Baia Domizia
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Baia Domizia | ||||||||
Baia Domizia. Le case e gli hotel immersi nella pineta | ||||||||
Stato: | Italia | |||||||
Regione: | Campania | |||||||
Provincia: |
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Comune: |
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Coordinate: | ||||||||
Altitudine: | 5 m s.l.m. | |||||||
Abitanti: |
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Nome abitanti: | domiziani | |||||||
Santo patrono: | San Francesco d'Assisi | |||||||
Giorno festivo: | 4 ottobre | |||||||
Pref. telefono: | 0823 | CAP: | 81030 | |||||
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Baia Domizia è una frazione suddivisa fra i comuni di Sessa Aurunca e Cellole, località balneare situata nel golfo di Gaeta al confine con il Lazio, dal quale è separata per mezzo del fiume Garigliano. Originariamente interamente compresa nel comune di Sessa Aurunca, nel 1975 con la costituzione del comune di Cellole, la metà sud ed est del suo territorio ricaddero sotto l'amministrazione del comune di Cellole.
Il suo nome deriva dalla posizione geografica, la cittadina è stata infatti fondata al centro della baia del golfo di Gaeta e sul litorale Domizio che denomina il tratto di costa che va da Licola a nord di Napoli fino a Baia domizia, tangendo l'attuale Via Domiziana SS7 quater. La spiaggia è di origine vulcanica, nata dal vicino vulcano spento di Roccamonfina.
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Storia antica del territorio
Il tratto della pineta alla foce del Garigliano era per gli antichi Romani un lucus (bosco sacro) dedicato alla dea Marìca, ninfa delle paludi e delle acque, il cui tempio si trovava sull'opposta sponda del fiume, nel territorio di Minturno[1].
[modifica] Origini
L'insediamento è nato come località balneare d'élite agli inizi degli anni '60. La prima pietra fu posata il 7 Aprile 1963. Baia Domizia nacque per iniziativa del comune di Sessa Aurunca, nell'intento di valorizzare la pineta il comune indisse un concorso a livello nazionele, per il vaglio dei progetti fu chiamata una commissione di professionisti di chiarissima fama fra cui il Prof. Pacini, a quel tempo sovraintendente ai monumenti. Le difficoltà che l'amministrazione del tempo incontrarono, ne impedirono la realizzazione diretta, così, l'amministrazione allora presieduta dal Notaio Federico Girfatti (poi dimessosi) indussero a vendere la pineta ad una società privata, che si impegnava a terminare il progetto nell'arco di una decade.alcuni imprenditori veneti, riuniti nella SpA "Aurunca Litora"[2], il cui presidente era l'imprenditore padovano Rag. Giuseppe Longato.[3]
Il consiglio comunale di Sessa Aurunca favorì l'iniziativa, come occasione di sviluppare turisticamente la zona marina aurunca. Già nel 1958 era stato bandito un concorso nazionale per la progettazione di un centro turistico in che doveva sorgere presso località "Pantano", mettendo in vendita i terreni al miglior offerente. Il progetto non ebbe tuttavia seguito a causa della scarsa disponibilità di capitali presso l'imprenditoria locale. In Veneto, ad opera di imprenditori locali, era invece già stata fondata nel comune di San Michele al Tagliamento la località turistica di Bibione, in un territorio che presentava molte analogie con quello aurunco.
