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Concilio Vaticano II - Wikipedia

Concilio Vaticano II

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Concilio Vaticano II
Concili ecumenici delle Chiese cristiane
Data 1962-1965
Accettato da cattolici (XXI)
Concilio precedente Concilio Vaticano I
Concilio successivo nessuno
Convocato da papa Giovanni XXIII
Presieduto da papa Giovanni XXIII, papa Paolo VI
Partecipanti circa 2450
Argomenti in discussione La Chiesa nel mondo moderno, Ecumenismo
Documenti e pronunciamenti quattro costituzioni, nove decreti e tre dichiarazioni
Gruppi scismatici Lefebriani
Storia del Cristianesimo
Progetto Religione"Punto d'incontro" --- uso tabella

Il Concilio ecumenico Vaticano II è stato il ventunesimo e, finora, ultimo dei concilii della Chiesa cattolica.

Indetto da papa Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959, al suo annuncio seguirono tre anni di lavoro durante i quali una commissione preparatoria - consultando tutti i vescovi cattolici - definì gli argomenti da trattare durante le sessioni plenarie del Concilio.

Il Concilio fu aperto ufficialmente l'11 ottobre 1962 da papa Giovanni XXIII all'interno della basilica di San Pietro in Vaticano.

Alla morte di Giovanni XXIII (3 giugno 1963) fu continuato dal suo successore Paolo VI.

Si svolse in nove sessioni, in quattro periodi, e terminò il 7 dicembre 1965.

Promulgò quattro Costituzioni, tre Dichiarazioni e nove Decreti.

Indice

[modifica] Un Concilio "Ecumenico"

Fu un vero e proprio Concilio "ecumenico": raccolse cardinali, patriarchi e vescovi cattolici da tutto il mondo. Fu la prima vera occasione per conoscere realtà ecclesiali fino a quel momento rimaste ai margini della Chiesa. Infatti nel corso dell'ultimo secolo la Chiesa cattolica da eurocentrica si era andata caratterizzando sempre più come una Chiesa universale, soprattutto grazie alle attività missionarie avviate durante il pontificato di Pio XI.

La diversità non era più rappresentata dalle sole Chiese cattoliche di rito orientale, ma anche dalle Chiese latino-americane ed africane, che chiedevano maggiore considerazione per la loro "diversità". Non solo: al Concilio parteciparono per la prima volta, in qualità di osservatori, anche esponenti delle Chiese cristiane "non in comunione" con la Chiesa di Roma.

Il Concilio fu fin dal suo inizio avversato dalla componente "tradizionalista" della Chiesa, che non comprendeva la necessità di un nuovo Concilio a meno di 100 anni dal Vaticano I: inoltre alcuni vescovi facevano notare la sua essenziale inutilità, dopo la proclamazione del dogma dell'infallibilità del papa.

Il concilio si caratterizzò subito per una marcata natura "pastorale". Non si proclamarono nuovi dogmi, ma si volle "aprire la Chiesa alla lettura dei segni dei tempi".

La morte di papa Giovanni XXIII spinse, vista la ritrosia di alcuni vescovi "tradizionalisti" di continuare nelle discussioni, a ritenere opportuno di sospenderne i lavori. Il nuovo papa Paolo VI, invece, fece propria la volontà del precedente di "aprire le finestre per far entrare aria nuova nella Chiesa".

[modifica] Le costituzioni e i decreti

La costituzione Dei Verbum ricollocò al centro della vita della Chiesa e dei singoli cristiani la Bibbia, che dall'epoca del Concilio di Trento, a causa della Riforma Protestante, era stata vincolata al testo latino e dunque di fatto riservata al clero, in forma comunque limitata. Incoraggiò quindi la ricerca scientifica sui testi originali, le traduzioni in lingue vive, anche secondo il parlato corrente, e la pratica della Lectio Divina.

La costituzione Sacrosanctum Concilium, pur se riguardante solo la materia liturgica, ebbe un'amplissima eco, visto il principio fondante della partecipazione dei fedeli e il conseguente riconoscimento delle lingue "volgari" (parlate dal popolo) come "adatte" per la celebrazione dei Sacramenti, primo fra tutti la Messa, e per la Liturgia delle Ore. Il latino rimaneva la lingua ufficiale della Chiesa e di tutte le sue liturgie, ma alcune parti della liturgia eucaristica (letture e acclamazioni) si sarebbero potute pronunciare nelle lingue nazionali. In sede di attuazione, la riforma liturgica sarebbe arrivata alla generalizzazione dell'uso della lingua nazionale nella Messa e negli altri Sacramenti.

