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Papa Silvestro II - Wikipedia

Papa Silvestro II

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Silvestro II
Papa della Chiesa cattolica
Immagine di papa Silvestro II
'
[[|100px|Stemma pontificio di Silvestro II]]
Al secolo: Gerberto di Aurillac
Nato Alvernia, ca. 950
Elezione
al pontificato
data sconosciuta
Consacrazione: 2 aprile 999
Fine del
pontificato:
12 maggio 1003
Deceduto
Segretario
personale:
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Predecessore: papa Gregorio V
Successore: papa Giovanni XVII
Cardinali creati: vedi categoria
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Antipapi: {{{antipapi}}}
Elenchi dei papi: cronologico · alfabetico
Progetti Cattolicesimo e Storia · uso tabella

Silvestro II, nato Gerberto di Aurillac (ca. 950 – Roma12 maggio 1003), fu Papa dal 999 alla morte.

Fu un prolifico studioso del X secolo: fu egli a introdurre le conoscenze arabe di aritmetica e astronomia in Europa. Fu il primo papa francese.

Indice

[modifica] Note biografiche

[modifica] Gioventù

Gerberto nacque attorno al 950 nella regione francese dell'Aquitania, ad Aurillac. Attorno al 963 entrò nel monastero di San Geraldo della sua città e nel 967, il Conte Borrell di Barcellona visitò il monastero e l'abate chiese al conte di portare con sé Gerberto, così che il giovane potesse studiare matematica in Spagna, nel monastero di Ripoll. Negli anni seguenti, Gerberto studiò nella città di Barcellona (controllata dai cristiani), e entrò in contatto col mondo islamico, data anche la vicinanza col confine.

In Spagna maturò un interesse per le scienze, in particolare matematica e astronomia, eccezionale per il suo tempo: cercava libri e strumenti per l'osservazione diretta e lo studio delle stelle, con un atteggiamento innovativo rispetto alla tradizionale lettura ed esegesi dei testi sacri. Quando era ancora giovane la fama della sua cultura si era già diffusa in tutto il mondo cristiano. Non mancarono in seguito leggende sul suo conto, che lo dipingevano come un astuto mago o come in contatto col demonio.

Egli era interessato anche al diritto ed alla politica. Queste conoscenze gli permisero di mettersi al servizio di personaggi potenti come consigliere, e furono la chiave che aprirono a lui, nato di modesta famiglia, le porte di cariche ecclesiastiche di primissimo rilievo.

[modifica] Roma, Bobbio e Reims

Nel 969, il conte Borrell compì un pellegrinaggio a Roma, portando Gerberto con sé. Qui Gerberto incontrò il papa Giovanni XIII e l'imperatore Ottone I. Il papa persuase Ottone ad impiegare Gerberto come tutore per il suo giovane figlio, il futuro Ottone II. Alcuni anni dopo, Ottone permise a Gerberto di andare a studiare alla scuola della cattedrale di Reims, dove venne ben presto nominato insegnante dall'arcivescovo Adalbero.

[modifica] Abate di Bobbio

Ottone II, divenuto nel frattempo Sacro Romano Imperatore, nel 982 nominò Gerberto abate dei monaci colombaniani di Bobbio e conte di quel distretto, ma, per colpa della gestione dei precedenti abati e dei vescovi commandatari, l'abbazia di San Colombano era andata in rovina, perciò Gerberto la ricostituì e fece l'inventario dello scriptorium, e con l'aiuto dei numerosi antichi trattati che vi erano conservati, compose il suo celebrato lavoro sulla geometria.

In effetti, sembra che in un momento in cui la lingua greca era quasi stata dimenticata in tutta l'Europa occidentale, i monaci di Bobbio leggevano Aristotele e Demostene nella loro lingua originale.

Successivamente fece ritorno a Reims, rimanendo abate commendatario di Bobbio fino al 999 quando nominò Abate di Bobbio Pietroaldo ed elevò la cittadina, in accordo con l'imperatore, a Città e Contea Vescovile.

Dopo la morte di Ottone II, nel 984, Gerberto venne coinvolto nelle lotte politiche dell'epoca: nel 985, con l'appoggio del suo arcivescovo, si oppose al tentativo di Lotario di Francia di strappare la Lorena ad Ottone III tramite l'appoggio di Ugo Capeto. Capeto divenne Re di Francia, ponendo fine alla dinastia dei Carolingi.

