Alfabeto nucerino
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L'alfabeto detto nucerino è rappresentato da una serie di segni incisi o graffiti (in direzione destrosa) su reperti vascolari provenienti da diverse località della Campania, soprattutto necropoli. Benché le iscrizioni più antiche provengano da Vico Equense, esso è noto con il nome di alfabeto nucerino in quanto la prima attestazione arriva da un oinochoe in bucchero proveniente da una necropoli di Pareti, nei pressi del teatro ellenistico romano di Nuceria Alfaterna. La lingua parlata dagli scrittori di questo alfabeto era l’indoeuropeo osco.
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[modifica] Inquadramento cronologico
La datazione, resa possibile attraverso l’attribuzione cronologica dei reperti vascolari sui quali i segni sono attestati, inquadra la diffusione di questo alfabeto intorno al VI-V secolo a.C..
[modifica] Derivazione dell’alfabeto
L’alfabeto nucerino è una derivazione diretta dell’alfabeto etrusco. Tuttavia l’originalità è dovuta al nuovo segno attribuito alla sibilante [s], dovuto, con molta probabilità dalla necessità ad un adattamento fonetico.
[modifica] Le iscrizioni
Le iscrizioni più complete (Nocera e Vico Equense) riguardano attestazioni di possesso dei vasi sui quali sono apposte:
- / rufies / / pafieis // ([sono] di Rufio [figlio] di Pafio, da Vico Equense) .[1]
- / efies / / esum // (sono di Efio, da Vico Equense);
- / bruties / / esum // (sono di Bruto, da Nocera).
Sono attestati genitivi sia in –es che in -ies. Le epigrafi testimoniano l’esistenza della forma arcaica del verbo sum in esum citata da Varrone nel De lingua latina libri XXV, ma mai attestata prima (per questo messa anche in dubbio, in passato, dagli studiosi).
[modifica] Attestazioni delle iscrizioni in alfabeto nucerino
I siti in cui sono state rinvenute iscrizioni in alfabeto nucerino sono:
[modifica] Bibliografia
Il volume di Mario Russo: Sorrento una nuova iscrizione paleoitalica in alfabeto numerino, Capri 2005 ISBN 88-89097-04-3 è una preziosa fonte bibliografica sull’argomento.
[modifica] Note
- ^ La lettura di quesa iscrizione è dibattuta: potrebbe trattarsi di / urufies / / pafieis // ([sono] di Urufio [figlio] di Pafio) se il segno iniziale venisse interpretato come una [u] e non come una semplice interpunzione.