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Francesco Storace - Wikipedia

Francesco Storace

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Stemma del Senato della Repubblica Italiana Parlamento Italiano
Senato della Repubblica
Sen. Francesco Storace
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Luogo nascita Cassino
Data nascita 25 gennaio 1959
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Data morte {{{data_morte}}}
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Professione Giornalista
Partito La Destra
Legislatura XII, XIII (fino al 30 maggio 2000), XV Legislatura
Gruppo Misto-La Destra
Coalizione con Fiamma tricolore circoscrizione = Lazio
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Senatore a vita
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Incarichi parlamentari

Componente I Commissione permanente (Affari Sociali), Componente Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

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Francesco Storace (Cassino25 gennaio 1959) è un politico e giornalista italiano.

Indice

[modifica] Biografia

È sposato e ha una figlia.

Storace è stato eletto deputato nella XII e nella XIII legislatura, nel corso della quale ha ricoperto l'incarico di presidente della commissione parlamentare di vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Il 16 aprile 2000 è stato eletto presidente della Regione Lazio, ottenendo quasi un milione e mezzo di voti.

Francesco Storace ha iniziato da giovane l'attività politica, impegnandosi nel sociale e avvicinandosi presto al mondo del giornalismo. Al Secolo d’Italia ha percorso tutti i gradini, fino ad arrivare all'incarico di capo dei servizi parlamentari. Successivamente, ha assunto l'incarico di capoufficio stampa del Msi-Dn e, poi, di Alleanza Nazionale.

Eletto deputato per la prima volta nel 1994 (nel collegio numero 21 della Circoscrizione Lazio), è stato confermato (stesso collegio) nel 1996. Ha fatto parte della commissione Antimafia e della commissione Cultura. Dal 1996 al 2000 è stato presidente della Commissione bicamerale vigilanza sulla Rai, e da alcuni giornalisti fu soprannominato "Epurator".

[modifica] Incarichi politici

Storace è stato Presidente della Regione Lazio dal 2000 al 2005, dopo aver sconfitto il Presidente uscente, Piero Badaloni. Alla sua presidenza diede un'impronta basata su una stretta collaborazione con la Chiesa Romana, promulgando ad esempio una legge sugli Oratori cattolici al fine di esaltarne la loro funzione educativa e sociale. L'impegno a lavorare col mondo cattolico fu da lui ribadito nella stesura del nuovo Statuto della Regione Lazio, in cui riconosceva come fulcro della società la famiglia fondata sul matrimonio.

Tra gli altri provvedimenti della sua giunta vi fu l'apertura dell'ospedale Sant'Andrea[1]; venne riavviata la sperimentazione del metodo di Bella contro i tumori, con sostegni ai pazienti meno abbienti che lo utilizzavano[2]; Storace promosse inoltre aiuti internazionali a medici e ospedali del terzo mondo, al fine di "globalizzare" la sanità per offrire livelli di eccellenza nelle zone più povere del pianeta (anche tramite vie telematiche), e per dare una risposta al fenomeno sociale dell'immigrazione.[3] Storace stanziò anche sussidi per le famiglie regolarmente sposate in Chiesa o in Comune; questo atto suscitò alcune critiche da parte della sinistra che gli contestava di escludere dal provvedimento le coppie di fatto, critiche che egli giudicò infondate affermando che la sua legge serviva a contrastare la povertà, e di aver stanziato fondi anche per le ragazze madri (ma non per le coppie omosessuali), ribadendo comunque di avere come obiettivo principale quello di aiutare i giovani a sposarsi.[4]

Altre polemiche aveva suscitato nel 2000 la decisione di accogliere la richiesta del suo consiglio regionale di verificare con una commissione apposita l'attendibilità delle ricostruzioni storiche dei manuali di scuola.[5] Questa decisione tuttavia non ebbe alla fine alcun seguito.

