Fernando Francesco d'Avalos
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Fernando (detto Ferrante) Francesco d'Avalos Marchese di Pescara (Napoli, 1490 – Milano, dicembre 1525) è stato un condottiero italiano.
Di origini spagnole, partecipò come generale spagnolo alle Guerre Italiane. Nella Battaglia di Ravenna del 1512 fu preso prigioniero dai francesi, ma fu rilasciato alla fine della guerra della Lega Santa. Fu comandante in capo dell'esercito Asburgico in Italia durante le guerre tra Asburgo e Valois e sconfisse i francesi alla battaglia della Bicocca ed a quella di Pavia.
Rodrigo (Ruy) Lopez de Avalos, il suo bisnonno, un nobile di Toledo che aveva preso parte alle guerre civili di Castiglia durante il regno di Giovanni II di Castiglia (1406-1454), fu mandato in esilio e morì a Valencia. Iñigo (Ignazio), suo figlio, si mise al servizio di Alfonso V d'Aragona, lo seguì in Italia e lì, contraendo un vantaggioso matrimonio con una nobildonna della famiglia Aquino, fu nominato marchese di Pescara. Suo figlio Alfonso, che gli successe nel marchesato, sposò una nobildonna del ramo siciliano della famiglia Cardona e quando fu ucciso a tradimento durante l'invasione francese di Napoli, il suo unico figlio Fernando (o Ferrante) si trovò ad essere un soldato bambino.
All'età di sei anni Fernando, fu promesso in sposo a Vittoria Colonna, figlia del generale Fabrizio Colonna e di Agnese di Montefeltro, ed il matrimonio fu celebrato il 27 dicembre 1509. La sua posizione come nobile del partito aragonese di Napoli gli rese indispensabile sostenere Ferdinando II d'Aragona nelle sue campagne militari in Italia. Nel 1512 comandò un reparto di cavalleria leggera nella battaglia di Ravenna dove fu ferito e preso prigioniero dai francesi. Grazie all'intervento di uno dei più eminenti generali francesi, l'italiano Gian Giacomo Trivulzio,che gli era parente per via di matrimonio, gli fu concesso di riscattarsi per 6.000 ducati.
Comandò la fanteria spagnola nella battaglia di La Motta, o di Vicenza il 7 ottobre 1513. Fu in quell'occasione che chiese ai suoi uomini di preoccuparsi di calpestarlo prima dei nemici se fosse caduto. Dalla battaglia di Vicenza del 1513 fino a quella della Bicocca il 29 aprile 1522, continuò il suo servizio come comandante degli spagnoli come compagno, piuttosto che subordinato di Prospero Colonna.
Fu solo per il caso della sua nascita a Napoli che Fernando Francesco D'Avalos fu un italiano, egli si considerò infatti sempre spagnolo, parlò sempre spagnolo anche con sua moglie e si circondò sempre di soldati ed ufficiali spagnoli tra i quali i famigerati Cossines. La sua considerazione degli italiani come combattenti fu scarsa e la espresse apertamente.
Dopo la battaglia della Bicocca Carlo V nominò Prospero Colonna comandante in capo. D'Avalos, che si considerò defraudato, compì un viaggio a Valladolid in Spagna, dove si trovava in quel momento l'imperatore, per far valere le sue ragioni. Carlo V, col quale aveva avuto lunghi e confidenziali colloqui, lo convinse a sottostare, per il momento, al comando del Colonna. In questi incontri però, egli acquisì una certa confidenza con Carlo V. La sua origine e le sue simpatie spagnole lo segnalarono come un comandante più fidato in Italia di quanto lo sarebbe stato un italiano.
Quando Francesco I invase l'Italia nel 1524, D'Avalos fu nominato luogotenente dell'imperatore per respingere l'invasione. Le difficoltà del suo ruolo furono enormi, dato che vi era grande malcontento nell'esercito, che era molto sotto-pagato. La tenacia, la pazienza ed il tatto di D'Avalos trionfarono su ogni ostacolo. La sua influenza sulle truppe dei veterani spagnoli e sui mercenari tedeschi ne garantì la fedeltà durante il lungo assedio di Pavia.
Il 24 febbraio 1525 sconfisse e prese prigioniero Francesco I con un brillante attacco durante la battaglia di Pavia. Il piano di D'Avalos fu notevole per l'audacia e la perizia dimostate nell'annientamento della cavalleria pesante francese attuato con degli assalti sui fianchi di archibugieri e cavalleria leggera. Si crede però che egli non fu soddisfatto del trattamento ricevuto dall'imperatore e Girolamo Morone, segretario del Duca di Milano, lo contattò con un progetto per cacciare dall'Italia i francesi, gli spagnoli ed i tedeschi e ottenere per sé il trono. D'Avalos potrebbe essere stato tentato, ma nei fatti si comportò lealmente, riferì dell'offerta a Carlo V e mise in prigione Morone. La sua salute, comunque aveva comnciato a peggiorare per gli sforzi e le ferite e morì di tisi a Milano pochi giorni dopo essere stato nominato governatore della città il 3 dicembre 1525. D'Avalos non ebbe figli il suo titolo passò al cugino, il marchese di Vasto Alfonso d'Avalos che si distinse anch'egli come generale imperiale.
[modifica] Biografie
Un capitolo delle Vitae di Paolo Giovio è a lui dedicato.
[modifica] Bibliografia
- (EN) Taylor, Frederick Lewis. The Art of War in Italy, 1494-1529. Westport: Greenwood Press, 1973. ISBN 0-8371-5025-6.
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