Fara Filiorum Petri
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Fara Filiorum Petri | |||||||||
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Abruzzo | ||||||||
Provincia: | Chieti | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 227 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 18,4 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 139 ab./km² | ||||||||
Frazioni: | Vedi elenco | ||||||||
Comuni contigui: | Bucchianico, Casacanditella, Pretoro, Rapino, Roccamontepiano, San Martino sulla Marrucina | ||||||||
CAP: | 66010 | ||||||||
Pref. tel: | 0871 | ||||||||
Codice ISTAT: | 069030 | ||||||||
Codice catasto: | D494 | ||||||||
Nome abitanti: | faresi | ||||||||
Santo patrono: | Sant'Antonio abate | ||||||||
Giorno festivo: | 17 gennaio | ||||||||
Sito istituzionale | |||||||||
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Fara Filiorum Petri è un comune di 1909 abitanti (Istat,al 1 Gennaio 2007) in provincia di Chieti.
Indice |
[modifica] Geografia
Situato nel cuore dell'Abruzzo, alle porte del Parco Nazionale della Majella, immerso nel verde delle colline e circondato dai fiumi Foro e Vesola Sant'Angelo, Fara Filiorum Petri è un piccolo paese di origini longobarde.
Ancora oggi Fara Filiorum Petri viene scelta dalla fiorente industria locale e nazionale, soprattutto nelle aree di contrada Piane e Sant'Eufemia, per il suo insediamento, grazie alla vicinanza dei corsi d'acqua, nonché alla presenza di una importante via di comunicazione con la città capoluogo di provincia Chieti. Da rilevare la produzione del liquore Punch e della pasta Majella, prodotta dall'omonimo pastificio Majella, che ha come sbocchi commerciali anche i megastore americani. Inoltre la favorevole posizione geografica, che la pone al centro di paesi più piccoli quali Bucchianico, Pretoro e Roccamontepiano favorisce notevolmente il commercio e l'industria alberghiera locale.
Fara Filiorum Petri è posta a circa 20 km dal mare, a 20 km dalla montagna e a 20 km dal capoluogo di provincia Chieti, queste distanze contribuiscono ad impreziosire la sua posizione, nel verde ma ad un passo dallo svago e dalla città.
L'altitudine di 227 m. (ma si toccano i 300 m. in località Colli) la pone alla base della Majella, una delle montagne più alte dell'appennino italiano. La presenza del parco naturale e delle strutture sciistiche e ricreative offrono una serie di attività in grado di saziare anche il turista più esigente, grazie alla capillare ed efficientissima struttura ricettiva e ristoratrice,in grado di accogliere il notevole flusso turistico presente sia nella stagione invernale che estiva.Nella periferia del paese sono inoltre presenti due laghi (artificiali) che offrono al turista la possibilità di pesca oppure di una semplice scampagnata in riva al lago,mentre lungo i due fiumi del paese sono possibili percorsi,trekking e sentieri per coloro che amano fare jogging
Il clima è di tipo temperato-collinare, con temperature invernali che si aggirano sui 6 °C ed estive sui 23,5 °C. Le precipitazioni sono relativamente abbondanti e si aggirano sui 1000-1100 mm annui, con picchi soprattutto a fine autunno.
Le maggiori coltivazioni sono i vigneti, che fanno registrare una produzione di vini famosi a livello nazionale come lo Chardonnay,inoltre vi sono anche uliveti, frutteti e ogni genere di coltivazione agricola tipica dell'area mediterranea.
Di particolare importanza geologica e turistica sono i Calanchi, formazioni geologiche di argilla sul modello dei canyon, ossia a spigoli molto vivi e brulli, unici in tutta l'Italia,e per questo meta di molti turisti. Sono presenti e osservabili sul dorsale nord della frazione Colli.
[modifica] Etimologia
Fara è un termine di origine longobarda indicante un gruppo, costituito da famiglie e da individui imparentati, in cui era diviso il popolo. Lo stanziamento dei Longobardi avveniva per fare veri e propri organismi politici-militari, il cui nome indicava anche il territorio abitato dal gruppo. Ne sono testimonianza i vari comuni che ancora oggi in Italia portano questo nome. Il nome del paese originariamente era solo "Fara". Varie sono le tesi sulla successiva aggiunta di "Filiorum Petri". Una delle più accreditate è quella che la fa risalire alla presenza di monaci celestiniani nel convento di Sant'Eufemia. Questi monaci infatti si facevano chiamare "Figli di Pietro" (Pietro era il nome del fondatore, san Pietro Celestino). Per distinguere il paese dalle altre "Fare" si iniziò a chiamarlo Fara dei Figli di Pietro.
[modifica] Storia
La particolare posizione arroccata del centro del paese fa intuire le sua antica origine, risalente al periodo altomedievale. Furono i barbari longobardi a fondare il primo nucleo, scegliendo la zona in base ai classici fattori quali posizione facilmente difendibile, nonché vicinanza di un corso d'acqua. Il nucleo, da accampamento, grazie alla posizione favorevole, divenne sede di artigiani, coltivatori e pastori.