Poco prima delle elezioni regionali del 2005 Storace subì un violento attacco da parte dell'Unità, che riportava una notizia falsa in cui si accusava il padre di Storace di aver picchiato un ebreo[6]. In seguito il giornale si scusò; il centro-destra insorse di fronte a quello che considerava un attacco politico in vista delle imminenti elezioni del 3 e 4 aprile, nelle quali peraltro Storace fu sconfitto dal candidato de L'Unione Piero Marrazzo.

Successivamente, nel terzo governo Berlusconi gli fu affidato il Ministero della Salute. In qualità di ministro Storace aumentò di 100 milioni i fondi per la ricerca sanitaria, guadagnandosi gli apprezzamenti dell'oncologo Umberto Veronesi.[7] Tra gli altri provvedimenti, Storace fece sospendere la sperimentazione della cosiddetta "pillola abortiva" che era stata avviata all'ospedale Sant'Anna di Torino, chiedendo il rispetto rigoroso delle procedure e delle indicazioni del Consiglio superiore di Sanità. La sua ordinanza suscitò reazioni critiche da parte della sinistra, mentre incontrò giudizi favorevoli presso ambienti cattolici.[8]

Storace fece anche istituire una commissione d'esperti per effettuare nuove valutazioni sulla cura Di Bella, al fine di inserire la somatostatina (il farmaco previsto dalla suddetta cura) a carico del Servizio Sanitario Nazionale. La decisione suscitò le polemiche della deputata Rosy Bindi, ex-ministro della Salute che nel 1998 aveva decretato il fallimento della cura a seguito di alcune sperimentazioni.[9] Nel marzo 2006 scoppia lo scandalo "Laziogate": Storace è sospettato di avere utilizzato investigatori privati dell'agenzia milanese Ssi e degli operatori informatici della società regionale "Laziomatica" per violare l'Anagrafe comunale di Roma per scoprire dati riservati sui suoi avversari politici per le Elezioni regionali del 2005. In particolare, secondo le accuse Storace avrebbe inteso controllare i dati dei sottoscrittori delle liste di Alternativa Sociale, partito di Alessandra Mussolini e preparare dossier fasulli su Piero Marrazzo[10] [11].

In seguito a tali vicende ed alla conseguente indagine della magistratura sulla presunta attività di spionaggio politico ai danni di Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo, Francesco Storace il 10 marzo rassegna le sue dimissioni da ministro. Da tali accuse verrà tuttavia prosciolto nel giugno 2007.

Alle elezioni politiche del 2006 è stato eletto senatore, come capolista di AN nella regione Lazio, partito che abbandona nel luglio 2007. Si iscrive al Gruppo parlamentare Misto al Senato della Repubblica nella componente "La Destra" assieme ai senatori Stefano Losurdo e Stefano Morselli, provenienti entrambi dal Gruppo di Alleanza Nazionale.

Alle politiche del 2008 La Destra non ottiene seggi perché non supera lo sbarramento. Per gli ultimi due anni di attività parlamentare, Storace esce dal Parlamento con un TFR di 19.208 euro e ottiene un vitalizio mensile di 3978 euro.[12]

[modifica] Posizioni politiche

Storace è considerato il prototipo del "duro di Alleanza Nazionale", caratterizzato dai toni "virili" e dai contenuti intransigenti dei propri discorsi, che lo hanno portato ad un progressivo deterioramento dei propri rapporti con il leader del partito, Gianfranco Fini, di cui ha criticato con sempre più vigore le posizioni, giudicate troppo morbide. Fra i motivi di attrito più rilevanti ci sono state: le dichiarazioni sul "male assoluto" rese da Fini in Israele nel 2003, le aperture in tema di rapporti con l'Islam e di concessione del diritto di voto ai cittadini extra-comunitari residenti in Italia, l'ingresso di Alleanza Nazionale nella famiglia del Partito Popolare Europeo (di cui Fini è il grande promotore mentre Storace è un fiero oppositore), la dichiarazione di voto "laica" resa da Fini nel 2005 in occasione del referendum sulla procreazione medicalmente assistita (sulla quale Storace ha ironizzato paventando un ingresso del partito addirittura nel Partito Socialista Europeo). Esponente della corrente della Destra Sociale, se ne è poi distaccato in seguito ad un diverbio con l'altro leader della corrente, Gianni Alemanno, per fondare una propria "associazione culturale": D-Destra, l'unico gruppo distinto rimasto all'interno di Alleanza Nazionale dopo lo scioglimento ufficiale delle correnti.

