Classe Soldati (cacciatorpediniere)
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Classe Soldati | |
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Descrizione generale | |
Tipo | cacciatorpediniere |
Classe | Soldati |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 1850 t |
Stazza lorda | 2450-2550 t |
Lunghezza | 106,7 m |
Larghezza | 10,2 m |
Pescaggio | 4,4 m |
Propulsione | 3 Caldaie tipo Yarrow 2 Gruppi di turbine a vapore tipo Belluzzo/Parsons 2 eliche Potenza: |
Velocità | Ia serie 35 nodi IIa serie 32 nodi |
Autonomia | 2200 miglia a 20 nodi |
Equipaggio | 13 ufficiali 174 sottufficiali |
Equipaggiamento | |
Armamento | artiglieria alla costruzione Ia serie: 4-5 cannoni da 120/50mm 8 mitragliere da 20/65mm IIa serie:Vario nelle singole unità
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La classe Camicia Nera o classe Soldati era una serie di cacciatorpediniere italiani realizzati per la Regia Marina immediatamente prima e durante la Seconda guerra mondiale, che venne ampiamente impiegata per l'impiego in prima linea nelle battaglie combattute dalle unità di squadra.
Indice |
[modifica] Caratteristiche
Queste navi erano simili alle precedenti unità della Classe Oriani, con 2 impianti binati da 120/50 capaci di 19 km di gittata, ma con un'alzo ridotto, ed una minore precisione e cadenza di tiro. Lo scafo era dotato di un elevato bordo libero, vi era un'unico fumaiolo massiccio e inclinato all'indietro, e il torrione era molto grande e pesante, con una struttura massiccia, e sofisticate apparecchiature di controllo del tiro superiormente. Nell'insieme esso era simile come profilo alla Classe Maestrale moderna. L'apparato propulsivo era potente, con 48.000 HP, ma se consentiva una elevata velocità non aveva per contro una autonomia elevata.
[modifica] Armamento
Quattro navi delle dodici costruite prima della guerra avevano un cannone da 120/50 singolo tra i lanciasiluri, cosa che venne confermata anche su sei delle sette unità della seconda serie impostati durante la guerra, ma che vista la difficoltà della cantieristica italiana, furono completati solo in 5, tutto il quantitativo di cacciatorpediniere realizzati dall'Italia nella guerra, contro 22 navi perse solo nel 1940. L'obice da 120/15, per il tiro illuminante, non venne mantenuto a lungo, essendo sostanzialmente inutile.
Costruite durante la guerra solo sette delle dodici unità previste furono impostate per la mancanza di scali disponibili, occupati nella costruzione degli incrociatori della Classe Capitani Romani e solo cinque di queste unità entrarono in servizio.
Il progetto costruttivo prevedeva rispetto alla prima serie un maggior armamento antiaereo a scapito di quello silurante, ma con l'inizio del conflitto e la perdità, in soli 50 giorni di guerra, di ben 5 navi di questo tipo venne deciso la costruzione di altrettanti navi, seguite nei mesi successi da altre due unità e allo scopo di evitare perdite di tempo nell'approntamento progettuale fu stabilito di costruire navi uguali alla prima serie. Tuttavia durante la costruzione furono apportate alcune modifiche minori suggerite dall'esperienza bellica: venne diminuita di circa 3 nodi la velocità massima per garantire una maggior affidabilità ed economicità di funzionamento ed una delle unità, Il Legionario venne dotato di un radar di fabbricazione tedesca (il De.Te., visibile nella foto davanti all'albero prodiero), divenendo cosi la prima unità italiana ad essere dotata di tale strumento.
[modifica] Unità
[modifica] Unità Ia serie
[modifica] Alpino
Costruito ad Ancona, in servizio dal 20 aprile 1939, venne perduto il 19 aprile 1943 nel Porto della Spezia durante un bombardamento americano. Nel 1942 imbarcò l'ecogoniometro ed ebbe un potenziamento dell'armamento antiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cui un impianto binato al posto dell'obice illuminante sulla tuga centrale e due impianti singoli a poppa.
[modifica] Artigliere
Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio il 14 novembre 1938, venne affondato la mattina dopo lo scontro notturno del 12 ottobre 1940, dall'incrociatore pesante della Royal Navy HMS York mentre era già gravemente danneggiato, immobilizzato e in procinto di affondare. Il suo comandante Carlo Margottini venne decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
[modifica] Ascari
Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio il 6 maggio 1939, nel 1941 venne sostituto l'obice illuminante con il 5° pezzo da 120/50, mentre nel 1942 furono installate altre due mitragliere da 20/65 in impianti singoli a poppa e successivamente venne installato l'ecogoniometro. Affondò il 24 marzo 1943 incappando in una mina.
