70000 morti. Il ceppo era lo H2N2.

Un altro agente patogeno che creò ricorrenti pandemie nella storia umana fu il tifo, chiamato anche "febbre da accampamento" o "febbre navale" perché tendeva a diffondersi con maggiore rapidità in situazioni di guerra o in ambienti come navi e prigioni. Emerso già ai tempi delle Crociate, colpì per la prima volta l'Europa nel 1489, in Spagna. Durante i combattimenti fra spagnoli e musulmani a Granada, i primi persero 3000 uomini in battaglia e 20000 per l'epidemia. Sempre per via del tifo, nel 1528 i francesi persero 18000 uomini in Italia; altre 30000 persone caddero nel 1542 durante i combattimenti nei Balcani. La grande armée di Napoleone fu decimata dal tifo in Russia nel 1811. Il tifo fu anche la causa di morte per moltissimi reclusi dei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

L'incontro fra gli esploratori europei e le popolazioni indigene di altre zone del mondo spesso fu causa di epidemie e pandemie violentissime. La popolazione dei Guanci delle isole Canarie fu completamente sterminata da un'epidemia nel XVI secolo. Il vaiolo uccise metà della popolazione di Hispaniola nel 1518, e seminò il terrore in Messico intorno al 1520, uccidendo 150000 persone (incluso l'imperatore) solo a Tenochtitlán; lo stesso morbo colpì violentemnte il Peru nel decennio successivo. Il morbillo fece altri due milioni di vittime tra i nativi messicani nel XVII secolo. Ancora fra il 1848 e il 1849, circa un terzo della popolazione nativa delle Hawaiians morì di morbillo, pertosse e influenza.

Moltissime sono anche le epidemie di cui restano testimonianze storiche ma delle quali è impossibile identificare l'eziologia. Un esempio particolarmente impressionante è quello della cosiddetta "malattia del sudore" che colpì l'Inghilterra nel XVI secolo; più temibile della stessa peste bubbonica, questa malattia uccideva all'istante.

[modifica] La preoccupazione circa future pandemie

Esistono diverse malattie delle quali si è temuto che potessero dare origine a nuove, catastrofiche pandemie: alcuni esempi sono febbre lassa, la febbre della Rift Valley, il virus di Marburg, il virus Ebola e vari tipi di febbre emorragica. La maggior parte di questi morbi sembrano essere però troppo virulenti (e rapidi a uccidere) per potersi diffondere su vasta scala.

Il virus dell'HIV può essere considerato pandemico, sebbene la sua diffusione (per ora inarrestabile nel sudest africano) sia teoricamente controllabile con misure preventive di applicazione piuttosto semplice, e la sua importanza in Europa e nel resto del mondo occidentale sia al momento piuttosto ridotta.

Nel 2003 si è temuta una pandemia di SARS.

Dopo l'attacco alle Torri Gemelle, le istituzioni e i media hanno più volte fatto riferimento alla minaccia di azioni terroristiche con uso di armi biologiche, e dunque alla possibilità che una pandemia possa essere iniziata scientemente da un gruppo etnico o politico ai danni di un altro, liberando nell'ambiente agenti patogeni selezionati o modificati per ottenere gli effetti più devastanti.

Sembra che si possa anche osservare una certa regolarità nelle pandemie di influenza, con intervalli di 20-40 anni. A partire dal febbraio 2004 si sono cominciate a rilevare casi di influenza aviaria in Vietnam. Si teme che l'influenza aviaria possa combinarsi con ceppi di influenza umana, dando vita a una pandemia potenzialmente molto pericolosa.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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