Luigi Pelloux
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Luigi Pelloux | ||||
Luogo di nascita | La Roche-sur-Foron | |||
Data di nascita | 1 marzo 1839 | |||
Luogo di morte | Bordighera | |||
Data di morte | 26 ottobre 1924 | |||
Mandato | 29 giugno 1898 - 24 giugno 1900 | |||
Professione | Militare, Politico | |||
Predecessore | Antonio di Rudinì | |||
Successore | Giuseppe Saracco |
Luigi Pelloux (La Roche-sur-Foron, 1 marzo 1839 – Bordighera, 26 ottobre 1924) è stato un generale e politico italiano, Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano dal 29 giugno 1898 al 24 giugno 1900.
Politico e generale dell'esercito italiano, nacque il primo marzo 1839 in Savoia, da genitori che vollero mantenere la cittadinanza italiana quando la Savoia fu annessa alla Francia.
Entrato nell'esercito col grado di tenente di artiglieria nel 1857, fu decorato con la medaglia al valor militare alla battaglia di Custoza nel 1866, e nel 1870 comandò la brigata di artiglieri che aprì la breccia di Porta Pia. Fu eletto alla Camera dei Deputati nel 1881 e mantenne il seggio fino al 1895, aderendo al partito della sinistra.
Entrò al Ministero della Guerra nel 1870 e nel 1880 ne divenne segretario generale introducendo molte utili innovazioni nell'esercito. Dopo aver salito tutti i gradi della carriera militare ricevette l'incarico di Capo di Stato Maggiore nel 1896. Fu ministro della guerra nei governi di Rudinì e Giolitti del 1891 e 1893. Nel luglio 1896 riassunse il dicastero della guerra nel nuovo governo Rudinì e in seguito fu nominato senatore.
Nel maggio 1897 si occupò della promulgazione della legge di Riforma dell'Esercito, fissando il limite massimo di spesa a 9.560.000 lire all'anno, ma a dicembre di quell'anno fu sconfitto alla camera sulla questione delle promozioni degli ufficiali. Dopo aver rassegnato le dimissioni fu inviato nel maggio 1898 come rappresentante personale del Re a Bari, dove, senza ricorrere alla legge marziale, riuscì a ristabilire l'ordine.
Dopo la caduta del governo Rudinì nel giugno 1898 il generale Pelloux fu incaricato dal re Umberto I di formare un gabinetto in cui assunse anche il dicastero dell'interno. Si dimise nel maggio 1899, ma fu poi incaricato di formare un nuovo governo. Prese severe misure repressive contro elementi rivoluzionari nell'Italia meridionale ed il suo nuovo governo fu essenzialmente militarista e conservatore.
La Legge sulla Pubblica Sicurezza per la riforma delle forze di polizia, ereditata dal governo Rudinì, e successivamente promulgata per decreto reale, fu fortemente avversata dal Partito Socialista, che, insieme alla sinistra ed all'estrema sinistra, riuscì a costringere il generale Pelloux a sciogliere la Camera nel maggio 1900 e a presentare le dimissioni dopo le elezioni generali di giugno. Nell'autunno del 1901 fu nominato comandante della regione militare di Torino.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Note
- Parte di questo testo è la traduzione dell'articolo presente sull'Enciclopedia Britannica del 1911 ora di pubblico dominio.
Predecessore: | Ministro della Guerra del Regno d'Italia | Successore: | |
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Ettore Bertolè-Viali | 6 febbraio 1891 - 15 dicembre 1893 | Stanislao Mocenni | I |
Cesare Francesco Ricotti-Magnani | 11 luglio 1896 - 14 dicembre 1897 | Alessandro Asinari di San Marzano | II |
Giuseppe Mirri | 7 gennaio 1900 - 7 aprile 1900 ad interim |
Coriolano Ponza di San Martino | III |
Predecessore: | Ministro degli Interni del Regno d'Italia | Successore: | |
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Antonio di Rudinì | 29 giugno 1898 - 24 giugno 1900 | Giuseppe Saracco |