Enrico Toti (S 506)
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Enrico Toti | |
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Descrizione generale | |
Classe | Toti |
Cantiere | CRDA di Monfalcone |
Matricola | S 506 |
Impostazione | 4 novembre 1965 |
Varo | 3 dicembre 1967 |
Entrata in servizio | 22 gennaio 1968 |
Radiazione | 30 settembre 1997 |
Destino finale | esposto presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | in superficie: 536 t in immersione: 593 t |
Lunghezza | 46 m |
Larghezza | 4,75 m |
Profondità operativa | 150 m di collaudo 300 m |
Propulsione | 2 diesel FIAT MB 820-N1 da 570 CV l'uno 1 motore elettrico da 900 CV 2 sottobatterie da 56 doppi elementi ciascuna 1 elica |
Velocità | in superficie: 9,7 nodi in immersione: oltre 14 nodi |
Autonomia | in superficie: 3.500 n.mi. a 6,5 nodi in immersione:200 miglia a 4 nodi |
Equipaggio | 4 ufficiali 22 tra sottufficiali e comuni |
Equipaggiamento | |
Armamento | 4 tubi lanciasiluri da 533 mm per siluri filoguidati a testa autocercante A184 |
Note | |
Motto | Vincere ad ogni costo |
L'Enrico Toti (S 506) è un sottomarino[1] italiano costruito negli anni sessanta, esposto al museo della scienza e della tecnologia di Milano dal 2006.
Indice |
[modifica] Storia
A causa della sconfitta nella seconda guerra mondiale all'Italia era stata vietata la costruzione di sommergibili secondo le clausole del trattato di pace. Decadute le clausole la componente sommergibilistica italiana ricomincio ad addestrarsi con i vecchi battelli statunitensi in attesa del proprio progetto: l'Enrico Toti è stato il primo sottomarino costruito in Italia dal dopoguerra.
Il sommergibile venne costruito a Monfalcone dalla Italcantieri, che ne iniziò la fabbricazione l'11 aprile 1965. Venne varato il 12 marzo 1967 e consegnato alla Marina Militare Italiana il 22 gennaio 1968.
Il sottomarino è stato progettato con caratteristiche antisommergibile (da cui la sigla NATO SSK- Submarine Submarine Killer) ed essendone il capostipite diede il nome alla classe, completata in circa due anni dai sommergibili Dandolo, Mocenigo e Bagnolini.
Il 30 giugno 1999, l'unità militare terminato il servizio attivo venne donata al museo della scienza e della tecnologia di Milano, dove è conservata dal 14 agosto 2005. L'arrivo nella città milanese è stato alquanto travagliato, a causa della sua mole. Partito dal porto di Augusta (5 aprile 2001), ha risalito l'Adriatico e quindi il Po fino al porto fluviale di Cremona (6 maggio 2001), dove rimase fino all'8 agosto 2005, quando iniziò il suo viaggio fino al museo.
[modifica] Nome
Questo è il secondo sommergibile intitolato ad Enrico Toti. Il precedente battello aveva prestato servizio nella Regia Marina dal 1928 al 1943 e durante la seconda guerra mondiale, trovò impiego principalmente come nave scuola e nave trasporto, ma è ricordata per essere stato l'unico sommergibile italiano ad aver affondato in azione un'unità nemica, avendo affondato a cannonate, il 15 ottobre 1940 il sommergibile britannico HMS Triad (N53) mentre navigava nelle acque del Mare Ionio.
[modifica] Operatività
Nel corso della sua attività il Toti ha accumulato 27.030 ore di moto percorrendo 137.000 miglia. L'equipaggio, composto da 26 fino ad un massimo di 30 persone, si divideva in due o tre squadre di guardia a seconda della durata della "missione" e della categoria (specializzazione) di appartenenza. In taluni casi prestavano servizio secondo lo schema 4+4, cioè 4 ore di guardia, 4 ore di riposo in una branda “calda” (alternata con un collega) in altri casi i turni rispettavano lo schema 4+8 (sempre con branda calda quindi, con due brande si dormiva in tre).
Il caratteristico bulbo a prora (detto "naso") conteneva l'impianto ecogoniometrico che costituiva il "sistema attivo" meglio conosciuto col nome di sonar), mentre l'impianto idrofonico che costituiva il "sistema passivo") era contenuto nella porzione di perimetro anteriore basso, subito sotto i tubi lanciasiluri del "battello" e tutto ciò, con la netta prevalenza nell'uso del sistema passivo, creava l'impianto necessario ad individuare i bersagli. Il Toti è stato essenzialmente impiegato per addestramento e nelle esercitazioni per simulare attacchi a sommergibili sovietici o a task force del Patto di Varsavia, riscuotendo sempre lusinghieri risultati grazie alla sua silenziosità e manovrabilità.
[modifica] Immagini
[modifica] Note
- ^ Sebbene l'Enrico Toti sia a tutti gli effetti un sottomarino (destinato ad operare prevalentemente in immersione, con velocità in immersione superiore a quella in superficie etc.), per i suoi battelli la Marina Militare Italiana predilige l'utilizzo del termine sommergibile
[modifica] Altri progetti
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[modifica] Collegamenti esterni
Forze Armate Italiane | ||
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