Adalbero morì nel 988. Gerberto era un candidato naturale alla successione arcivescovile, ma Ugo Capeto nominò Arnolfo, un figlio illegittimo di Lotario.

[modifica] Arcivescovo di Reims

Arnolfo venne deposto nel 991 per sospetto tradimento nei confronti del re, e Gerberto venne allora eletto come suo successore. Ci fu però una tale opposizione alla nomina di Gerberto alla sede di Reims, che papa Giovanni XV inviò un legato in Francia, che sospese temporaneamente Gerberto dal suo incarico episcopale. Gerberto cercò di mostrare che il decreto era illegale, ma un ulteriore sinodo nel 995 dichiarò non valida la deposizione di Arnolfo: fu in quei momenti difficile che si fece sentire la protezione della Dinastia ottoniana di Sassonia.

Gerberto divenne quindi il precettore di Ottone III.

[modifica] Arcivescovo di Ravenna

Papa Gregorio V, cugino di Ottone, lo nominò Arcivescovo di Ravenna nel 998, carica che ricoprì per circa un anno.

[modifica] Pontefice

L'imperatore lo elesse a successore di Gregorio come papa nel 999. Gerberto prese il nome di Silvestro II (richiamandosi a Silvestro I, il consigliere di Costantino il Grande). Subito dopo essere stato eletto papa, Gerberto confermò la posizione del suo ex rivale Arnolfo come arcivescovo di Reims.

Silvestro seppe liberarsi presto dell'ingerenza dell'Imperatore, che avrebbe circoscritto la sua opera a semplice cappellano di corte. Intuì la grande importanza della cristianizzazione delle terre degli slavi, che stavano crescendo di importanza ad est del regno tedesco, sostenendo l'istituzione di nuove Chiese nazionali.

Nell'anno 1000 concesse la corona reale d'Ungheria a Stefano (poi venerato come santo Stefano) del casato degli Arpád, costituendo cosí il Regno d'Ungheria. A Stefano affidò il compito di organizzare la Chiesa nel suo paese, mentre nella futura Polonia fondò l'arcidiocesi di Giezno, dalla quale si irradiò la cultura cristiano-romana in tutta l'area.

[modifica] Fuga da Roma e morte

Nel 1001, la popolazione di Roma si rivoltò contro l'imperatore, costringendo Ottone e Gerberto a fuggire a Ravenna. Ottone guidò senza successo due spedizioni per riottenere il controllo della città, e morì durante la terza nel 1002. Gerberto ritornò a Roma poco dopo la morte di Ottone, anche se la nobiltà ribelle rimase al potere, subendo l'umiliazione della potente famiglia dei Crescenzi. Morì poco dopo (1003). È sepolto a San Giovanni in Laterano.

[modifica] Opere

Gerberto scrisse una serie di opere, che trattavano principalmente questioni di filosofia e le materie del quadrivio. Egli aveva appreso l'uso dei numeri arabi in Spagna, e poteva eseguire mentalmente calcoli che erano estremamente difficili per le persone che pensavano in termini di numeri romani. A Reims, fece costruire un organo idraulico che eccelleva sopra tutti gli strumenti precedentemente noti, nel quale l'aria doveva essere pompata manualmente. Gerberto reintrodusse l'abaco in Europa, e, in una lettera del 984, chiese a Lupito di Barcellona una traduzione di un trattato arabo di astronomia. Gerberto potrebbe essere l'autore di una descrizione dell'astrolabio che venne redatta da Ermanno Contratto 50 anni dopo.

Come papa, prese misure energiche contro le pratiche della simonia e del concubinaggio, diffusesi tra il clero, sostenendo che solo gli uomini capaci di una vita ineccepibile potevano essere nominati vescovi. Scrisse inoltre il trattato dogmatico De corpore et sanguine Domini.

Gli scritti di Gerberto furono stampati nel volume 139 della Patrologia Latina.

[modifica] Scritti matematici

  • Libellus de numerorum divisione
  • De geometria
  • Epistola ad Adelbodum
  • De sphaerae constructione
  • Libellus de rationali et ratione uti

[modifica] Scritti ecclesiastici

  • Sermo de informatione episcoporum
  • De corpore et sanguine Domini
  • Selecta e concil. Basol., Remens., Masom., etc.