[modifica] Aviere
Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, varato il 19 settembre 1937 ed entrato in servizio il 31 agosto 1938, nel 1942 ebbe un potenziamento dell'armamento antiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cui un impianto binato al posto dell'obice illuminante sulla tuga centrale e due impianti singoli a poppa. Durante la seconda guerra mondiale dopo avere effettuato 41 missioni di scorta e 16 di ricerca del nemico affondò il 17 dicembre 1942 silurato dal sommergibile inglese HMS Splendid, mentre insieme al gemello "Camicia Nera" scortava la Motonava tedesca Ankara sulla tratta Napoli - Biserta. L' Aviere fece da scudo alla motonave tedesca e il suo comandante il Capitano di Vascello Ignazio Castrogiovanni che durante l'affondamento cedette il suo posto sulla zattera di salvataggio ad un marinaio inabissandosi con l'unità venne decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
[modifica] Bersagliere
Costruito a Palermo, in servizio dall’1 aprile 1939, nel 1942 ebbe un potenziamento dell'armamento antiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cui un impianto binato al posto dell'obice illuminante sulla tuga centrale e due impianti singoli a poppa. Durante il secondo conflitto mondiale prese parte alla battaglia di Punta Stilo, alla battaglia di Capo Matapan alla prima e alla seconda battaglia della Sirte operando anche due volte in assistenza di motonavi danneggiate da attacchi nemici. Dopo 146 missioni e 53700 miglia percorse, l'unità venne affondata il 7 gennaio 1943 durante un bombardamento aereo nel porto di Palermo, mentre era ormeggiata
[modifica] Camicia Nera
Rinominato Artigliere,dopo la caduta del fascismo, in onore dell'unità gemella affondata nel 1940, venne costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrando in servizio il 30 giugno 1938. Nel 1941 venne sostituito l'obice illuminante con il 5° pezzo da 120/50, mentre nel 1942 furono installate altre due mitragliere da 20/65 in impianti singoli a poppa e successivamente venne installato l'ecogoniometro. In base alle clausole del trattato di pace venne ceduto in conto riparazione danni di guerra all’Unione Sovietica, prestando servizio nella flotta del Mar Nero fino al disarmo avvenuto nel 1958.
[modifica] Carabiniere
Costruito a Riva Trigoso, in servizio dal 20 dicembre 1938, sin dalla sua costruzione ebbe installato, al posto dell'obice illuminante, il 5° pezzo da 120/50 sulla tuga centrale. Durante la seconda guerra mondiale prese parte a 159 missioni di scorta percorrendo 53.700 miglia, prendendo parte alla battaglia di Punta Stilo alla battaglia di Capo Matapan e alla prima battaglia della Sirte. Il 16 febbraio 1942 venne colpito da un siluro che gli asportò la prora, e rientrato a rimorchio a Messina venne successivamente trasferito a Napoli e Livorno dove rimase ai lavori sino al 6 gennaio 1943. Nel corso di questi lavori ebbe anche potenziato l'armamento antiaereo con altre due mitragliere da 20/65 in impianti singoli a poppa e sostituiti i lanciasiluri poppieri con 2 mitragliere da 37/54 e venne dotato di un radar italiano tipo EC 3/ter Gufo che successivamente sarebbe stato sostituito da un modello inglese. Fu tra le navi che soccorsero i naufraghi della Roma trasportandone i feriti alle Baleari, dove venne internato insieme al suo equipaggio. Dopo la guerra prestò servizio nella Marina Militare Italiana, fino al disarmo, avvenuto il 18 gennaio 1965.
[modifica] Corazziere
Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio il 4 marzo 1939, nel 1941 sostituì l'obice illuminante con il 5° pezzo da 120/50, mentre nel 1942 furono installate altre due mitragliere da 20/65 in impianti singoli a poppa e successivamente venne installato l'ecogoniometro. Nel 1941 subì gravi danni, con asporatazione della prora, per una collisione con il Granatiere. La prora venne nuovamente distrutta nel 1943 durante un bombardamento nel porto di Napoli. All’armistizio, impossibilitato a muoversi, per non cadere in mano ai tedeschi, venne autoaffondato il 9 settembre 1943 dal suo equipaggio. Dopo la guerra il suo scafo venne recuperato e demolito.