Intorno all'anno 1000 l'influenza dei monaci benedettini del monastero di Montecassino iniziò a farsi sentire e, tramite la vicina abbazia di San Liberatore, a Majella, i monaci benedettini avevano su Fara potere temporale e spirituale. Ne sono testimonianza il convento sito a Sant'Eufemia risalente a questi anni e la Chiesa di San Salvatore, costruita sui resti di un castello del III secolo d.C.
Nel 1300 Fara passò sotto il potere della Contea di Manoppello retta dai conti Orsini, pur persistendo ancora la presenza benedettina. Risale a questo periodo la chiesetta di Sant'Agata.
Dopo il 1500, a causa delle guerre franco-spagnole, Fara passò dal potere degli Orsini sotto al potere dei Colonna per ordine del re di Spagna. È durante questo periodo che Fara ricevette oltre 100 reliquie di santi e addirittura una scheggia della croce di Cristo, reliquie che tuttora sono gelosamente conservate nella parrocchia di San Salvatore. Questo a testimonianza di quanto il paese fosse centro importante di religiosità sotto i benedettini.
Nel 1800 con la caduta dei Colonna (per mano di Garibaldi) per Fara finì il periodo del feudalesimo.
Nei primi del '900 iniziano grandi lavori di urbanizzazione che faranno di Fara una cittadina all'avanguardia e porteranno luce e acqua potabile in tutte le case civili. Nel frattempo la banda locale, famosa a livello internazionale, riesce anche ad esibirsi a Vienna, nel 1899, guidata da un maestro chiamato Giuseppe Dell'Orefice, anche lui di Fara. È di questi anni anche la nascita della tradizione delle Farchie cosi come la conosciamo oggi. Il grande boom fu duramente messo alla prova dai due conflitti mondiali dai quali Fara uscì quasi totalmente distrutta e contò centinaia di vittime. Nel secondo dopoguerra Fara conobbe un altro boom che le fece assumere il ruolo di paese guida di tutta l'alta Val di Foro, ruolo che tuttora mantiene, grazie anche a impianti industriali e ad un notevole sviluppo demografico e residenziale.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Turismo
Fara Filiorum Petri è una meta per molti turisti ogni anno, attratti dalla bellezza dei paesaggi, dal vivere immersi nella natura e nel verde incontaminato e dal patrimonio artistico-culturale che la città offre. Importante la presenza del fiume Foro, uno dei più importanti fiumi dell'Abruzzo, lungo il quale si sviluppano decine e decine di sentieri nei quali passeggiare a diretto contatto con la natura. Pic-nic e incontri ravvicinati con animali unici e stupendi sono la norma per chi intraprende questo genere di sentiero. Da rilevare anche la presenza di due splendidi laghi, nei quali pescare o semplicemente passare il tempo. La struttura alberghiera soddisfa anche il turista più esigente, data la presenza di hotel e alberghi.
Fonte di attrazione per i turisti è anche l'arte che decora gli storici palazzi ottocenteschi e rinascimentali del centro storico, dove è possibile ammirare palazzi in stile liberty, arte barocca, capitelli, colonne e decorazioni in stile rococò. La cultura farese non si esprime solo sotto forma di arte architettonica ma è sostenuta anche dalla presenza di una biblioteca ricca di volumi preziosissimi e storici, risalenti addirittura ai secoli antistanti il 1000 d.C., un patrimonio bibliografico di valore e bellezza inestimabile, visitabile da qualsiasi turista che decida di trascorrere un periodo di relax a Fara.
Il turismo religioso è altrettanto sviluppato con la presenza di una Cattedrale e ben altre sei chiese, tutte risalenti al XII-XIII secolo d.C. Le chiese sono aperte per chiunque voglia visitarle.
Nella Cattedrale sono inoltre conservate 100 reliquie, di cui la più importante è forse una scheggia della croce di Cristo. Fara Filiorum Petri è l'unica città italiana,insieme a Roma e Torino, ad avere le reliquie, e ciò costituisce un'attrazione turistica di importanza impressionante, che fa di Fara uno dei centri religiosi più importanti del Mezzogiorno.
Per concludere non meno importante il turismo enogastronomico e per le manifestazioni uniche che Fara organizza. Da sottolineare la presenza di numerosi prodotti tipici quali li caviciun e lu serpenton e la presenza della feste delle Farchie, unica per la sua bellezzaclicca qui.
[modifica] Manifestazioni caratteristiche
[modifica] Il mercato
Il ‘900 fu per Fara un periodo di grandi novità.
