Contrada della Chiocciola
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Contrada della Chiocciola | |
Stemma: | una chiocciola strisciante in campo bianco; in campo bianco rose di Savoia e le iniziali "M" e "U" |
Colori: | giallo e rosso con liste turchine |
Motto: | Con lento passo, e grave, nel Campo a trionfar Chiocciola scende |
Terzo: | Terzo di Città |
Le antiche Compagnie militari: | San Marco, San Quirico in Castelvecchio, Monistero |
Priore: | Roberto Martinelli 2005 |
Capitano: | Silvano Focardi 2005 |
Indirizzo della sede: | Via San Marco 31 |
Intitolazione della chiesa e locazione: | Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (in uso alla Contrada dal 1814) - Via San Marco |
Santo patrono: - Nome - Data della festa |
Santi Pietro e Paolo 29 giugno |
Numero di vittorie: - per la Contrada - per il Comune |
54 51 |
Ultima vittoria: | 16 agosto 1999 con Massimo Coghe detto Massimino su Votta Votta |
Visita al museo: | Cripta della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo sottostante alla chiesa della Contrada, visita tramite accordi con la Contrada |
Contrade alleate: | Istrice, Pantera, Selva |
Contrade avversarie: | Tartuca |
Nome dei contradaioli: | Chiocciolini |
Numero della cabala: | 8 |
Sito ufficiale: | Contrada della Chiocciola |
Altri siti non ufficiali: | Contrada della Chiocciola (non aggiornato) |
Testata periodica: | Affogasanti |
Voce correlata: Palio di Siena |
La Contrada della Chiocciola è una delle diciassette suddivisioni storiche della città toscana di Siena.
Indice |
[modifica] Il territorio
[modifica] La pianta del Vanni
Francesco Vanni realizzò alla fine del XVI secolo (1595) una dettagliata Pianta di Siena, usata ancora oggi per capire quale fossero le costruzioni del tempo. Il Bando citato sotto fa riferimento agli edifici, più che alle strade, e la Pianta del Vanni viene usata ancora oggi come base storica per derimere le diatribe sui confini fra le Contrade nella Siena moderna.
[modifica] Secondo il Bando
Secondo il bando (o editto) di Violante di Baviera (1729, pubblicato nel 1730) relativo alla Nuova divisione dei confini delle Contrade, il rione della Contrada della Chiocciola include le seguenti vie e palazzi:
- "Chiocciola. n. 1 - Dalla porta San Marco comprenda le due strade fino al campanile de Padri del Carmine, siccome la via dette Monache detta Madonna dette Sperandie per tutta la chiesa ed ospizio di Santa Lucia fino all'arco della via de Maestri ed abbracciando le case dirimpetto al cimitero di San Marco salga la piaggia di San Quirico e vada sino all'arco del convento di Castelvecchio e fino a San Quirico, prendendo detta chiesa e case fino alla svolta, lasciando la strada che cala alla Madonna del Corvo."
[modifica] Le strade ai nostri giorni
- via San Marco
- via delle Sperandie
- via della Diana
- via Ettore Bastianini (parte)
- Pian dei Mantellini (parte)
- via di San Quirico (parte)
- via del Nuovo Asilo (parte)
Nel suo territorio si trova quello anticamente incluso nella Contrada della Quercia, una delle contrade soppresse.
[modifica] Palazzi e monumenti
[modifica] Chiesa di San Pietro e Paolo
La chiesa della Contrada, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, risale al Trecento e fu ricostruita su disegni di Flaminio del Turco. È in uso alla Contrada dal 1814, dopo la soppressione del monastero delle Monache di San Paolo.
[modifica] Chiesa della Madonna del Rosario
Fu la prima chiesa della Contrada e fu la prima a Siena ad essere realizzata a spese di una Contrada. Fu costruita in meno di due anni, dal 1655 al 1656. Dal 1722 al 1725 fu restaurata ed ampliata con i soldi derivanti dalla vincita di un Palio.
[modifica] Palazzo Celsi-Pollini
Nel territorio della contrada è incluso il palazzo conosciuto come Celsi-Pollini e attribuito all'architetto Baldassarre Peruzzi.
[modifica] La Chiesa di San Quirico in Castelvecchio
La chiesa di San Quirico in Castelvecchio è una delle più antiche della città. È formalmente intitolata ai Santi Quirico e Giulitta. La chiesa attuale risale al tardo XVI secolo ma ci sono tracce di un edificio anteriore, del XII-XIII secolo. Il portale è di stile romanico e ci sono tracce di un affresco sul portale. Al suo interno si trovano: un dipinto di Pietro Sorri ("La corona di spine"), affreschi di Ventura Salimbeni e Alessandro Casolani, la tela "Ritorno dalla fuga in Egitto" di Francesco Vanni.
