IMAM Ro.43
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IMAM Ro.43 | ||
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Un IMAM Ro.43 |
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Descrizione | ||
Ruolo | ricognitore marittimo | |
Equipaggio | 2 + 1 osservatore | |
Primo volo | 1934 | |
Costruttore | IMAM | |
Progettista | Giovanni Galasso | |
Esemplari costruiti | 194 | |
Dimensioni | ||
Lunghezza | 9,71 m | |
Apertura alare | 11,57 m | |
Altezza | 3,5 m | |
Superficie alare | 33,36 m² | |
Peso | ||
A vuoto | 1 780 kg | |
Massimo al decollo | 2 400 kg | |
Propulsione | ||
Motore | 1 radiale Piaggio P.X R | |
Potenza | 700 CV | |
Prestazioni | ||
Velocità massima | 316 km/h | |
Autonomia | 1 092 km | |
Tangenza | 7 200 m | |
Armamento | ||
Mitragliatrici | 2 Breda-SAFAT da 7,7 mm, di cui una fissa sul muso e una mobile dorsale | |
Lista di aerei militari |
L'IMAM Ro.43 era un idrovolante a galleggiante centrale biplano biposto prodotto dall'italiana Industrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali ed impiegato come ricognitore marittimo della Regia Marina.
Indice |
[modifica] Storia
Fin dagli anni venti la Regia Marina valutò l'opportunità di dotare alcune delle sue unità di velivoli di supporto. Per ovviare alle difficoltà di utilizzo in presenza di mare grosso, vennero installate delle strutture di lancio, vere e proprie catapulte, sulle quali veniva opportunamente fissato il velivolo che veniva portato ad una velocità sufficiente per consentirne il decollo. Dopo l'utilizzo di vari idrovolanti progettati per l'uso civile come i Macchi M.18, o i più specifici Piaggio P.6 e CANT 25, negli anni trenta si adottò un velivolo più moderno, il Ro.43, che divenne la dotazione standard per tutte le maggiori unità della Marina.
Il Ro.43, progettato dall'ingegnere Giovanni Galasso, era uno sviluppo del ricognitore Ro.37 del quale manteneva la struttura della fusoliera e dal quale si differenziava principalmente per la configurazione alare, sempre sequiplana ma a doppia ala di gabbiano simile a quella adottata dal Ro.41, e per l'adozione di un grande galleggiante centrale e da due più piccoli equilibratori posti sotto l'ala inferiore. La fusoliera, analogamente al Ro.37, presentava ampie finestrature laterali ed inferiori atte all'osservazione e terminava in un piano di coda dall'impennaggio monoderiva. Per permettere di ricoverare gli aerei sulle navi, le ali del Ro.43 potevano essere ripiegate all'indietro.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale il Ro.43 si trovò a ricoprire anche l'improbabile ruolo di caccia imbarcato, assolutamente impari per la dotazione di sole due mitragliatrici Breda-SAFAT da 7,7 mm, una fissa sul muso ed una brandeggiabile in posizione dorsale. Una serie di deficienze strutturali rivelatesi a causa dell'intenso uso costrinsero alla progettazione di una versione migliorata ma che restava relegata al ruolo di ricognizione e di osservazione di supporto all'artiglieria navale. Rimanevano anche i problemi legati alle operazioni di reimbarco a fine missione che dovevano essere eseguite tramite l'imbragatura del velivolo, il quale veniva issato sul ponte con una gru, tutto a nave ferma e compatibilmente alle condizioni meteorologiche. Questo purtroppo aumentava la vulnerabilità dell'unità navale intenta all'operazione, tanto che alla fine si preferì che i velivoli rientrassero in un idroscalo costiero per effettuare successivamente il reimbarco nelle più sicure acque portuali, a scapito però della possibilità di effettuare più missioni aeree.
[modifica] Utilizzatori
- Ejército del Aire
[modifica] Esemplari ancora esistenti
Un Ro.43 è conservato al Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle.
[modifica] Collegamenti esterni
- La scheda del Ro.43 sul sito ufficiale dell'Aeronautica Militare
- Un articolo sul Ro.43 sul sito regiamarina.net
- Un articolo tratto da "L'Aerotecnica" del 1936 sul Ro.43 sul sito aerei-italiani.net
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