Tra tutti i documenti conciliari, il più innovativo fu certamente la costituzione Lumen Gentium. Questo documento ripensò la struttura gerarchica della Chiesa. Se al vertice di questa rimanevano il papa ed i vescovi, si ripensava decisamente il ruolo dei laici, che anzi veniva trattato per primo. Si ribadì la struttura tripartita della Chiesa, che ricalcava tre caratteristiche cristologiche: il sacerdozio, la profezia, la regalità. Il sacerdozio fu visto proprio dei presbiteri, la profezia dei religiosi, la regalità dei laici. Ciò nonostante ogni componente della Chiesa doveva vivere, in quanto battezzato, tutte e tre le dimensioni cristologiche. Si parlò, infatti, di "sacerdozio universale della Chiesa". Visto il venir meno del potere temporale della Chiesa, si riconobbe una preminenza del laicato cattolico nel vivere la dimensione regale, cioè il rapporto con il mondo. I laici erano, così, visti come i cristiani che assumevano una specifica funzione, "ricondurre il mondo a Cristo", testimoniare la propria fede nelle realtà temporali, e non più solo come il popolo di Dio guidato dai pastori. Importante in questo campo fu il decreto Apostolicam Actuositatem, riguardante l'apostolato dei laici. In particolare, il Concilio riconobbe il ruolo esercitato negli 80 anni precedenti dall'Azione cattolica, o associazioni similari, nella formazione dei laici cattolici, al di fuori dei tradizionali strumenti ecclesiali.

Il decreto Unitatis Redintegratio e la dichiarazione Nostra Aetate riconobbero la presenza di "semi di verità" anche nelle altre Chiese cristiane e nelle altre confessioni religiose, rispettivamente. Si ribadì che Cristo era la Verità e l'unica Via per giungere al Padre, secondo la Tradizione, ma per la prima volta si riconobbe il ruolo delle altre realtà religiose nel contribuire alla elevazione morale del genere umano. In particolare, la Nostra Aetate contiene l'abbandono dell'antisemitismo teologico. Di conseguenza, con la dichiarazione Dignitatis Humanae la Chiesa cattolica accettò e fece proprio il principio della libertà religiosa, che per Tradizione aveva osteggiato.

Con la costituzione Gaudium et Spes, i padri conciliari posero l'attenzione della Chiesa sulla necessità di aprire un proficuo confronto con la cultura e con il mondo. Il mondo, pur se lontano spesso dalla morale cristiana, era pur sempre opera di Dio e quindi luogo in cui Dio manifestava la sua presenza (e perciò fondamentalmente buono). Si considerò pertanto compito della Chiesa, dei laici in primo luogo, ma non solo, riallacciare profondi legami con "gli uomini e le donne di buona volontà", soprattutto nell'impegno comune per la pace, la giustizia, le libertà fondamentali, la scienza.

[modifica] Elenco dei documenti conciliari

Per approfondire, vedi la voce Documenti del Concilio Vaticano II.

Si dividono in 4 Costituzioni, 9 Decreti e 3 Dichiarazioni.

[modifica] Le reazioni

Il Concilio fu una vera e propria rivoluzione nella Chiesa. Anticipò di poco la "rivoluzione giovanile" del 1968 e da molti "progressisti" fu visto come il rifiuto di secoli di tradizione; analoga reazione suscitò in molti tradizionalisti. Negli anni immediatamente successivi al Concilio, il papa Paolo VI si trovò a dover arginare una profonda emorragia di sacerdoti e religiosi che interpretarono l'attenzione al mondo in maniera diversa dall'effettiva Dottrina Cattolica. Nacquero le "Comunità cristiane di base" ed i coordinamenti dei "preti operai". In America Latina molti teologi seguaci della teologia della liberazione abbracciarono la lotta marxista. Monsignor Lefebvre diede vita ad uno "scisma tradizionalista", rifiutando la riforma della liturgia ed altri pronunciamenti del concilio, tra cui quelli sull'ecumenismo.

Per approfondire, vedi la voce Fraternità Sacerdotale San Pio X.

Dopo il Concilio, infatti, la Commissione liturgica, presieduta da Annibale Bugnini, creò una nuovo rito della Messa, che portò al superamento, di fatto, del latino e all'eliminazione di alcune parti che nella Messa precedente venivano considerate fondamentali per la fede cattolica, andando oltre le stesse prescrizioni della Sacrosanctum Concilium.

Per approfondire, vedi la voce Riforma liturgica.

Dal Concilio ebbero origine, però, anche quelle spinte ideali che contribuirono al radicamento o alla nascita dei nuovi movimenti ecclesiali, che tanta parte hanno avuto nello sviluppo della Chiesa nella seconda parte del '900.

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Documentari

  • Il Concilio Vaticano II prodotto da Nova T, distribuito da HDH Communications; 2006.

[modifica] Bibliografia

  • Giuseppe Alberigo (diretta da), Alberto Melloni (a cura di): Storia del Concilio Vaticano II, Peeters/Il Mulino, Bologna, 1995-2001, 5 voll.
  • Giuseppe Alberigo: Breve storia del Concilio Vaticano II, Il Mulino, Bologna 2005
  • Agostino Marchetto: Il Concilio Ecumenico Vaticano II. Contrappunto per la sua storia, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2005
  • Michael Bredeck: Das Zweite Vatikanum als Konzil des Aggiornamento. Zur hermeneutischen Grundlegung einer theologischen Konzilsinterpretation (Paderborner theologische Studien, 48), Paderborn: Ferdinand Schöningh 2007 (ISBN 978-3-506-76317-4)
  • Ralf van Bühren: Kunst und Kirche im 20. Jahrhundert. Die Rezeption des Zweiten Vatikanischen Konzils (Konziliengeschichte, Reihe B: Untersuchungen), Paderborn: Ferdinand Schöningh 2008 (ISBN 978-3-506-76388-4)


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