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Pallasite - Wikipedia

Pallasite

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Pallasite
Pallasite

Le pallasiti sono un tipo di meteorite ferro-roccioso composto da cristalli di olivina immersi in una matrice metallica formata da una lega di ferro-nickel. Le pallasiti sono tra le meteoriti esteticamente più belle e apprezzate. I cristalli sono trasparenti e di dimensioni attorno al centimetro.

Indice

[modifica] Storia

Le Pallasiti prendono il loro nome dal naturalista tedesco Peter Simon Pallas, che scoprì nel 1772 il primo esemplare di questo tipo di meteorite in Siberia vicino a Krasnojarsk. L'esemplare scoperto da Pallas pesava alla scoperta 680 Kg, la descrizione di questo esemplare fatta da Pallas nel 1776, fu usata come uno degli esempi utilizzati da E.F.F. Chladni nel 1790 per dimostrare la realtà della caduta di pietre dal cielo, dimostrando in tal modo l'esistenza delle meteoriti: fino al quel momento le testimonianze di tali cadute erano considerate non degne di fede, ciò fu possibile grazie al fatto che la sua massa era costituita da materiale diverso dalle rocce e minerali presenti nella zona di ritrovamento, le sue dimensioni rendevano improponibile la possibilità che fosse stato portato da fenomeni geologici o dagli uomini sul posto del ritrovamento e il suo contenuto in metallo nativo era simile ad altre masse ritrovate in altre aree della Terra.

[modifica] Composizione e struttura

L'aspetto delle pallasiti è molto differente rispetto a tutti gli altri meteoriti: si tratta sostanzialmente di cristalli trasparenti giallo-verdognoli di olivina affogati in un blocco di metallo. La quantità di metallo rispetto ai cristalli può variare considerevolmente anche all'interno dello stesso campione. Generalmente i cristalli sono distribuiti abbastanza uniformemente, ma si possono incontrare anche delle aree policristalline, dette tasche (pockets), dove i cristalli sono in contatto gli uni con gli altri. Il colore dei cristalli val dal giallo (più comune) al giallo-verde dell'olivina (meno comune) e le dimensioni vanno da pochi millimetri fino a poco più di un centimetro e mezzo. Le forme dei cristalli possono essere tondeggianti come in Brenham o più squadrate come in Brahin. Spesso i cristalli appaiono molto fratturati. Se la matrice metallica è sufficientemente spessa, si possono osservare nel metallo le figure di Widmanstätten (ottaedrite media). Come minerali accesori troviamo troilite, schreibersite e cromite.

[modifica] Origine

Si riteneva in passato che le Pallasiti si fossero originate nella zona di transizione tra il mantello e il nucleo metallico di grandi asteroidi differenziati, frantumati successivamente da collisioni con altri asteroidi; una teoria più recente ipotizza invece la loro formazione a seguito di impatti tra asteroidi di origine diversa originatisi, gli uni dal mantello litoide, gli altri dal nucleo metallico di di grandi asteroidi differenziati.

[modifica] Statistiche

Le Pallasiti sono un raro tipo di meteorite: sono conosciuti ad oggi solo 61 esemplari, inclusi 10 esemplari ritrovati in Antartide. Anche se le Pallasiti sono rare, molto materiale è disponibile per la ricerca scientifica nei musei e nelle collezioni di meteoriti grazie a grandi ritrovamenti, alcuni dei quali anche di oltre una Tn.

[modifica] Classificazione e sottogruppi

Le pallasiti, principalmente in base alla composizione istotopica dell'ossigeno contenuto nelle olivine[1], si suddividono in tre gruppetti:

  • Gruppo principale (MG): rappresenta di gran lunga il gruppo più abbondante. La matrice metallica una volta incisa presenta figure di Widmanstätten tipiche delle ottaedriti medie e la composizione isotopica correla queste pallasiti al gruppo IIIAB dei meteoriti ferrosi con il quale molto probabilmente condividono il corpo progenitore. Come minerali accesori troviamo troilite, schreibersite e cromite.
  • Gruppo Eagle Station (ES): conta solamente 3 membri e prende il nome dalla pallasite Eagle Station scoperta nel 1880 in Kentucky che per prima fu riconosciuta appartenere ad un gruppo a sé stante. Gli altri due membri del gruppo sono Cold Bay e Itzawisis. I cristalli di olivina sono particolarmente frammentati ed estremamente ricchi di ferro. La matrice metallica ha invece presenta degli elevati livelli di nickel che correla questo genere di pallasiti con i meteoriti ferrosi del gruppo IIF con il quale probabilmente condividono il corpo progenitore. Sono le pallasiti con la più alta concentrazione di fayalite ed esistono inoltre dei legami a livello di composizione isotopica con le condriti carbonacee CV/CO.
  • Gruppo Pirossene (PX): prende il nome dall'alto contenuto in volume (circa 5%) di ortopirossene. Questo gruppo conta due sole pallasiti: Vermillion e Yamato 8451. La matrice metallica incisa presenta figure di Widmanstätten tipiche di un'ottaedrite fine, anziché media come il gruppo MG. Anche le analisi isotopiche dimostrano che si tratta di oggetti provenienti da un diverso corpo progenitore.

