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Folch de Cardona - Wikipedia

Folch de Cardona

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Folch de Cardona (o Cardona), Famiglia nobile spagnola di origine catalana, seconda per importanza dopo la famiglia reale d'Aragona, gran Connestabili del Regno catalano aragonese.

Stemma dei Duchi di Cardona
Stemma dei Duchi di Cardona

Indice

[modifica] Titoli

  • Baroni d' Entenza
  • Baroni di Bellpuig
  • Conti d' Ampurias
  • Conti di Golisano
  • Conti di Prades
  • Duchi di Segorbe
  • Duchi di Soma
  • Marchesi di Castelnovo di Pons
  • Marchesi di Comares
  • Marchesi di Guadalest
  • Marchesi di Guadaleste
  • Marchesi di Pallars
  • Signori d' Espejo e Lucena
  • Signori di Chillon
  • Signori di Guadalest
  • Signori di Guadaleste
  • Visconti di Villamur

[modifica] Origine e storia

Di antichissima origine i Folch de Cardona vantano una discendenza diretta dalla casa reale francese, lo stesso Imperatore Carlo Magno donò alla famiglia Folch, discendenti di un mitico Folch d'Angiò sposo della sorella dell'Imperatore Argencia, la signoria sulla città catalana di Cardona.

Il primo rappresentante con questo nome fu Ramòn Folch o Raimundo-Folch che seguì l'Imperatore dei Franchi in Catalogna durante la guerra contro i Mori e nel 791 fu nominato dall'Imperatore Signore di Cardona, ma il figlio di costui Ramon Folch I fu nominato primo Visconte di Cardona dai Conti di Barcellona. Nel 1375 i Cardona furono elevati dal re Pietro IV d'Aragona al titolo di conti, il primo Conte di Cardona fu Hugo Folch II, considerato capostipite del ramo catalano della famiglia. Infine il 17 aprile 1491 Giovanni Raimondo IV divenne Duca del territorio di Cardona titolo concessogli da Ferdinando II d'Aragona detto il Cattolico primo re di Spagna.

Durante il regno di Ferdinando e poi dell'Imperatore Carlo V d'Asburgo i Cardona furono eletti più volte Viceré di Sicilia e di Napoli, in particolare con Raimondo de Cardona generale delle armate spagnole della Lega Santa.

Tomba di Raimondo de Cardona-Anglesola di Giovanni da Nola
Tomba di Raimondo de Cardona-Anglesola di Giovanni da Nola

I Folch de Cardona furono forse la famiglia più importante del regno Aragonese prova ne sia la concessione ad alcuni membri dei Cardona dell'Ordine del Toson d'Oro concesso soltanto agli Imperatori del Sacro Romano Impero e ad un numero limitato di famiglie ducali e principesche.

Stemma dei conti Cardona in Sicilia
Stemma dei conti Cardona in Sicilia

La famiglia Cardona è una delle poche che tramandano il titolo sia per linea maschile che femminile (cosiddetto titolo F/M) concesso dall'Imperatore del Sacro Romano Impero in virtù della loro importanza storica e in quanto imparentati con i reali d'Aragona, di Navarra e i sovrani Angioini attraverso il matrimonio di Hugo II, Visconte de Cardona con Bianca d'Empuriés figlia di Ramon Berenguer d'Aragona e Angiò figlio di Giacomo II di Aragona.

Bianca discendeva in linea retta sia dai re d'Aragona Giacomo I e Pietro il Grande marito di Costanza di Hohenstaufen, nipote dell'Imperatore Federico II per parte di padre, nella sua linea materna discendeva direttamente da Carlo d'Angiò.

I duchi di Cardona ebbero dal Re d'Aragona il privilegio dello sfruttamento di uno dei più importanti giacimenti minerari di salgemma d'Europa, la cosiddetta "Montagna di Sale", dalla quale ricavarono parte della loro fortuna economica tanto da essere annoverata fra le famigle più ricche di Spagna.

Cardona - La Montagna di sale
Cardona - La Montagna di sale

Don Giovanni de Cardona è citatao da Baldassarre Castiglione nel Secondo libro del Cortegiano (Lib. II, cap. LXXII) così come Ugo de Cardona:

« il Gran Capitano, rivolto a don Ugo di Cardona, disse: "Non abbiate ormai più paura di tormento di mare, ché santo Ermo è comparito"; e con quella onesta parola lo punse, perché sapete che santo Ermo sempre ai marinari appar dopo la tempesta e dà segno di tranquillità; e cosí volse dire il Gran Capitano che, essendo comparito questo gentilomo, era segno che il pericolo già era in tutto passato. »

(Lib. II, cap. LXXIV).