Il 28 agosto del 1963 venne approvata dalla G.P.A. la vendita dei terreni alla società veneta, i terreni di proprietà comunale in località "Pineta" per un'estensione di 275 ettari, al costo di 450 lire al m2, per un prezzo totale di 1 miliardo, 239 milioni, 228 mila lire. Di cui la società avrebbe pagato subito la somma di L. 904.812.851 ed il resto pari a L. 334.415.149 in quattro rate ad iniziare dal 31-12-1964 fino al 31-12-1967. Il primo contratto di compravendita preceduto da un contratto preliminare del 11-4-1962 fu fatto il 13-10-1962, il controtto definitivo fu stipulato il 22-8-1963.[4]
Nel libro Dossier Baia Domizia, uno scandalo democristiano scritto dal giornalista Silvio Bertocci[5], egli afferma che si trattò di un caso di commistione tra affari e politica, che vedeva implicata la Democrazia Cristiana, la quale all'epoca dominava il consiglio comunale di Sessa Aurunca ed aveva ugualmente una notevole forza in Veneto. Secondo il giornalista si trattò di un'enorme speculazione edilizia, utile per far incassare al partito sostanziose tangenti e creare nuovi rapporti clientelari.
[modifica] Il progetto
Una pubblicità della società "Aurunca Litora" spiegava che il progetto rispettava l'ambiente naturale preesistente e che solo poche costruzioni sarebbero state visibili dalla spiaggia, mentre l'accesso al mare attraverso la pineta sarebbe avvenuto esclusivamente attraverso viali pedonali.
La viabilità doveva essere costituita da un asse centrale curvilineo e da un'unica strada di scorrimento, che intersecava l'asse centrale tramite rotatorie e dalla quale si dipartivano verso le aree residenziali piccole strade a scarso traffico. Le strade raggiungevano una lunghezza complessiva di 26 km ed erano previsti circa un milione e mezzo di m3 di costruzioni (con un indice di 0,7 m3 per m2).
Erano previsti tre "nuclei insediativi" a maggiore densità edilizia, che dovevano sorgere a circa 2 km l'uno dall'altro, intervallati da zone estensive e delimitati da due zone con impianti sportivi, a sud e a nord dell'insediamento: a nord, sul fiume Garigliano avrebbe dovuto sorgere un porto turistico, mentre a sud, approfittando delle sorgenti sulfuree nel confinante territorio di Sinuessa (località di Mondragone) doveva sorgere un impianto termale. Il "nucleo centrale" avrebbe ospitato la maggior parte dei servizi (stazione di pullman, uffici comunali, azienda di soggiorno, banca, centro religioso, centro scolastico, stazioni delle forze di sicurezza, cinema, teatro, sala giochi).
Secondo l'atto di compravendita, il progetto avrebbe dovuto concretizzarsi con le seguenti tappe:
- 1962: rilievi ed elaborazione di un piano regolatore generale;
- 1963: inizio dei lavori infrastrutturali su un terzo dell'area (strade, fognature, rete elettrica e idrica) e della costruzione di un grande albergo, di cinquanta villini e di venti negozi, tra cui un supermercato; inizio della campagna pubblicitaria;
- 1964: costruzione di impianti sportivi, di quaranta bungalows, di motels all'americana; lancio pubblicitario internazionale;
- 1965 inizio della costruzione di altri due alberghi e di tre pensioni; continuazione della campagna pubblicitaria;
- 1966: completamento delle opere stradali ed edilizie;
- entro un decennio completamento del piano di massima.
Il progetto restò invece incompiuto: le zone sportive non vennero mai realizzate e furono in seguito definitivamente bloccate dalla legge Galasso del 1985, che stabiliva il divieto di edificazione a meno di 500 m dalla costa.
[modifica] Lo sviluppo
Per la campagna pubblicitaria internazionale ra stato creato uno stemma, disegnato da Pino Castagna, con una B contrapposta ad una D inserite in un cerchio, con un'onda al centro: il marchio venne diffuso sulle principali riviste italiane ed europee, in particolare in Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Francia e Paesi scandinavi, da cui arrivarono numerosi villeggianti.
Il villaggio turistico "La Serra" di proprietà svedese, chiamato "il villaggio svedese" fu riservato a villeggianti scandinavi.