[modifica] Fuciliere
Costruito ad Ancona, in servizio dal 10 gennaio 1939. Nel 1942 ebbe potenziato l'armamento antiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cui un impianto binato al posto dell'obice illuminante sulla tuga centrale e due impianti singoli a poppa e nel 1943 vennero sostituiti i lanciasiluri poppieri con 2 mitragliere da 37/54 e venne dotato di un radar italiano tipo EC 3/ter Gufo. Fu tra le navi che soccorsero i naufraghi della Roma trasportandone i feriti alle Baleari, dove venne internato insieme al suo equipaggio. Dopo la guerra in base alle clausole del trattato di pace venne ceduto in conto riparazione danni di guerra all’Unione Sovietica, prestando servizio nella flotta del Mar Nero fino al disarmo avvenuto nel 1958.
[modifica] Geniere
Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio il 14 dicembre 1938, nel 1941 sostituì l'obice illuminante con il 5° pezzo da 120/50, mentre nel 1942 furono installate altre due mitragliere da 20/65 in impianti singoli a poppa. Andò perduto l’1 marzo 1943 durante un bombardamento americano del porto di Palermo. Recuperato fu trasferito a Taranto dove lo scafo venne definitivamente demolito.
[modifica] Granatiere
Costruito a Palermo, in servizio dall’1 febbraio 1939, nel 1942 ebbe potenziato l'armamento antiaereo con altre 4 mitragliere da 20/65, di cui un impianto binato al posto dell'obice illuminante sulla tuga centrale e due impianti singoli a poppa. Nel 1943 venne installato l'ecogoniometro e sostituì il lanciasiluri poppiero con 2 mitragliere da 37/54. Dopo la guerra presto servizio nella Marina Militare Italiana, fino al disarmo avvenuto l’1 luglio 1958.
[modifica] Lanciere
Costruito a Riva Trigoso, in servizio dal 25 marzo 1939, andò perduto in una tempesta il 23 marzo 1942 dopo la Seconda Battaglia della Sirte. Solo cinque membri del suo equipaggio sopravvissero.
[modifica] Unità IIa serie
[modifica] Bombardiere
Costruito ad Ancona, in servizio dal 15 luglio 1942, era armato di 5 cannoni da 120/50 in due impianti binati a prua e poppa e in impianto singolo sulla tuga centrale e 10 mitragliere da 20/65 in 4 impianti binati e in 2 impianti singoli. Venne affondato il 17 gennaio 1943 dal sommergibile britannico United.
[modifica] Carrista
Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, venne impostato nel 1941. Durante la sua costruzione aveva subito l'asportazione dell'originaria prua e successivamente della poppa, destinate rispettivamente al Carabiniere e al Velite per riparare i danni subiti in missioni di guerra. Catturato dai tedeschi e ribattezzato TA 34, la sua costruzione non venne completata.
[modifica] Corsaro
Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio il 16 maggio 1942, era armato di 5 cannoni da 120/50 in due impianti binati a prua e poppa e in impianto singolo sulla tuga centrale e 10 mitragliere da 20/65 in 4 impianti binati e in 2 impianti singoli. affondò a causa di una mina il 9 gennaio 1943.
[modifica] Legionario
Costruito dai Cantieri OTO di Livorno, entrato in servizio dall’1 marzo 1942, era armato di 4 cannoni da 120/50 in un impianto binato (a poppa) e in due impianti singoli, 10 mitragliere da 20/65 in 2 impianti binati e in 6 impianti singoli. Sin dalla sua entrata in servizio era dotata di un radar tedesco Modello Fu.Mo 21/39 De.te che fu utilizzato per la prima volta durante la Battaglia di mezzo giugno nella quale il Legionario fece parte della scorta alle navi da battaglia Littorio e Vittorio Veneto. Nel 1943 due mitragliere da 37/54 sostituirono i lanciasiluri di poppa. Dopo la guerra in base alle clausole del trattato di pace venne ceduto, nel 1948 in conto riparazione danni di guerra, alla Francia dove venne ribattezzato Duchaffaultt prestando servizio fino al giugno 1954.
[modifica] Mitragliere
Costruito ad Ancona, in servizio dall’1 febbraio 1942, era armato di 5 cannoni da 120/50 in due impianti binati a prua e poppa e in impianto singolo sulla tuga centrale e 10 mitragliere da 20/65 in 4 impianti binati e in 2 impianti singoli. fu tra le navi che soccorsero i profughi della Roma trasportandone i feriti alle Baleari. Dopo la guerra in base alle clausole del trattato di pace venne ceduto nel 1948 in conto riparazione danni di guerra alla Francia dove venne ribattezzato Jurien de la Graviere prestando servizio fino al 1956.
