Guido Martina
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Guido Martina (Carmagnola, 9 febbraio 1906 – Roma, 6 maggio 1991) è stato un autore di fumetti italiano, considerato il più grande sceneggiatore italiano nella storia dei fumetti Disney.
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[modifica] Biografia
Nato a Carmagnola, in provincia di Torino, nel 1906, anche se alcune biografie indicano erroneamente il 1916, si trasferì a sedici anni a Torino, dove si laureò in lettere e filosofia. Per un breve periodo fu giornalista per la Gazzetta del Popolo, poi girò alcuni documentari per una casa cinematografica italiana e, dopo averne girato uno a Parigi sulla Legione Straniera, si trasferì nella capitale francese per alcuni anni. Ufficiale di cavalleria durante la seconda guerra mondiale, fu fatto prigioniero dagli inglesi e poi deportato dai tedeschi in Austria. Dopo la guerra si occupò di traduzioni per la Arnoldo Mondadori Editore, prima per i romanzi e poi per il rinato Topolino diretto da Mario Gentilini, dove tradusse le storie scritte negli Stati Uniti e iniziò a sceneggiare alcune vignette di collegamento tra una storia e l'altra. Iniziò poi a sceneggiare nuove storie, tra le quali Topolino e il cobra bianco (1948), disegnata da Angelo Bioletto, l'illustratore piemontese noto per le figurine del "feroce Saladino" realizzate negli anni Trenta.
Fu lui a dare il nome italiano a Archimede Pitagorico, a Paperon de' Paperoni e probabilmente anche alla Banda Bassotti.[1]
Fu Martina a inventare la serie delle grandi parodie disneyane (storie che riscrivono i capolavori della letteratura mondiale facendoli interpretare dai personaggi Disney) con L'Inferno di Topolino, disegnata anche questa da Bioletto e pubblicata su Topolino libretto a partire dal numero 7 dell'ottobre 1949 per concludersi sul 12 del marzo 1950: nella storia Martina trasporta Topolino e Pippo in un viaggio nell'Inferno dantesco, incontrando, al posto dei dannati, vari personaggi disneyani, come Paperino, Ezechiele Lupo, Dumbo e molti altri. Tutte le didascalie sono endecasillabi in rima incatenata come nell'originale, le punizioni seguono la regola del contrappasso e l'umorismo è ricco di riferimenti satirici alla società italiana dell'epoca (il Totocalcio, i fiammiferi del monopolio statale che non si accendono mai, eccetera). La storia entusiasmò Walt Disney, tanto che permise agli autori di pubblicare il loro nome, facendo eccezione a una regola ferrea che sarebbe rimasta immutata per molti anni.
E fu sempre Martina a riproporre in chiave disneyana oltre trenta classici della letteratura, da Paperino di Bergerac (disegni di Carpi) alla Paperopoli liberata (sempre Carpi), senza dimenticare Buck alias Pluto e il richiamo della foresta (disegni di Scarpa e chine di Del Conte).
Per molti anni fu l'unico sceneggiatore italiano dei fumetti Disney, a parte Federico Pedrocchi, e curò su Topolino diverse rubriche, come "Le confidenze di Gambadilegno" e "Io so quasi tutto. Pippo risponde alle domande dei suoi lettori", dove il più delle volte si inventava le lettere a cui rispondere. [2]
Guido Martina fu anche l'inventore di Paperinik. Ne scrisse la prima avventura, disegnata da Giovan Battista Carpi, e definì il taglio noir delle vicende d'esordio. Collaborò per oltre trent'anni con i più grandi disegnatori Disney, da Romano Scarpa e Giovan Battista Carpi a Luciano Bottaro, Giorgio Cavazzano e Massimo De Vita.
Sempre Martina fu l'inventore di Rockerduck e di altri personaggi minori, come Paperinika, Topolino Kid e Pippo Sei Colpi.
Scrisse anche importanti sceneggiature non Disney: inventò nel 1949 il cowboy Pecos Bill, uno degli eroi più popolari del fumetto western italiano, che odiava le armi e catturava i fuorilegge a suon di pugni e a colpi di lazo. Pecos Bill fu pubblicato per 165 albi, senza sparare un colpo, fino al 1955. Fu disegnato inizialmente da Raffaele Paparella, al quale si aggiunsero poi Pier Lorenzo De Vita, Rinaldo D'Ami e Gino D'Antonio. Il successo di Pecos Bill fu tale da creare per la prima volta in Italia un vasto fenomeno di merchandising, con la vendita di oggetti e giocattoli legati al cowboy leale e coraggioso (tra i quali una improbabile pistola) e rallentare per qualche anno il decollo di Tex.
Un altro personaggio western di Martina, Oklahoma, ebbe meno successo.
Tra le altre attività, Martina collaborò con i giornali satirici Bertoldo e Marc'Aurelio, produsse fumetti storici e cineromanzi per il Vittorioso (scrisse tra l'altro alcune storie di Cucciolo e di Tiramolla), scrisse sketch radiofonici, pubblicò un romanzo (Tramonto all'est), un saggio (L'amico Satellite, premio Bancarellino nel 1957) e undici dei ventiquattro volumi dell'enciclopedia Disney.
Scrisse complessivamente oltre mille sceneggiature, inconfondibili per l'umorismo permeato di cultura umanistica, ma anche per sprazzi di feroce aggressività (soprattutto da parte di Paperone e Paperino) che oggi sarebbero difficilmente tollerabili.
Sposò Renata Rizzo, anche lei sceneggiatrice di fumetti: Franco Fossati le attribuisce 36 storie Disney che il database INDUCKS assegna invece al marito.[3]
[modifica] Note
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- E. Balzaretti - G. Milone, Guido Martina - Topolino, Pecos Bill e il professore. Biografia per immagini
- Autori vari, I Maestri Disney Oro n.25, gennaio 2003, The Walt Disney Company Italia.