[modifica] Storie di famiglia

Cardona il castello
Cardona il castello

Come tutte le famiglie alto lignaggio anche in quella dei Folch de Cardona ci sono storie, leggende e fatti di sangue.

[modifica] La bella Adalés

Secondo la leggenda la giovane Adalés, figlia del Visconte Ramòn Folch y Enguncia (sec. XI), s'innamorò del nobile moro Abdalà signore del castello di Maldà che si trovava di fronte al castello del visconte. Un giorno che il moro era stato invitato presso Ramòn Folch per siglare una tregua tra i due castelli fu visto e vide la bella Adalés e fu un colpo di fulmine. Abdalà, per amore, si convertì, ma nonostante la sua conversione al cristianesimo, il padre della bella Adalés, contrario a questo matrimonio con un moro, fece rinchiudere la figlia nella torre del castello di Cardona dove poteva avere contatti soltanto con un servo muto. Naturalmente la penitenza minò la salute della giovane Adalés che morì nella prigione paterna, nonstante il suo amante moro avesse costruito con le pietre del fiume una grande croce a dimostrazione della sua conversione.

Ancora oggi le guide turistiche del castello di Cardona parlano dello spirito inquieto della figlia del Visconte di Cardona che, come vuole la tradizione, pare che s'aggiri fra le mura del castello.

[modifica] Il Conte e il trovatore

Un'altra storia, stavolta storicamente verificabile, è quella del conte Ramòn Folc che tiranneggiava la città di Cardona e dintorni. Uno dei più celebri trovatori catalani Guillem de Berguedan (o in catalano Berguedà) lo fece oggetto di scherno nelle sue ballate satiriche, distorcendone il nome in Fol-c’al-quer ( ovvero: pazzo che cerca altro) o peggio in Forca-l-quer (tradotto dal catalano: forca-lo-vuole).

Tale e tanto fu l'odio portato dal poeta al conte di Cardona che, nel 1175, lo pugnalò a morte anche se Berguedà non fu mai punito per questo omicidio.

[modifica] La triste storia di Diana

Arma dei Gonzaga
Arma dei Gonzaga

Diana de Cardona, contessa di Giuliana, figlia del Viceré di Sicilia Antonio e di Beatriz de Luna, andò in sposa al duca di Sabbioneta Vespasiano, cadetto della famiglia Gonzaga. A causa delle frequenti assenze del marito da casa, in guerra all'assedio di Parma e nelle Fiandre, s'innamorò d'un cortigiano di Vespasiano tale Giovanni Annibale Ranieri, giovane segretario di corte, Tornato Vespasiano dalla guerra nel 1559 fu informato delle voci che correvano a Sabbioneta sull'infedeltà della moglie e si vendicò prontamente e in maniera terribile, fece sgozzare il Ranieri e lo pose nella camera della sposa insieme ad una coppa di veleno.

Naturalmente la morte della giovane duchessa fu presentata come il colpo apoplettico anche se Alessandro Lisca nella Vita Vespasiani Gonzagae Sablonetae Dvcis c'informa che

« ...la moglie di un grande uomo non solo deve essere immune da colpa, ma anche dal sospetto di colpa... »

Dopo la morte di Diana Vespasiano sposò la cugina di Diana: Anna d'Aragona y Folch de Cardona dei duchi di Segorbe, Infanta d'Aragona e di Sicilia, parente stretta del re Filippo II di Spagna, morì nel 1567, probabilmente di cancro, dopo soli tre anni di matrimonio.

Anna era della famiglia degli Aragona duchi di Segorbe e di Cardona come il nobile bandito Ernani dell'opera lirica di Giuseppe Verdi infatti quando scopre la sua vera identità all'Imperatore Carlo V pretende, come gli altri nobili spagnoli ribelli, di farsi tagliare la testa e non essere imprigionato come un volgare bandito in quanto:

« Decreta dunque, o re, morte a me pure.

(avanzando fieramente fra i nobili e scoprendosi il capo)

Io son conte, duca sono

di Segorbia, di Cardona

Don Giovanni d'Aragona

riconosca ognun in me.

Or di patria e genitore

mi sperai vendicatore

non t'uccisi t'abbandono

questo capo il tronca, o re »

(Ernani, III, scena VI)

[modifica] Il Viceré e l'Inquisizione

Dal 1534 al 1549 Antonio de Cardona i Requenses viene nominato viceré di Sardegna dall'Imperatore Carlo V. Al suo arrivo lo scontento della nobiltà sarda, colpevole d'aver trattato affari con il tesoro dello stato per circa 60.000 ducati, guidata dalle più illustri famiglie nobili di Sardegna gli Zapata e gli Aymerich, monta con l'avallo del Santo Uffizio un coinvolgimento della Viceregina Maria de Requenses con certe pratiche stregonesche scoperte da poco dall'Inquisizione e si crea ad arte un collegamento tra la viceregina e una famosa strega appena catturata dalla Santa Inquisizione, tale Domenica Figus e il suo amante Truisco Casula. Il Viceré si appoggia allora al vescovo di Alghero, Pietro Vaguer che riconosce la volontà politica di levare di mezzo un viceré tanto scomodo con un'accusa falsa.