[modifica] La storia
A indicare quanto già nel XV secolo le Contrade fossero enti organizzati e collegati al territorio serva il seguente esempio.
Gli abitanti del "borgo di San Marco" nel 1466 donarono al Monastero di Santa Marta (nel territorio della Chiocciola) alcune proprietà immobiliari poste nella città e nelle sue vicinanze, in cambio dell'impegno delle monache a restaurare la chiesa di una delle proprietà donate (lo Spedale di San Pietro), lasciare quattro letti a disposizione dei poveri e a dire in perpetuo una messa settimanale in onore di San Pietro e Santa Marta.
La Contrada, quindi, già aveva immobili di proprietà e trattava a pieno titolo con enti religiosi e, dobbiamo assumere, enti civili.
Nel 1482 la Chiocciola e la Giraffa in occasione di un Gioco delle Pugna costruirono due carri lignei, a forma dei rispettivi animali. Questa è considerata la prima occasione in cui due Contrade, due rioni, vengono associate ad un animale e vengono indicate con il loro nome odierno (vedi foto).
Dalla fine del XIX secolo alla fine del XX non esisteva un motivo grafico codificato per rappresentare l'insegna delle Contrade e chiunque poteva proporre nuovi modelli di bandiere. Esistono quindi bozzetti originali di carattere popolaresco, molte volte realizzate addirittura su carta di recupero. In realtà le bandiere, fino al dopoguerra, erano di sola proprietà della Contrada ed era rarissimo, anche a causa del costo elevato, che il semplice contradaiolo ne avesse una. Per la Chiocciola il grosso cambiamento si ebbe in occasione della vittoria del 1957: la Contrada era rimasta con poche bandiere e pochi soldi per realizzarne di nuove e propose ai Protettori di acquistarne a proprie spese, a patto di esporle e di utilizzarle per la Festa della Vittoria. Fu scelto in tale occasione un disegno di Dino Rofi del 1954 che rimarrà quello ufficiale fino ai giorni nostri e che rappresenta la definitiva codificazione delle squame gialle e rosse, con bordo blu.
[modifica] Gemellaggi
[modifica] Gli aneddoti
L'appellativo "affogasanti", legato alla Contrada della Chiocciola e ai suoi contradaioli, risale alla fine dell'Ottocento, e segna un periodo particolarmente sfortunato per i colori di San Marco.
Dopo la vittoria ottenuta nel luglio 1888 con Francesco Ceppatelli detto Tabarre su Gemma, per la Chiocciola iniziò una lunghissima serie negativa, con purghe clamorose. Il 2 luglio 1896 la Chiocciola con il fantino Edoardo Farsetti detto Mugnaino restò in testa fino all'ultimo Casato, dove la Torre passò vincendo il Palio col debuttante Domenico Fradiacono detto Scansino. Molti attribuirono la colpa al Capitano, ma un chiocciolino, tale Francesco Dominici detto Cecco, scelse un altro capro espiatorio per quella sconfitta: entrò furibondo nella stalla, scardinò un’immagine di Sant'Antonio abate (protettore degli animali) dalla parete e la scaraventò con tutta la sua rabbia nel pozzo di fronte all’edificio imputando a lui le colpe che, eventualmente, andavano attribuite a Sant'Antonio da Padova in quanto protettore della Contrada della Tartuca, avversaria della Chiocciola. Negli anni successivi la Chiocciola continuò a perdere in maniera clamorosa. Il 1897 fu un anno da dimenticare per il rione di San Marco. A luglio, ancora col fantino Mugnaino, la carriera fu assai lottata tra Chiocciola, Istrice, Leocorno e Giraffa. L’Istrice, col primo cavallo, restò attardato per la caduta del Leocorno: la Chiocciola passò in testa, ma ad un passo dalla vittoria fu ancora beffata da Scansino, stavolta per i colori della Giraffa.
Ad agosto stessi protagonisti: la Chiocciola affidò la monta nuovamente a Mugnaino, mentre la Giraffa scelse Massimino. La Contrada di Provenzano fece cappotto, quella di San Marco collezionò ancora la pesante delusione del secondo posto, che segnò la fine della carriera dello sfortunato Mugnaino.