Infine da parte del senatore venne fatta la dichiarazione secondo la quale, se Fini non avesse convocato il congresso nazionale di AN, lui si sarebbe tenuto pronto a fondare un nuovo soggetto politico: la scadenza di questo ultimatum venne fissata per il giugno del 2007.

Il 30 maggio 2007 Storace annuncia le proprie dimissioni dall'Assemblea nazionale di AN.

Il 3 luglio 2007, dato che il richiesto congresso nazionale non è stato convocato, Storace, con una lettera indirizzata a Daniele Marin, presidente del circolo di AN della Balduina, lascia definitivamente Alleanza Nazionale.[13] In serata sarà ospite del programma televisivo Otto e mezzo, su La 7, per spiegare le motivazioni del suo gesto e presentare la sua nuova attività politica, riassunta nel nome e nel simbolo La Destra.

Il partito nasce per opporsi alle posizioni, a suo dire, troppo centriste, di Gianfranco Fini. Aderiscono al movimento, tra gli altri, Teodoro Buontempo e Daniela Santanchè.

Il 13 ottobre 2007 Storace si segnala per alcune critiche al Capo dello Stato Giorgio Napolitano in relazione al controverso caso Montalcini (che aveva avuto per oggetto l'invio di stampelle alla senatrice a vita da parte del neonato partito La Destra).

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Durissime le reazioni da ambo le parti politiche: così si esprime il presidente della camera Fausto Bertinotti: "La dichiarazione del senatore Storace è incompatibile con la civiltà politica". Gravi critiche arrivano anche dal centro-destra: chiara è la nota del comitato di cittadini per il partito unico del centrodestra che parla di "espressioni sconsiderate" nei confronti di Napolitano: "In quanto rappresentante dell'unità nazionale egli è intangibile, per non dire sacro".

termine sezione non neutrale

[modifica] I provvedimenti giudiziari

[modifica] Lo scandalo "Laziogate"

Nell'ambito dello scandalo "Laziogate" si apprende, nel marzo 2006, che Storace (che alla fine risulterà comunque innocente) è indagato dalla procura della Repubblica di Roma per violazione della legge elettorale. Nell'inchiesta, condotta dai pm Italo Ormanni, Achille Toro e Francesco Ciardi, risultavano già indagati per i reati di accesso abusivo al sistema informatico e violazione della legge elettorale, l'ex portavoce di Storace, ai tempi della presidenza della Regione Lazio, Niccolò Accame, il vicepresidente del consiglio comunale di Roma, Fabio Sabbatani Schiuma (An), l'ex direttore tecnico della società Laziomatica, Mirko Maceri, l'avvocato Romolo Reboa e i due detective arrestati nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano, Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo. Nell'aprile 2006 si apprende inoltre che Storace è indagato anche per il reato di associazione a delinquere, contestato anche a Niccolò Accame, Fabio Sabbatani Schiuma, Mirko Maceri, Pierpaolo Pasqua, Gasbare Gallo e l'avv. Romolo Reboa. Storace, insieme ad alcuni degli altri indagati, è stato successivamente rinviato a giudizio dalla procura di Roma con l'accusa di accesso abusivo ad un sistema informatico. Il processo è iniziato il 15 maggio 2007. Nel Giugno 2007 Storace viene prosciolto dalle accuse.