Il sindaco musicista Gian Battista Sigismondi, in carica dal 1905 al 1910, al fine di promuovere l'economia locale e quella vicina, nel 1907 istituì il mercato settimanale. Infatti, Fara da quasi un secolo, il mercoledì ospita il mercato settimanale quasi a rimarcare, nel tempo, la sua caratteristica di luogo di incontro, di scambio di prodotti, di servizi, di idee e di culture.
Il centro storico, nelle sue piazze e sotto i muraglioni si anima di mercanti provenienti da fuori paese e l'affluenza dei faresi e degli abitanti dei comuni limitrofi concorrono a creare un'atmosfera quasi festosa.
[modifica] Fara Langobardorum
La manifestazione relativa a "Fara Longobardorum" è un programma che si svolge nel centro storico di Fara Filiorum Petri. Questo progetto nasce dal contesto storico dell'invasione longobarda in Italia, e intende dare rilievo proprio alle origini longobarde di Fara Filiorum Petri.
Nel centro del paese vengono allestite capanne di paglia,vi sono persone in costume longobardo tradizionale, si possono assaporare piatti della tradizione longobarda,il centro storico del paese pare tornare indietro di 2000 anni durante questa splendida e unica manifestazione. Tutte le scritte e i cartelli sono rigorosamente in latino.
Compreso nel progetto è un convegno nazionale dal tema "L'invasione longobarda in Italia".
[modifica] Le Farchie
Nel primo pomeriggio del 16 gennaio, i faresi ripetono il centenario rito del trasporto delle farchie: accompagnarle dalla propria contrada al piazzale antistante la chiesetta di Sant'Antonio abate (dinanzi il cimitero), innalzarle ed incendiarle.
Il trasporto avviene per mezzo di trattori meticolosamente adornati per l'occasione con stendardi colorati e l'immancabile quadretto raffigurante il Santo Patrono, oppure, nelle contrade più numerose, la farchia è trasportata "a spalla" dagli stessi contradaioli.
Quando la farchia è trasportata con un trattore, sul carro salgono sempre almeno un suonatore ed una pluralità di cantori, mentre quando il trasporto avviene "a spalla", sulla farchia salgono un solo suonatore ed un cantore.
I suoni, i canti e le voci affaticate dei farchiaioli che cercano il cambio nel trasporto della farchia o gridano agli spettatori di fare attenzione e di lasciarli passare, fanno di questa processione uno spettacolo di rara suggestione e bellezza.
Una volta giunti a destinazione le farchie verranno erette, dapprima a forza di braccia e successivamente con l'ausilio di scale, sartie e filagne. Quando le farchie saranno definitivamente poste in verticale, l'entusiasmo dei lavoratori esplode al grido propiziatorio di "Eh Sand'Antoneee!!".
L'accensione dei giganteschi fasci è il momento culminante della cerimonia. Essa avviene con i fuochi d'artificio in un'assordante cornice di botti e colori, e soprattutto sotto lo sguardo inquisitore delle contrade nemiche, pronte a criticare la minima imperfezione della farchia appena eretta e ancor di più, pronte a fischiare, in segno sberleffo e di sfottò, la temutissima interruzione della raffica di spari che funge da miccia all'accensione del gigante di canne.
Dopo che tutte le farchie sono accese, la competizione tra le contrade è ormai finita e lascia spazio ai canti, ai dolci e soprattutto al vino, fino a quando non si tornerà nelle proprie contrade a veder ardere e consumarsi la farchia che con il suo inesorabile bruciare esaurisce con sé la festa di Sant'Antonio.
[modifica] Calendario delle festività di Fara F. P.
- 16 gennaio: Manifestazioni delle Farchie
- 17 gennaio: Festa in Onore di Sant'Antonio (rievocazione storica del Miracolo di Sant'Antonio in località Selva dei Colli)
- 29 aprile: Festa in onore della Madonna del Ponte
- 11 giugno: Festa dell'agricoltura località Colli
- 24 e 25 luglio: Festa in onore di Sant'Antonio (festa estiva in onore di Sant'Antonio abate)
- agosto:
- settembre:
- festa in onore di S. Eufemia
- ottobre:
- "Ar cante tu fara me" (serata dedicata alle canzoni e poesie faresi)
[modifica] La Cattedrale
In questa Cattedrale sono custodite gelosamente oltre 100 reliquie originali, con la reliquia fiore all'occhiello della scheggia della croce di Cristo, che viene mostrata solo in occasioni speciali e con il massimo rispetto e riverenza.
[modifica] Quartieri
Crepacce, Campo Lungo, Colle Anzolino, Colle San Donato, Colle Pidocchioso, Colli, Forma, Giardino, Mandrone, Madonna del Ponte, Pagnotto, Piane, San Giacomo, S. Eufemia, Sant’Antonio, Via Madonna, Vicenne, Brecciarola, Colle Pretoro, San Nicola, Fara Centro.
[modifica] Curiosità
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Domenico Simone (PdL) dal 13/06/2004
Centralino del comune: 0871 70112
Email del comune: comune@comunefarafiliorumpetri.it
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