La sfortuna della Chiocciola proseguì anche nel nuovo secolo, e in molti in Contrada iniziarono a pensare ad una maledizione di Sant’Antonio “affogato” nel pozzo. Nel luglio 1901 un altro episodio incredibile: la Chiocciola era nettamente in testa con la vittoria in tasca dopo due giri, quando il fantino Emilio Lazzeri detto Fiammifero, venduto ad un'altra Contrada, si gettò volontariamente da cavallo, favorendo la vittoria del Nicchio. Ironia della sorte, nei Pispini correva Scansino, vera “bestia nera” di San Marco, considerando anche le sue due vittorie per la rivale Tartuca. Fiammifero, rifugiatosi fra i carabinieri, evitò il linciaggio ma subì la squalifica a vita. Nel luglio 1905 un altro secondo posto bruciante: la Chiocciola con Bellino ingaggiò una lotta piena di nerbate con la Selva con Angelo Montechiari. L'ostacolo reciproco delle due battistrada favorì l’Istrice, che beffò entrambe aggiudicandosi il Palio. L'anno dopo l'Aquila tornò alla vittoria cedendo la cuffia proprio alla Chiocciola: la maledizione di Sant'Antonio sembrava non finire più. Finalmente, nell’ottobre 1910, le donne della Contrada decisero di promuovere una sottoscrizione per prosciugare il pozzo e recuperare l'immagine. Questa, rovinata dai 14 anni trascorsi sott’acqua, fu restaurata, portata nella Chiesa della Contrada e qui venerata. La prima occasione utile per verificare il “perdono” di Sant'Antonio si ebbe il 2 luglio 1911. La Chiocciola ebbe in sorte il cavallo più forte, la portentosa Stella: il Capitano, Ottaviano Brogiotti, l'affidò ad uno dei migliori fantini dell’epoca, Alfonso Menichetti detto Nappa, che in precedenza aveva “scuffiato” Pantera e Aquila. La Chiocciola partì prima e condusse per tutta la corsa, nonostante le insidie della Tartuca e di un cane lanciato sulla pista da un tartuchino nella speranza di danneggiare la rivale: Nappa e Stella giunsero primi al bandierino, e la gioia dei chiocciolini poté finalmente esplodere.
Dopo 23 anni, grazie alla saggezza delle contradaiole, la Chiocciola ruppe il suo lungo digiuno: è difficile credere che il “ripescaggio” dell'immagine di Sant'Antonio sia stato solo una coincidenza.
Da allora affogasanti è il soprannome tradizionale dei chiocciolini, e dal 29 giugno 1972 è anche il titolo del periodico ufficiale della Contrada.
[modifica] La rivalità con la Tartuca
La rivalità fra Chiocciola e Tartuca è sicuramente fra le più antiche e radicate, anche se non sono mancati momenti in cui le due Contrade ebbero rapporti di collaborazione ed amicizia: ad un periodo di gravi tensioni, ne seguì uno di alleanza dalla fine del seicento per circa cento anni. Ma già nei primi decenni dell’ottocento, specie dopo gli incidenti scoppiati ad un Palio del 1814, la situazione tornò a farsi difficile. Le incomprensioni furono ricomposte a fatica, ma negli anni successivi la rivalità riesplose in maniera definitiva, dopo la vittoria tartuchina del 1910.
[modifica] Collegamenti esterni
- L'ultimo numero della rivista ufficiale di Contrada Affogasanti
- (EN) , (IT) Contrada della Chiocciola. Cenni storici, Territorio e Vittorie.
- Contrada della Chiocciola. Cenni storici, araldica, territorio, compagnie militari, inno, alleanze, rivalità e Vittorie su www.ilpalio.siena.it;
[modifica] Bibliografia
- AA.VV., La chiesa dei Santi Pietro e Paolo ed il museo della Contrada della Chiocciola, Betti Editrice, Siena, 1994
[modifica] La pianta di Siena di Francesco Vanni
- Virgilio Grassi, I confini delle contrade secondo il Bando di Violante Beatrice di Baviera, Siena 1950
- Ettore Pellegrini, La pianta di Siena rilevata da Francesco Vanni e i luoghi dello Studio senese, in Università di Siena. 750 anni di storia, Siena 1991, pp. 575-84
- Le due città. Le vedute e le piante di Siena nelle collezioni cittadine (dal XVI al XIX secolo), Catalogo della mostra, Siena, Palazzo Pubblico, 25 marzo – 9 maggio 1999, Siena 1999, pp. 46–47
Contrade di Siena |
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Aquila | Bruco | Chiocciola | Civetta | Drago | Giraffa | Istrice | Leocorno | Lupa | Nicchio | Oca | Onda | Pantera | Selva | Tartuca | Torre | Valdimontone |