[modifica] L'inchiesta sulla sanità

Nell'agosto 2007 si apprende che Storace è indagato dalla Procura Di Roma per la presunta erogazione irregolare di finanziamenti per la ricerca scientifica avvenuta nell'anno 2005, mentre Storace ricopriva la carica di ministro della salute[14]. Si tratta della stessa inchiesta per la quale è indagato Raffaele Fitto di Forza Italia (ex presidente della Regione Puglia).

[modifica] Offese al Presidente della Repubblica

Il 15 ottobre 2007 Storace finisce sotto inchiesta dalla Procura di Roma con l'accusa di offesa all'onore o al prestigio del presidente della Repubblica[15] (articolo 278 del codice penale). Per questa vicenda Storace sarà processato con giudizio immediato il 28 maggio 2008. La vicenda è legata alla diatriba tra Storace e Rita Levi Montalcini [16].

[modifica] Note

  1. ^ Alemanno: "S.Andrea fu risultato di tutta la giunta Storace"
  2. ^ Storace annuncia: «Nel Lazio garantiremo la cura Di Bella» (11/11/2001)
  3. ^ AN alla Regione Lazio
  4. ^ La Stampa del 5/09/2001
  5. ^ Corriere della Sera: Una commissione per rivedere i volumi (11/11/2000)
  6. ^ Corriere della Sera del 26 marzo 2005
  7. ^ Doctornews 6 ottobre 2005
  8. ^ Corriere della Sera del 22/09/2005
  9. ^ Da Sanihelp: cura Di Bella in fascia A, è subito polemica
  10. ^ http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/cronaca/ladrisegr/storainchiesta/storainchiesta.html
  11. ^ http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/cronaca/ladrisegr2/intercett3/intercett3.html
  12. ^ Francesca Schianchi, L'espresso n. 17 del 1 maggio 2008, pag. 65
  13. ^ La lettera di dimissioni da Alleanza Nazionale
  14. ^ Corruzione nella Sanità - Indagato Francesco Storace
  15. ^ Attacchi a Napolitano, indagato Storace - Corriere.it, 15 ottobre 2007
  16. ^ Le dichiarazioni:
    « Francesco Storace, senatore de La Destra, che l'aveva definita «strumento micidiale di sostegno del governo Prodi» e «persona di parte» ... L'ex ministro di An aveva anche detto di essere pronto ad andare a «portare le stampelle» alla senatrice a vita. »
    « ho letto su Repubblica di ieri che Storace vorrebbe consegnarmi, portandomele direttamente a casa, un paio di stampelle. ... Io sottoscritta, in pieno possesso delle mie facoltà mentali e fisiche, continuo la mia attività scientifica e sociale del tutto indifferente agli ignobili attacchi rivoltimi da alcuni settori del Parlamento italiano. ... A quanti hanno dimostrato di non possedere le mie stesse "facoltà", mentali e di comportamento, esprimo il più profondo sdegno non per gli attacchi personali, ma perché le loro manifestazioni riconducono a sistemi totalitari di triste memoria. »


    « Mancare di rispetto e tentare di intimidire la senatrice Rita Levi Montalcini, che ha fatto e fa onore all'Italia, è semplicemente indegno »
    « Giorgio Napolitano non ha alcun titolo per distribuire patenti etiche. Per disdicevole storia personale, per palese e nepotistica condizione familiare, per evidente faziosità istituzionale. È indegno di una carica usurpata a maggioranza »

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Predecessore: Ministro della Salute italiano Successore:
Girolamo Sirchia 2005 - 2006 Silvio Berlusconi I
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con
con
Girolamo Sirchia {{{data}}} Silvio Berlusconi
Predecessore: Segretario de La Destra Successore: [[Immagine:{{{immagine}}}|30x30px]]
nessuno 2007 in carica I
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con
con
nessuno {{{data}}} in carica
Predecessore: Presidente della Regione Lazio Successore:
Piero Badaloni 2000 - 2005 Piero Marrazzo I
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X
con
con
Piero Badaloni {{{data}}} Piero Marrazzo


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