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Nobile Contrada dell'Aquila - Wikipedia

Nobile Contrada dell'Aquila

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Nobile Contrada dell'Aquila


© Consorzio per la Tutela del Palio di Siena

Stemma: stemma giallo con aquila bicipite imperiale coronata all'antica, negli arti scettro, spada e globo imperiale; un sole dorato con le iniziali U.I (Umberto I) in petto
Colori: giallo listato di nero e turchino
Motto: Unguibus et Rostris - Dell'Aquila il rostro, l'ugna e l'ala
Terzo: Terzo di Città
Le antiche Compagnie militari: San Pietro in Castelvecchio, Casato di Sopra, Aldobrandino del Mancino
Priore: Alessandro Orlandini
Capitano: Giovanni Mandriani
Indirizzo della sede: Casato di Sotto
Intitolazione della chiesa e locazione: Chiesa di San Giovanni Battista, già della Congregazione dei Tredicini progettata da Flaminio del Turco (in uso alla contrada dal 1788) - Casato di Sotto
Santo patrono:
 - Nome
 - Data della festa

Santissimo Nome di Maria
12 settembre
Numero di vittorie:
 - per la Contrada
 - per il Comune

29
24
Ultima vittoria: 3 luglio 1992 con Andrea Degortes detto Aceto su Galleggiante
Visita al museo: nel cinquecentesco Palazzo Agazzari-Nastasi, all'angolo tra Casato di Sotto e Costa Larga, visitabile previo accordo con la Contrada
Contrade alleate: Civetta, Drago
Contrade avversarie: Pantera
Nome dei contradaioli: Aquilini
Numero della cabala: 60
Sito ufficiale: Nobile Contrada dell'Aquila
Altri siti non ufficiali:  
Testata periodica: Il Lampione di Costalarga
Si invita a seguire lo schema delle Contrade di Siena
Voce correlata: Palio di Siena


La Nobile Contrada dell'Aquila è una delle diciassette suddivisioni storiche della città toscana di Siena.

Indice

[modifica] Il territorio

[modifica] La pianta del Vanni

Francesco Vanni realizzò alla fine del XVI secolo (1595) una dettagliata Pianta di Siena, usata ancora oggi per capire quale fossero le costruzioni del tempo. Il Bando citato sotto fa riferimento agli edifici, più che alle strade, e la Pianta del Vanni viene usata ancora oggi come base storica per derimere le diatribe sui confini fra le Contrade nella Siena moderna.

[modifica] Secondo il Bando

Secondo il bando (o editto) di Violante di Baviera (1729, pubblicato nel 1730) relativo alla Nuova divisione dei confini delle Contrade, il rione della Nobile Contrada dell'Aquila include le seguenti vie e palazzi:


"Aquila. n. 4 - Dalla colonna di Postierla e sua piazza inclusive occupi le case intorno a detta piazza, il vicolo e da ambo le parti la strada dove è il palazzo di S. A. R., la piazza tutta del Duomo e lo Spedale fino allo svoltare nella piaggella che porta alla Compagnia dì S. Girolamo, escluso però il palazzo archiepiscopale. Abbia il vicolo di casa Marsili fino al convento dì Monagnesa, dello convento e Compagnia della Morte, e per quella parte scendendo in faccia di S. Desiderio per la via delle Campane nella via maestra che porta a Postierla, la quale dal chiasso del Bargello in su prenda da ambe le parti e scendendo dal chiasso del Bargello a destra solamente, entrando in piazza svolti nel Casato e tenga le case a man destra con i vicoli adiacenti fino alla Costa larga, abbracciando questa da ambe le parti salga in Postierla e di lì da ambe le partì, caminando per la via di S. Pietro termini a destra alla salita di Castelvecchio, e da sinistra comprenda le case fino alla svolta del Casato."

[modifica] Le strade ai nostri giorni

  • Casato di Sotto (lato destro da Piazza del Campo alla Costa Larga)
  • Costa Larga
  • via di Monna Agnese (parte)
  • piazza del Duomo (escluso il Palazzo Arcivescovile)
  • via del Capitano
  • chiasso del Bargello (parte)
  • piazza Jacopo della Quercia
  • vicolo dei Percennesi
  • vicolo di Tone
  • vicolo del Verchione
  • via del Poggio
  • via di Città (parte)
  • via San Pietro (parte)
  • piazza del Campo (parte)
  • piazza Postierla
  • via delle Campane (parte)
  • via del Castoro

[modifica] La storia

L'origine dello stemma dell'Aquila si deve all'emblema della nobile famiglia Marescotti, che anticamente risiedeva nel suo territorio.