[modifica] Pallasiti viste cadere

Sono state viste cadere solo 4 pallasiti, qui elencate in ordine cronologico di caduta:

  • Mineo, Italia, 3 maggio 1826. Fu osservata una luminosa meteora e un oggetto cadere con un sordo rumore. Sono conservati in collezioni solo 42 g.
  • Marjalahti, Carelia, Russia (all'epoca Finlandia). Nel giugno 1902, dopo l'apparizione di un brillante bolide accompagnato da detonazioni fu visto cadere un grande oggetto: furono recuperati 45 kg di materiale, la maggior parte della meteorite è oggi al Museo geologico dell'Università di Helsinki.
  • Omolon, regione di Magadan, Russia, 16 maggio 1981. La caduta fu osservata sia da parte di un allevatore da parte di una stazione meteorologica: 2 anni dopo la caduta furono recuperati 250 kg di materiale.

[modifica] Pallasiti trovate

Questi sono i più grandi ritrovamenti:

  • Krasnojarsk, regione di Enisejsk, Russia. Un frammento di 680 kg fu scoperto nel 1749 circa 250 km a sud di Krasnojarsk, nel 1772 attirò l'attenzione di P.S. Pallas e in seguito venne trasportato a Krasnojarsk. La parte principale, del peso di 515 kg, è oggi all'Accademia delle Scienze a Mosca. Curiosamente una Pallasite di 198 kg è stata scoperta nel 1990 vicino alla città di Pallasovka, chiamata così in onore di P.S. Pallas, che nel XVIII secolo studiò la geografia di quell'area durante i suoi viaggi.
  • Brenham, Kansas, USA. Nel 1890 furono ritrovati una ventina di frammenti per un peso totale di circa 1000 kg nell'area del cratere meteorico Haviland: altri frammenti furono ritrovati in seguito, tra i quali ve ne era uno di 454 kg trovato alla profondità di circa 1,5 metri, che portarono il peso totale del materiale recuperato a circa 4,3 tonnellate. Un frammento di 487 kg è attualmente al Museo di Storia Naturale di Chicago. Nel 2005 Steve Arnold e Phil Mani scoprirono un grande frammento di 650 kg e nel 2006 vari altri grandi frammenti.
  • Huckitta, Territorio del Nord, Australia. Un frammento di 1400 Kg è stato trovato nel 1937, nel 1924 fu scoperto ad Alice Spring un frammento di 1 kg che vi era stato portato.
  • Fukang, Provincia di Xinjiang, Cina. Una massa di 1003 kg è stata scoperta nel 2000.
  • Imilac, deserto dell'Atacama, Cile. Caduta conosciuta fin dal 1822, sono stati scoperti numerosi frammenti pesanti fino a 200 kg, per un totale di circa 920 kg.
  • Brahin, regione di Gomel, Bielorussia. Caduta conosciuta fin dal 1810, sono stati trovati molti frammenti per un totale di circa 820 kg, un ulteriore frammento del peso di 227 kg è stato rinvenuto nel 2002 a una profondità di circa 3 metri.
  • Esquel, Chubut, Argentina. Un frammento di 755 kg è stato ritrovato interrato nel suolo prima del 1951, il meteorite è stato comprato e portato negli Stati Uniti nel 1992 dal collezionista americano Robert Haag.

[modifica] Curiosità

Nel film Superman Returns, il campione di kryptonite rubato da Lex Luthor dal Metropolis Natural History Museum era etichettato come pallasite. Il motivo è probabilmente dovuto al fatto che le pallasiti contengono cristalli che ricordano vagamente i cristalli di kryptonite del film.

[modifica] Note

  1. ^ O. Richard Norton. The Cambridge encyclopedia of meteorites. Cambridge, Cambridge University Press, 2002. ISBN 0521621437.

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Voci correlate


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