L'affare sembra appianato quando il nuovo vescovo di Cagliari Andrea Sanna, legato alla nobiltà dell'isola, decide di riaprire il caso e portare Maria de Requenses davanti al tribunale del Santo Uffizio, ma, data l'importanza dei personaggi conivolti, oltre alla viceregina tutta la società cagliaritana legata al duca di Cardona viene in qualche modo coinvolta, la pratica passa all'Inquisizione spagnola dove tutti i nobili coinvolti, compresa la moglie del viceré, vengono prosciolti e gli accusatori condannati per aver falsificato le testimonianze perché rese sotto tortura.

[modifica] Folch de Cardona nella storia

Las Cortes di Catalogna
Las Cortes di Catalogna

[modifica] Duchi di Cardona Viceré

Stemma del Regno di Sicilia
Stemma del Regno di Sicilia
  • Antonio de Cardona, Viceré di Sicilia dal 1416 al 1419.
  • Juan Ramón Folc de Cardona, Conte di Pradés, Viceré di Sicilia dal 1477 al 1479.
  • Raimondo de Cardona, Conte di Alvito, Viceré di Sicilia dal 1507 al 1509 e Viceré di Napoli dal 1509 al 1522.
  • Juan de Cardona, Viceré di Navarra dal 1595 al 1610.
  • Antonio de Cardona i Requesens, Viceré di Sardegna dal 1543.

[modifica] Presidenti del Regno di Sicilia

[modifica] Cardona Gran Maestri dell'Ordine del Tempio Aragonese-Catalano

Sigillo templare
Sigillo templare

La Casa Aragonese-Catalana dei cavalieri Templari ebbe tra i suoi gran maestri due rappresentanti della famiglia dei Folch de Cardona:

  • Guillem de Cardona Gran Maestro dal gennaio 1224 al maggio 1252
  • Berenguer de Cardona Gran Maestro dal giugno 1291 al gennaio 1307

Anche dopo lo scioglimento dell'Ordine, in Catalogna, i templari non furono perseguitati come nel resto d'Europa e ancora nel 1592 un Pedro de Cardona risulta iscritto nelle liste dei Maestri templari aragonesi-catalani.

[modifica] Cardona insigniti dell'Ordine del Toson d'Oro

  • Pedro de Cardona, Conte di Colisano nel 1451.
  • Fernando Ramon Folch, Duca di Cardona nel 1519.

Altri duchi di Cardona furono insigniti di questo ordine come:

  • Alfonso d'Aragona, Duca di Cardona, nel 1555.
  • Luis Fernandez de Cordoba, Duca di Cardona, nel 1628.
  • Luis Ramon d'Aragona, Duca di Cardona nel 1651.

[modifica] Cardona principi d'Andorra

Stemma dei Principi d'Andorra
Stemma dei Principi d'Andorra

I Vescovi d'Urgell divenivano automaticamente co-principi del piccolo stato di Andorra insieme ai conti francesi di Foix. I Folch de Cardona ricoprirono per ben tre volte questa prestigiosa carica con:

[modifica] Cardona presidenti della Generalitat de Catalunya

Stemma della Generalitat catalana
Stemma della Generalitat catalana

Il parlamento autonomo catalano esprimeva tra le famiglie più nobili del paese un presidente, i Cardona ricoprirono per ben cinque volte l'incarico dai sovrani aragonesi con:

  • Giovanni de Cardona i Gandia, già vescovo di Urgell, dal 1443-1446.
  • Pietro de Cardona, anche lui Vescovo di Urgell e coprincipe d'Andorra, dal 1482-1485.
  • Lluis de Cardona i Enriquez, dal 1524-1527.
  • Bernardo de Cardona i de Queralt, dal 1602-1605.
  • Bernardo de Cardona i de Raset, dal 1641-1644

[modifica] Collegamenti interni

[modifica] Arma o Stemma

Conti Cardona di Sicilia
Blasonatura: di rosso, a tre cardoni fioriti d’oro, gambuti e fogliati di verde.

[modifica] Collegamenti esterni

  • Cardona Grandi di Spagna [1]
  • La Famiglia Cardona in Sicilia [2]


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