L'Aquila è la contrada che ha iniziato a correre il Palio dopo tutte le altre. Dopo la vittoria nella bufalata del 1610, dal 1622 scomparve dalle pubbliche feste, restando inattiva per molti anni. Solo nel 1718, su iniziativa del cavaliere Giovanni Antonio Pecci, ottenne dalla Biccherna di correre in Piazza, suscitando l'ira delle contrade confinanti (Onda, Tartuca, Pantera e Selva) che, considerando l'Aquila contrada soppressa, si erano divise il territorio della Consorella.

L'anno successivo, il 2 luglio 1719, l’Aquila del capitano Bulgarini conquistò il suo primo successo con il fantino Strega sul cavallo Vegliantino. Il Drappellone, tuttora esposto nel museo di Contrada, è il più antico conservato a Siena.

La contrada ha il titolo di Nobile per concessione di Carlo V in visita a Siena nel 1536.

[modifica] Gemellaggi

[modifica] Oratorio, fontanina battesimale e festa titolare

Oratorio dell'Aquila è la Chiesa di San Giovanni Battista, situata in via del Casato, già della Congregazione dei Tredicini. Progettata da Flaminio del Turco, fu concessa alla contrada dalla Curia nel 1788.

La fontanina battesimale si trova in Piazza Postierla ed è opera dello scultore Bruno Buracchini, che la realizzò nel 1963. Reca sul basamento il motto aquilino "Unguis et Rostris".

Festa titolare dell'Aquila è il Santissimo Nome di Maria, celebrato il 12 settembre.

[modifica] L'Aquila nel Palio

All'Aquila sono riconosciute 24 vittorie, l'ultima delle quali riportata il 3 luglio 1992 con Andrea De Gortes detto Aceto su Galleggiante.

Non è mai riuscita a fare cappotto.

Il periodo più lungo senza vittorie per l'Aquila durò 34 anni, dal 2 luglio 1837 al 15 agosto 1871. Per ben 3 volte ha detenuto la "cuffia", l'ultima delle quali dal 3 luglio 1904 al 16 agosto 1906, quando fu scuffiata da Nappa sul grigio di Adamo Mattii.

[modifica] Gli aneddoti

Il motto della Contrada (Unguibus et Rostris) sembra ripreso da quello di Avignone, Unguibus et Rostro.

L'Aquila è l'unica contrada ad aver annoverato una donna come fantino in un Palio alla tonda. Il 16 agosto 1957 vestì il giubbetto giallo una giovane contradaiola proprio dell'Aquila, Rosanna Bonelli detta Diavola (ma meglio conosciuta come Rompicollo, dal nome di un'operetta scritta dal padre). La ragazza era già un'affermata fantina, ma si distinse per bravura anche sul tufo senese durante le riprese del film "La ragazza del Palio" di Luigi Zampa, con Vittorio Gassman e Diana Dors, della quale Rosanna era controfigura. In relazione al lancio pubblicitario della pellicola i produttori la aiutarono a trovare una monta, e finalmente convinsero il capitano dell'Aquila. La corsa non fu delle migliori, e dopo una mossa difficile, Rosanna cadde al secondo San Martino. Ma Rompicollo era ormai entrata nella storia del Palio, e la contrada dell'Aquila, riconoscente verso la propria contradaiola, la insignì del titolo di "fantino onorario".

[modifica] La rivalità con la Pantera

L'Aquila e la Pantera sono divise da un’accesa rivalità, anche se recente e alquanto anomala. Non è infatti nata per le classiche questioni di confine, bensì per motivi palieschi, non riconducibili a degli incidenti fra le Contrade, ma addirittura ad un’inimicizia fra fantini. In occasione del Palio del 16 agosto 1936, la Pantera ebbe in sorte il portentoso Ruello e ne affidò la monta a Corrado Meloni detto Meloncino: la Contrada di Stalloreggi ambiva ovviamente alla vittoria e contava sull’appoggio dell’Aquila, che all’epoca le era addirittura alleata. La Contrada del Casato aveva ricevuto in sorte Rondinella e aveva chiamato a montarla il blasonato Fernando Leoni detto Ganascia. Il problema era che i due fantini nutrivano un forte odio reciproco. Nel palio di luglio del 1933 infatti Ganascia aveva duramente nerbato il padre di Meloncino, il grande fantino Angelo Meloni detto Picino, ormai vecchio e al suo ultimo Palio. Per tale motivo (ma anche per una presunta rivalità in amore) Meloncino non sopportava Ganascia, che a sua volta ricambiava il forte astio. Com’era prevedibile Ganascia ostacolò in maniera dura e decisiva Meloncino e i sogni di gloria della Pantera finirono con una rovinosa caduta.

