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Vortigern - Wikipedia

Vortigern

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Vortigern (394 d.C.? -454 d.C.?, anche Vortiger, Vortigen, e, in gallese Gwrtheyrn) fu un potente signore della guerra britannico del Powys (nell'odierno Galles) del V secolo (vedi partenza dei romani dalla Britannia attorno al 410 d.C.). Questo potente sovrano della Britannia viene descritto dalle fonti come crudele e privo di scrupoli nel suo tentativo di unificare tutta la Britannia, quindi come uno dei peggiori re britannici. Viene anche identificato come colui che, nel 449 d.C., chiamò i Sassoni (insieme a Iuti e Angli) come mercenari in Britannia, aprendo così a costoro la conqusita dell'isola. Sebbene gli storici concordino nel considere Vortigern come un personaggio realmente esistito, gran parte della tradizione su questa figura è costituita da leggende e racconti epici. Anche a causa di un'incerta etimologia, sono diffuse numerose trascrizioni del suo nome, tra cui Vortiger, Vortigen, Vortingen, Vortingern, Gwrtheyrn (in gallese) e Urtigernus (in latino).

[modifica] Il contesto storico

Man mano che si accentuava la crisi dell'Impero Romano d'Occidente la Britannia divenne progressivamente una provincia sempre meno controllabile e sempre meno conveniente da gestire [1]. Attorno al 350 d.C., quando le legioni ivi stanziate non vennero più raggiunte da rinforzi, la situazione nell'isola divenne sempre peggiore e meno gestibile [2]. In seguito a questa situazione gran parte degli effettivi del presidio romano furono progressivamente arruolati tra la popolazione indigena in un clima di isolamento dal resto dell'Impero. S'instaurò, inoltre, una sorta di autogoverno che, pur fedele al potere centrale, godette di sempre maggiore libertà e autonomia. Già dal 383 d.C. iniziarono le scorrerie dei pirati Sassoni, Angli e Iuti lungo tutta la costa del Kent, a cui i Romani risposero con la costruzione di tutta una serie di fortificazioni costiere. Nel frattempo, sulla frontiera settentrionale, le incursioni contro il Vallo di Adriano da parte dei Pitti e degli Scoti della Scozia e dell'Irlanda si andavano intensificando. Intanto, nella provincia di Britannia, il clima di sfacelo tipico tel basso impero, stava precipitando la società nel caos e nell'anarchia.

In Britannia stazionavano quattro legioni, ma nel 402 d.C. il comandante in capo dell'esercito romano, il vandalo Stilicone (359 d.C.-408 d.C.), ne prelevò una per fronteggiare la calata in Italia del re dei Visigoti Alarico (372 d.C.-410 d.C.) e non la rimandò più nell'isola. Le legioni di stanza in Britannia si erano ammutinate per tre volte tra il 402 d.C. ed il 406 d.C. eleggendo per tre volte un comandante quale "imperatore". I primi due comandanti erano poco atti a condurre una campagna militare finalizzata ad usurpare il soglio imperiale, ma il terzo eletto, era un comandante vero e proprio, Costantino III. Le ultime monete emesse dalla zecca di Londra datano d.C. (sono comunque rare le monete emesse dopo il 400|400 d.C.), il che farebbe supporre un ritorno ad un sistema di scambi in natura secondo le tipiche modalità del baratto) e le rimanenti tre legioni romane furono richiamate attorno al 410 d.C. da Costantino III (366 d.C.-411 d.C.). Costantino III era un soldato semplice che nel vuoto di potere in Britannia già a partire dal 360 d.C. venne eletto generale e poi, nel 407 d.C., imperatore. L'anno successivo, Costantino III emanò un proclama, ribadito dall'imperatore Onorio (384 d.C.-423 d.C.) nel 410 d.C., in cui invitava la popolazione indigena a provvedere alla propria sicurezza e a non contare ulteriormente sulle legioni romane, lasciando uno sparuto presidio di militi a difesa dell'isola al comando di uno dei suoi figli. Dal momento che, due anni prima (31 dicembre 406 d.C.) mezzo milione di Germani aveva sfondato il debole confine renano a Magonza, confine che non verrà più ripristinato, innescando il collasso definitivo dell'Impero Romano d'Occidente, Costantino III passò in Gallia a combattere gli invasori, cercando anche di usurpare il potere imperiale. Costantino III morirà combattendo nel 411 d.C.

Il contingente rimasto in Britannia annoverava soldati romani sposati con donne indigene, soldati Britanni e cavalieri Sarmati e Alani di presidio sul Vallo di Adriano. I rapporti tra Britanni e Romani erano, nei secoli precedenti, caratterizzati da una sorta di amore-odio: frequenti erano le insurrezioni della popolazione celtica contro Roma, ma, al contempo, le legioni dei conquistatori erano indispensabili a mantenere la pace sociale interna e a prevenire gli attacchi delle popolazioni esterne. Con la partenza dei Romani, in pochi anni si ritornò alla situazione di instabilità e di guerra continua che aveva sempre caratterizzato la Britannia preromana, ma allo stesso tempo si innescò anche un fattore di debolezza che fece rimpiangere il governo romano, tanto che anche la Britannia fu una delle province che più soffrì a causa del tramonto dell'Impero.