[modifica] Lettere

  • Epistolae ante summum pontificatum scriptae
    • 218 lettere, che includono missive all'imperatore, al papa e vescovi vari
  • Epistolae et decreta pontificia
    • 15 lettere a vari vescovi, fra cui Arnolfo, e abati, e una lettera a Stefano I d'Ungheria
    • una lettera dubbia a Ottone III.
    • 5 brevi poemi

[modifica] Altro

  • Acta concilii Remensis ad S. Basolum
  • Leonis legati epistola ad Hugonem et Robertum reges

[modifica] Gerberto matematico

Gerberto fu un importante matematico del suo tempo. Nei sui quaderni si trovano cenni di un sistema di numerazione molto simile a quello arabo.

[modifica] Valutazione

Gerberto dovette sicuramente essere uno degli uomini più colti del suo tempo. Egli è l'esempio più lampante di quella sorta di miglioramento nel livello dei prelati che imposero gli imperatori germanici a fronte di una Chiesa in profonda crisi, domintata dalla pornocrazia, la simonia e il nicolaismo. L'ingerenza imperiale sul papato (si pensi anche solo al Privilegium Othonis) non era ancora vista in modo negativo, come all'epoca della lotta per le investiture, anzi era una forma di protezione che permise i primi passi verso quella che fu una riforma.

Gerberto fu una figura di massima importanza come religioso, politico e scienziato, che non poté essere ignorato dai suoi successori al soglio pontificio[1].

[modifica] Leggende sulla stregoneria

Papa Silvestro II e il Diavolo.
Papa Silvestro II e il Diavolo.

La grande sapienza di Gerberto fu all'origine di leggende sinistre, che lo mettevano in relazione con arti magiche e con il demonio.

Si credeva che Gerberto avesse un libro di incantesimi rubato a un filosofo arabo in Spagna. Gerberto sarebbe fuggito, inseguito dal derubato che era in grado di rintracciare il ladro tramite le stelle, ma Gerberto si nascose appeso a un ponte di legno, dove, sospeso fra cielo e terra, era invisibile al mago.

Gerberto avrebbe anche costruito o ottenuto una testa bronzea, che sarebbe stata in grado di rispondere alle sue domande con un "si" o con un "no". La leggenda voleva inoltre che avesse stipulato un patto con un demone donna chiamata Meridiana, che sarebbe apparsa dopo che egli era stato rifiutato dal suo amore terreno, con l'aiuto del quale avrebbe raggiunto il trono papale (un'altra leggenda narra che vinse il papato giocando a dadi con il diavolo)[citazione necessaria].

Secondo la leggenda, Meridiana (o la testa di bronzo) disse a Gerberto che nel caso avesse celebrato una messa a Gerusalemme, il diavolo sarebbe venuto a prenderlo. Quindi Gerberto cancellò un pellegrinaggio a Gerusalemme, ma, celebrando una messa nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma (anche chiamata "Chiesa Gerusalemme"), vide all'improvviso Meridiana e capì che la profezia era compiuta. Si sentì male poco dopo e, morendo, chiese ai suoi cardinali di tagliare il suo corpo e di spargerlo per la città. In un'altra versione, celebrando la messa fu attaccato dal diavolo, che lo mutilò e diede gli occhi del papa ai demoni per giocare all'interno della chiesa. Pentendosi, Silvestro II si tagliò in seguito la mano e la lingua.

Una parte dell'iscrizione sulla tomba di Gerberto[2] recita Iste locus Silvestris membra sepulti venturo Domino conferet ad sonitum ("Questo luogo, all'arrivo del Signore, renderà al suono dell'ultima tromba i resti sepolti di Silvestro II"): la traduzione erronea di conferet ad sonitum con "emetterà un suono" diede adito alla curiosa leggenda che le sue ossa sbatacchino subito prima della morte di un papa.

Altra leggenda è quella che si diffuse negli ambiti della curia romana secondo la quale la tomba si inumidisce alla morte di un cardinale e da essa fuoriesce dell'acqua alla morte di un papa[citazione necessaria].

Le leggende riguardanti Gerberto come uno stregone fiorirono circa un secolo dopo la sua morte. Ci sono stati altri papi sospettati di stregoneria, ad esempio Giovanni XXI (1276–77) e Benedetto XII (1334–42). Papa Gregorio XII (1406–15) fu interrogato circa pratiche magiche nel 1409 al Concilio di Pisa.

[modifica] Note

  1. ^ Per tutto il paragrafo, Cardini-Montesano, cit., pag. 189.
  2. ^ [1]

[modifica] Bibliografia

[modifica] Collegamenti esterni

separatore

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papa Gregorio V
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