Da questo episodio i rapporti fra le due Contrade si fecero tesi, anche se continuava a sussistere sulla carta la preesistente alleanza: ma i contrasti continuarono anche nel 1939 e nel 1946. Fino ad arrivare all’episodio decisivo avvenuto durante la festa titolare dell'Aquila, l'8 settembre 1947: da un altoparlante qualcuno rivolse delle pesanti offese nei confronti della Contrada della Pantera, i cui dirigenti, non soddisfatti dalle mancate scuse dalla controparte, decisero di sciogliere l’alleanza dando vita alla rivalità che ancora oggi contrappone le due Contrade.

Un episodio eloquente di quanto aspra sia la rivalità tra le due Contrade si ebbe in occasione del Palio del 2 luglio 1992. L'Aquila aveva ricevuto in sorte il miglior cavallo, Galleggiante, e aveva deciso di affidarsi all'esperienza del grande Andrea Degortes detto Aceto. Per ostacolare la nemica, la Pantera si affidò invece a Sebastiano Deledda detto Legno: al fantino la dirigenza di Stalloreggi spiegò che la priorità, più ancora che tirare a vincere, era ostacolare Aceto e farlo perdere. Legno seguì alla lettera le indicazioni impartitegli e fin dalle fasi dell'ingresso in pista, prima ancora della mossa, provocò ripetutamente Aceto. I due in breve si scambiarono furiose nerbate: era la prima volta che due fantini si nerbavano prima della mossa, anche perché proibito dal regolamento (infatti a Palio concluso Aceto verrà punito con un Palio di squalifica e Legno addirittura con cinque). Alla mossa Legno ostacolò duramente Aceto, facendolo partire ultimo. Grazie a tale episodio e a un pizzico di fortuna il fantino panterino riuscì addirittura a rimontare portandosi in testa. Nelle retrovie però la classe di Aceto fece la differenza e l'Aquila riuscì a portarsi in seconda posizione, lanciandosi all'inseguimento della Pantera. Al secondo giro tuttavia Legno commise una grave ingenuità, cadendo clamorosamente in prossimità della Fonte Gaia (cosa assai strana, visto che non si tratta di un punto pericoloso) e permettendo il sorpasso di Aceto, che vinse così con l'Aquila il suo quattordicesimo e ultimo Palio.

Il riscatto panterino si è avuto nel Palio del 2 luglio 2006. Le due contrade parevano sulla carta sfavorite, avendo ricevuto in sorte due giovani cavalli alla loro seconda esperienza in piazza (entrambi avevano esordito l'anno prima con l'Onda): la Pantera affidava la monta di Choci ad Andrea Mari detto Brio, mentre l'Aquila chiamava Virginio Zedde detto Lo Zedde per guidare la cavalla Ellery. Sovvertendo i pronostici, alla mossa l'Aquila è partita nettamente prima conducendo la gara con grande tranquillità. Per contro la Pantera era partita ultima, ma una strepitosa rimonta di Choci l'ha catapultata in terza posizione, dietro Aquila e Oca. Superata anche l'Oca, la Pantera si è lanciata all'inseguimento della nemica e, complice la stanchezza di Ellery, è riuscita a beffarla a un soffio dal bandierino, tra la disperazione degli aquilini scesi in pista ed ormai pronti a festeggiare.

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Bibliografia

[modifica] La pianta di Siena di Francesco Vanni

  • Virgilio Grassi, I confini delle contrade secondo il Bando di Violante Beatrice di Baviera, Siena 1950
  • Ettore Pellegrini, La pianta di Siena rilevata da Francesco Vanni e i luoghi dello Studio senese, in Università di Siena. 750 anni di storia, Siena 1991, pp. 575-84
  • Le due città. Le vedute e le piante di Siena nelle collezioni cittadine (dal XVI al XIX secolo), Catalogo della mostra, Siena, Palazzo Pubblico, 25 marzo – 9 maggio 1999, Siena 1999, pp. 46–47


Contrade di Siena
Aquila | Bruco | Chiocciola | Civetta | Drago | Giraffa | Istrice | Leocorno | Lupa | Nicchio | Oca | Onda | Pantera | Selva | Tartuca | Torre | Valdimontone


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