La località fu frequentata anche dai VIP, tra cui Michelangelo Antonioni, John Lennon, Peppino De Filippo Totò, Patty Pravo, il principe Karim Aga Khan IV. Fu un'epoca di grandi feste, come quella per l'inaugurazione dell'hotel "Domizia Palace", e di bella vita presso i locali notturni, dove si esibivano importanti cantanti e gruppi musicali. Nelle stradine della località circolavano risciò a pedali e un "trenino" faceva la spola tra gli alberghi e la zona centrale con i negozi e i servizi.
[modifica] Il declino
Nel 1975 il distacco del comune di Cellole da quello di Sessa Aurunca, comportò la divisione della località balneare tra i due comuni, che entrambi ne sfruttarono le risorse per favorire la crescita interna. Nel frattempo la crisi economica e sociale degli anni '70 e l'abbandono della Aurunca Litora, senza che l'imprenditoria locale fosse in grado di rimpiazzarla, provocarono un lento declino.
Il terremoto dell'Irpinia del 1980 colpì la località solo indirettamente, ma le seconde case, i residences e i motels furono requisiti per alloggiare i senza tetto, che in alcuni casi vi rimasero a lungo, bloccando ogni attività turistica e aumentando il degrado.
[modifica] La rinascita
Negli ultimi anni si è assistito ad una ripresa dei finanziamenti per migliorare la vivibilità del luogo (impianti di depurazione, percorsi ciclabili, informazioni turistiche) per un rilancio turistico che ha i suoi punti di forza nell'impianto urbanistico e nel rispetto della natura, oltre che nella vicinanza a numerosi luoghi di interesse archeologici e artistici. Segue un documento del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici riportante i lavori effettuati nel 2001[6].
[modifica] Ambiente naturale
Gli ultimi 3 km del litorale di Baia Domizia sono compresi nel Parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano. All'interno dell'area è già presente una rete di sentieri che permette di visitarne tutti gli ambienti.
La pineta antropica è a tratti quasi priva di sottobosco. Laddove le condizioni ecologiche lo consentono, lascia il posto alla macchia alta ed infine alla lecceta. Verso il mare domina la macchia mediterranea, ancora intatta su 6 km del litorale. Nella zona vegetano la Romulea rollii il cosiddetto "zafferanetto di Rolli", le orchidacee, con una decina di specie, soprattutto di Ophrys, e il Pancratium maritimum (giglio di mare). la vegetazione è arricchita dalla presenza delle piante della duna, pioniere che colonizzano le spiagge grazie ai particolari adattamenti alla salinità e al vento.
La zona retrostante, un tempo paludosa ospita in corrispondenza dei canali di bonifica, uccelli migratori (tra cui il raro airone rosso). Vi si trovano anche le due principali tartarughe terrestri italiane, la Testudo hermanni e la rara Emys orbicularis, e una colonia della tartaruga palustre. Nel 2002 nella notte a cavallo tra l'11 e il 12 luglio è stato effettuato anche un ritrovamento di un nido di tartaruga (Caretta caretta) [7] [8]
[modifica] Voci correlate
[modifica] Note
- ^ Notizie sul santuario della dea Marica, presso Minturno sul sito della Direzione generale per i beni archeologici del Ministero per i beni e le attività culturali; il santuario della dea Marica sul sito della XIX comunità montana del Lazio "Monti Aurunci"
- ^ Seduta di venderdì 7 febbraio 1964 [1]
- ^ Fonte:Sessa Aurunca dalla a alla z PUBBLISCOOP EDIZIONI,1994 ISBN 88-86448-02-3
- ^ Fonte:Sessa Aurunca dalla a alla z PUBBLISCOOP EDIZIONI,1994 ISBN 88-86448-02-3
- ^ Fonte:SILVIO BERTOCCI, Dossier Baia Domizia. Uno scandalo democristiano, Boria, Roma 1977.
- ^ Fonte:POR Campania [2]
- ^ Fonte: WWF Aversa[3]
- ^ Fonte: WWF Caserta[4]