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Fatti di Empoli 1921 - Wikipedia

Fatti di Empoli 1921

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I fatti di Empoli del 1921 furono uno degli episodi salienti del tentativo delle forze popolari di resistere all'avanzata fascista.

Indice

[modifica] Cenni alla situazione italiana del periodo

Per approfondire, vedi la voce Formazioni di difesa proletaria.




[modifica] Empoli

Un epicentro della lotta antifascista fu il Medio Valdarno e la Valdelsa. Il Partito Socialista appariva arrendevole per contrastare in modo efficace il fascismo che tentava la sua scalata ai poteri dello Stato, dopo aver calato la maschera di sinistra, così utile a Benito Mussolini, rappresentata dal primo movimento sansepolcristi con appositi articoli sul Popolo d'Italia. L'empolese Abdon Maltagliati guidava i rivoluzionari locali che formarono la Guardia Rossa, una formazione di difesa proletaria contro gli squadristi. Alle amministrative dell'ottobre 1920 i socialisti locali, avendo dimostratro il loro intento rivoluzionario conquistarono tutti i Comuni della zona con maggioranza indiscutibile. Spartaco Lavagnini[3], sindacalista empolese, nel febbraio 1921 rompe ogni indugio e si stacca dal Partito Socialista provocando la nascita del Partito Comunista d'Italia a Empoli, a cui aderiscono intere sezioni del P.S.I., nel particolare i giovani socialisti, la Guardia Rossa ed un gran numero di sindacalisti.

A Spartaco Lavagnini, ucciso in seguito dai fascisti, fu intitolata, poi, durante la Resistenza una valorosa ed efficiente brigata partigiana [4], nelle cui fila, fra l'altro, combatteva con l'attendente ed il cugino, agendo come "ariete" ed "incursore", in quanto aveva un'autoblindo, rimastagli dopo l'8 settembre del 1943, il marchese Gianluca Spinola [5], (già volontario con i fascisti in Africa); catturati, torturati e fucilati dopo che lo Spinola ed il suo gruppetto avevano sferrato un durissimo attacco alle forze nazifasciste.

Ad Empoli (ma in generale in tutta la penisola) era evidente la connivenza fra squadristi, esercito e forza pubblica, per cui l'unico sistema era l'autodifesa: la Guardia Rossa. Nell'Empolese gli squadristi non erano mai intervenuti se non con scaramucce, la repressione era stata demandata all'esercito ed alle forze di polizia, anche perché, come accadde a Montespertoli, gli squadristi cedevano sotto gli assalti della Guardia Rossa. Nei paesi attorno all'Empolese gli interventi degli squadristi erano continui ed era chiaro che si sarebbe sferrato prima o poi anche l'assalto alla "roccaforte" Rossa. A Firenze nel febbraio 1921 iniziò il piano di "repulisti" organizzato di concerto fra fascisti ed autorità istituzionali e militari: furono uccisi diversi capi del movimento antifascista, fra cui lo stesso Lavagnini.

Il 1 marzo 1921 fu fatta circolare, artatamente, la notizia di un grosso numero di squadristi in borghese, camion trasportati come era d'uso, mentre invece altro non erano che marinai di Livorno ai quali era stato ordinato di recarsi a Firenze, scortati, passando però per Empoli, avrebbero assalito Empoli: era ovviamente una provocazione ben orchestrata che si fondava sulla "sindrome dell'assediato" che viveva la popolazione empolese. I militari e carabinieri di Empoli si chiudono, alla notizia, nella caserma, con i familiari, senza intervenire: la popolazione di Empoli, armata alla meglio, e la Guardia Rossa, attaccano il convoglio quando passa in Via Chiarugi, a causa anche di un non ben identificato colpo di fucile (era chiaro che la tensione per gli abitanti della roccaforte "Rossa" era ormai spasmodica da tempo).

I supposti fascisti in men che non si dica contano 8 morti e 9 feriti, prima che l'equivoco sia risolto: molti marinai vengono salvati da Empolesi che si accorgono in quel confuso frangente dell'equivoco. Questo è il pretesto per scatenare la repressione di Stato da parte dell'esercito che "stranamente" era già predisposto organizzativamente al rastrellamento ed allocato a Firenze, l'esercito entra in azione il 2 marzo e ciò dimostra la provocazione orchestrata ed il cerchio si chiude, a questo punto arrivano, (dopo che l'esercito ha fatto il grosso del lavoro), gli squadristi che bruciano Comune, Sedi di partito, Case del Popolo e Camera del Lavoro: praticamente Empoli ed Empolese è messo a ferro e fuoco. Vengono fatti gli "opportuni" rastrellamenti ed arrestati i sovversivi, dopo violenti pestaggi, quelli che non vengono direttamente uccisi.

A Fucecchio, mentre i fascisti fiorentini il 4 marzo fondano il Fascio di Empoli, nello stesso giorno, il proletariato e le Guardie Rosse, armi in pugno, tentano l'ultima difesa di comune e casa del popolo, ma il regime è di occupazione militare e la lotta è impari: debbono cedere (così come accade poco tempo dopo per la Camera del lavoro di Sestri in provincia di Genova). Ci sarà ancora la vittoria antifascista di Parma del 1922 di particolare valore per la lotta antifascista. Non si salva niente della struttura organizzativa e logistica delle organizzazioni proletarie Empolesi. Comunque, anche sotto il regime e l'Italia fascistizzata tramite violenza ed olio di ricino (mescolato a bitume spesso, con relativi morti), prima, tramite il controllo della associazioni di massa, dopo, e delle associazioni dei reduci militari, ad Empoli, nel prosieguo, i candidati del PNF non vengono votati ed alle manifestazioni organizzate dal fascio occorre portar la gente da fuori per fingere patecipazione: quasi tutte le famiglie Empolesi hanno almeno un congiunto coinvolto nei fatti del 1921 e, quindi, l'odio verso i fascisti è restato ben saldo anche sotto il regime fasciata affermato non per niente Empoli viene chiamata:Capitale morale dell'antifascismo in Toscana, e la forte tradizione antifascista permane ancora ora ad Empoli e nell'Empolese.

[modifica] Voci correlate

[modifica] filmografia

"Empoli 1921 - Film in rosso e nero" di Ennio Marzocchini Regia: Ennio Marzocchini Soggetto: Ennio Marzocchini Sceneggiatura: Ennio Marzocchini Direttore della fotografia: Gianni Mammolotti Montaggio: Musica: Tommaso Vittorini Produzione: Kes Film

[modifica] bibliografia

  • "Empoli in gabbia", le sentenze del processone per l'eccidio del 1° marzo 1921 / a cura di Giuliano Lastraioli e Roberto Nannelli. - Empoli : [s. n.], 1995. - 206 p. : ill. ; 24 cm. - (Le memoriette ; 2)
  • "Era la resistenza", : il contributo di Empoli alla lotta contro il fascismo e per la liberazione / a cura di Pier Luigi Niccolai e Stefania Terreni. - Firenze : Pagnini, c1995. - 191 p. : ill. ; 24 cm.
  • "100 anni della Camera del Lavoro a Empoli"


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