Il figlio di Costantino III, lasciato con il piccolo presidio romano (in realtà composto da Britanni e da Romani che avevano sposato donne indigene), venne ucciso già nel 409 d.C., facendo precipitare l'isola nel caos e nell'anarchia più totale. Probabilmente un nuovo comandante romano, alla guida di un piccolo esercito romano-britannico, forse da identificarsi col "console" Marciano, non riuscì a controllare che pochi centri abitati. Ripresero le lotte fratricide tra clan che avevano caratterizzato la Britannia prima della conquista romana del 43 d.C.. Dopo oltre tre secoli di dominio romano, bastarono però pochi decenni per cancellare quasi del tutto il lascito di Roma. L'uso del latino fu abbandonato, il Cristianesimo, che era ancora debole nell'isola di fronte alla religione druidica, divenne una religione di nicchia e le città furono evacuate e parzialmente lasciate in rovina, come anche il Vallo di Adriano e le diverse fortificazioni. Anzi, le fortificazioni ed i Valli (il Vallo di Adriano ed il più settentrionale Vallo di Antonino divennero delle cave di materiale edile). In quegli anni si assistette, oltre alle lotte intestine per il predominio sulla Britannia, a un intensificarsi delle scorrerie dei pirati Iuti, Sassoni, Frisoni e Angli lungo tutta la costa orientale dell'isola, dal Kent alla foce del fiume Humber, nonché alle scorrerie dei Pitti e degli Scoti provenienti dall'attuale Scozia. Vortigern era un capo-clan, forse il più potente di quest'epoca. Le guerre intestine sconvolsero l'isola per un trentennio, fino a quando, verso il 441 d.C., uno di questi capi-clan assoldò dei mercenari Sassoni, Angli e Iuti per combattere e sconfiggere i capi rivali. Le leggende identificano questo capo con Vortigern: incapace infatti di tenere testa alle scorrerie provenienti dalla Scozia, decise di assoldare dei barbari per combattere altri barbari, risparmiando il proprio esercito. Fu così che intavolò trattative coi Sassoni. Lo scontro decisivo tra Sassoni e Pitti avvenne non distante da uno dei forti del Vallo di Adriano, probabilmente Vindolandia, nel 452 d.C.. La sanguinosa battaglia vide i Sassoni prevalere e da allora i Pitti, stando alle cronache posteriori, non avrebbero più compiuto incursioni a sud del Vallo di Adriano. Per legalizzare l'ingresso dei Sassoni in Britannia, venne celebreto il matrimonio tra Vortigern e la figlia del re dei Sassoni, cosa che non fu ben vista dai Britanni cristiani (i Sassoni erano ancora pagani, mentre una parte dei Britanni era composta da cristiani, sebbene questi fossero seguaci dell'eresia di Pelagio).

Il prezzo dell'accordo con i Sassoni si rivelò molto oneroso, in quanto prevedeva la cessione del Kent, dell'isola di Wight, dell'isola di Thanet, il mantenimento dei mercenari a totale carico degli isolani e lo stanziamento delle famiglie dei mercenari sul suolo britannico (complice una carestia in corso nelle sedi originarie dei Sassoni: lo Iutland, l'Hannover e lo Schlewsig-Holsetin). Gli invasori Anglosassoni s'accorsero che senza il loro aiuto Vortigern era incapace di mantenere il controllo dell'isola e di opporsi alle scorrerie di Pitti e Scoti. Nel frattempo, la popolazione britannica soffriva il giogo dei mercenari, tanto che venne inviata una petizione, nel 446 d.C., al comandante in capo dell'esercito romano sul continente, Ezio Flavio (389 d.C.-454 d.C.) affinché sbarcasse sull'isola e li liberasse dai Sassoni. La petizione (I lamenti dei Britanni) rimase però inascoltata perché i Romani erano impegnati a contenere gli Unni. Ma nel 447 d.C. Roma inviò il generale Germano (378 d.C.-448 d.C.) probabilmente col compito di riorganizzare il partito filo-imperiale nell'isola. Era la testimonianza che Roma ancòra cercava di mantenere nella propria orbita la provincia. Anche se pare che egli abbia guidato i Romano-Britannici alla vittoria contro Pitti e Scoti. Tuttavia nel 449 d.C., non accontentati nelle loro richieste di nuove terre da Vortigern, i mercenari si ribellarono e furono raggiunti da nuovi contingenti di Sassoni, Iuti, Angli e anche dai Frisoni che occuparono l'isola di Wight e l'isola di Thanet. Nel 450 d.C. l'occupazione si estese a macchia d'olio a tutta la parte orientale dell'isola. Nei sessant'anni seguenti i Britanni furono ricacciati verso la Scozia, il Galles e la Cornovaglia, sebbene molti di loro convissero pacificamente assieme agli Anglosassoni, come testimoniano diverse necropoli scoperte nel Sussex durante gli anni 1960 - 1980. Molti altri, però, emigrarono nel 458 d.C. in Gallia e in Spagna, rispettivamente in Bretagna e Galizia. I mercenari ebbero sicuramente la meglio sulle deboli truppe di Vortigern, che morì quasi certamente dopo pochi anni, forse nell'agguato teso dai Sassoni, durante le trattative di pace, presso Stonehenge, in cui vennero massacrati numerosi capi britanni (454|454 d.C.), evento noto come Notte dei Lunghi Coltelli.

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