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Marco d'Aviano - Wikipedia

Marco d'Aviano

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Monumento a Padre Marco d'Aviano nella Chiesa dei Cappuccini di Vienna

Marco d'Aviano (al secolo Carlo Domenico Cristofori) (Aviano17 novembre 1631 – Vienna13 agosto 1699) è stato un religioso e predicatore italiano, oggi venerato come beato dalla Chiesa cattolica.

Indice

[modifica] Biografia

Marco d’Aviano diventa frate cappuccino nel 1649 (era entrato in noviziato nel 1648, dopo quasi quattro anni trascorsi nel Collegium gesuita di Gorizia). Nel 1655 viene ordinato presbitero e prosegue gli studi, ottenendo in seguito la patente di predicazione. Dopo due incarichi come superiore dei conventi di Belluno e Oderzo, si dedica completamente all’attività di predicatore in Italia e all’estero, attirando i fedeli grazie alle sue notevoli capacità oratorie. Gli vengono persino attribuite doti taumaturgiche.
Guarisce da una lunga malattia il duca Carlo V di Lorena, comandante dell'esercito dell'Imperatore del Sacro Romano Impero. La sua fama, quindi, giunge anche alle orecchie di Leopoldo I, che lo invita a corte. Nel 1680 Marco approda a Vienna come confessore e consigliere dell'Imperatore.

[modifica] La "missione impossibile" affidatagli dal Papa

Nel 1683 Papa Innocenzo XI affidò a Marco un incarico diplomatico molto delicato: ricreare la Lega Santa delle nazioni cristiane. L'espansione dell'Impero Ottomano procedeva in Europa senza freni: in quell'anno i turchi prendevano Belgrado. Vienna, dal canto suo, non aveva mai potenziato il suo confine orientale, che restava pericolosamente sguarnito. I turchi, dopo aver invaso l'Ungheria, avanzarono verso Vienna proprio da oriente.
Frate Marco, nel frattempo, era riuscito nella missione di coalizzare le potenze cristiane, superando i dissidi esistenti al loro interno. Le sue perorazioni avevano indotto i regni di Spagna, Portogallo e Polonia e le Repubbliche di Firenze, Genova e Venezia a inviare aiuti e cospicui contingenti militari. Il frate cappuccino non poté invece fare nulla presso la corte francese. Luigi XIV, che pure si vantava del titolo di "Re cristianissimo", si tenne alla larga dall'alleanza, anzi cercò di farla fallire. Nonostante ciò molti francesi si armarono e raggiunsero Vienna come volontari.

L'unico sovrano ad aderire in persona fu il re di Polonia, Giovanni III. Marco racconta di aver faticato non poco a convincerlo data la rivalità, e antipatia personale, esistente tra Giovanni e Leopoldo d'Asburgo.
Giovanni si mosse verso Vienna alla testa della cavalleria polacca. Non era ancora stato scelto il comandante supremo dell'esercito cristiano. Per lignaggio, sarebbe spettato all'imperatore. Ma questo avrebbe significato la defezione di Giovanni. Frate Marco, compiendo un vero capolavoro diplomatico, convinse Leopoldo a rimanere fuori dalla scena. Il comandante dell'esercito dell'imperatore, il duca Carlo V di Lorena, era un suo devoto. Per cui fu facile persuaderlo ad accettare di sottoporsi agli ordini del re di Polonia.

L'assedio di Vienna era cominciato il 14 luglio 1683. L'8 settembre le armate cristiane erano pronte a ingaggiare battaglia con i turchi. Padre Marco celebrò la messa nel campo allestito sul Kahlenberg (Monte nudo), la collina che sovrasta Vienna. Al suo fianco sull'altare erano Giovanni III e Carlo di Lorena. Terminato il rito, il frate tenne uno dei suoi più fervidi sermoni in quel misto di italiano, latino e tedesco, caratteritico delle sue prediche[1].

La battaglia si svolse il 12 settembre e si concluse con la vittoria della Lega Santa e la ritirata dell'esercito turco. Papa Innocenzo XI proclamò la giornata "festa del Santissimo Nome di Maria", poi inviò la sua benedizione a padre Marco. Il frate non ebbe altre ricompense, né terrene, né celesti[2]. A Vienna padre Marco fu il personaggio più festeggiato. Attorno alla sua figura cominciarono a nascere storie di miracoli e prodigi.

L'anno dopo Marco ricevette un'altra chiamata dal papa. Innocenzo XI voleva che i sovrani europei si coalizzassero per cacciare, questa volta definitivamente, gli ottomani dall'Europa. Marco si adoperò per coordinare l'alleanza cristiana contro l'Islam. La sua popolarità era enorme, e così la sua autorevolezza[3]. Il frate cappuccino partecipò assieme ai comandanti militari alla pianificazione dell'attacco.
Il primo obiettivo raggiunto fu la riconquista di Buda, avvenuta nel 1685. Marco era immancabilmente presente.
Nel 1689 morì papa Innocenzo XI. A Vienna i consiglieri dell'Imperatore si mostrarono disponibili a trattare la pace con i turchi. Il risultato fu che l'avanzata cristiana si fermò. Per otto lunghi anni il fronte non oltrepassò i confini dell'Ungheria.
Solo nel 1697 l'avanzata riprese, grazie al duca Eugenio di Savoia, che conseguì la vittoria definitiva contro l'esercito turco sul fiume Tibisco (Serbia), nei pressi di Zenta.
La pace venne firmata il 26 gennaio 1699 a Carlowitz.

Il 13 agosto dello stesso anno moriva padre Marco.

Dopo un lungo processo di canonizzazione, è stato beatificato il 27 aprile 2003.

[modifica] Bibliografia

  • BASSO ARTURO DA CARMIGNANO DI BRENTA (a cura di). Marco d'Aviano. Corrispondenza epistolare. Abano Terme, Piovan, 1986-1991, 5 volumi: 1: Ecclesiastici, 2: Imperatore Leopoldo, 3: Famiglia imperiale, case reali e principesche, 4: Principi italiani e personaggi vari, 5: Indici, errata corrige.
  • BASSO ARTURO DA CARMIGNANO DI BRENTA. Beato Marco D’Aviano: dare un’anima all’Europa, profilo biografico riveduto e corretto da Venanzio Renier. Padova, Messaggero di Sant’Antonio Editrice, 2003 (seconda edizione).
  • HÉYRET M.. Padre Marco d’Aviano, prefazione di Carlo Sgorlon. Padova, Messaggero di Sant’Antonio Editrice, 1999 (edizione originale: P. Markus von Aviano O.M.Cap. Apostolischer Missionär und päpstlicher Legat beim christlichen Heere, Provinz del Bayerischen Kapuziner, München 1931).
  • SIMONATO R. (a cura di), Marco d’Aviano e il suo tempo: un cappuccino del Seicento, gli Ottomani e l’Impero. Atti del convegno storico internazionale Pordenone 12-13 novembre 1993. Pordenone, Edizioni Concordia Sette, 1993.

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Note

  1. ^ Arrigo Petacco, L'ultima crociata, Mondadori, 2007, pag. 165
  2. ^ Arrigo Petacco, L'ultima crociata, Mondadori, 2007, pag. 172
  3. ^ Arrigo Petacco, L'ultima crociata, Mondadori, 2007, pag. 178
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