[modifica] Squadrista
Rinominato Corsaro dopo la caduta del regime fascista venne costruito nel cantiere OTO di Livorno senza essere completato. Catturato dai tedeschi e rinominato TA 33 venne affondato il 4 settembre 1944 a Genova, mentre effettuava le prove in mare.
[modifica] Velite
Costruito nel cantiere OTO di Livorno, entrato in servizio il 31 agosto 1943, era armato di 4 cannoni da 120/50 in due impianti binati a prua e poppa, un obice illuminante da 120/15 nella tuga centrale, 12 mitragliere da 20/65 in 4 impianti binati e in 4 impianti singoli. Nel 1948 venne ceduto, in conto riparazione danni di guerra, alla Francia dove venne ribattezzato Duperre prestando servizio fino al 1951.
[modifica] Dopoguerra
Queste unità servirono anche sotto la bandiera di marine estere. Lo "Squadrista" e il "Carrista", ancora in costruzione, vennero catturate dai tedeschi e fecero parte delle Torpedoboote Ausland, ma il Carrista non venne mai ultimato. In base alle clausole del trattato di pace, nel 1948 Velite, Mitragliere e Legionario che facevano parte della IIa serie vennero cedute in conto riparazione danni di guerra alla Francia, stessa sorte toccata alle sorelle della Ia "Fuciliere" e "Artigliere" (ex Camicia Nera) che nel 1949 vennero cedute all'Unione Sovietica. Delle navi sopravvissute al conflitto Granatiere e Carabiniere entrarono a far parte della Marina Militare Italiana.
[modifica] Classe Granatiere
Classe Granatiere | |
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Descrizione generale | |
Tipo | fregata |
Classe | Granatiere ex Soldati |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 1850 t |
Lunghezza | 106,7 m |
Larghezza | 10,2 m |
Pescaggio | 4,4 m |
Propulsione | 3 Caldaie tipo Yarrow 2 Gruppi di turbine a vapore tipo Belluzzo/Parsons 2 eliche Potenza 44.000 hp |
Velocità | 30 nodi |
Autonomia | 2200 miglia a 20 nodi |
Equipaggio | 13 ufficiali 174 sottufficiali |
Equipaggiamento | |
Armamento | artiglieria: |
Le unità che entrarono a far parte della Marina Militare Italiana, il Granatiere e il Carabiniere costituitono la Classe Granatiere, restando in servizio rispettivamente fino al 1958 e fino al 1965.
Il Granatiere con l'entrata dell'Italia nella NATO ebbe la matricola D 550 in sostituzione della vecchia sigla identificativa GN che fino ad allora lo aveva contraddistinto. Riammodernato nel 1952-53 andò in disarmo nel 1958, dopo essere stato riclassificato fregata nell'ultima parte della sua vita operativa.
Il Carabiniere, che ebbe la matricola D 551 in sostituzione della vecchia sigla identificativa CB, venne riammodernato nel 1954 e dopo essere stato riclassificato fregata, venne utilizzato a partire dal 1960 come Nave Esperienza con il nuovo distintivo ottico A 5314, ricoprendo tale compito fino al disarmo, avvenuto il 18 gennaio 1965. Dopo il disarmo è stato usato come bersaglio per gli Incursori.
Il suo nome sarebbe stato poi ereditato da una fregata della Classe Alpino che entrata in servizio nel 1968 viene attualmente utilizzata anche questa, a partire dal 1993, come il suo predecessore nel compito di Nave Esperienza.
Fregate Classe Granatiere | |
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Granatiere | Carabiniere Marina Militare Italiana |
[modifica] Bibliografia
- Robert Gardiner; Roger Chesneau. Conway's All the World Fighting's Ships 1922-1946. Annapolis, US Naval Institute Press, 1980. ISBN 0870219138
- Elio Andò, Erminio Bagnasco. Marina Italiana. Le operazioni nel Mediterraneo. Giugno 1940 - Giugno 1942. Milano, Intergest, 1976.
- Erminio Bagnasco, Maurizio Brescia. La mimetizzazione delle navi italiane 1940-1945. Parma, Ermanno Albertelli Editore, 2006 ISBN 8873725198